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Covid-19, bufera su Cantine Aperte 2021: le Marche rinunciano, produttori contrari

Monta la bufera su Cantine Aperte 2021. I produttori delle Marche, contrari a un’edizione ai tempi del Covid-19, hanno rinunciato in massa alla manifestazione bandiera del Movimento turismo del vino.

Tra i più acerrimi detrattori Lorenzo Marotti Campi, vignaiolo Fivi di Morro d’Alba, in provincia di Ancona: «Le Marche ovviamente non faranno Cantine Aperte – scrive sui social – non ci sono assolutamente le condizioni per svolgere Cantine Aperte e garantire la sicurezza del personale e degli avventori».

Tantomeno con un così breve preavviso – sottolinea il produttore – che rende impossibile una corretta logistica e gestione dei bicchieri e dei flussi di persone. Vorremmo condividere con i nostri ospiti un momento di serenità e di convivialità e non trasformarlo in occasione di ulteriori contagi».

La manifestazione Cantine Aperte 2021 è stata annunciata ufficialmente alla stampa alle 17.30 di giovedì 6 maggio. Sabato 29 e domenica 30 maggio le prime date utili, in calendario, per accogliere gli enoturisti.

Le parole d’ordine del Mtv per l’edizione ai tempi del Covid-19? «Sicurezza, salute, rispetto per l’ambiente, riscoperta dei territori, empatia e coinvolgimento», chiarisce il Movimento turismo del vino.

«L’iniziativa – confermano gli organizzatori – è regolata in base al colore di ogni singola regione. Piccoli gruppi e assoluta necessità di prenotazione, per garantire un’accoglienza di qualità e rispettosa delle normative previste». Rassicurazioni che non bastano, specie nelle Marche del vino.

MARCHE CONTRARIE

«Prima ancora che una questione organizzativa è una questione etica – scrive ancora Lorenzo Marotti Campi – voglio vedere quali saranno le cantine che usano il marketing della “sostenibilità” e si presteranno a questa scelta sbagliata. Sostenibilità molto prima di tutto il resto è innanzitutto nei confronti dei propri uomini».

Gli fa eco Paolo Lucchetti, altro produttore Fivi delle Marche: «Con 280 morti al giorno pensiamo a Cantine Aperte 2021? Una manifestazione che è il classico esempio di aggregazione sociale da evitare in questo momento».

Posizioni confermate ufficialmente anche dal Movimento Turismo del Vino delle Marche. «Abbiamo deciso di non partecipare quest’anno a Cantine Aperte – recita il comunicato ufficiale delle aziende – nelle canoniche date del 29 e 30 maggio, né il 19 e 20 giugno»

Ce lo avete chiesto in molti in questi ultimi giorni ed abbiamo aspettato il momento per noi sacro dell’Assemblea dei Soci per darvi una notizia ufficiale che era comunque nell’aria.

Cantine Aperte è un momento di festa, di convivialità, di gioia e tutte le nostre cantine lo vivono in questo modo e danno il massimo affinché gli enoturisti possano a loro volta viverlo a pieno. Nella condizione nella quale oggi ci troviamo, questo è assolutamente impossibile»

«I “nostri” produttori ci tengono troppo ad ognuno di voi – continua la nota del Mtv Marche – alla vostra salute e sicurezza, ed anche a quella dei propri dipendenti e di tutti i lori cari per dare il proprio avallo ad una manifestazione che si presenta complicata e per certi versi anche pericolosa nel corso di questa pandemia».

LIBERTÀ DI SCELTA A OGNI CANTINA
Ogni cantina socia è «comunque disponibile ed accogliere tutti i giorni gli enonauti su prenotazione ed in massima sicurezza», si legge infine nella nota ufficiale dei produttori marchigiani.

Non sono mancate le critiche per questa presa di posizione. «È bello scoprire che alcuni vignaioli marchigiani non vanno al ristorante, non vendono vino ai ristoratori e ai proprietari di bar e li reputano anche degli untori. Buono a sapersi», è uno dei commenti social in risposta ai produttori delle Marche.

Secondo indiscrezioni, avrebbero aderito ufficialmente all’iniziativa solo Friuli-Venezia Giulia e Abruzzo. A confermare i dubbi, la mancanza di risposte del Movimento Turismo del vino agli enoturisti interessati ad avere maggiori informazioni sull’evento.

«Come si possono conoscere le Cantine partecipanti e gli eventi?», chiede una winelover. «Ho compilato anche il format per ricevere l’elenco in anteprima – aggiunge – ma non ho ricevuto nessuna mail». Un caso aperto, insomma, sul quale dovrebbe pronunciarsi il Movimento turismo del vino, nelle prossime ore.

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Wine tariffs: il messaggio del vignaiolo italiano contro i dazi sul vino di Trump

Roma, aeroporto di Fiumicino. Il passaporto poggiato sul davanzale. Accanto, un aeroplanino di carta, puntato verso il cielo. Come uno shuttle, che non vede l’ora di decollare. Il vignaiolo Lorenzo Marotti Campi, tra i migliori interpreti del Verdicchio dei Castelli di Jesi, ha scelto il simbolismo per lanciare un monito al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in merito alle “wine tariffs“, i dazi che potrebbero colpire il vino italiano negli Usa, sino al 100% del valore.

Un’immagine forte, affidata a Facebook. Affiancata da un commento incisivo, scritto in lingua inglese: “Dear Mr. President, I’ve heard you are planning to add tariffs to my wines despite neither me or the people I know have any connection with the Airbus consortium“.

“Yet here I am – continua Marotti Campi – flying to the Usa where I will spend one full month like every year in February (and then in June and in October), supporting your hotel businesses, your restaurants, your airlines, your taxi and Uber drivers and of course my dear friends importers, distributors and sales reps… Not to mention B&H Photovideo and the National Park Service 😊”.

“Whatever tariffs you are planning they will never make up for a portion of the business that my travelling alone creates…. so think twice. Cheers, this round is on me ! 😉”. Una posizione, quella di Lorenzo Marotti Campi, condivisa anche dall’importatore italiano Nicola Biscardo, sentito da WineMag.it a metà gennaio. Serviranno, queste parole, a smuovere la coscienza di Trump?

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