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degustati da noi vini#02

Veneto Igt Bianco Prato di Canzio 2017, Maculan

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Prato di Canzio è, senza ombra di dubbio, uno dei vini che meglio incarnano il savoir-faire della storica cantina Maculan di Breganze. Un “vino ritrovato”, la cui produzione era stata abbandonata sul finire degli anni Novanta, per essere riscoperta nel 2017. L’annata, per l’appunto, finita sotto la nostra lente di ingrandimento.

LA DEGUSTAZIONE
Giallo paglierino acceso, luminoso, con riflessi dorati. A quattro anni dalla vendemmia, Prato di Canzio 2017 esalta in maniera netta l’impronta vulcanica, sulla pietra bagnata. Ci scivola sopra, composto e ordinato, un cesto di frutta esotica matura.

Si spazia dall’ananas alla papaia, dal mango alla banana, unite ad albicocca e pesca gialla. L’ingresso di bocca è all’insegna delle note avvertite al naso. Non mancano ricordi speziati dolci, in particolare di vaniglia Bourbon, delicati e molto ben integrati.

Prato Canzo continua a divertire al palato, nel gioco prezioso tra note minerali e sapide e la morbidezza succosa della frutta già avvertita al naso. Il finale è fresco e asciutto, capace di chiamare il sorso successivo grazie soprattutto al ruolo della Vespaiola, l’uva regina di Breganze. In definitiva, un vino raffinato, elegante e super gastronomico.

LA STORIA
E pensare che la cantina di Breganze ha scelto di riscoprire il suo blend di uve a bacca bianca, prodotto tra il 1978 e il 1996, solo a partire dal millesimo 2017. Si tratta di un’etichetta storica, tra le più rappresentative della Cantina.

Non a caso riuscì a conquistare anche il gusto di Gualtiero Marchesi, che ne volle un’etichetta personalizzata con il nome del suo ristorante. La produzione fu interrotta nel 1996 in risposta a una tendenza dell’epoca, che privilegiava i vini monovarietali.

A differenza delle annate storiche, in Prato di Canzio 2017 è aumentata la quota di uva Vespaiola, varietà autoctona che ha il pregio di donare freschezza ai vini, non a caso utilizzata a Breganze per la produzione del “dolce non dolce” Torcolato. Diverso anche l’uso del legno, oggi più contenuto.

LA VINIFICAZIONE
L’uvaggio è composto per il 50% da uve Chardonnay, per il 30% da Vespaiola e per il restante 20% da Sauvignon blanc. La vinificazione delle tre uve è differente: in acciaio per Sauvignon e Vespaiola, mentre la fermentazione dello Chardonnay avviene all’interno di barrique di rovere francese.

In fase di affinamento, solo lo Chardonnay trascorre 5 mesi in barrique sui lieviti, mentre le altre due affinano in acciaio, finendo per riposare un anno in bottiglia. Solo 1.300 i pezzi prodotti da Maculan per l’annata 2017.

Il nome Prato di Canzio è legato all’antica storia di Cantium, legionario romano al quale, terminata la carriera militare, fu lasciato in ricompensa un appezzamento di terra a metà tra la collina e la pianura: il praedium Cantii, toponimo da cui deriverebbe il nome della stessa Breganze.

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Approfondimenti

Maculan: “Passaporto ambientale” per i Piwi Merlot Khorus, Sauvignon Rytos e Cabernet Volos

C’è anche Maculan tra le sette aziende coinvolte dal “Passaporto Ambientale per i prodotti agroalimentari della Montagna Vicentina“, che ha come scopo la riduzione dell’impatto ambientale della produzione. Un “Accordo volontario” con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), sotto la guida del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova.

Un obiettivo che la cantina di Breganze vuole centrare attraverso un progetto sui vitigni resistentiMerlot Khorus“, “Sauvignon Rytos” e “Cabernet Volos“, cosiddetti “Piwi” (acronimo di Pilzwiderstandfähig).

Accanto a Maculan ci sono Rigoni di Asiago, Colline di Marostica Società Agricola, Latteria di Soligo Società Agricola Cooperativa, Gruppo Bianchi di Panozzo Cesare & C. Società Semplice, Caseificio Pennar Asiago Società Cooperativa Agricola e l’Agribirrificio Luna di Michele Lunardon.

“Riteniamo che l’iniziativa Passaporto Ambientale sia un’occasione per costruire le basi di lavorazioni più sostenibili per il bene delle nostre colline – dichiara l’enologa Maria Vittoria Maculan (nella foto, sotto) – e delle generazioni future. I vitigni resistenti permettono infatti di ridurre i trattamenti dai dieci, undici che si praticano generalmente nel territorio, a solo uno o due”.

In particolare, Maculan ha scelto di percorrere dal 2017 la strada dei vitigni resistenti alle malattie fungine, mettendo a dimora 4 mila viti di “Merlot Khorus” e “Sauvignon Rytos”, due varietà selezionate dall’Università di Udine, e in seguito 4300 viti di “Cabernet Volos”.

Il progetto prevede la sostituzione, nel corso di un decennio, dei vigneti più vecchi con Piwi, varietà ottenute da incroci intraspecifici con il cambiamento del solo 5% dei cromosomi, ovvero di quelli responsabili degli effetti delle malattie sull’uva.

Ciò ha riscosso l’interesse dei ricercatori dell’Università di Padova, che hanno quindi deciso di certificare il procedimento nell’ambito del progetto “Passaporto Ambientale”, finanziato dal Programma di sviluppo rurale della Regione Veneto a seguito delle sempre più severe linee guida dell’Impronta Ambientale dell’Unione Europea.

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eventi

A Breganze torna la Vespaiolona: porte aperte in 12 cantine


BREGANZE –
 La Strada del Torcolato e dei vini di Breganze si prepara per la dodicesima edizione della Vespaiolona. La notte bianca e rossa, organizzata in collaborazione con il Consorzio Tutela Vini Doc Breganze, torna venerdì 21 giugno e coinvolge quest’anno 12 cantine del territorio breganzese.

Si tratta di Cà Biasi, Cantina Beato Bartolomeo, Col Dovigo, Firmino Miotti, IoMazzucato, La Costa, Le Colline di Vitacchio, Le Vigne di Roberto, Maculan, Transit Farm, Vigneti dell’Astico e Vitacchio Emilio. Qui si potranno degustare i vini della D.O.C. Breganze come l’autoctonono Vespaiolo, nella sua declinazione ferma e spumantizzata, il vino passito Torcolato o i rossi bordolesi.

IL PROGRAMMA

A partire dalle 19.30 di venerdì fino alle 2.00 di sabato ci saranno inoltre spettacoli di intrattenimento in tutte le aziende, oltre a ricche proposte gastronomiche in abbinamento ai calici.

Da Vitacchio Emilio si potranno trovare lo spiedo di quaglie della Confraternita della Quaglia di Levà e un piatto tipico con soppressa artigianale e formaggi di montagna, mentre da Firmino Miotti ci sarà Bamburger con hamburger di carne, vegetariani e vegani con ingredienti freschi del territorio e golosi dolci al Vespaiolo e al Torcolato.

Da Transit Farm si assaggeranno invece i piatti di Shelter, che preparerà gnocchi pomodoro e burrata e ragù del cortile, hamburger di scottona e vegetariani, arancini e arrosticini mentre a La Costa saranno serviti ravioli ripieni di baccalà e olive nere, roast beef di manzo con verdure saltate e il gelato artigianale di Emè.

Si passa quindi a Le Vigne di Roberto, con la tartare di Angus e la tagliata di bisteccona delle Macellerie del Gusto Da Renato di Schio e Malo, fino al piatto rustico e alle patate al salto proposti da Cà Biasi e ai piatti di Col Dovigo, con pizza gourmet, spiedo al cartoccio, risotto con porcini e formaggio castelgrotta e frittelle di mele come dessert.

Appuntamento da Maculan per assaggiare invece lo gnocco fritto del ristorante Fuori Modena, mentre nella vicina Piazza Mazzini ci saranno burritos di carne e verdure e code di gambero fritte a cura di Osteria Bell Tower e Non Solo Pane, in abbinamento ai vini dei Vigneti dell’Astico.

Alcune cantine avranno invece come proposte piatti a base di pesce: alla Cantina Beato Bartolomeo la Pro Loco di Bolzano Vicentino preparerà frittura di avannotti con crema di mais e avannotti in saor su letto di misticanza.

IoMazzucato proporrà perle di stoccafisso con dadini di polenta fritta e coni ai sapori del territorio, a cura della Pro Loco Sandrigo mentre a Le Colline di Vitacchio si potranno assaggiare la frittura mista di pesce, le linguine ai frutti di mare e le cozze saltate a cura del Comitato Festeggiamenti di Maragnole.

Il programma completo della Vespaiolona è disponibile sul sito www.stradadeltorcolato.it e www.breganzedoc.it Per ulteriori informazioni è possibile contattare l’Associazione Strada del Torcolato e dei Vini di Breganze allo 0445 300595 o 333 1938773 o tramite email stradadeltorcolato@gmail.com

I BIGLIETTI
A partire dalle ore 18.00 di martedì 4 giugno saranno aperte le prevendite online sul sito www.vespaiolona.it per acquistare i kit pass Vespaiolona. Il costo per ciascun pacchetto è di 26 euro e comprende il pass, il trasporto in autobus tra le diverse cantine.

Incluso nel ticket anche il calice, la tracolla portabicchiere targata Vespaiolona 2019 e sei assaggi dei vini della Doc Breganze. Ogni partecipante potrà acquistare online un massimo di 6 ingressi e le vendite rimarranno aperte fino all’esaurimento dei 4500 disponibili. L’accesso alle cantine sarà consentito solo ai partecipanti muniti di kit.


INFO IN BREVE Vespaiolona 2019
Quando: venerdì 21 giugno 2019
Dove: Cantine della DOC Breganze (VI)
Orario: dalle 19.30 di venerdì 21 alle 02.00 di sabato 22 giugno
Parcheggio: gratuito

Costo: 26€ comprensivo di bus navetta per le cantine, bicchiere, tracolla portabicchiere, pass e sei assaggi di vino DOC Breganze. Non verranno somministrati alcolici ai minori di 18 anni, per i quali non è richiesto l’acquisto del kit-pass

Acquisto Kit Pass: prevendite online dal 4 giugno su www.vespaiolona.it. Qualora i 4500 Kit-Pass Vespaiolona 2019 non venissero venduti tutti in modalità online, i rimanenti potranno essere acquistati direttamente presso la sede della Strada del Torcolato e dei Vini di Breganze in Piazza Mazzini 18, sala conferenze dell’U. M. Astico, a partire da lunedì 17 giugno fino a venerdì 21 giugno 2019 negli orari 11.00-13.00 e 16.00-19.00.

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Vini al supermercato

Veneto Igt Rosso 2015 “Brentino”, Maculan

(5 / 5) E’ tra i vini rossi dal rapporto qualità prezzo più invidiabile il Breganze Doc 2015 “Brentino” di Maculan, che fa capolino da qualche mese sugli scaffali dei supermercati Tigros. Poco meno di 16 euro per accaparrarsi un vino capace di affinare a lungo in cantina, se ben conservato.

LA DEGUSTAZIONE
Alla vista il vino della nota cantina veneta si presenta di un rosso rubino carico, intenso. Il naso è particolarmente intenso. Le note fruttate ed erbacee si accompagnano ai sentori conferiti dall’affinamento in legno, come la vaniglia e il fondo di caffè.

L’ingresso in bocca mostra un vino dotato di buon corpo e struttura, capace di migliorare ancora nel tempo. Al momento la corrispondenza gusto-olfattiva è perfetta, con ritorni di frutta e leggeri accenni di spezia in chiusura.

Non manca un tocco salino, che rende il quadro ancora più intrigante. Buona la persistenza. Il vino rosso “Brentino” si abbina a primi piatti con sughi di selvaggina, arrosti e grigliate di carne rossa.

LA VINIFICAZIONE
Si tratta di un uvaggio composto al 55% da Merlot e al 45% da Cabernet Sauvignon. Per la produzione di questo vino, Maculan seleziona le uve tra i migliori vigneti della zona di Breganze. Si tratta di colline vulcaniche e tufacee, capaci di restituire al nettare caratteristiche uniche.

La fermentazione avviene in vasche di acciaio. L’affinamento di metà del vino viene invece effettuato in barrique di rovere francese, per un anno. La cantina Maculan è la cantina più rappresentativa di Breganze, nota soprattutto per la produzione del “dolce – non dolce” Torcolato.

Prezzo: 15,85 euro
Acquistabile presso: Tigros

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degustati da noi vini#02

Torcolato, il vino dolce non dolce di Breganze. Buono anche da “vecchio”


BREGANZE –
Era il vino della Domenica. Quello da regalare. Da stappare nei giorni di festa o di speciali ricorrenze. Il Torcolato di Breganze, noto come il vino “dolce non dolce” per il suo equilibrio e l’ottimale freschezza, supera piuttosto bene la prova del tempo in occasione di un’emozionante retrospettiva, organizzata nell’ambito della Prima del Torcolato 2019.

La degustazione, organizzata nel salone-enoteca della cantina Io, Mazzucato, ha visto protagoniste 10 etichette di 7 produttori, dal 1972 al 2007: Contrà Soarda, Vitacchio, Ca’ Biasi, Beato Bartolomeo, Firmino Miotti, Maculan e Caterina Maltauro. Ecco come è andata.

Sarson Contrà Torcolato 2007, Contrà Soarda: 90/100

Giallo dorato intenso. Così come molto intenso è il naso. Note di frutta secca in evidenza: arachidi, nocciole. Ma anche zenzero e miele. Completa il corredo una nota “verde” fresca e giovanile, che anticipa un palato ancora freschissimo. Speziatura evidente, tanto da attenuare la percezione “dolce”. Un Torcolato giocato appunto sulla freschezza, nello stile della cantina. Con tanta vita ancora davanti.

Torcolato 2006, Vitacchio Cav. Guerrino: s.v.

Ambrato alla vista. Naso mieloso, fresco, dosato, non esplosivo. Uvetta passa, albicocca, zenzero candito. Leggerissimo idrocarburo. Palato piuttosto duro, scomposto. Spunto acetico.

Torcolato 2005, Ca’ Biasi: 92/100

Colore tendente all’ambrato. Richiami di idrocarburo netti al naso, già avvertiti in vendemmie più recenti del medesimo produttore, anche se in maniera meno decisa. Olfatto complesso, grazie all’apporto di altri sentori: zafferano, macchia mediterranea, vaniglia, liquirizia. Ingresso di bocca fresco e allungo balsamico. Pregevole equilibrio tra acidità e percezione dolce.

Torcolato 2003, Cantina Beato Bartolomeo da Breganze: 87/100

Un Torcolato dosato, non esplosivo, che non dà l’idea di una grande concentrazione. Annata calda, di fatto, con poca escursione termica tra il giorno e la notte. Vino facile da bere, con bella chiusura leggermente speziata. Sufficiente anche la persistenza.

Torcolato 2001, Vitacchio Cav. Guerrino: 90/100

Colore ambrato. Naso dominato da una bella speziatura, ma anche da eleganti note floreali, oltre che di cera d’api e di talco. In bocca a esaltarsi è una freschezza più che mai viva, unita a una percezione “dolce”, mielosa, attenuata appunto dall’acidità e da ricordi di caldarrosta. Buona la persistenza.

Torcolato 1995, Firmino Miotti: 92/100

Si cambia secolo, ma le emozioni continuano. Dalla veste color ambra si liberano richiami di nocciola e arachidi. Al palato dattero, agrumi maturi, zenzero candito. Freschezza presente, ma non esplosiva. Lunghezza più mai dignitosa e tutta giocata sulla sapidità, che al momento sovrasta anche le note ossidative. Un Torcolato più che mai godibile e tipico.

Torcolato 1992, Maculan: 84/100

Ha perso quasi tutta la caratteristica “dolcezza” questo Torcolato, che pare “concentrato” strenuamente nel mantenimento della freschezza. Che in effetti si ritrova ancora, al palato. Ma l’allungo manca e la beva è semplice e senza guizzi.

Torcolato 1990, Cantina Beato Bartolomeo da Breganze: 90/100

La sorpresa più grande della degustazione: l’ottimo stato di “forma” del Torcolato 1990 della cantina sociale di Breganze. Color ambra, naso in prevalenza sulla frutta secca e sulla nocciola. In bocca una piacevolissima nota ossidativa, unita a richiami corrispondenti al naso, quasi cremosi. Assaggio davvero piacevole.

Torcolato 1983, Maculan: 88/100

Ambra. Al naso nota torbata, quasi da whisky. Annata calda che regala una percezione leggera di tannino, per via (forse) di una raccolta leggermente anticipata delle uve, per evitare di perdere l’equilibrio tra freschezza e dolcezza. Bella consistenza tattile del nettare al palato. Lunghezza appena sufficiente.

Torcolato 1972, Caterina Maltauro: 80/100

Nota dolce quasi esasperata e gran concentrazione, unita a sentori nuovamente assimilabili alla torba.

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degustati da noi news vini#02

Non di solo Torcolato vive Breganze. Punteggi al Vespaiolo spumante e fermo


BREGANZE –
Se scimmiotti non vale. La Breganze 2.0 guarda allo spumante come nuova frontiera. Ma è ancora tanta la strada da fare con la Vespaiola, l’uva locale. Soprattutto perché troppi considerano il Prosecco (etichettabile in zona) come riferimento. Una battaglia persa in partenza.

La Vespaiola non è la Glera. E il risultato sono dosaggi che disarmonizzano naso e sorso. Fa meglio (benino, per ora) chi investe sul Metodo Classico. E’ il caso della Cantina Beato Bartolomeo di Breganze.

E’ la cooperativa sociale del posto a tracciare la via corretta ai vignaioli della Doc vicentina, con un Metodo classico sensato. E in grado di superare piuttosto bene la prova del tempo. “Bosco Grande”, millesimato 24 mesi sui lieviti, accende i lampioni sulla strada da percorrere. Senza se e senza ma.

E’ la via che conduce più alla Durella che alla Glera, per restare in Veneto e citare un’uva dalle caratteristiche più simili alla Vespaiola. Gran bella acidità. Nerbo. E capacità di rappresentare nel calice il terroir vulcanico. Senza badare troppo a un mercato ormai saturo di bollicine italiane scadenti.

DEGUSTAZIONE CON PUNTEGGI VESPAIOLO SPUMANTE E FERMO

Vespaiolo Doc Spumante Extra Dry, Col Dovigo: 82/100
Charmat 90 giorni, millesimo 2017. Naso morbido, frutta bianca e agrumi tendenti al maturo. Note di pera e pompelmo rosa corrispondenti al palato, con chiusura di mandorla.

Vespaiolo Doc Spumante Brut, Transit Farm: 84/100
Charmat da unico vigneto, vendemmia a mano. Già al naso l’idea è quella di uno spumante morbido, tondo. Ricordi di glicine e accenni minerali. L’ingresso di bocca è proprio su queste note di terroir. Centro bocca e chiusura virano invece sull’esotico maturo e la mandorla.

Metodo classico Vespaiolo Doc Breganze Brut selezione “Bosco Grande” 2014, Cantina Beato Bartolomeo da Breganze: 86/100
Giallo paglierino intenso, perlage fine e persistente. Naso di frutta gialla e spinta minerale decisa, con leggero accenno di gesso e idrocarburo. La “bollicina” risponde bene al palato, contribuendo a una beva piacevole ma non banale. Freschezza e morbidezza in buon equilibrio per uno spumante versatile, adatto anche a un consumatore esigente. La cantina, tra l’altro, sta sperimentando affinamenti più prolungati sui lieviti. Ottimo il rapporto qualità prezzo (12 euro).

Vespaiolo Doc Superiore 2018 “Savardo”, Cantina Beato Bartolomeo da Breganze: 82/100
Un bianco semplice, a tutto pasto, giocato su morbidezza e florealità al naso. Vino ancora molto giovane, con note smaltate e di banana. Chiusura ammandorlata, leggermente speziata. Da aspettare.

Vaspaiolo Doc 2017, Maculan: 89/100
Giallo paglierino, luminoso. Naso fine, di frutta matura e fiori di acacia, con richiami minerali netti. In sottofondo, quando il nettare si scalda un poco, emergono intriganti contrasti tra la frutta esotica e la foglia di pomodoro. L’ingresso di bocca è piuttosto verticale, giocato più sulla mineralità che sul frutto. In chiusura (lunga) il focus torna sul frutto, corroborato da una buona salinità. Manca un po’ di emozione. Rapporto qualità prezzo interessante, inferiore ai 9 euro.

Vespaiolo Doc 2017, Col Dovigo: 83/100
Colore giallo paglierino non carichissimo. Naso di frutta matura, come pera e banana. Ingresso di bocca morbido e allungo moderatamente fresco, di sufficiente persistenza.

Vespaiolo Doc 2017, Azienda Agricola Vitacchio Emilio: 80/100
Colore che denota un inizio ossidativo. Il naso, infatti, è già piuttosto evoluto. Racconta di nocciole e, in generale, di frutta secca, sollevati da una volatile evidente. Al palato manca di freschezza, pur giocando su note agrumate. Il meno convenzionale degli assaggi, proprio per la cifra ossidativa.

Vespaiolo Doc 2017, Ca’ Biasi: 86/100
Giallo paglierino luminoso con riflessi verdolini. Naso preciso, di agrumi e vaniglia leggera, su sottofondo floreale. Ingresso connotato da una buona freschezza e verticalità vulcanica, che poi tende ad ammorbidirsi. Sufficiente la persistenza.

Vespaiolo Doc 2017 “Angarano Bianco”, Villa Angarano: 92/100
Un trentino a Breganze. Vino ottenuto nella zona Est della Denominazione, ai confini col Brenta. Naso illuminante, elegantissimo, su pompelmo rosa e speziatura leggera, di pepe bianco. Richiami di the verde e pesca appena matura completano un quadro olfattivo davvero prezioso. In bocca perfetto equilibrio tra note fruttate e mineralità. Un vino decisamente gastronomico, tutto giocato sull’eleganza del sorso.

Vespaiolo Doc Superiore, Io Mazzucato: 88/100
Giallo luminoso, riflessi verdolini. Bel naso elegante, tutto giocato su note d’agrumi. I sei mesi di barrique lo rendono unico nel suo genere e si esprimono su venature di vaniglia. Perfetta corrispondenza al palato. Un vino piacevole, chiaramente pensato per la tavola e per un consumatore internazionale, senza perdere di vista la tipicità.

Vespaiolo Doc 2017 “Soarda”, Vignaioli Contrà Soarda: 94/100
Impronta vulcanica netta per questo Vespaiolo che lascia il segno in batteria per l’equilibrio tra le sue componenti, l’eleganza e la complessità. Un Vespaiolo da attendere nel calice, per ammirarne la positiva apertura sulla macchia mediterranea. Bella consistenza tattile al palato, tra acidità, frutto e salinità, con richiami di radice di liquirizia e rabarbaro. Chiusura sassosa, piacevolmente amaricante e astringente, sulla buccia di pompelmo. La prova delle punte di qualità raggiungibili con la Vespaiola. Chapeau.

Vespaiolo Doc 2016, Firmino Miotti: 86/100
Giallo paglierino intenso, luminoso. Al naso evidenti richiami mielosi e di frutta matura. L’ingresso di bocca, invece, racconta bene il terroir vulcanico. Alle note morbide avvertite all’olfatto fa infatti eco una venatura minerale netta, al palato. Un vino semplice e beverino, che non mira certamente alla longevità, avviato verso la fase calante dell’evoluzione.

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Food Lifestyle & Travel

Premio Maculan 2019: torna il concorso per il miglior abbinamento dolce – salato

L’iniziativa Premio Maculan, miglior abbinamento salato-dolce, ideata da Fausto Maculan insieme alle figlie Angela e Maria Vittoria, si ripete per la seconda edizione. Novità del 2019 sarà l’apertura del bando senza limiti d’accesso o d’età; l’obiettivo è sempre quello di valorizzare l’accostamento dei vini dolci ai piatti salati.

La Cantina Maculan di Breganze, celebre soprattutto per il Torcolato, ma anche per gli altri vini dolci Acininobili e Dindarello, invita chef, professionisti e non, a presentare una ricetta di un piatto salato abbinato ad un vino dolce a propria scelta, non necessariamente a marchio Maculan.

“Dopo il successo dello scorso anno – spiega Fausto Maculan – abbiamo deciso di dare il via alla seconda edizione di questo concorso che vuole premiare l’originalità dell’abbinamento tra dolce e salato. L’idea nasce per ribaltare l’abitudine di abbinare per concordanza i vini dolci, stimolando la creatività in cucina e la scelta di combinazioni nuove e fantasiose. La prima edizione ha visto una partecipazione numerosa e di talento, è anche per questo che quest’anno abbiamo deciso di aprire il concorso a tutti gli chef e agli appassionati che vorranno partecipare, senza limiti di età”.

Per partecipare è sufficiente inviare una ricetta corredata di foto all’indirizzo concorso@premiomaculan.net entro il 28/02/2019. Un comitato tecnico selezionerà tra tutte le ricette le 4 più interessanti, chiamando i candidati a partecipare alla serata finale, lunedì 25 marzo 2019, in cantina. Qui i finalisti prepareranno il loro piatto di fronte ad una giuria composta da critici enogastronomici, chef ed esperti che esamineranno i piatti proposti per decretare il vincitore del premio. Tutte le ricette pervenute saranno raccolte in un ricettario che verrà pubblicato successivamente sul sito del premio.

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Food Lifestyle & Travel

Nuovo pasticcere per il panettone al Torcolato Maculan

La Cantina Maculan si prepara alle prossime feste natalizie con un nuovo Panettone al Torcolato. A realizzarlo per la prima volta sarà la Pasticceria Filippi di Zané, a pochi passi dalla sede dell’azienda, a Breganze (Vicenza).
Prodotto sin dal Natale del 2000, il Panettone Maculan coniuga la fragranza della lievitazione naturale con i profumi del vino Torcolato, che si tuffa nella ricetta del Panettone classico attraverso la bagna con cui viene reidratata l’uvetta sultanina.

“In Maculan – spiega Maria Vittoria Maculan, titolare con il padre Fausto e la sorella Angela – siamo sempre stati convinti che la qualità sia frutto di una ricerca che non ha mai fine. Per questo dalle ultime feste ci siamo messi alla ricerca di un nuovo forno. Abbiamo condotto varie prove e alla fine scelto la Pasticceria Filippi, azienda familiare che incarna gli stessi nostri valori di cura e attenzione per ogni dettaglio”.

Sono 46 le ore di lavorazione, a partire dalle 35 ore di lievitazione, a cui segue un’ora di cottura in forno e 10 di raffreddamento non condizionato. La lievitazione è rigorosamente naturale, con una pasta madre di più di quarant’anni, vanto della famiglia Filippi. La selezione degli ingredienti è attentissima: uvetta sultanina australiana 6 corone, latte di montagna consegnato in giornata, uova di galline allevate a terra, miele biologico dei Colli Euganei, Vaniglia del Madagascar. E naturalmente il Torcolato, vino passito prodotto con uva autoctona di varietà Vespaiola unicamente sulle colline di Breganze.

Per ogni chilo di Panettone vengono usati 50 ml di vino Torcolato con cui viene reidratata l’uvetta attraverso una bagna che dura almeno quattro giorni. Gli aromi del Torcolato restano così imprigionati nell’uvetta e rimangono intatti anche dopo il passaggio nelle alte temperature del forno. Nessun aroma, né di sintesi né naturale, interferisce con il gusto del Torcolato, che resta integro e cristallino.

Per la preparazione del Panettone è stata scelta l’annata 2013, frutto di un’estate calda che ha regalato un Torcolato ricco e profumato, perfetto sia nell’impasto che come accompagnamento goloso. Aromi che saranno esaltati gustando il Panettone ad una temperatura non troppo bassa, ideale tra i 25 e i 30 gradi centigradi.

É possibile acquistarlo nel suo formato da 1 o 3 kg nelle migliori enoteche e gastronomie d’Italia o direttamente in cantina. Prezzo del panettone 28 euro per il panettone nel formato più piccolo, o 60 euro comprensivi di bottiglia di Torcolato da 375 ml e cassettina in legno.

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Approfondimenti

Vespaiolona 2018: la notte bianca e rossa della Doc Breganze

Venerdì 22 giugno 2018 torna l’undicesima edizione della Vespaiolona, la rassegna notturna della Breganze Doc con degustazioni e intrattenimento nelle cantine. La manifestazione prende il nome dal Vespaiolo, il vino tipico della zona di Breganze e della Pedemontana Vicentina.

IL PROGRAMMA
Nella notte più corta dell’anno 12 cantine della DoC Breganze apriranno le loro porte per ospitare le migliaia di appassionati e tutti coloro che vogliono conoscere meglio questo territorio ed i suoi prodotti tipici. In ogni cantina oltre ai vini in degustazione, saranno proposti abbinamenti gastronomici e spettacoli d’intrattenimento.

Sarà a disposizione un servizio di bus navetta che dalla centrale Piazza Mazzini porterà alle diverse cantine e viceversa. Sarà bloccato il traffico privato. Il tutto all’insegna del bere consapevole.

LE AZIENDE PARTECIPANTI
Le Cantine che partecipano a questa edizione sono: Bonollo Giuseppe, Cà Biasi di Dalla Valle Innocente, Cantina Beato Bartolomeo da Breganze, Col Dovigo, IoMazzucato, La Costa, Le Colline di Vitacchio Giampietro, Le Vigne di Roberto, Maculan, Miotti Firmino, Transit Farm, Vigneti dell’Astico e Vitacchio Emilio.

COME PARTECIPARE
Per motivi di sicurezza, la partecipazione alla Vespaiolona è a numero chiuso (4500 partecipanti al massimo) riservata ai possessori del kit-pass, composto da calice di degustazione, vademecum delle cantine aderenti e portabicchiere, che serve anche da lasciapassare per accedere alle stesse.  Prevendite on line a partire dal 6 giugno.

VEPAIOLONA IN BREVE:
Quando: venerdì 22 giugno 2018
Dove: Cantine della DOC Breganze (VI)
Orario: dalle 19.30 di venerdì 22 alle 02.00 di sabato 23 giugno
Parcheggio: gratuito
Costo: 25 € comprensivo di bus navetta per le cantine, bicchiere, tracolla portabicchiere, pass e sei assaggi di vino DOC Breganze. Non verranno somministrati alcolici ai minori di 18 anni, per i quali non è richiesto l’acquisto del kit-pass.

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Food Lifestyle & Travel

RICETTA Pastiera napoletana

La pastiera è il dolce che festeggia l’arrivo della primavera, con il suo profumo di agrumi e vaniglia.

Anticamente per il ripieno veniva impiegata la pasta o il grano fresco, che andava preparato giorni prima.

Quella che vi racconterò è la versione più attuale dove viene usato il grano precotto.

INGREDIENTI
Per la pasta frolla: 500 gr di farina; 200 gr di zucchero; 100 gr di strutto; 150 gr di burro; 1 uovo; 2 tuorli; buccia di 1 limone grattugiato.

Per la crema di ricotta: 500 gr di ricotta sgocciolata (pecora o vaccina); 3 uova e 2 tuorli; 450 gr di zucchero; fior d’arancio ( 2 cucchiaini); canditi ( 70gr); estratto di vaniglia.

Per la crema al grano cotto: 580 gr grano precotto; 1 cucchiaio di strutto; 450 gr latte intero; 1 cucchiaio di zucchero; buccia di 1 limone; un pizzico di sale; 1 cucchiaino raso di cannella.

LA PREPARAZIONE
Iniziamo dalla pasta frolla. Con una planetaria, montiamo bene burro e strutto a temperatura ambiente, con lo zucchero e poi con le uova (anch’esse a temperatura ambiente). Aggiungiamo il sale, la scorza di limone grattugiata e poi la farina.

Una volta amalgamato , togliamo l’impasto dalla macchina e velocemente compattiamolo e ricopriamolo con pellicola, riponendolo in frigo per qualche ora (l’ideale sarebbe 12!).

Passiamo alla crema alla ricotta. Sempre in planetaria, frulliamo ricotta, zucchero, vaniglia, fior d’arancio e poi aggiungiamo un uovo alla volta e in ultimo i tuorli. Infine setacciamo la crema e poi lasciamola in frigo e intanto dedichiamoci alla crema al grano cotto.

Versiamo in un pentolino largo il latte e il grano cotto. Uniamo lo zucchero, lo strutto, la cannella e la buccia di limone. Lasciamo cuocere a fuoco moderato per una decina di minuti circa, mescolando di continuo.

Quando il composto risulterà cremoso, togliamo le bucce di limone e lasciamo raffreddare. Intanto sminuzziamo i canditi, che poi uniremo al composto finale.

Amalgamiamo le due creme e poi versiamo il tutto (canditi compresi) nello stampo imburrato, infarinato e poi foderato con la frolla. Ricopriamo la torta con le losanghe di pasta frolla e inforniamo a 180° per circa un’ora . Lasciamo poi riposare per una mezz’ora in forno. Preferibilmente gustiamo la nostra pastiera il giorno dopo… sarà piu buona.

Vino in abbinamento: Moscato Veneto Igt Dindarello Maculan

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Dolce un po’ salato: Premio Maculan alla migliore ricetta

BREGANZE – Ancora un mese per partecipare al Premio Maculan, miglior abbinamento salato-dolce, il concorso indetto dalla Cantina Maculan di Breganze (Vicenza), nota per la produzione del Torcolato.

Un Premio rivolto agli chef – professionisti e non – under 40 che si distingueranno per la creazione di un piatto salato pensato per accompagnare un vino dolce.

La serata si terrà alla Cantina Maculan il 26 marzo 2018, ma c’è ancora tempo fino al 28 febbraio per presentare la propria candidatura.

IL REGOLAMENTO
Intanto l’azienda rende noti i dettagli della sfida. I quattro finalisti – che saranno selezionati da un comitato tecnico sulla base delle proposte pervenute – prepareranno in contemporanea i piatti di fronte ad una giuria presieduta da Fausto Maculan. Saranno presenti esperti e critici gastronomici, tra cui Andrea Grignaffini, Luigi Costa, Chiara Giovoni e lo chef Giancarlo Perbellini.

I concorrenti avranno a disposizione un’ora, due piastre a induzione e gli ingredienti necessari, che saranno forniti dall’azienda. Ogni ricetta sarà esaminata dalla giuria attraverso quattro parametri: creatività della proposta, esecuzione, presentazione del piatto e abbinamento al vino.

IL PREMIO
Al vincitore sarà consegnato il Premio Maculan, un’opera figurativa realizzata dall’artista vicentino Pino Guzzonato. Tutte le ricette pervenute saranno pubblicate in un ricettario dedicato all’iniziativa.

Per partecipare è sufficiente inviare una ricetta corredata di foto del piatto, all’indirizzo concorso@premiomaculan.net entro il 28 febbraio 2018.

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Maculan, ecco il panettone al Torcolato

L’azienda vinicola Maculan di Breganze (Vicenza) lancia il suo Panettone al Torcolato per il Natale 2017. Una ricetta unica, studiata per esaltare gli aromi del vino ed evitarne l’evaporazione.

Il segreto è nell’uvetta: immersa nel Torcolato per lungo tempo, riesce a sprigionare gli aromi quand’è il momento di gustarlo. La lunga lievitazione, la cottura attenta, il lento riposo di raffreddamento dopo l’uscita dal forno ma soprattutto l’aggiunta del Torcolato, sono passaggi che consentono al lievitato di essere leggero, soffice e ricco nel gusto.

Il Torcolato Breganze DOC è un vino dolce prodotto con la Vespaiola, una varietà autoctona di Breganze, i cui grappoli vengono messi da parte e attorcigliati con degli spaghi (da cui il nome: attorcigliato, intorcolato) per essere appesi alle travi delle soffitte per almeno cinque mesi.

Ad appassimento terminato, le uve vengono pressate con un torchio fino a dare un succo a bassissima resa, denso e dolce. Dopo cento giorni di fermentazione il vino presenta ancora un sostenuto residuo zuccherino, circa 150 g/l. Segue un anno di affinamento in piccole botti in legno di rovere o di acacia e una sosta in bottiglia.

Per la preparazione del dolce natalizio, quest’anno è stata scelta l’annata 2012, una vendemmia fortunata, che ha dato un vino particolarmente ricco di sostanze aromatiche. Durante la lavorazione l’uvetta è immersa in una bagna speciale a base di Torcolato (50 ml per ogni chilogrammo di panettone) per preservarne i profumi fino al momento dell’assaggio: è questo che lo rende così buono.

“L’uvetta – rivela Fausto Maculan – è il cavallo di Troia che porta il Torcolato al consumatore, evitando la sua evaporazione nel forno e diventando così il testimone dell’operazione. Oltre a questo l’uso degli aromi è misurato e delicato in modo da non sormontare quelli del vino che noi consigliamo vivamente in abbinamento al panettone”.

Il Panettone al Torcolato è un prodotto della tradizione della casa vinicola, nato nel 2000 dall’incontro con Sonia e Dario Loison della pasticceria Loison di Costabissara. É consigliato gustarlo ad una temperatura non troppo bassa, ideale tra i 25 e i 30 gradi centigradi, per assaporare pienamente gli aromi che sprigiona il Torcolato.

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RICETTA Cheesecake al melone

Oggi vi propongo un dolce fresco e gustoso. Per questa torta (per 6 persone golose!) ho usato 300 gr di formaggio fresco cremoso; 300 di mascarpone; il succo filtrato di 2 limoni; 200 gr di zucchero; 3 fogli di gelatina; un melone mantovano maturo; biscotti integrali 300gr; burro 80gr. Gocce di cioccolato per guarnire.

La prima cosa da preparare è la base, ma intanto ammorbidiamo la gelatina (2 fogli) in acqua fredda. Quindi tritiamo i biscotti e uniamoli al burro sciolto. Adagiamo il composto in uno stampo di 24 cm circa e livelliamolo bene. Terremo questa base in frigo.

Per preparare la crema invece, uniamo zucchero (150 gr), formaggio, mascarpone e il succo di un limone. Uniamo poi la gelatina che avremo strizzato e fatta sciogliere in un mezzo bicchiere di latte caldo.

Quando la crema sarà pronta aggiungiamo metà del melone tagliato a dadini e poi adagiamo il tutto sulla base, che ormai sarà bella compatta. Riponiamo il tutto in frigorifero e prepariamo la glassa.

Tagliamo a fette il melone, tritiamolo con 50 gr di zucchero e mettiamo sul fuoco la purea ottenuta (io aggiungo anche il succo di un limone). Quando lo zucchero è sciolto, togliamo dal fuoco e filtriamo. Poi di nuovo sulla fiamma per riscaldarlo. Infine aggiungiamo l’ultimo foglio di gelatina strizzata e mescoliamo per bene.

Questa glassa servirà da topping sulla torta, che guarniremo con cioccolato e frutta. Dopo qualche ora in frigo la nostra torta sarà pronta da gustare!

Abbinamento vino consigliato: Moscato Veneto Igt Dindarello, Maculan (Auchan)

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Maculan: “Faremo il vino rosso più buono d’Italia da viti resistenti”

“La nostra sfida per il futuro? Fare il vino rosso più buono d’Italia da varietà resistenti”. Fausto Maculan sceglie la strada delle varietà di vite resistenti alle malattie.

Il produttore di Breganze (Vicenza), marchio noto in particolare per il Torcolato e i rossi Fratta e Crosara, metterà a dimora il prossimo autunno i primi vigneti di Merlot Khorus e Sauvignon Rytos, due varietà resistenti selezionate dall’Università di Udine. Una conversione che nel corso di un decennio coinvolgerà progressivamente tutte le varietà coltivate.

“Il primo impianto sarà complessivamente di sole 4000 viti – spiega Maria Vittoria Maculan, responsabile della produzione – ma la nostra intenzione è di rinnovare via via i vigneti più vecchi con varietà resistenti alla malattie. È necessario specificare che queste varietà non sono individui geneticamente modificati, ma tipi ottenuti da incroci intraspecifici con il cambiamento solo del 5% dei cromosomi, ovvero di quelli responsabili degli effetti delle malattie sull’uva. Con queste varietà possiamo applicare solo uno o due trattamenti all’anno rispetto ai 10-11 che si praticano generalmente nel nostro territorio”.

LA SVOLTA
La prima vinificazione dai nuovi vigneti è attesa per il 2020. “Puntiamo ad avere un vino eccellente entro il 2023 – aggiunge Angela Maculan, responsabile commerciale – anno della cinquantesima vendemmia di nostro padre. Certamente il vino per celebrare quella ricorrenza sarà da vitigni resistenti”.

Una scelta fortemente voluta dalla nuova generazione, avallata da Fausto Maculan, che guarda anche al presente: “Nell’attesa di convertire tutta la produzione alle nuove varietà stiamo sperimentando nuove macchine irroratrici: diffondono il prodotto unicamente sulle foglie, aspirando le eccedenze. Niente più deriva aerea e dispersione per terra”.

Una svolta storica per l’azienda fondata nei primi anni Cinquanta da Giovanni Maculan e saldamente nelle mani di Fausto dal 1973. L’annata 2013 è stata la sua quarantesima vendemmia, celebrata con XL Vendemmia, vino a tiratura limitata voluto dalle figlie Angela e Maria Vittoria per festeggiare il padre.

Appena 300 magnum di Cabernet Sauvignon Breganze DOC prodotto con uve provenienti dal vigneto Branza e vestite con un’etichetta realizzata a mano dall’artista vicentino Pino Guzzonato trasformando in carta la fibra ottenuta dai raspi degli stessi grappoli d’uva da cui si è ottenuto il mosto.

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Vini al supermercato

Moscato Veneto Igt 2015 Dindarello, Maculan

(5 / 5) Un delizioso passito, a un prezzo straordinario. E’ il Dindarello 2015 di Maculan – Vignaiuoli in Breganze. Un vino dolce Veneto Igt ottenuto al 100% da uve Moscato. Straordinario il prodotto.  E straordinario il prezzo al pubblico proposto dalla catena francese di supermercati Auchan. Concorrenziale, addirittura, rispetto a tutti i siti di e-commerce: clamoroso il caso di tannico.it, che lo colloca “in promozione” a 16 euro, a fronte di un “taglio prezzo” del 23% rispetto ai 21 euro di partenza.

Per l’ennesima volta, l’invito a tutti i lettori di vinialsupermercato.it a fare grande attenzione alle intricate “trame” dell’e-commerce di vino. Ma torniamo a parlare di questo splendido nettare.

Nel calice, Dindarello 2015 Maculan si presenta di una limpidezza cristallina, di grande luminosità. Le tinte sono quelle di un giallo paglierino che, da solo, chiama il sorso. Scorrevolezza poco densa e “lacrime” piuttosto fitte conducono l’osservatore a immaginare una buona morbidezza la palato. Ma ancor prima dell’assaggio, è il naso a incantare. L’intensità delle note di frutta candita a polpa gialla (albicocca), agrumi (arancia) e miele è netta e si unisce a sentori floreali secchi.

Presente anche una flebile vena balsamica, che richiama la menta. Il tutto in un sottofondo minerale, che sarà poi confermato da una leggera sapidità al palato, piacevolissima. In bocca, di fatto, sembra di assaporare il tipico Moscato che finisce sulla tavola degli italiani in occasione delle feste. Ma senza le “bollicine”.

Dindarello Maculan, per dirla tutta, pare la concentrazione dei sentori tipici del Moscato. La tecnica di vinificazione spinge l’acceleratore sui varietali dell’uvaggio, accentuandone aromaticità. Il segreto, in questo caso, è l’equilibrio. Tutt’altro che stucchevoli le note dolci di miele e frutta candita che, al palato, si fondono con la mineralità già decantata in precedenza e con una spalla acida in grado di tenere “in piedi” il sorso: una beva eretta, fiera, quella del Dindarello 2015 Maculan. Capace di chiamare un sorso dietro l’altro e, al contempo, invitando a divorare le delizie di pasticceria fresca scelte per accompagnarlo. Perfetto, a proposito, l’abbinamento con pasticcini a base di frolla e frutta, ricche di creme come la pasticcera.

LA VINIFICAZIONE
I vigneti nei quali viene cullato il Moscato atto a divenire Dindarello si trovano nella zona di Breganze e Fara, in provincia di Vicenza. Colline vulcaniche e tufacee, che conferiscono alla vite grande nutrimento, consentendo la produzione di vini complessi. Le uve, una volta raccolte, restano per circa un mese in fruttaio. Si tratta di un’operazione fondamentale per l’ottenimento di un buon vino dolce.

In questa fase aumenta in ogni singolo acino la concentrazione dello zucchero, col diminuire della presenza d’acqua. Si giungerà a una presenza zuccherina di 130 g/litro, a prodotto finito. La fermentazione viene condotta in tini di acciaio. E dopo tre mesi di affinamento in bottiglia, Dindarello è pronto per essere commercializzato.

Marchio che rappresenta una vera e propria garanzia per il Veneto e per l’Italia del vino, Maculan Vignaiuoli in Breganze è in realtà la storia di una famiglia appassionata e amante della propria terra d’origine. Opera da tre generazioni a Breganze, ai piedi dell’Altopiano di Asiago.

L’attività ha inizio nel 1947 grazie a Giovanni Maculan. Negli anni passa nelle mani di Fausto Maculan, che contribuisce in maniera decisiva all’affermazione attuale del marchio. Dal 2007, le figlie Angela e Maria Vittoria affiancano il padre nella direzione dell’azienda, che oggi conta 40 ettari con viti e ulivi e controlla direttamente una trentina di viticoltori selezionati.

Prezzo: 8,89 euro
Acquistato presso: Auchan

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