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Appassimento Rosso Salento Igp 2021, Notte Rossa

Appassimento Rosso Salento Igp 2021 Notte Rossa degustazione valutazione vinialsuper vini al supermercato cantina terre di sava
(5 / 5) L’Appassimento Rosso Salento Igp 2021 Notte Rossa è una delle ultime novità della gamma della cantina pugliese Terre di Sava. Un vino morbido, che conquista con i suoi profumi intensi, il suo sapore pieno e la lunga persistenza. Un nettare ottenuto da una selezione di uve a bacca rossa tipiche del territorio salentino, raccolte quando gli acini risultano lievemente appassiti. Un modo per “concentrare” in maniera del tutto naturale le fragranze, arricchendo il profilo aromatico.

Grazie a questo procedimento, le uve che arrivano in cantina con 10-15 giorni di ulteriore attesa rispetto all’epoca di maturazione ottimale – sul finire del mese di settembre – sono dotate di una struttura maggiore, in grado di reggere un breve affinamento in barrique di legno francese e americano. Il risultato è quello di aumentare, nel calice, l’armonia e la piacevolezza. Un appassimento cercato, voluto e sperimentato dalla cantina salentina per regalare ai clienti delle maggiori insegne di supermercati – dove questo vino è reperibile – un’etichetta che trasporta ovunque il sole della Puglia.

APPASSIMENTO ROSSO SALENTO NOTTE ROSSA: LA DEGUSTAZIONE

Alla vista, Appassimento Rosso Salento Igp 2021 Notte Rossa si presenta di un colore granato intenso. Al naso ricordi di ciliegia e frutta più rossa che scura (prugna), tendente alla confettura. Note terziarie – ovvero quel ventaglio di aromi dati dall’affinamento in legno – molto ben integrate, che aggiungono complessità al bouquet. Evidenti i ricordi di spezie come cannella e vaniglia. Al palato siamo in presenza di un vino di una certa densità, eppure di gran beva. Tannino integratissimo e sorso morbido, setoso, addirittura dissetante, ben oltre le attese. Un vino che non stanca mai e che fa proprio della piacevolezza e della beva un punto forte. A proposito di abbinamenti, l’Appassimento Rosso Salento Igp 2021 Notte Rossa accompagna bene primi piatti ricchi, carni rosse e formaggi di media stagionatura.

APPASSIMENTO NOTTE ROSSA: UNA TRADIZIONE ANTICA

L’appassimento delle uve rosse nel Salento, proprio come nel caso Notte Rossa, è una pratica tradizionale che mira a concentrare zuccheri, aromi e polifenoli, esaltando le qualità naturali dei vini della zona. Questa tecnica sfrutta il clima caldo e ventilato della regione e può avvenire direttamente in vigna, attraverso una vendemmia tardiva, o con il taglio del peduncolo (ovvero della parte più alta del “gambo” del grappolo), che blocca il flusso della linfa, favorendo un appassimento naturale. In alternativa, le uve vengono essiccate su graticci o in cassette ben aerate. Le varietà autoctone più utilizzate includono il Negroamaro, il Primitivo e la Malvasia Nera, che offrono rispettivamente struttura, morbidezza e complessità degli aromi.

L’Appassimento Rosso Salento Igp 2021 Notte Rossa è un emblema dei vini che si possono ottenere con questa tecnica. Generalmente sono ricchi e avvolgenti, con note di frutta matura, confettura e spezie dolci, oltre ad essere caratterizzati da corpo pieno e lunga persistenza. Negli ultimi anni, la tecnica dell’appassimento si è evoluta grazie a metodi di cantina più controllati e scientifici, come l’appassimento in stanze condizionate. Ma molte cantine, come Terre di Sava, vogliono mantenere viva la tradizione. Combinando sapere antico e innovazione, per valorizzare il territorio e creare autentici vini del Salento.

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degustati da noi vini#02

Vigna Casi, Poggiarso e Camboi: i Cru di Castello di Meleto nel Chianti Classico

«Non abbiamo 142 ettari vitati, ma 142 volte un ettaro», dice Michele Contartese, direttore generale di Castello di Meleto, nel raccontare il “Progetto Cru“. La zonazione dei vigneti ha consentito di suddividere le proprietà della tenuta di Gaiole in Chianti in cinque sottozone. Diverse per clima, pendenze, esposizione, composizione dei suoli e altimetria.

Tre i Cru individuati, in grado di dare vita ad altrettanti vini da singola vigna: Chianti Classico Gran Selezione Docg “Vigna Casi” 2017, Chianti Classico Gran Selezione Docg “Poggiarso” 2017 e Toscana Rosso Igt “Camboi” 2018.

CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE DOCG “VIGNA CASI” 2017
Solo Sangiovese per questo Gran Selezione che nasce in un vigneto, posto a circa 450 m sul livello del mare, suddiviso in Casi Sopra, coltivato ad alberello, e Casi Sotto, coltivato a Guyot, il cui terreno è composto da arenaria e galestro.

Parte del vino sosta per 27 mesi in botti di rovere di Slavonia da 30 hl, la restante parte in botte di rovere francese da 50 hl. Rosso rubino luminoso risulta subito intenso ed invitante al naso.

Note importanti di frutta rossa matura, ciliegia, frutti di bosco e prugna in prevalenza, cui si affiancano sentori caldi di spezie. In bocca è avvolgente, fresco e succoso con tannini compatti, ben presenti ma vellutati.

CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE DOCG “POGGIARSO” 2017
La vigna Poggiarso racconta di sé già dal nome. Il “poggio” (collina), posto a 500 m slm, è definito “arso” per via dei terreni rocciosi composti da alberese, argilla e galestro nonché per la sua esposizione a sud che ne determina le grandi escursioni termiche fra giorno e notte.

Lo scheletro roccioso della collina, tanto resistente da aver costretto ad utilizzare la dinamite per realizzare i primi scassi, dà vita ad un Sangiovese austero. Elevato per 27 mesi in botti di rovere francese da 50 hl, Poggiarso si presenta di color porpora con riflessi granati.

Piccoli frutti rossi maturi, viola ed una vena speziata dominano l’esperienza olfattiva che si completa con una netta nota di grafite, a tratti quasi sulfurea. In bocca non delude.

L’ingresso del sorso è affilato e preciso, più verticale di Vigna Casi e per certi aspetti più “rustico”. I tannini sono vivi e vivaci ma non invasivi e non disturbano durante la lunga persistenza che ripercorre tutte le note sentite al naso.

TOSCANA ROSSO IGT “CAMBOI” 2018
La vigna è situata nella sottozona fresca e ventilata caratterizzata da suoli argillosi un tempo adibita a pascolo, da cui il nome Camboi: “campo dei buoi”. Malvasia Nera del Chianti in purezza, varietà storicamente usata nel blend del Chianti Classico che l’azienda ha voluto recuperare in purezza per questo vino.

Rosso rubino molto carico con riflessi violacei conquista con profumi tipici del vitigno. Note floreali, soprattutto violetta, e un chiaro profumo di piccoli frutti rossi maturi.

Un leggero sentore d’incenso lo rende ancora più intrigante. In bocca la buona acidità, la morbidezza ed i tannini vivi ben si bilanciano fra loro dando vita ad un sorso equilibrato e gastronomico.

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Salice Salentino Dop 2017, Notte Rossa

(3,5 / 5) Non poteva mancare il Salice Salentino Dop nella vasta gamma di vini Notte Rossa, in vendita in numerose insegne di supermercati. Sotto la lente di ingrandimento di Vinialsuper la vendemmia 2017, oggi in commercio.

LA DEGUSTAZIONE
Nel calice, il Salice Salentino Dop 2017 Notte Rossa si presenta di un rosso rubino di buona luminosità e intensità, con lievi riflessi violacei. Al naso il vino è tutto giocato sulla frutta rossa e nera: ciliegia, prugna, mora di gelso. Col passare dei minuti, ecco anche accenni di liquirizia e macchia mediterranea.

Ottima la corrispondenza del naso col palato. Un Salice Salentino di buona piacevolezza, dal sorso fruttato e fresco, con chiusura velatamente salina. Perfetto l’abbinamento con salumi ed affettati, primi piatti robusti, carni rosse e formaggi. La temperatura di servizio perfetta è tra i 14 e i 16 gradi.

LA VINIFICAZIONE
Il Salice Salentino 2017 di Notte Rossa è prodotto con l’85% di uve Negroamaro e il 15% di Malvasia Nera di Brindisi. Siamo nell’Alto Salento, in Puglia, a circa 100 metri sul livello del mare. Terreni a medio impasto, tendenzialmente sabbiosi, poco profondi e con una buona presenza di scheletro. La coltivazione è a spalliera, con 4.500 viti per ettaro.

La vendemmia avviene generalmente in occasione della seconda metà di settembre. Le uve di Negroamaro e Malvasia Nera di Brindisi vengono sottoposte a una macerazione a temperatura controllata e una fermentazione alcolica con lieviti selezionati, per circa 10 giorni. L’affinamento avviene in barrique di rovere francese, per 4 mesi.

Prezzo: 6,90 euro
Acquistabile presso: Italbrix, Sigma, Conad, Despar

***DISCLAIMER: La recensione di questa etichetta è stata richiesta a Vinialsupermercato.it dall’inserzionista, ma è stata redatta in totale autonomia dalla nostra testata giornalistica, nel rispetto dei lettori e a garanzia dell’imparzialità che caratterizza i nostri giudizi***

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Il rosato salentino Five Roses cambia etichetta

SALICE SALENTINO – “Rinnovarsi è sempre una scelta coraggiosa, necessaria per mantenere accesa la curiosità nel consumatore e per essere al passo con i tempi e le evoluzioni del mercato”. Con queste parole la Leone de Castris annuncia al mercato le modifiche all’etichetta del suo vino simbolo: il Five Roses.

“La nostra azienda ha una chiara e forte identità storica – continua in una nota l’azienda salentina – ben comunicata nel marchio e nel packaging dei prodotti che la rappresentano. È proprio tenendo conto di questi concetti che presentiamo con orgoglio il nuovo marchio. E quale dei nostri prodotti poteva essere il miglior ambasciatore di rinnovamento, se non il Five Roses nella versione classica ed anniversario?”.

Il rosato che ha fatto la storia dell’azienda di Salice Salentino, antesignano del successo dei rosati italiani nel mondo, cambia volto ma non contenuto. Si tratterà sempre di due prodotti distinti: uno destinato alla Gdo, l’altro al canale della ristorazione e delle enoteche. Entrambi ottenuti da uve Negroamaro e Malvasia Nera.

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Five Roses, il rosato della pace tra Gdo e Horeca. Tutto pronto per il Club

Il vino simbolo dei rosati pugliesi e italiani. Un’azienda nell’azienda. Un brand nel brand, tanto da ispirare la creazione di veri e propri “Club” di appassionati, progetto ormai in dirittura d’arrivo.

Five Roses, il rosato da uve Negroamaro e Malvasia Nera della Leone de Castris, è un vero e proprio case history. E non solo per il successo di un’etichetta divenuta un marchio di fabbrica per la cantina di Salice Salentino.

Il rosato della Leone de Castris, prodotto ininterrottamente dal 1943, offre l’immagine di una perfetta gestione aziendale del rapporto Gdo-Horeca. Due mondi, quelli del vino al supermercato e del vino destinato esclusivamente alla ristorazione e alle enoteche, che solo in apparenza paiono inconciliabili.

IL SEGRETO
La ricetta è presto spiegata. Il Five Roses della grande distribuzione è diverso da quello che finisce nelle enoteche. Sugli scaffali dei supermercati un blend composto al 90% da Negroamaro e al 10% da Malvasia Nera. Percentuale, quest’ultima, che sale al 20% per il Five Roses Anniversario, destinato alle enoteche. Dodici gradi per il primo. Mezzo grado in più per il secondo.

Ancora prima, in vigna, viene scelto l’allevamento tradizionale ad alberello per il top di gamma. La più moderna spalliera per il rosato del supermercato. Tecniche che comportano costi differenti di gestione della pianta e del frutto.

“Tutte differenziazioni – spiega Alessandro Lodico dell’ufficio Commerciale Italia Leone de Castris (nella foto) – che ci hanno permesso di assistere alla convivenza dei due prodotti sulle carte dei vini dei ristoranti di diversi nostri clienti. Due prodotti che si differenziano infatti per intensità, morbidezza e versatilità nell’abbinamento”.

E ancor prima nel colore. Nel calice, il Five Roses della Gdo si presenta più scarico. Naso intenso e tipico, ma non quanto quello del Five Roses Anniversario. E’ alla prova del palato che la versione Horeca stacca la sorella Gdo. Gastronomicità evidente, morbidezze accentuate. Il trionfo della complessità sull’immediatezza della beva e sulla freschezza, facile e pronta, del Five Roses da supermercato.

“Ciò non significa che un prodotto sia buono e l’altro scarso – precisa Lodico – ma che si tratti di due etichette pensate per un pubblico differente e per momenti differenti. In questo modo riusciamo a soddisfare chi pretende di bere un buon vino a tavola, tutti i giorni. E allo stesso modo chi ha più tempo e pretese, al ristorante, per godersi un abbinamento perfetto con i piatti prescelti”.

Le cifre del rosato principe della Leone de Castris, del resto, parlano chiaro. Alle 150 mila bottiglie di Five Roses Anniversario da 75 centilitri distribuite nel canale tradizionale (Horeca) fanno eco le 160 mila distribuite quasi esclusivamente nel canale moderno (Do e Gdo). Palla al centro.

I FIVE ROSES CLUB
Un vino che si muove liquido nel mondo de Castris. Quasi animato da vita propria. Tanto che la casa di Salice Salentino sta per ufficializzare il lancio dei Five Roses Club. “Si tratterà di un gruppo ristretto di locali come wine bar ed enoteche nostre clienti – spiega Alessandro Lodico – nei quali la Leone de Castris promuoverà la cultura del rosato attraverso degustazioni del Five Roses e di rosati provenienti da altri territori. Un modo per fare cultura del vino, avvicinando storie e realtà lontane solo geograficamente”.

Una targa esterna indicherà l’adesione al “Club”. “Il resto – chiosa Lodico – lo farà all’interno chi, come noi, da sempre, si diletta con i rosati puntando alla qualità assoluta”.

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Squinzano Dop Rosso Riserva 2013, Corte Aurelio

(3,5 / 5) Un vino a due marce, da aspettare nel calice per comprenderlo fino in fondo. E’ lo Squinzano Dop Rosso Riserva “Corte Aurelio”, marchio Lidl. Una Denominazione raramente riscontrabile sugli scaffali dei supermercati, fuori dai confini della Puglia. Coraggiosa la catena tedesca della grande distribuzione a proporlo nei propri store, al prezzo (sconcertante, per certi versi) di 2,99 euro.

Sotto la lente di ingrandimento di vinialsuper, la vendemmia 2013. Nel calice, lo Squinzano Dop Rosso Riserva Corte Aurelio si presenta di un colore rosso rubino impenetrabile. Una bella tinta, tipica dell’uvaggio Negroamaro. La prima impressione all’olfatto non è invece delle migliori. Si limita, di fatto, al calore dell’alcolicità: la percezione, monocorde e poco definita, è quella dei frutti rossi sotto spirito. Troppo presto, però, per catalogare lo Squinzano di Lidl tra i vini al supermercato meno lodevoli.

Pian piano, di fatto, l’ossigenazione fa il suo lavoro sul nettare. Ecco che le note fruttate cominciano a prendere forme note: domina la scena la ciliegia, accanto a ribes, lamponi e more selvatiche. Netto lo spunto vegetale tipico della macchia mediterranea: salvia, rosmarino, ginepro. Poi, zafferano e pepe nero a folate.

In bocca la complessità non è certo pari a quella espressa al naso. Lo Squinzano Dop Rosso Riserva Corte Aurelio di Lidl si conferma vino di alcolicità sostenuta. Nonostante ciò, un nettare connotato da una grande semplicità di beva.

Alle note fruttate di ciliegia e lampone risponde un tannino vivo ma tutt’altro che “verde”, cui fa eco una bilanciata sapidità. Sufficiente la persistenza. In cucina, ottimo l’abbinamento di questo Squinzano Dop con le carni rosse in generale, con predilezione per le lunghe preparazioni e la selvaggina. Ottimo con primi a base di ricchi ragù di carne.

LA VINIFICAZIONE
Come spesso accade da Lidl, quasi impossibile risalire alla cantina produttrice e all’esatta tecnica di vinificazione. Sull’etichetta, di fatto, è indicato solo l’imbottigliatore: la solita V.E.B. di Bardolino, ovvero Enoitalia.

Di certo la Doc Squinzano, come da disciplinare, racchiude i vini prodotti nell’omonimo Comune della provincia di Lecce, oltre a quelli ottenuti per almeno il 70% dai vigneti di Negroamaro nei comuni di Novoli, San Pietro Vernotico e Torchiarolo e, solo in parte, nei Comuni di Campi Salentina, Cellino San Marco, Lecce, Surbo e Trepuzzi. Tutte realtà della provincia di Lecce e Brindisi.

Possono concorrere al blend la Malvasia nera e altri vitigni a bacca rossa coltivati nella zona. In generale, la predilezione è per il Sangiovese (massimo 15%). Lo Squinzano “Riserva” deve affinare per almeno due anni in cantina, di cui almeno 6 mesi in botti di legno. Da qui la complessità di un calice a due marce, come quello di Corte Aurelio.

Prezzo: 2,99 euro
Acquistato presso: Lidl

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