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Ristoranti chiusi, export a picco: viticoltura lombarda in difficoltà a metà 2020

Ristoranti chiusi ed export a picco: viticoltura lombardia in difficoltà a metà 2020

Se la Lombardia del vino fosse in grado di riflettere l’andamento del settore nel Bel paese, il quadro del 2020 sarebbe a tinte scure. Nel primo trimestre 2020, la redditività aziendale raggiunge i valori del primo semestre del 2019, a cui era seguito un crollo nel secondo semestre dell’anno.

A preoccupare è tuttavia il secondo trimestre 2020, in cui l’indice subisce un drastico calo, in gran parte causato dalla chiusura del canale Horeca nel periodo marzo-aprile, entrando in territorio negativo (-0.2).

Inoltre, nonostante la graduale riapertura di bar e ristoranti, il settore soffre della diminuzione dei posti disponibili in ristorazione a causa delle regole post Covid-19 e quindi di una domanda inferiore alla norma.

A riferirlo è Unioncamere Lombardia, che questa mattina ha presentato a Lodi i risultati dell’indagine congiunturale sul sull’agricoltura in Lombardia nel 1° semestre 2020. Cifre confermate anche dal rapporto Ismea 2020, secondo cui le tipologie di vino ed etichette veicolate dalla Grande distribuzione, ovvero il mondo dei supermercati, hanno resistito all’emergenza sanitaria.

In difficoltà le aziende con etichette destinate in esclusiva al canale Horeca, che hanno subito i maggiori danni, con diminuzione dei listini in seguito al mancato assorbimento degli stock in cantina. Secondo Unioncamere, il mercato sarà infatti influenzato nei prossimi mesi anche dalle giacenze in cantina, che mostrano una diminuzione degli stock dei vini da tavola (- 5%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Merito dell’aumentata richiesta della Grande distribuzione sul segmento brick, mentre in aumento è lo stock delle Dop, con +5% rispetto allo stesso semestre dello scorso anno. Il tempo maggiore dedicato alla cucina casalinga potrebbe aver influito su questo differenziale.

Per quanto riguarda la produzione, l’annata 2019 aveva avuto una contrazione significativa dell’offerta, -7.9%, ancora più marcata se si considera la viticoltura lombarda, che ha subito una diminuzione della produzione di -22%, guidata dalle province di Pavia (-26.1%), Sondrio (-22.7%) e Mantova (-20%).

La contrazione è stata causata principalmente dal pessimo andamento climatico, caratterizzato da grandinate che hanno portato a una vendemmia 2019 molto scarsa. L’annata 2020, invece, presenta uve sane e in quantità che, salvo condizioni climatiche avverse, dovrebbero assicurare una vendemmia molto buona.

Dal punto di vista fitosanitario i vigneti si dimostrano in buono stato. La stagione è stata calda temperata, senza eccessi di calore e non troppo piovosa; inoltre, le buone escursioni termiche hanno favorito una maturazione delle uve graduale (relazione Assoenologi 2020), portando, in particolare nei bianchi, ad eccellenti livelli di acidità e a tenori zuccherini medio-alti.

Infatti, le stime per la vendemmia 2020, prevedono una produzione complessiva di 47,2 Milioni di ettolitri, circa l’1% in meno rispetto al 2019, con un leggero aumento produttivo per le regioni del Nord (+3%), e produzioni minori per Centro e Sud (-2%; -6.7%).

La Regione che produce di più resta il Veneto, seguita da Puglia ed Emilia-Romagna. Per quanto riguarda la produzione vitivinicola lombarda, a livello quantitativo ci si assesterà su una produzione del 10% superiore al 2019, di livello qualitativo ottimo.

Sempre secondo l’indagine Unioncamere Lombardia, le quotazioni delle uve e dei vini sui mercati nazionali restano stabili sui valori del 2019, nonostante la riduzione di produzione.

Questo potrebbe derivare dalla diminuzione di domanda dovuta all’emergenza Covid-19, che non ha portato ad un innalzamento delle quotazioni nonostante produzioni quantitativamente inferiori, né nel primo né nel secondo trimestre (a parte un leggero aumento delle quotazioni in aprile per i bianchi comuni).

Periodo buio anche per l’export che risulta in netto calo e subisce un decremento percentuale tendenziale di -14.3% nel primo semestre, che peggiora ancora nel secondo semestre, raggiungendo -21.7%, record negativo rispetto alle variazioni tendenziali degli ultimi tre anni, dovuto in sostanza alla situazione di chiusura dei canali di vendita con l’estero per il Covid-19.

“Notizie positive per il settore nel primo semestre 2020 vengono dai costi di produzione, che diminuiscono nel semestre sia in termini congiunturali che tendenziali”, conclude Unioncamere Lombardia.

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Oltrepò Pavese: un concorso nazionale del vino all’Enoteca di Cassino

La Lombardia si candida per la seconda volta in pochi mesi a diventare capitale del vino italiano. Dopo l’accordo tra Fiera Milano e Veronafiere per un’edizione “meneghina” di Vinitaly, Wine Discovery Milano, ecco la proposta di un concorso enologico nazionale dedicato ai vini. L’idea è di Patrizio Chiesa, segretario della della Strada del Vino e dei Sapori dell’Oltrepò Pavese, realtà presieduta da Roberto Lechiancole. A Giulio Vecchio, agronomo ed enologo di fama nazionale, la regia dell’evento. La sede concorsuale sarà l’Enoteca Regionale di Cassino Po, presieduta da Luigi Paroni e gestita da Filippo Arsi. Il primo tavolo di discussione, svoltosi giovedì scorso alla presenza dell’assessore all’Agricoltura Gianni Fava, ha visto di comune accordo Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, nelle persone del presidente Michele Rossetti e del direttore Emanuele Bottiroli, e Distretto del Vino di Qualità, rappresentato da Luca Bellani e Aldo Dallavalle. Saranno presto coinvolte Ais, Fisar e Onav. L’idea è arrivare al lancio ufficiale quanto prima e alle premiazioni nella primavera 2017. Regione Lombardia ha espresso il suo favore rispetto all’iniziativa e la disponibilità a sostenerla con modalità da definirsi, anche coinvolgendo Ascovilo, l’associazione regionale dei consorzi di tutela vini.

“LA LOMBARDIA RIPARTE DAL VINO”
“L’idea – spiega Patrizio Chiesa – nasce dal fatto che in Oltrepò è attiva la prima enoteca dei vini lombardi e che al momento manca un concorso che possa dare lustro a storia, qualità e identità dei marchi vinicoli della nostra regione”. La scelta di Giulio Vecchio come coordinatore tecnico si basa sulla sua provata competenza e sulla necessità d’interloquire con il ministero, visto che che un concorso nazionale deve garantire il rispetto di regole ben precise, che garantiscano professionalità, terzietà, trasparenza in ogni fase del percorso e oggettività dei giudizi espressi. “Sarà un concorso che farà bene al territorio nel suo insieme – evidenzia il comitato promotore – una terra da valorizzare e far conoscere. Pensiamo cosa rappresentano oggi il Merano Wine Festival, la Mostra Nazionale Vini di Pramaggiore e la Douja d’Or per i rispettivi territori. Dobbiamo partire da qui e trasformare, con serietà e impegno, il nuovo concorso di Lombardia in una risorsa per l’economia locale e regionale”. Il progetto è proprio quello di rendere il nome del concorso, in fase di definizione, “un marchio per la Lombardia del vino” e “un fregio in termini di comunicazione e marketing, per le aziende vinicole che prenderanno parte alla sfida”.

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