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Dpcm 24 ottobre 2020: nuove regole per scuola, lavoro, locali, palestre e ristoranti

Il premier Giuseppe Conte ha firmato il Dpcm 24 ottobre contenente le nuove misure per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Per tutta la giornata di ieri e ancora oggi le Regioni avevano proposto al governo di lasciare aperti i locali fino alle 23. Non è andata così e la conferma è arrivata in occasione della conferenza stampa odierna.

In sintesi: didattica a distanza per le scuole superiori anche oltre il 75%, chiusura alle 18 di tutti i ristoranti, bar e gelaterie. A differenza della prima bozza, i locali potranno però stare aperti la domenica, come richiesto dai governatori delle Regioni.

Il governo sta quindi accelerando sulle misure di ristoro da 1,5-2 miliardi per le categorie messe più in difficoltà dalle misure. Un consiglio dei ministri potrebbe essere convocato nelle prossime ore. Le nuove misure saranno in vigore da domani al 24 novembre.

COLDIRETTI: “UN MILIARDO DI PERDITE”
La chiusura anticipata alle 18 e lo smart working avrà un effetto negativo a cascata sull’agroalimentare nazionale, con una perdita di fatturato di oltre un miliardo per le mancate vendite di cibo e bevande nel solo mese di applicazione delle misure di contenimento, fa sapere Coldiretti.

“Un drastico crollo dell’attività che – sottolinea Coldiretti – pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato”.

LE NUOVE NORME INTRODOTTE DAL DPCM 24 OTTOBRE 2020

  • LOCALI
    Per tutta la giornata di ieri e ancora oggi le Regioni avevano proposto al governo di lasciare aperti i locali fino alle 23 e in qualche caso i governatori avevano proposto di “scambiare” questa richiesta con una didattica a distanza alle superiori al cento per cento, circostanza che l’esecutivo voleva evitare.Le attività dei servizi di ristorazione (tra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie) “sono consentite dalle 5 del mattino fino alle 18 del pomeriggio. Il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi.

    Dopo le 18 “è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico”. Resta consentita “senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, che siano ivi alloggiati”.

  • SCUOLE SUOPERIORI
    Nelle scuole superiori sarà possibile portare la didattica a distanza anche oltre il 75%. Nella bozza circolata ieri invece era prevista “una quota pari al 75 delle attività” in dad, ma nella versione definitiva l’articolo è stato riscritto prevedendo “una quota pari almeno al 75% delle attività”.Una formula che, di fatto, va incontro alle diverse Regioni che avevano chiesto di portare la Dad al 100%. Ora la palla passa in mano alle autonomie scolastiche, saranno i presidi a decidere la quota di Dad: da questa cifra vanno salvaguardati gli alunni con disabilità e i Bes, ovvero i bisogni educativi speciali.
  • SMART WORKING
    “È fortemente raccomandato l’utilizzo della modalità di lavoro agile da parte dei datori privati”.
  • CHIUSI CINEMA, TEATRI E PALESTRE
    Stop a cinema, teatri, casinò, sale scommesse- Stop a palestre, piscine, centri benessere e centri termali. Sospese anche le feste dopo i matrimoni.
  • CHIUSI GLI IMPIANTI SCIISTICI
    Il dpcm prevede la chiusura degli impianti sciistici. “Sono chiusi gli impianti nei comprensori sciistici. Gli stessi possono essere utilizzati solo da parte di atleti professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Coni, dal Cip e/o dalle rispettive federazioni per permettere la preparazione finalizzata allo svolgimento di competizioni sportive nazionali e internazionali o lo svolgimento di tali competizioni.Gli impianti sono aperti agli sciatori amatoriali solo subordinatamente all’adozione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e validate dal Comitato tecnico-scientifico, rivolte ad evitare aggregazioni di persone e, in genere, assembramenti”.
  • SPOSTAMENTI
    La versione definitiva del Dpcm “raccomanda fortemente” di “non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità, per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi”.Rispetto all’ultima bozza, tuttavia, salta la specifica secondo cui era raccomandato di non spostarsi “dal Comune di residenza, domicilio o abitazione”. Il punto, nel corso delle riunioni di ieri, era stato tra i più discussi anche perché nel governo circolava l’ipotesi del divieto di spostamenti tra le Regioni. Divieto che, nel testo firmato da Conte, non viene introdotto.
  • CONCORSI PUBBLICI E PRIVATI
    Si potranno ancora svolgere i concorsi pubblici e privati. Nel testo del decreto è infatti saltato il divieto di svolgimento previsto nella bozza. Alla lettera z dell’articolo 1 del testo circolato ieri, infatti, si affermava che “è sospeso lo svolgimento delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione alla professione, ad esclusione di quelle per il personale sanitario e della protezione civile, fatte salve le procedure in corso”.
  • DISABILI
    “Le persone con disabilità motorie o con disturbi dello spettro autistico, disabilità intellettiva o sensoriale o problematiche psichiatriche e comportamentali o non autosufficienti con necessità di supporto, possono ridurre il distanziamento sociale con i propri accompagnatori o operatori di assistenza, operanti a qualsiasi titolo, al di sotto della distanza prevista”.

Il Dpcm 24 ottobre 2020 contiene le ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 maggio 2020, n. 35, recante “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19”, e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2020, n. 74, recante «Ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19.

 

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Guida Locali Storici: un viaggio nel gusto italiano. Anche in digitale


Un viaggio nell’Italia più bella, quella da gustare nei locali che hanno fatto la Storia del nostro Paese e dove è nato il famoso “gusto italiano”. E’ un itinerario da scoprire quello contenuto nella 43esima edizione della Guida ai Locali Storici d’Italia, presentata all’Hotel Massimo d’Azeglio di Roma, in Via Cavour 18.

Dall’espresso alla pasta, dal risotto ai dolci: quello che oggi nel mondo è conosciuto come il “gusto italiano” è nato proprio qui, in questi prestigiosi caffè, ristoranti, hotel e pasticcerie con secoli di vita alle spalle. Questa nuova edizione della Guida ai Locali Storici d’Italia è un viaggi tra i locali che hanno fatto la storia del gusto in Italia (e non solo).

La nuova edizione della Guida ai Locali Storici d’Italia – oltre 200 esercizi e più di 300 pagine bilingue italiano/inglese – è dedicata all’eccellenza che attraversa la storia, viaggiando tra tradizione e modernità grazie a piatti esclusivi e semplicissimi che ancora oggi vengono realizzati nei Locali Storici.

Edita dall’Associazione Locali storici d’Italia, libero sodalizio culturale nato nel 1976 e presieduto dal 2017 da Enrico Magenes di Pavia, la Guida è illustrata al tratto dal pittore Gianni Renna, come usava nelle guide ottocentesche.

Viene distribuita gratuitamente dall’Associazione a chi ne fa richiesta, con il solo contributo delle spese di spedizione, ed è disponibile presso i locali associati.

Guida ai Locali Storici d’Italia è un viaggio da Nord a Sud, alla scoperta dei cibi che ci rendono unici e apprezzati in tutto il mondo. Un itinerario inedito, che si può vivere anche grazie ad una nuova applicazione per smartphone e tablet (scaricabile da App Store per iOs https://itunes.apple.com/us/app/locali-storici-ditalia/id1452784612?mt=8 e da Google Play Store per Android https://play.google.com/store/apps/details?id=com.localistorici).

Ed è la prima volta che un’edizione digitale affianca quella cartacea della guida, permettendone un utilizzo pratico e veloce, anche in viaggio per piacere o per affari.

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Veneto, l’anti Spritz è servito: al via Autoctono Wine & Food Tour

Un calendario di quindici serate per lanciare tra i giovani l’aperitivo con i prodotti autoctoni vicentini. Si chiama Autoctono Wine & Food Tour 2017 la proposta che arriva dei Consorzi di Tutela dei vini della Provincia di Vicenza (Breganze, Colli Berici e Vicenza, Durello, Gambellara). Al bando lo spritz, insomma, che dilaga tra i giovani e i giovanissimi, in Veneto così come il altre regioni d’Italia, quasi in parallelo al “fenomeno Prosecco”.

“Vogliamo riportare i prodotti autoctoni del territorio – spiegano i Direttori dei Consorzi – al centro degli aperitivi tra i giovani. Oggi la scelta ricade tra spritz o altri cocktail realizzati con prodotti industriali. La nostra ambizione è che la nuova tendenza diventi un calice di Gambellara piuttosto che le bollicine del Vespaiolo e del Durello o un Tai Rosso. E in abbinamento un pezzo di Asiago Dop o finger food con gli asparagi di Bassano”.

Autoctono Wine & Food Tour 2017 è in programma da gennaio a maggio 2017. Il primo appuntamento è in programma venerdì 13 gennaio 2017 allo Snack Bar di Montecchio Maggiore. Ogni serata si svolgerà in orario aperitivo – dalle 18 alle 21 circa – in selezionati locali della provincia berica. I partecipanti potranno degustare i vini, assaggiare i prodotti tipici, ascoltare il racconto dei produttori presenti. Dopo la prima serata l’evento è in programma in altri locali della provincia: Osteria da Mirella di Tezze sul Brenta (venerdì 27 gennaio 2017); Bar ristorantino La Rua di Vicenza (venerdì 10 febbraio 2017); Osteria alla Botti di Vicenza (venerdì 18 febbraio 2017); Enoteca da Cesare di Nanto (venerdì 24 marzo 2017); Wine Enoteca di Lonigo (sabato 25 marzo 2017); Garibaldi Cafè di Lonigo (venerdì 31 marzo 2017); La Bottega da Claudio – ombre e cicheti di Vicenza (venerdì 28 aprile 2017).

Altri locali coinvolti con data da definire sono: La Vaca Mora Café di Barbarano Vicentino; Enoteca La Caneveta di Barbarano Vicentino VI; Osteria Madonnetta di Marostica; Trattoria Palmerino di Sandrigo; Pulierin Enotavola di San Michele di Bassano del Grappa; Caffè Carducci di Thiene; Bar Mazzini di Breganze.
Insieme ai Consorzi di Tutela Vino partecipano all’iniziativa i Consorzi di Tutela del Formaggio Asiago, dell’Asparago di Bassano DOP, della Ciliegia di Marostica IGP, con il contributo della Camera di Commercio di Vicenza e il coinvolgimento delle associazioni di categoria APIndustria, Confartigianato, Confcommercio, F.I.P.E.
Per informazioni Autoctono Wine & Food Tour 2017 ha una pagina Facebook (www.facebook.com/autoctonowinefoodtour), che verrà aggiornata con tutti i dettagli delle serate.

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Milano Beer Week: birre d’autore per la sete dei lombardi

Se è vero, come risulta dai dati forniti dall’Istat e diffusi da Coldiretti Lombardia, che “quasi un lombardo su due beve birra durante l’anno”, allora il capoluogo ha qualcosa da offrire, dal 12 al 18 settembre. Niente di meno che una settimana di eventi (qui il calendario), legati alla Milano Beer Week.

La “settimana milanese più birraria dell’anno” sta per cominciare. Una manifestazione unica nel suo genere, in Italia. Si tratta infatti del primo evento dedicato alla birra che non si svolge in un’unica location, bensì tra i migliori locali di una città, “dove la birra è amata e rispettata”.

Birra protagonista, sì. Ma non da sola. L’intenzione dell’ideatore Maurizio Maestrelli – giornalista che da 20 anni vive e lavora nel settore del luppolo – è quella di farla vivere “attraverso i locali e le persone che sono i suoi migliori ambasciatori”. Birre d’autore, dunque, spillate sette giorni su sette grazie alla fatica e all’impegno di coraggiosi imprenditori milanesi, che combattono la crisi a suon di boccali.

La Milano Beer Week – spiega Maestrelli – non è pensata solo per gli esperti o per i super-appassionati. Anche se molti appuntamenti sono rivolti a loro, noi vorremmo che la gente si avvicinasse alla birra senza per forza sentirsi in dovere di conoscere tutto sulla produzione, sui luppoli o sui diversi stili birrari. Una bella serata di Milano Beer Week può prevedere anche un reading di un nuovo romanzo o un concerto o un vernissage. Naturalmente con una birra in mano”.

I LOCALI SELEZIONATI
Tante riconferme e alcune interessanti novità tra i locali selezionati per la terza edizione della Milano Beer Week. Tra gli “storici” si contano lo Scott Duff di via Volta e lo Scott Joplin di via Val di Lepro e le due Impronta Birraia di via Tucidide e di via Sciesa, la Brasserie Bruxelles di Viale Abruzzi, l’Au Vieux Strasbourg di via Strambio, l’Isola della Birra di via Medardo Rosso, lo Sloan Square di Piazzale Cadorna, il Birrificio La Ribalta di via Cevedale, il Ristorante La Pobbia di via Gallarate, la Pazzeria di via Caterina da Forlì.

E ancora: il Mulligans Irish Pub di via Govone, il Woodstock di via Lodovico il Moro e il Baladin Milano di via Solferino. Le new entry 2016 sono invece il Beer Gallery di via Stendhal, l’Hoppy Fish di Corso di Porta Vigentina, il Barley Park di viale Monte Nero, il BeerShow di via Borsieri, El Tombon de San Marc di Via San Marco e Le Vent du Nord di via Sannio. Una selezione, dunque, comprensiva di realtà ormai storiche e di altre esordienti, di pub e di brewpub, di ristoranti e di beershop. Perché la buona birra si fa trovare dovunque e, soprattutto, può essere assaggiata da chiunque.

“La birra artigianale – spiega Maurizio Maestrelli – è sicuramente sotto i riflettori e vive un momento di grande splendore ma non si deve correre il rischio di confondere ‘artigianale’ con ‘buono’. Ultimamente si tende a fare questa ‘connessione’, ma non è sempre vero. Come approcciarsi nella maniera più corretta a questo caleidoscopico mondo birrario? Affidandosi ai gestori dei locali che conoscono le birre, che le sanno servire bene, che le sanno raccontare”.

L’idea cardine della Milano Beer Week è quella di diffondere la cultura della birra che vada oltre i luoghi comuni e che permetta di apprezzare le tante e diverse sfumature di aromi e di gusto che ci sono tra una birra e l’altra, e promuovere un consumo intelligente della birra all’interno di quei luoghi dove la birra è amata e rispettata”. Luoghi individuati da Maestrelli con la collaborazione degli altri tre ideatori dell’evento: Valentina Brambilla, Emanuele Tonucci e Andrea Camaschella.

LA BIRRA IN LOMBARDIA
Del resto, la Lombardia è la regione italiana dove la birra è più amata: la consumano oltre 4 milioni di persone (+5% sul 2014), pari al 40% della popolazione e oltre 360 mila la bevono tutti i giorni. A livello nazionale il consumo pro capite è di circa 29 litri all’anno, fra i più bassi d’Europa.

E proprio in Lombardia, come evidenzia la Coldiretti regionale, aumentano le aziende che decidono di scommettere su questo prodotto: si va da quella aromatizzata ai mirtilli a quella alla canapa, dall’agribirra al mais corvino fino a quella prodotta con un processo che dura più di 80 giorni.

Scommesse che si giocano in lungo e in largo sul terriorio lombardo, da Milano a Sondrio, da Brescia a Mantova. Mentre sono 10 i birrifici industriali presenti sul territorio lombardo, ai quali si affianca una rete di circa 170 mini birrifici pseudo artigianali.

A sostenere la produzione lombarda di birra ci sono anche le coltivazioni di orzo, con la superficie complessiva che sta aumentando in media di oltre 100 ettari al mese, passando dai 21.700 ettari dell’anno scorso ai quasi 23 mila ettari attuali, così distribuiti: 4.363 in provincia di Mantova, 3.733 in provincia di Cremona, 3.450 nel Pavese, 3.187 nel Bresciano, 2.640 in provincia di Milano, 2.548 nella Bergamasca, 2.266 nel Lodigiano, 389 ettari in provincia di Monza e Brianza, 169 in provincia di Como, 125 a Varese, 87 a Lecco e 3 ettari a Sondrio.

“Questa è una bevanda poliedrica – spiega Francesca Toscani, Responsabile regionale di Campagna Amica -. Può essere leggera o pastosa, aromatizzata o naturale, si può abbinare al dolce o al salato. La regola base, però, è quella di un consumo responsabile: l’apporto calorico va dalle 34 kilocalorie per 100 grammi delle birre standard alle 60 kilocalorie di quelle più alcoliche”.

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