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Gavi sempre più “tipico” grazie al “Progetto Lieviti Autoctoni” del Consorzio


MILANO –
Il Gavi Docg torna nel cuore di Milano, Palazzo Giureconsulti, a due passi dal Duomo, più tipico che mai. Merito del progetto sui lieviti autoctoni portato a termine dal Consorzio di Tutela della Denominazione piemontese. L’annuncio è avvenuto lo scorso 26 marzo, in occasione di “Tutto il Gavi a Milano” 2019.

Durante la degustazione riservata alla stampa, che ha preceduto l’apertura al pubblico dei banchi di degustazione, sono stati serviti i primi due calici di vino “Atto a Gavi Docg” del “Progetto Lieviti Autoctoni”. Un’etichetta della cantina La Mesma di Novi Ligure (AL) e una della Cantina Produttori del Gavi.

Con questo studio, il Consorzio di Tutela del Gavi si inserisce nel solco già tracciato da altri territori del vino italiano, come quello dell’Asolo Prosecco Superiore e della Barbera d’Asti.

Un percorso necessario – ha sottolineato il presidente del Consorzio Roberto Ghio (nella foto) – per non perdere di vista la tipicità del Gavi, portando il territorio nel calice. Le aziende potranno usare questo lievito, testato ad hoc e proveniente dalle nostre vigne, al posto di quelli in commercio”.

La Denominazione, del resto, registra una crescita a doppia cifra su tutti i fronti. Negli ultimi 10 anni, gli ettari vitati sono sono passati da 1076 ettari a 1510 (+41%). Il numero complessivo di bottiglie è schizzato del 62%, da 8 a 13 milioni.

L’85% della produzione è destinata all’export, con l’Inghilterra capofila. I produttori di Gavi, nell’Alessandrino, hanno superato la quota di 180, tra vignaioli, vinificatori e imbottigliatori soci del Consorzio. Il fatturato delle aziende supera i 50 milioni e 5 mila persone sono impiegate nella filiera.

Ma “Tutto il Gavi a Milano” è stata anche occasione per presentare il “Di Gavi in Gavi Festival” 2019, il nuovo format di promozione del bianco piemontese, in programma dal 7 al 9 giugno prossimi.

Una tre giorni di incontri, dibattiti, degustazioni, abbinamenti “Vino & Cibo”, “Arti e Cultura”, convivialità, esplorazione del territorio che unisce (ed evolve) le principali iniziative della Denominazione: “Di Gavi in Gavi” e il Premio Gavi “La buona Italia”.

IL FESTIVAL

Il “Di Gavi in Gavi Festival” 2019 punterà l’attenzione sull’innovazione digitale applicata al vino – lo Smart Wine – che per la prima volta sarà esplorata in maniera trasversale toccando ogni ambito della filiera enologica: in vigna, in cantina, a livello di distribuzione e comunicazione.

Agricoltura di precisione, wine blockchain sono alcune delle parole chiave del futuro vocabolario enologico, come confermato a Milano da Marco Gualtieri, Presidente Seeds & Chips: il Global summit dedicato all’innovazione agroalimentare è tra le piattaforme italiane più innovative del settore e sarà partner del Premio Gavi a giugno.

Il programma, in attesa del nome dell’ospite “vip” che come ogni anno farà da padrino all’intera manifestazione, è costituito da una fitta serie di appuntamenti. Grande spazio, in occasione del primo Di Gavi in Gavi Festival, al tema della grande versatilità nell’abbinamento del bianco piemontese, in cucina.

Sarà Andrea Ribaldone  ad esaltare questa caratteristica del Gavi e a preparare un menu internazionale, in occasione della cena di Gala di sabato 8 giugno, ospitata nel suggestivo Chiostro del Convento di nostra Signora delle Grazie.

Tra gli appuntamenti da non perdere del Festival ci sono anche tre masterclass, che consentiranno di mettere a confronto il Gavi Docg con lo Chablis, grande bianco di Borgogna, ma anche con altri vini bianchi piemontesi: Arneis, Erbaluce, Timorasso, Favorita, Cortese Alto Monferrato, Nascetta. E infine di nuovo l’abbinamento protagonista, con il Gavi abbinato a ricette create ad hoc dalla Scuola della Cucina Italiana.

Sempre martedì, il Consorzio ha presentato a Milano l’etichetta che veste la sua bottiglia istituzionale. Una sorta di ambasciatrice della denominazione del Gavi Docg durante gli eventi internazionali e nazionali. E’ stata disegnata da Enrico Bafico, noto artista genovese.

Dedicata al comune di Novi Ligure, ritrae le figure dei Campionissimi nell’anno dei festeggiamenti del centenario della nascita di Fausto Coppi e celebra le colline e i percorsi sui quali il campione e Costante Girardengo si sono cimentati nei loro allenamenti.

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Approfondimenti

Obama brinda con Ferrari al Global Food Innovation di Milano

“Really delicious!”. Così Barack Obama ha commentato il Ferrari degustato in occasione della cena di gala a Palazzo Clerici, organizzata l’8 maggio dalla Obama Foundation e orchestrata dalla famiglia Cerea del ristorante Da Vittorio.

L’ex Presidente USA in questi giorni è a Milano, ospite d’onore di Seeds&Chips – The Global Food Innovation Summit, il summit internazionale sulla food innovation ideato da Marco Gualtieri, dove oggi ha parlato di fronte a una platea di 4 mila persone di alimentazione sana, lotta allo spreco e cibo del futuro insieme allo chef Sam Kass.

In questa occasione Matteo e Camilla Lunelli delle Cantine Ferrari hanno avuto l’onore di incontrare Obama, che ha ribadito il suo apprezzamento per il Ferrari Maximum Brut, che Francesco Cerea ha proposto in apertura della cena a Palazzo Clerici.

Barack Obama aveva già brindato con le bollicine Ferrari in occasione del G8 dell’Aquila nel 2009, ma questa volta lo ha fatto in una veste diversa, dove l’enogastronomia ha giocato indubbiamente un ruolo fondamentale.

Dopo Expo Milano 2015, le Cantine Ferrari partecipano a Milano Food City, in cui rientra anche Seeds& Chips, per riportare l’attenzione sui temi sottoscritti da cittadini e istituzioni nella Carta di Milano, vera eredità culturale dell’Esposizione Internazionale.

Un’ulteriore conferma della profonda attenzione della casa trentina verso i temi della sostenibilità, della qualità della materia prima e del processo produttivo, che l’hanno portata, proprio quest’anno, ad ottenere la certificazione biologica di tutti i vigneti di proprietà.

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