Categorie
Enoturismo

Fipe-Confcommercio: «Zona bianca è ossigeno per 36mila lavoratori»

Con l’ingresso in zona bianca, i Pubblici esercizi del Friuli Venezia Giulia, della Sardegna e del Molise ripartono a pieno regime. Da oggi nei 9 mila bar di queste tre regioni è possibile finalmente ricominciare a bere il caffè al bancone.

Una boccata d’ossigeno, in particolare per i 4 mila locali che fino ad oggi sono stati costretti a stare chiusi o a lavorare soltanto con l’asporto, non avendo spazio all’esterno.

Ossigeno anche per i 36 mila lavoratori dei Pubblici esercizi di queste regioni che potranno riprendere il loro posto dietro il bancone dei bar, in cucina o tra i tavoli dei 7.200 ristoranti pronti a riaprire al pubblico le loro sale interne.

«Senza la possibilità di somministrare il caffè al banco – spiega Luciano Sbraga, vicedirettore di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi – i locali italiani hanno perso, in media, il 40% dei loro fatturati. Ma al di là dei freddi numeri, è importante sottolineare come si tratti di un piccolo, importante passo verso un ritorno alla normalità».

«In questi 14 mesi – prosegue Sbraga – molti di quei gesti quotidiani cui eravamo abituati ci sono stati proibiti. Oggi, piano piano, i divieti stanno cadendo e ci stiamo riappropriando dei nostri spazi di socialità. Come Fipe abbiamo lanciato #ilsolito, una campagna digital destinata a chi ha voglia di riprendersi la propria vita e tornare a condividere. Perché dopo tante incertezze e difficoltà, abbiamo tutti voglia di un po’ di normalità».

Categorie
Birra news news ed eventi

AssoBirra: riduzione delle accise e credito d’imposta al consumo per la ripartenza

AssoBirra ha formulato due proposte, una strutturale ed una congiunturale, a supporto non solo del comparto “Birra”, ma dell’intera filiera. Il tutto durante un incontro istituzionale digitale al quale hanno preso parte, oltre al presidente Michele Cason e al vice Alfredo Pratolongo, anche l’onorevole Fabio Melilli, presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, Luciano Sbraga, vice direttore generale di Fipe e Luca Paolazzi, partner di Ref Ricerche e Ceresio Investors advisor.

RIDUZIONE DELLE ACCISE
Una richiesta chiara, precisa e strutturale: riduzione della accise. L’accisa è una tassa che incide in maniera significativa su tutta la filiera, che colpisce tutti gli attori – produttori, distributori e consumatori – e che, come sottolinea Luca Paolazzi, è una tassa regressiva che ha un’incidenza maggiore sulle birre più popolari e un peso inferiore su quelle di fascia alta.

Le accise – dichiara Alfredo Pratolongo – sono salite del 30% fra il 2013 ed il 2015 aumentando il differenziale fra i prodotti. Ricordiamo infatti che la birra è l’unica bevanda da pasto sottoposta ad accisa.

Questo ha portato ad una penalizzazione degli investimenti che invece sono aumentati quando le accise erano calate nel 1,7% nel periodo precedente gli aumenti. Occorre una revisione strutturale delle accise per riportare ‘frizzantezza’ ed investimenti nel settore”.

Secondo le stime di AssoBirra una riduzione del 30% delle accise nei prossimi 3 anni sarà compensata dall’aumento dei numeri di vendita. Un aumento dei volumi che porteranno con se nuove entrate per le casse dello stato, sotto forma di Iva ed altri contributi, generando un saldo positivo.

Alfredo Pratolongo – Vice Presidente AssoBirra

CREDITO D’IMPOSTA PER LA “BIRRA ALLA SPINA”
Di natura congiunturale la seconda proposta di AssoBirra: attivare un credito d’imposta per la birra alla spina. Una misura a favore non della produzione della birra ma rivolta espressamente al consumo. Dei 9,0 mld di euro generati dal comparto ben 5,7 sono da ricondursi al canale Horeca, canale duramente colpito tanto dal lockdown della scorsa primavera quanto dalle recenti restrizioni.

La birra – sottolinea Pratolongo – crea valore e può essere un’importante supporto nel momento in cui riaprirà la ristorazione. Ad esempio in Italia si contano circa 120.000 pizzerie, basti pensare al valore aggiunto che la birra ha sullo scontrino medio di queste pizzerie.

Il credito d’imposta per i prossimi 6 mesi, 10 mesi o per un anno sulla birra alla spina porterà un beneficio agli esercizi commerciali dando più marginalità a fronte di un prevedibile calo del numero di clienti, stimolando gli imprenditori a rimanere nel business“.

“In questo momento la Birra sta chiedendo qualcosa che non è per se stessa – conclude il Vice Presidente – ma per i punti di consumo. L’Horeca è il canale che più è capace di remunerare la filiera e la cui chiusura ha penalizzato chi ha investito in qualità e posizionamento del prodotto. Durante il lockdown c’è stato un aumento dell’e-commerce ma che non sostituisce la ristorazione sul valore aggiunto”.

La proposta trova l’appoggio di Luciano Sbraga, Vice Direttore Generale Fipe, il quale sottolinea come “oltre 130 mila esercizi a novembre non saranno aperti perché svolgono la loro attività prevalentemente la sera o esclusivamente dopo le ore 18, perché mancano i turisti o i pranzi di lavoro”.

Non siamo irresponsabili ma chiediamo il rispetto come imprese. Occorre approcciare il problema dal punto di vista della filiera per stimolare la domanda. Corretto in questo senso ridurre la tassazione”.

LA BIRRA COME MOTORE DELL’ECONOMIA
Come emerge dai dati presentati da Luca Paolazzi, Partner di Ref Ricerche e Ceresio Investors advisor, il comparto Birra è uno dei motori trainanti dell’economia del paese. Un settore che nel decennio 2009-2019 ha segnato un +35% in valore, figlio di un +24% della produzione ed un export cresciuto del 98% a fronte di un calo del 4% dell’import.

Nello stesso periodo il Pil è cresciuto “solo” del 2%, l’attività manifatturiera ha segnato un +16% ed i consumi delle famiglie sono cresciuti dell’1%. La birra cresce e genera valore ad un tasso nettamente più veloce rispetto all’economia del paese.

Proprio questo poderoso tasso di crescita (+5% nel solo 2019 a fronte di un -1,3% dell’intera industria italiana), unito alla grande convivialità tipica dello spirito italiano che la birra porta con se, sono il pilastro su cui AssoBirra formula le sue proposte.

Categorie
Birra

AssoBirra lancia il “Centro Informazione Birra”

AssoBirra lancia oggi, in concomitanza con la Giornata Internazionale della Birra, il Centro Informazione Birra (Cib). Con cadenza trimestrale, il Cib racconterà in presa diretta come sta cambiando il mondo birra e come stanno agendo i player di mercato per affrontare al meglio il cosiddetto new normal.

Come AssoBirra crediamo che oggi sia fondamentale poter supportare il comparto offrendo anche degli strumenti concreti che aiutino a comprendere le insidie ma anche le opportunità che si celano nel nuovo contesto in cui viviamo – afferma Andrea Bagnolini, Direttore Generale di AssoBirra – Ed è questo intento che lanciamo il Centro Informazione Birra che auspichiamo diventi uno strumento su cui impostare la strategia per la ripartenza”.

“Non solo. Attraverso il Cib ascolteremo i nostri consumatori e daremo voce ai player della filiera perché solo un’azione congiunta potrà consentirci di raggiungere gli obiettivi”.

Una panoramica resa possibile grazie a un ascolto attento di più voci, quella degli italiani in collaborazione con la società di ricerche Bva Doxa, dei brand, della filiera e, naturalmente, della stessa AssoBirra.

Per gli italiani la birra è principalmente una bevanda da pasto. E l’ha dimostrato anche in piena emergenza sanitaria da Covid-19. Durante il lockdown per un italiano su quattro la birra è stata al centro delle occasioni di consumo a casa e, virtualmente, con amici e parenti a distanza, soprattutto per il target tra i 25 e i 44 anni pari al 34% degli intervistati.

Con una evidenza su tutte: secondo il 37% degli intervistati la birra ha contribuito a mantenere ben saldi i rapporti con gli altri anche nei momenti più bui della pandemia. Non solo. Per un italiano su quattro c’è stato un incremento nei consumi relativo ai momenti di condivisione.

A guidare i consumi di birra dei più resta il gusto (per il 60% degli intervistati), ma anche il fatto che si tratti di “una bevanda che unisce” (22%) e che permette di concedersi “momenti speciali” (24%).

Per molti poi il lockdown è stato anche l’occasione perfetta per sperimentare in primis nuove tipologie di birra (28%) ma anche nuove modalità di consumo (14%). E una volta tornati alla normalità, seppure con le dovute cautele, gli italiani hanno confermato il loro amore per la “birra con gli amici2. Chi nei locali di sempre (43%) e chi soltanto in quelli all’aperto (38%) favorendo la ripresa in fase di riapertura delle attività commerciali post lockdown.

L’IMPEGNO DEI BRAND E ‘ASCOLTO DELLA RETE
Durante il periodo di emergenza, numerosi brand del settore birrario hanno messo a segno iniziative volte a trasmettere un messaggio di vicinanza ai propri consumatori. La ricerca Bva Doxa mette in luce chiaramente il grado di apprezzamento nei confronti di queste iniziative, giudicate utili dal 57% degli intervistati e addirittura “emozionanti” da ben il 16% degli italiani.

E il percepito positivo emerge anche dall’ascolto del dialogo della rete associato al mondo birra nel periodo tra aprile e giugno 2020 su fonti online (social network, siti di news, blog e forum). La comunicazione delle iniziative, infatti, è diventata argomento chiave di commento tra gli utenti che hanno accolto positivamente le innumerevoli iniziative di solidarietà messe a segno dai brand durante il periodo di lockdown.

LA PAROLA ALLA FILIERA
Molto è stato fatto, ma molto c’è ancora da fare. Ne è convinto Luciano Sbraga, Direttore del Centro Studi di Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi e primo ospite del Centro Informazione Birra di AssoBirra. Perché per costruire una panoramica completa dello scenario attuale, l’ascolto dei player della filiera diventa un asset fondamentale.

“Senza misure di sostegno che accompagnino le imprese del settore dei pubblici esercizi verso una traversata che immaginiamo ancora lunga, sarà difficile per molte di esse sopravvivere – suggerisce Sbraga – Occorrono misure di sostegno sul versante del lavoro, una riduzione dei canoni di locazione e lo spostamento delle scadenze fiscali. Oltre alla necessità di misure di stimolo della domanda e strumenti simili ai bonus vacanze per incentivare i consumi nella ristorazione”.

L’IMPEGNO TARGATO ASSOBIRRA
L’impegno di AssoBirra a supporto del comparto alle prese con le sfide post pandemia si traduce in una serie di azioni concrete. Obiettivo: non disperdere il patrimonio costruito negli anni dal mondo birra, la cui ricchezza generata ammonta a oltre 9 miliardi di euro al 2018, pari allo 0,52% del Pil.

Si parla di un settore che, in Italia, occupa oltre 144.000 lavoratori lungo tutta la filiera. E che, pertanto, anche in ottica di ripartenza dell’economia, può giocare un ruolo chiave.

La ricerca targata Bva Doxa restituisce un quadro in cui gli italiani sono rimasti fedeli alla birra e, anzi, l’hanno riconosciuta come un elemento con cui ritagliarsi momenti di convivialità in compagnia di amici e parenti, seppur virtuali – aggiunge Bagnolini – ci colpisce anche l’alto grado di apprezzamento delle iniziative messe in campo dai player del mondo birrario per affrontare l’emergenza Covid-19″.

“Parliamo – prosegue – di un trend assolutamente positivo e in controtendenza con i risultati raggiunti generalmente dalle comunicazioni di taglio pubblicitario. Ciò dimostra che i brand sono riusciti fin da subito a interpretare correttamente il contesto in forte mutamento e rispondere quindi con azioni ponderate e mirate ai vari target”.

Exit mobile version