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Etanolo da fecce e vinacce, Ue conferma il doppio conteggio


L’Ue conferma il doppio conteggio per l’etanolo da fecce e vinacce. La risposta della Direzione generale per l’energia della Commissione europea (DG Energia) al Wine Distilleries European Network (WiDEN), l’associazione che a livello europeo rappresentata oltre il 60% della produzione e commercializzazione di alcol e distillati di origine vitivinicola,
va nella direzione della tutela delle distillerie vinicole europee. Chiarite, quindi, le regole per i biocarburanti avanzati previsti dall’Allegato IX della Direttiva RED 2023/2413. L’etanolo prodotto da questi residui della vinificazione conterà così il doppio rispetto alla quantità reale, ai fini del rispetto degli obiettivi di energia rinnovabile nei trasporti, secondo la normativa dell’Unione europea. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=OJ:L_202302413 https://uia.org/s/or/en/1122284114

UNA SOLUZIONE AL CROLLO DEI PREZZI DELL’ETANOLO

Negli ultimi mesi, il settore dell’etanolo derivato da sottoprodotti della viticoltura ha subito un significativo crollo dei prezzi, suscitando serie preoccupazioni tra i produttori. Del problema si è occupata WiDEN, l’associazione europea delle distillerie vitivinicole gestita in outsourcing da Bertagni Consulting Srl, che annovera tra i suoi membri distillerie di Portogallo, Spagna, Italia, Francia e Ungheria. La Commissione Europea è stata chiamata a fornire chiarimenti sul trattamento economico dei prodotti inclusi nell’Allegato IX della Direttiva sulle Energie Rinnovabili (RED) 2023/2413, che prevede il “doppio conteggio” per i biocarburanti avanzati derivati da specifiche materie prime, tra cui proprio “fecce e vinacce”.

In una lettera del 31 marzo 2025 indirizzata a WiDEN, Kitty Nyitrai, direttrice dell’unità C2 della DG Energia della Commissione Europea, ha confermato che solo le materie prime esplicitamente elencate nell’Allegato IX della direttiva possono beneficiare del doppio conteggio. Tra queste e compreso l’etanolo prodotto da fecce e vinacce. Al contrario, i prodotti non inclusi in questo allegato o in elenchi supplementari, come l’Allegato IV del Regolamento di Esecuzione 2022/996, non potranno beneficiare dello stesso trattamento. Questa precisazione esclude l’etanolo di prima generazione, come quello probabilmente proveniente dal Brasile, dall’utilizzare i privilegi esclusivi riservati ai prodotti dell’Allegato IX.

WIDEN SUL DOPPIO CONTEGGIO: CHIARIMENTO IMPORTANTE DALLA COMMISSIONE UE 

La risposta della Commissione è stata accolta con favore dai membri di WiDEN, che considerano questo chiarimento «una importante protezione contro la concorrenza sleale e il dumping dei prezzi». Questo intervento normativo, di fatto, mira a proteggere il valore dell’etanolo derivato da fecce e vinacce. Un prodotto che non solo offre benefici ambientali, ma svolge anche un ruolo cruciale nell’industria vinicola. Le distillerie vinicole, infatti, hanno storicamente liberato i produttori di vino da materiali di scarto potenzialmente problematici, trasformando fecce e vinacce in una risorsa preziosa e sostenibile.

«Senza questo intervento – commenta Marco Bertagni, presidente di WiDEN – tali sottoprodotti rischierebbero di diventare rifiuti complessi da smaltire, aumentando i costi e l’impatto ambientale. Questa decisione della Commissione rappresenta un chiaro riconoscimento del ruolo strategico delle distillerie vinicole nella promozione dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale all’interno del settore agricolo europeo. WiDEN – aggiunge Bertagni – auspica che la conferma del doppio conteggio contribuisca a stabilizzare il mercato dell’etanolo di origine vitivinicola. E a valorizzare un prodotto che, grazie a questo riconoscimento, potrà continuare a fornire benefici ambientali e produttivi all’intero settore».

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Analisi e Tendenze Vino

Nuova etichettatura vini Ue e ingredienti, non solo critiche: esultano FederMosti e MUST


Non solo critiche al nuovo sistema di etichettatura vini dell’Ue che entrerà in vigore l’8 dicembre 2023, in seguito alla c
omunicazione pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 24 Novembre. «Eravamo già molto soddisfatti  per aver contribuito alla definizione dell’obbligo di indicare nell’etichetta elettronica il mosto d’uva concentrato e il saccarosio tra gli ingredienti per l’arricchimento dei vini – afferma Marco Bertagni, presidente delle associazioni di settore dei mosti FederMosti e MUST – ma lo siamo ancora di più adesso che la dizione “ingredienti” è stata oggetto di un upgrading. Andrà posta nell’etichetta cartacea e da lì, attraverso il QR Code, il consumatore acquisirà in maniera diretta un’informazione fondamentale, ovvero se il vino è stato arricchito con un derivato dell’uva, o con uno zucchero esogeno a questa filiera».

Le sostanze utilizzate per l’arricchimento sono considerate ingredienti «nella misura in cui sono aggiunte durante la produzione e presenti nel prodotto finito», anche se sotto forma modificata, e devono pertanto essere indicate nell’elenco degli ingredienti. I termini «mosto di uve concentrato» e «mosto di uve concentrato rettificato» possono essere sostituiti ciascuno dall’indicazione «mosto di uve concentrato» oppure possono essere raggruppati e figurare nell’elenco degli ingredienti soltanto come «mosto di uve concentrato». Il saccarosio, l’altra sostanza ammessa per l’arricchimento, deve essere indicato separatamente.

«Siamo dispiaciuti per i produttori di vino per la tempistica, inadeguata, con cui l’Unione Europea ha diramato le disposizioni operative – conclude Bertagni – che costringerà a modificare molte etichette già stampate. Tuttavia, per quanto riguarda l’esplicita indicazione dello zucchero in etichetta cartacea tramite QR Code, si tratta di un successo pieno, che all’inizio del processo di revisione dell’etichettatura dei vini sembrava una chimera».

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Indicazione del contenuto zuccherino in etichetta: Federmosti torna alla carica

«Far emergere informazioni di fondamentale importanza relative agli ingredienti utilizzati nei vini». Questa la battaglia intrapresa da anni da FederMosti, in accordo con Federconsumatori e con le principali Organizzazioni agricole italiane.

Il network di produttori di mosti concentrati torna alla carica sull’argomento, proprio in queste ore. In preparazione un sondaggio «per valutare quanti tra i consumatori sono a conoscenza che determinati vini, anche italiani se si parla di bollicine, contengono saccarosio e per valutare che tipo di reazione può esser generata dall’emergere di questa informazione».

«Con la campagna In Vino Veritas, sottoscritta lo scorso anno con Federconsumatori – afferma Marco Bertagni, presidente di FederMosti e Must, rispettivamente l’associazione italiana e quella europea dei produttori di mosti d’uva concentrati e rettificati – ci siamo limitati a sostenere ciò che dal nostro punto di vista è addirittura ovvio: comunicare al consumatore l’eventuale presenza di saccarosio nel vino che sta per acquistare».

Agli inizi della progettazione della piattaforma U-Label, i produttori europei sembravano propensi a continuare a omettere le informazioni sulle pratiche enologiche degli arricchimenti e delle acidificazioni.

Tuttavia, per coerenza con quelle che sono le dichiarate finalità di trasparenza e correttezza della comunicazione proprie della piattaforma, i produttori hanno infine deciso di inserire il saccarosio tra gli ingredienti da indicare nella U-Label».

ETICHETTE DEL VINO TRASPARENTI CON L’INDICAZIONE DEL SACCAROSIO

La DG Salute e la DG Agricoltura della Commissione Europea avevano rassicurato nelle scorse settimane FederMosti e Must sulla «necessità di indicare la presenza di tutti gli ingredienti “anche se in forma alterata rispetto a quella d’origine” in etichetta».

La conferma è stata fornita dai rappresentanti delle istituzioni e dei produttori italiani ed europei durante il convegno “Vino & Digitalizzazione delle Informazioni”, tenutosi a Vinitaly 2022.

«Abbiamo chiesto ai produttori – sottolinea Marco Bertagni – di farci avere il modello della piattaforma su cui, volontariamente, un cluster di cantine europee sta sperimentando il sistema che sarà obbligatorio dall’anno prossimo. Seguiremo con molta cura la definizione degli atti normativi dei servizi della Commissione Europea e la lista delle sostanze e ingredienti che sarà necessario indicare da fine 2023. Le sorprese, quando si parla di zuccheraggio, sono sempre dietro l’angolo!».

FEDERCONSUMATORI SI SCHIERA CON FEDERMOSTI

Sull’argomento interviene oggi anche Federconsumatori. «Abbiamo aderito subito all’iniziativa In Vino Veritas proposta da FederMosti – evidenzia il presidente Michele Carrus – e ora esprimiamo soddisfazione per il fatto che si vada verso un’informazione più corretta e trasparente al consumatore, anche con riguardo all’eventuale presenza di saccarosio nei vini».

L’aggiunta di zucchero non dichiarata nei prodotti alimentari e nei vini in particolare, infatti, rappresenta una opacità nella comunicazione. Una pratica commerciale che può essere considerata sleale in quei mercati dove è vietato additivare saccarosio ai vini. Che potrebbe, in casi estremi, avere ripercussioni sulla salute delle persone”.

«Anche in questo caso – conclude il presidente Carrus – Federconsumatori continuerà a sensibilizzare i consumatori sull’importanza di leggere con la dovuta attenzione le informazioni fornite nell’etichettatura elettronica. È importante siano espresse in modo chiaro e comprensibile».

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