E così, dagli uffici di Bresso dell’azienda milanese che dal 1972 opera nella grande distribuzione organizzata, si è deciso per una vera e propria “decapitazione”: 90 centesimi. L’iniezione letale, per dirla all’americana. Del resto, il novello (italiano) è un vino di pronta, prontissima beva. Da consumare in autunno. O, al massimo, nei successivi 6 mesi dall’inizio della commercializzazione. E possiamo assicurarvi che la regola vale anche per il Novo Calepio Igt Bergamasca dell’azienda vitivinicola Il Calepino, che non supera la nostra prova di degustazione per un letterale (nonché fisiologico) inasprirsi dei toni del blend tra Marzemino e Merlot, ricetta di successo che la casa di Castelli Calepio porta avanti da ormai trent’anni. Al di là dello shock emozionale, va detto che il prezzo praticato dalla catena Il Gigante per smaltire la scorta di novelli è in linea con l’andamento del mercato di questa tipologia di vini. Che nell’arco degli ultimi dieci anni risulta in vera e propria caduta libera. Così come la produzione.
Secondo i dati forniti da Assoenologi, fino al 2005 venivano prodotte in Italia 17 milioni di bottiglie di vino novello, contro i 3-4 milioni del 2015. Un dato che scende a 2 milioni, secondo il report di Coldiretti. Un vino, insomma, che non va più di moda, anche se segna tuttora un momento di festa per molte cantine, al termine della vendemmia. Ecco, dunque, perché il povero vino novello De Novo Calepino ha dovuto subito una tale onta. Lui che – siamo certi – sarebbe finito volentieri prima in un carrello della spesa. E poi sulla tavola di qualche cliente, già a ottobre dello scorso anno. Ad accompagnare, oh sì, un piatto fumante di caldarroste.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.