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Cantine di Verona, fatturato 2024 a 62,5 milioni di euro

Cantine di Verona, fatturato 2024 62-5 milioni di euro luigi turco presidente
Il bilancio 2023-2024 di Cantine di Verona si chiude con un fatturato di 62.581.306 milioni di euro, in leggero calo rispetto all’anno precedente. Il gruppo cooperativo che riunisce Cantina Valpantena, Cantina di Custoza e Cantina Colli Morenici, ha comunque garantito agli oltre 500 soci «un prezzo medio per quintale superiore a quello del 2022-2023». Compensando così, in parte, i minori conferimenti dovuti alle avversità atmosferiche dell’annata agraria.

CANTINE DI VERONA, FATTURATO 2024 IN CALO MA CRESCE IL WINE SHOP

Nonostante il calo generale dei consumi nel mercato del vino, il gruppo è riuscito a mantenere stabili i propri livelli di vendita. In particolare, i 10 wine shop di Cantine di Verona hanno registrato un aumento dei volumi rispetto all’anno precedente. Questo conferma una tendenza sempre più diffusa: i consumatori preferiscono acquistare direttamente dai produttori, riconoscendo la qualità e l’affidabilità del prodotto.

IL PRESIDENTE LUIGI TURCO: «INNOVAZIONE, QUALITÀ, RESPONSABILITÀ»

Durante l’assemblea dei soci del 14 dicembre, il presidente Luigi Turco (nella foto) ha sottolineato la volontà di affrontare con fiducia le sfide future: «Quelli che ci attendono non saranno tempi facili. Il mondo del vino sta vivendo un periodo di grandi cambiamenti. Ma noi continuiamo a impegnarci per migliorare le nostre buone pratiche aziendali, puntando su innovazione, qualità e responsabilità».

Cantine di Verona ha inoltre ribadito il suo impegno per la sostenibilità, consolidato attraverso le certificazioni Equalitas, SQNPI e biologica. A conferma di questo percorso, all’inizio del 2025 sarà pubblicato il primo bilancio di sostenibilità, che documenterà le azioni intraprese per tutelare l’ambiente e valorizzare le persone. Questo strumento rappresenterà un passo cruciale per fissare obiettivi futuri e comunicare i risultati raggiunti.

IMPIANTO FOTOVOLTAICO A CANTINA DI CUSTOZA

Cantine di Verona, completerà anche l’installazione di un nuovo impianto fotovoltaico a Cantina di Custoza, che si aggiungerà a quelli già attivi nelle altre sedi del gruppo. Questa scelta rientra nell’ottica di contenere ulteriormente i costi energetici e ridurre l’impatto ambientale. Il gruppo controlla un totale di 1.800 ettari vitati in denominazioni chiave del Veneto (Amarone, Valpolicella, Custoza, Soave, Bardolino, Lugana e Garda), con un giro d’affari sul fronte dell’export di circa 32 milioni di euro.://cantinediverona.it/it

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Cantine di Verona conferma presidente Luigi Turco: fatturato 2022 sopra i 65 milioni


Luigi Turco
è stato riconfermato presidente di Cantine di Verona. Eletto per la prima volta nel 2009, rimane a capo del gruppo vitivinicolo veronese nato nel 2021 dalla fusione di Cantina Valpantena, Cantina di Custoza e Cantina Colli Morenici. È di 65.737.000 euro il fatturato consolidato dell’azienda.

Un dato emerso sabato 17 dicembre, in occasione dell’approvazione dell’esercizio di bilancio della cooperativa per l’anno 2021-2022 (chiuso il 31 agosto) che ha accompagnato il rinnovo delle cariche. Il patrimonio netto di Cantine di Verona ammonta a 29.991.442 euro, «confermando una progressiva crescita rispetto agli scorsi esercizi».

Nonostante il conferimento delle uve sia diminuito del 32% e l’aumento incontrollato dei costi riguardanti le spese energetiche e delle materie prime, la cooperativa è riuscita a liquidare i soci circa il 10% in più rispetto al precedente bilancio. Cantine di Verona oggi conta sulla collaborazione di 115 dipendenti, di cui 100 a tempo indeterminato, distribuiti nelle tre sedi di Quinto, Custoza e Ponti sul Mincio e nei nove punti vendita gestiti dalla società. Il fatturato dei negozi è pari a 7.356.000 euro, leggermente superiore rispetto al 2021.

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Cantine di Verona: approvato il primo bilancio dopo la fusione con Valpantena e Custoza

Cantine di Verona ha approvato, durante l’assemblea dei soci tenutasi sabato 18 dicembre, il primo bilancio dopo la fusione per incorporazione di Cantina Valpantena con Cantina di Custoza, avvenuta a luglio 2021. Il fatturato consolidato 2020-2021 è pari a 66.474.670 euro, con una crescita di oltre il 5% rispetto all’anno precedente sullo stesso perimetro.

L’utile netto è di 409.668 euro, mentre il patrimonio netto del gruppo veronese ammonta a 29.591.653 euro, in crescita di oltre il 15%. A testimonianza del consolidamento del gruppo. Le liquidazioni dei soci, inoltre, sono aumentate di più del 10%.

«La cooperativa nata dalla fusione tra due storiche realtà del territorio – spiega Luigi Turco, Presidente di Cantine di Verona – si pone tra i maggiori obiettivi quello di valorizzare le denominazioni del veronese, potendo contare su una maggiore forza commerciale e sulla possibilità di investimenti tecnologici innovativi».

LA STRUTTURA E GLI INVESTIMENTI

Cantine di Verona oggi conta circa 110 dipendenti, distribuiti nelle tre sedi di Quinto, Custoza e Ponti sul Mincio e i nove punti vendita. Proprio i negozi, dislocati in Veneto e Lombardia, nonostante le restrizioni dovute alle pandemia hanno registrato un aumento pari all’8%, attestandosi a 7.724.000 euro di corrispettivi.

«È prevista – aggiunge Turco – nei primi mesi del prossimo anno la completa sostituzione dell’impianto di imbottigliamento dello stabilimento di Custoza. Questo permetterà la possibilità di produrre vini spumanti e frizzanti, che potranno rappresentare una delle prossime sfide commerciali del nostro gruppo».

«Non solo. Negli anni successivi – conclude il Presidente – sono previsti un ampliamento delle capacità di stoccaggio e un nuovo magazzino nel sito di Custoza. Un altro punto rilevante della nostra strategia è la valorizzazione di un Custoza Riserva e della Garda Doc».

Durante l’assemblea è stata inoltre presentata la nuova immagine coordinata del gruppo. Un nuovo sito e un nuovo logo che rappresentano graficamente il radicamento di Cantine di Verona nel territorio. Il gruppo include infatti tutte le denominazioni veronesi, delle quali si propone come ambasciatore nei mercati internazionali.

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Fusione Cantina di Custoza e Cantina Valpantena: nasce Cantine di Verona

Durante l’assemblea straordinaria dei soci di Cantina di Custoza che si è svolta oggi, sabato 20 marzo, è arrivata l’approvazione della fusione con Cantina Valpantena, con 118 voti favorevoli su 156 validi. L’assemblea si era invece già espressa a favore sabato 12 dicembre con 89 sì su 157 votanti, ma non aveva raggiunto il quorum dei due terzi necessario all’approvazione.

I soci di Cantina Valpantena avevano già espresso il loro consenso nel corso dell’assemblea di venerdì 18 dicembre, dove la proposta per la fusione con la Cantina di Custoza aveva ottenuto il 97% di voti favorevoli (196 su 202 votanti).

Con la fusione delle due cantine sociali nasce Cantine di Verona, realtà da circa 30 milioni di euro di patrimonio, con un fatturato di 65 milioni, una dotazione di conferimenti di 300 mila quintali di uva e un centinaio di dipendenti.

“È una soddisfazione che i soci della Cantina di Custoza – dichiara Luigi Turco, presidente di Cantina Valpantena – abbiano accolto favorevolmente la fusione, un’operazione storica e di enorme valenza per il territorio, che nel tempo rivelerà i suoi frutti”.

“Spero anche – prosegue Turco – che chi ha legittimamente espresso voto contrario si possa rendere conto della bontà dell’iniziativa. L’abbiamo pensata nel rispetto delle due realtà partecipanti, con la volontà di valorizzare ancora di più i territori d’appartenenza e le rispettive denominazioni”.

Cantina Valpantena e Cantina di Custoza hanno stabilito le linee guida che fissano l’iter di sviluppo economico e commerciale della società post fusione, che prevede il mantenimento dei livelli occupazionali finora esistenti.

“La nuova realtà, nata dall’incontro di due storiche e riconosciute Cooperative di Verona – dice ancora Turco – ci invita a una maggiore responsabilità verso i soci, i dipendenti e le loro famiglie. Siamo convinti che, con il coinvolgimento di tutti, saremo in grado di presentarci sul mercato con una società sempre più competitiva e strutturata, capace di sostenere gli investimenti commerciali necessari a conquistare i mercati una volta usciti dalla pandemia”.

“Il cambio di nome – conclude il presidente – sottolinea il nostro profondo legame con la città scaligera: Cantina Valpantena è da oltre 60 anni la cantina del territorio veronese e ora che abbiamo scelto di chiamarci Cantine di Verona questo legame sarà ancora più evidente”.

“Sono molto soddisfatto – dichiara il presidente di Cantina di Custoza Giovanni Fagiuoli – del risultato che abbiamo raggiunto oggi. La fusione con Cantina Valpantena è il coronamento di tanti anni di lavoro che mi hanno visto come presidente di questa realtà: sono convinto della validità dell’operazione e delle ripercussioni positive che avrà sui nostri soci”.

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Cantina Valpantena favorevole alla fusione con Cantina di Custoza

L’assemblea dei soci di Cantina Valpantena vota, con il 97% di “sì” (196 su 202 votanti), a favore del progetto di fusione per incorporazione con la Cantina di Custoza, piano già approvato dai consigli di amministrazione delle due cantine sociali e ratificato venerdì 18 dicembre nell’assemblea straordinaria della cooperativa. L’assemblea di Custoza si era espressa a favore sabato 12 dicembre con 89 sì su 157 votanti, ma non aveva raggiunto il quorum dei due terzi necessario all’approvazione.

I soci di Cantina Valpantena – afferma il presidente Luigi Turco – hanno apprezzato e approvato la proposta di fusione e il piano industriale, reputandolo un concreto progetto di crescita per entrambe le cantine. Custoza da parte sua, pur non raggiungendo il quorum necessario per l’approvazione, ha votato a favore della fusione”.

In virtù del forte mandato ricevuto Cantina Valpantena lascia quindi la porta aperta al progetto di fusione tra le due cooperative agricole che, in caso di successo, darebbe vita a una nuova società da circa 30 milioni di patrimonio, una dotazione di conferimenti di 300 mila quintali di uva, un fatturato da 65 milioni e un centinaio di dipendenti.

A sostegno della fusione la possibilità, ribadita da Cantina Valpantena, di presentarsi sul mercato con una realtà più dimensionata e competitiva, capace di sostenere gli investimenti commerciali necessari per aggredire i mercati una volta usciti dalla pandemia.

Al centro dei lavori dell’assemblea ordinaria di sabato 19 della cooperativa sociale di Quinto invece l’approvazione dell’esercizio economico 2019/20, che ha registrato un fatturato di 46.494.000 euro, in leggero calo rispetto al periodo precedente, e un patrimonio netto di 22.700.000 euro, in crescita.

“Chiudiamo un bilancio in tempi di crisi – commenta Luigi Turco – in un’annata che sconta un mercato in sofferenza per effetto della sovraproduzione di vino, che ha portato tutti i consorzi alla riduzione delle rese delle denominazioni, e dei contraccolpi dovuti alla pandemia di Covid-19. Nonostante questo ci riteniamo soddisfatti poiché il fatturato ha tenuto, anche se sacrificando i margini sulla vendita dei prodotti, e il patrimonio è aumentato grazie alla fusione realizzata nel 2019 con Cantina Colli Morenici”.

Cantina Valpantena ha inoltre portato avanti il piano di rafforzamento della rete di punti vendita sul territorio, aprendo a luglio il negozio di Cassano Magnago, in provincia di Varese, e assicurando la piena operatività di quello di Cantina Colli Morenici a Ponti sul Mincio (Mantova).

I corrispettivi raggiunti dalla rete di punti vendita nel 2019/20 sono pari a 4.626.000 euro, in aumento rispetto all’esercizio precedente nonostante le chiusure subite dagli esercenti in occasione del lockdown e le limitazioni dovute alle misure di contenimento del Covid-19.

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Nasce Montresor Heritage: accordo con Terre Cevico, ViteVis e Valpantena


VERONA –
Cantine Giacomo Montresor, storica cantina di Verona, entra in società con Terre Cevico, ViteVis e Cantina Valpantena e diventa “Montresor Heritage“. L’annuncio questa mattina, in occasione di una conferenza stampa indetta ad hoc. L’obiettivo è una crescita del 30% del fatturato nei prossimi anni. Passando soprattutto da un consolidamento dell’export.

“Un progetto che mette a disposizione il capitale cooperativo e tutto il suo sistema di valori per la crescita dell’export e per un ulteriore rafforzamento del legame con il territorio in cui si sviluppano i nostri vigneti Montresor”, spiega Marco Nannetti, presidente Montresor, alla guida del nuovo Cda.

Sono in programma investimenti per circa 2,5 milioni di euro complessivi. Da alcuni mesi sono già stati avviati i progetti sui diversi cru di Amarone, Valpolicella, Soave e Lugana. Da subito alcuni interventi, con un nuovo fruttaio destinato alla produzione dell’Amarone e del Ripasso, una riorganizzazione della bottaia e una linea di imbottigliamento innovativa.

Nell’unità locale “Vidussi” a Capriva del Friuli, nel Collio Goriziano, verranno realizzati circa 10 ettari di nuovi vigneti tra Ribolla Gialla e Sauvignon, portando a 35 quelli complessivi.

Un restyling del marchio aziendale, d’ora in poi “Montresor Heritage”, che riprende la storia ultracentenaria della famiglia Montresor e tanti progetti di marketing per lo sviluppo in grande stile di una realtà che ha fatto la storia della Valpolicella.

“Siamo molto entusiasti del progetto. In questa fase siamo desiderosi di contribuire alla rapida crescita del gruppo”, commenta Luciano Arimini, vicepresidente ViteVis, nata da Cantina Colli Vicentini e Cantina di Gambellara.

Luigi Turco, presidente Cantina Valpantena, aggiunge: “Questa è una bella sfida da affrontare e vincere nel solco della qualità. Da qualche decennio perseveriamo in questo concetto, col nostro lavoro sia in cantina sia in campagna”.

“Non posso che plaudere all’iniziativa, anche perché nel 2000 abbiamo effettuato la stessa operazione con successo, così come Bolla che è entrata in Giv e così come Cesari è stato acquisito da Caviro 5 anni fa. La nuova società sarà un valore aggiunto per Verona”, ha commentato il presidente del Consorzio di Tutela Vini Valpolicella, Andrea Sartori.

Dove incontrare il nuovo corso di Montresor, oltre a quello passato? Al Prowein di Dusseldorf, dal 17 al 20 marzo. Poi a Vinitaly 2019 (padiglione 8, stand E6), dal 7 al 10 aprile, dove sarà allestito lo stand delle linee moderne, senza tralasciare la storia e la tradizione che ha sempre contraddistinto Montresor.

Con Edoardo Montresor, che si occupa del marketing, la cantina veronese è alla quarta generazione. Tra le tappe fondamentali va ricordato il 1906, anno della prima esportazione negli Stati Uniti di Montresor.

Nel 1921 la prima bottiglia satinata per proteggere il vino durante le spedizioni, col nome di “Mula”, probabile soprannome di un’amante del bisnonno. Nel 1946 la prima bottiglia di spumante. Si arriva così al 2019, col 50% delle bottiglie esportate in 56 Paesi nel mondo.

I NUMERI DELLE COOP E IL NUOVO CDA
Degni di nota anche i numeri espressi dalle cooperative della nuova società Montresor Heritage. Terre Cevico – Viticoltori dal 1963 conta 5 mila conferitori e 7.500 ettari di vigneto. ViteVis Cantine ha una base sociale di mille viticoltori e 2.200 ettari di vigneti. Cantina Valpantena fa forza su 330 famiglie e 800 ettari di vigneti.

Un gruppo che, assieme, annovera dunque 6.330 viticoltori, 10.500 ettari di vigneti e 270 milioni di euro di ricavi. Gli ettari complessivi, nell’area produttiva di Montresor Heritage, saranno dunque 3 mila.

Il nuovo Consiglio di Amministrazione, oltre al presidente Marco Nannetti, vede Luciano Arimini vicepresidente. I consiglieri della nuova società sono 6: Paolo Galassi, Alberto Medici, Alberto Marchisio, Massimo Gallina, Luigi Turco e Luca Degani.

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Bilancio 2017 record per Cantina Valpantena

Bilancio record per Cantina Valpantena Verona, azienda cooperativa tra i principali attori della denominazione Valpolicella di cui rappresenta circa il 10% della produzione totale. L’assemblea dei soci nei giorni scorsi ha approvato il bilancio 2016-2017 (chiuso il 31 agosto) con un fatturato consolidato di 50.008.622, il 5,68% in più rispetto all’anno precedente. Le vendite sono state dirette per oltre il 60% all’estero, con la Danimarca che si conferma il primo mercato, seguita da Svizzera, Gran Bretagna, Germania e Olanda.

L’ATTIVITÀ IN DETTAGLIO
La remunerazione ai circa 360 soci conferitori è cresciuta del 18,5% rispetto all’anno precedente, con un prezzo medio delle uve di 130 euro al quintale. Merito anche di un’annata particolarmente favorevole in cui sono stati raccolti, tra aziende associate e terreni gestiti direttamente dalla cantina, oltre 107.000 quintali di uve, con una reddito medio dei vigneti della denominazione Valpolicella che supera i 20 mila ad ettaro. L’azienda ha quindi accantonato un utile di 2.028.000 (+36% rispetto all’anno scorso) che ha portato il patrimonio consolidato a sfiorare i 20 milioni di euro (19.755.000).

Durante l’anno appena concluso l’azienda diretta da Luca Degani ha compiuto importanti investimenti, come l’acquisto dello stabile del punto vendita diretto a San Giovanni Lupatoto e del centro di appassimento a Montorio che la rende autonoma per questa importante fase di lavorazione delle uve.  Nel bilancio si evidenzia anche il ruolo di sostegno al territorio compiuto da Cantina Valpantena, che appoggia attraverso sponsorizzazioni e omaggi associazioni culturali, sportive e aggregative operanti nel proprio territorio.

Tra le manifestazioni sostenute: Tocatì giochi antichi, le corse podistiche Christmas Run e Rainbow Young Run e l’evento annuale dell’Associazione Nazionale Alpini. Cantina Valpantena è infatti un’azienda fortemente radicata su un’area circoscritta: l’85% dei soci risiede nel comune di Verona (per la maggior parte tra Val Squaranto, Montorio e Quinto di Verona) la quota restante per lo più nel comune limitrofo di Grezzana ed è leader assoluto della sottodenominazione Valpolicella Valpantena.

I PROGETTI FUTURI
“Come cooperativa agricola – spiega il presidente Luigi Turco – ci sentiamo debitori verso il territorio che ci fornisce il prodotto che trasformiamo e vendiamo. Una comunità coesa che vive in un territorio relativamente piccolo e circoscritto a cui sentiamo il dovere di restituire ricchezza attraverso il sostegno a tante associazioni che operano con persone svantaggiate o semplici manifestazioni culturali, nella consapevolezza che il benessere di una comunità non è solo quello materiale”.

Nella stessa direzione va quindi l’impegno dell’azienda per il rispetto ambientale, reso possibile, tra l’altro, dall’adozione del protocollo Tre Erre (riduci, risparmia, rispetta) promosso dal Consorzio della Valpolicella con lo scopo di utilizzare pratiche agronomiche che riducono l’utilizzo di prodotti chimici. In direzione della valorizzazione della biodiversità va invece la ricerca su cui Cantina Valpantena è impegnata per l’identificazione e la riproduzione del vitigno autoctono Elmo.

“Il nostro impegno per il futuro – conclude Turco – è quello di consolidare la crescita che ci ha portato negli ultimi 15 anni a passare da 11 a 50 addetti. Oggi il nostro marchio è più conosciuto all’estero che in Italia, vogliamo affermarci anche nel nostro paese e ribadire il ruolo di azienda guida del proprio territorio”.

CANTINA VALPANTENA
Cantina Valpantena Verona è nata nel 1958 e si è consolidata in breve tempo attirando a sé quasi interamente la produzione del territorio che si estende tra la Valpantena e la Val Squaranto. Oggi conta 250 aziende agricole associate e copre un’estensione di 780 ettari di vigneto. A queste, dal 2003, si sono aggiunte circa 110 aziende olearie con 200 ettari di oliveto, grazie alla fusione con l’Oleificio delle Colline Veronesi che ha dato origine ad un importante polo oleovinicolo con un numero complessivo di 360 aziende associate. La produzione annua supera le 9.500.000 bottiglie per un fatturato che nel 2017 è stato di 50 milioni di Euro, generato per oltre il 60% dall’export.

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Valpolicella, nuova frontiera per l’Amarone? Scoperto il vitigno autoctono Elmo

Una nuova varietà a bacca rossa è stata scoperta da Cantina Valpantena Verona in un piccolo vigneto della Valdonega, area collinare che sovrasta il centro cittadino della città scaligera.

Un’uva dai grappoli spargoli ed acini scuri, ricchi di polifenoli ed antociani: l’analisi molecolare ha dimostrato che non ha nessuna associazione con varietà finora conosciute. Le è stato quindi dato il nome di Elmo.

Un’uva che, dalle prime analisi, si presta all’appassimento. Risulterebbe dunque adatta alla tecnica di produzione del vino simbolo del veneto, l’Amarone.

Il ritrovamento risale al 2009, ma solo in questi giorni si è conclusa l’attività di identificazione. Contemporaneamente il vitigno è stato individuato anche a Valgatara, nel comune di Marano di Valpolicella, nella proprietà del viticoltore Guglielmo Ferrari.

L’ITER
L’attività di identificazione è stata affidata da entrambi al CREA (Centro di ricerca Viticoltura ed Enologia) di Conegliano, che, in collaborazione con l’ex Centro per la Sperimentazione in Vitivinicoltura della Provincia di Verona, ha avviato uno studio di approfondimento sulle caratteristiche viticole ed enologiche. L’analisi molecolare dei due vigneti ha dimostrato che si tratta della stessa cultivar e che questa era diversa da qualsiasi altra varietà conosciuta finora.

L’attività di identificazione ha comportato ben sette anni di ricerca e di rilievi sul campo per individuare i principali caratteri fenotipici e produttivi di quest’uva, una sorta di stesura della sua carta di identità, in cui vengono descritti la forma e la dimensione di tronco, tralci, grappolo, acini e foglie.

Sono state inoltre realizzate diverse microvinificazioni, sottoposte a panel di degustazione, per comprovare le caratteristiche qualitative dell’uva, da cui sono emersi sentori di frutta rossa e spezia, che la rendono adatta anche all’appassimento.

L’analisi genetica ha dimostrato che non esiste nessun rapporto di parentela con altre varietà coltivate in loco e solo una lontana somiglianza con il vitigno Wilbacher, originario della regione austriaca della Stiria e coltivato in minima parte anche nel trevigiano.

Lo studio è avvenuto all’interno di un progetto finanziato dal MiPAAF (denominato RGV-FAO) finalizzato alla raccolta, conservazione, documentazione ed utilizzazione di specie vegetali di grande rilevanza, tra cui la vite. Si è formalmente concluso la scorsa settimana con la scelta concordata da Cantina Valpantenae Guglielmo Ferrari del nome “Elmo” con cui procedere all’iscrizione del vitigno al Registro Nazionale delle Varietà di Vite.

IL FUTURO DEL VITIGNO ELMO
“Le viti di Elmo – spiega Stefano Casali, agronomo di Cantina Valpantena Verona – hanno dimostrato un’ottima resistenza ai parassiti. La pianta è molto produttiva, genera grappoli spargoli ed acini scuri, ricchi di polifenoli ed antociani, capaci di donare un colore intenso e vivo al vino. Si sposa benissimo con le più note varietà veronesi utilizzate normalmente nell’uvaggio del Valpolicella”.

“La biodiversità – commenta Luigi Turco, presidente di Cantina Valpantena Verona – è da sempre un valore irrinunciabile per la nostra cantina cooperativa, che ogni anno investe molte risorse per la preservazione e il miglioramento del territorio che viene coltivato. Tra le varie attività di tutela che la Cantina intraprende c’è l’identificazione di vitigni rari e autoctoni che vengono riscoperti negli oltre 750 ettari coltivati dai soci conferitori”.

L’iscrizione di Elmo al RNVV e la successiva classificazione in ambito Regionale ne permetterà la possibilità di coltivazione e diffusione. Appena l’iter di iscrizione sarà concluso, l’intenzione di Cantina Valpantena è di riprodurre il vitigno per ricavarne un vigneto sperimentale.

La valorizzazione di questo vitigno permetterà di dare un importante contributo alla diversificazione della piattaforma ampelografica e tipicizzare alcune produzioni enologiche dell’areale viticolo veronese.

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