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Terre di Leone, leggerezza e modernità nella Valpolicella Classica

C’è chi è nato per sfoggiare borse eleganti e chi per portare zaini pesanti sulle spalle, con la stessa agilità di una pochette. I vini della Valpolicella di Terre di Leone colpiscono per leggerezza e modernità, costruite sulla consapevolezza di scelte difficili. Persino evitabili.

Una coerenza rara nell’Italia del vino anni Duemila, sancita dal matrimonio inscindibile tra la vita privata e quella professionale di Federico Pellizzari e Chiara Turati. Mr e Miss Terre di Leone.

Rese striminzite in vigna. Massima attenzione all’ambiente. E, soprattutto, autocritica alle stelle. Tanto da poterla scambiare, di primo acchito, per falsa modestia. Un perfezionismo attestato da anni e anni di prove, prima dell’esordio sul mercato, nel 2010.

Siamo a Marano, nella Valpolicella Classica. Ma potremmo essere a Minsk o Addis Abeba. La vita e il lavoro di Federico Pellizzari e Chiara Turati paiono un’opera d’arte. Un quadro originale, che starebbe bene al Louvre di Parigi. Come al Moma di New York.

Passano anche per la Bielorussia e l’Etiopia le storie “pesanti” della coppia, attorcigliate come vivide radici ai calici di Terra di Leone. La coppia di vignaioli ha deciso di adottare in questi due Paesi i propri figli, oggi ormai felici adolescenti, cresciuti in un Veneto non sempre aperto ad accogliere.

Sembra di ritrovare nel calice, all’unisono perfetto, quell’influsso di un Est Europa dagli inverni gelidi, che non perdonano errori di calcolo e misura; e quell’Africa calda e imprevedibile, capace di emozionare con un gesto semplice o un sorriso.

Berreste, voi, Amarone dal lunedì al venerdì? Probabilmente no, ma è questo il senso di una linea che solo chi ha dentro un mondo potrebbe immaginare: si chiama “Il Re Pazzo” ed è la gamma di “vini quotidiani” con cui Terre di Leone prova a spiegare in maniera semplice, disinvolta ma vera, una Valpolicella di straordinaria modernità e leggerezza.

Grandi profumi. Integrità assoluta del frutto. La stessa che si ritrova anche nel rosso Igt “Dedicatum“, ottenuto dall’assemblaggio di 14 uve della Valpolicella: l’emblema della passione di Federico Pellizzari per lo Châteauneuf-du-pape.

Fiore all’occhiello della produzione, l’Amarone Riserva che – se ce ne fosse bisogno – dà ancora una volta la tara a Terre di Leone: “Avremmo sempre avuto, a rigor di disciplinare, la possibilità di indicare la Riserva, visti i lunghi tempi di affinamento. Ma all’inizio ci sentivamo fuori posto“. Oggi non più. Ed è solo l’inizio, per una delle massime espressioni del vino della Valpolicella. Classica e non.

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Tenimenti Civa: “Vini di qualità al supermercato per rilanciare il Friuli”

Più di 200 persone a Bellazoia (UD), sui colli orientali del Friuli, per l’inaugurazione dell’azienda agricola Tenimenti Civa. Una cantina proiettata principalmente sul mercato della grande distribuzione organizzata, i supermercati. Quarantatré ettari per 350 mila bottiglie annue, la capacità del sito produttivo.

In particolare è sulla valorizzazione in Gdo della Ribolla Gialla, “volano per far tornare in auge il Friuli vitivinicolo”, che punta il titolare Valerio Civa. Andrea Romito, sindaco di Povoletto, ha dichiarato come questa nuova realtà rappresenti una “spinta per il territorio a realizzare qualcosa di innovativo”.

“La grande sfida – ha dichiarato Civa – nasce dalla passione nei confronti del vino. Vino che viene venduto attraverso la distribuzione moderna, ovvero i supermercati, che richiedono sempre più prodotti di alta qualità. Non dimentichiamo che l’80% delle bottiglie prodotte in Italia sono vendute attraverso la Gdo. Il mio progetto agricolo è dedicato ai consumatori che sono e saranno molto attenti a ciò che vorranno bere e mangiare”.

I COMMENTI
“Un grazie a Valerio Civa per aver riportato l’interesse sulla ribolla gialla – ha affermato Ernesto Abbona, neo presidente dell’Unione Italiana Vini e titolare della Cantina Marchesi di Barolo – un vitigno con un nome curioso e bello. Spesso dimentichiamo che la nostra storia deve essere raccontata al mercato e se questo avviene attraverso un nome così musicale e suadente tutto è più facile”.

“Ho sempre ammirato in Valerio – ha raccontato Antonio Rallo già presidente Uiv e titolare della cantina siciliana Donnafugata –  la capacità di organizzare la propria azienda e di creare il suo team di lavoro. E’ accaduto con la Effe.ci Parma, ora sono curioso di vedere come riuscirà ad affrontare questa nuova sfida, con tutte le variabili non controllabili che comporta l’essere un produttore vitivinicolo”.

“Se un produttore emiliano ha deciso di investire nel nostro territorio – ha evidenziato Debora Serracchiani (nella foto con Valerio Civa), presidente del Friuli Venezia Giulia – significa che siamo una regione che attrae investimenti. È importante accompagnare questi sforzi per recuperare il territorio, proteggerlo, farlo conoscere, dare visibilità al Friuli Venezia Giulia. Credo che la competenza di Valerio Civa rispetto alla grande distribuzione possa essere un tassello importante che mancava nel mondo della produzione vitivinicola di questa regione”.

“Molti vini sono conosciuti a livello nazionale e internazionale – ha aggiunto Serracchiani – ma si ignorano i luoghi di produzione e raramente si sa collocare geograficamente il Friuli Venezia Giulia, che ha bisogno di darsi visibilità attraverso i propri prodotti. L’attenzione della Gdo è non solo alla qualità dei prodotti, ma anche al territorio. Questo ha permesso di far rinascere luoghi che prima erano chiusi: penso ad esempio alla latteria di Castions di Strada o al lavoro fatto sulle vongole a Marano e tante altre piccole filiere che da sole non riuscirebbero a stare sul mercato, ma spinte dalla distribuzione moderna o da chi fa questo mestiere riescono non solo a sopravvivere, ma a vivere bene”.

LA RIBOLLA GIALLA
Fede & Tinto, autori e conduttori di Decanter su Rai Radio2, moderatori e animatori della serata di inaugurazione della nuova cantina Tenimenti Civa, hanno presentato al pubblico presente Enos Costantini, esperto di viticoltura, che ha intrattenuto il pubblico con un interessante excursus storico sulla ribolla gialla.

“Il vino ha bisogno di spessore culturale – ha evidenziato Costantini – spessore che appartiene al vino friulano. Quanto è stato scritto della storia della vite e del vino in Friuli non trova pari neppure a Bordeaux o in Borgogna. Un valore aggiunto che dovremmo imparare a comunicare: 786 anni, tanti sono quelli della Ribolla. Un vitigno e un vino friulano riconsegnato alla storia, che prevedo avrà almeno altrettanti anni davanti a sé”.

Presenti all’evento anche gli assessori regionali alle Infrastrutture e territorio Mariagrazia Santoro e alle Risorse agricole e forestali Cristiani Shaurli. Quest’ultimo ha espresso soddisfazione per “un imprenditore che da subito ha dimostrato di conoscere il nostro territorio e di apprezzare i vitigni autoctoni friulani a partire dalla Ribolla gialla, sulla quale crede e che considera tra le bollicine nobili d’Italia”.

Per Shaurli l’investimento di Tenimenti Civa “rappresenta un orgoglio per tutto il territorio, anche perché questo imprenditore ha la volontà di far crescere ancora i nostri vitigni più tradizionali, quelli che rappresentano la nostra identità e quelli che non possono essere replicati altrove”.

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