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Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene, 100 milioni di bottiglie: «Raggiunto limite fisico»

Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene, 100 milioni di bottiglie «Raggiunto limite fisico»Con 100 milioni di bottiglie certificate nel 2021, il Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene Docg «ha raggiunto il limite fisico della produzione. O è ormai prossimo a raggiungerlo». Il dato è emerso questa mattina, durante la presentazione del Rapporto Economico di Distretto 2021, a cura del Consorzio di Tutela della Docg veneta.

Il documento, ideato dal prof Vasco Boatto in collaborazione con il prof Luigino Barisan, è stato presentato dal responsabile scientifico Eugenio Pomarici, professore associato di Economia politica presso l’Università di Padova.

«Non si potrà andare molto oltre ai 106 milioni di bottiglie – ha sottolineato Pomarici – perché questo è il limite fisico della produzione del Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene Docg. Un vincolo con il quale si deve fare i conti. La crescita della denominazione, dunque, dovrà essere essenzialmente in valore».

Fa ben sperare, su questo fronte, l’apprezzamento crescente delle Rive, menzione inserita nel disciplinare attraverso la riforma 2009. Nel 2020 la tipologia è cresciuta in volume e in valore. Ed è al centro delle attenzioni della nuova presidente del Consorzio di Pieve di Soligo, Elvira Bortolomiol, nonché del neo direttore Diego Tomasi.

PROSECCO DOCG: LE PROSPETTIVE

L’avvertimento sui “limiti” della denominazione è arrivato a margine della presentazione delle stime dell’Istituto Statista. La business platform leader nella raccolta dei dati di mercato e di consumo mondiali prevede una crescita del 5% in volume e del 7% in valore del mercato del vino internazionale, entro il 2025.

Dati da prendere con grandissima cautela – ha avvertito il prof Eugenio Pomarici – ma ciò significa che il Conegliano Valdobbiadene Docg può sfruttare, nei prossimi anni, il vento favorevole del mercato e le opportunità offerte da Pac e Pnrr. Il tutto considerando una crescita in valore che sia in sintonia con il contesto del riconoscimento a patrimonio Unesco».

Più in generale, il record dei 100 milioni di bottiglie è stato raggiunto «dopo un 2020 di resilienza» per lo spumante a Denominazione di origine controllata e garantita del Veneto (88 milioni di bottiglie lo scorso anno, per mezzo miliardo di valore).

Il Rapporto economico 2021 esalta gli ottimi risultati delle iniziative messe in campo dalla aziende del Consorzio, soprattutto sul fronte dell’enoturismo, della sostenibilità e della digitalizzazione. Tre ingredienti che hanno contribuito al successo, assieme alla differenziazione dei mercati e al grande apporto della Grande distribuzione organizzata.

PROSECCO CONEGLIANO VALDOBBIADENE: LE CIFRE

Parlano chiaro le certificazioni. Da gennaio a ottobre 2021, dato più aggiornato a disposizione dell’ente, sono state certificate 83 milioni di bottiglie. Il 12% in più del 2020. Da qui la previsione di oltre 100 milioni di bottiglie.

Una crescita accompagnata dal rafforzamento sul fronte dei prezzi. Come rivela ancora il Rapporto economico 2021, il vino base atto a divenire Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene Docg è cresciuto a 2,6 euro al litro.

«Non siamo tornati al livello degli anni 2017 e 2018 – ha commentato il prof Eugenio Pomarici – ma i livelli dell’ultima vendemmia sono molto alti, nonché fisiologici. Bene anche il mercato dell’uva. Dopo gli 1,20 euro “di tenuta” del 2020, nel 2021 si è raggiunta la quota di 1,48 euro per un Kg di uve Glera».

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Eugenio Rosi, una vita a 50 quintali ettaro. E un cartello stradale come manifesto

Molto più di un semplice cartello stradale al posto sbagliato. Eugenio Rosi, vignaiolo trentino della Vallagarina, è riuscito a trasformare un limite in una virtù, per la quale chiedere “attenzione e rispetto”. Gli è bastato aggiungere la scritta “quintali di uva per ettaro” a un cartello indicante il limite di 50 chilometri orari per dare voce a centinaia di vignaioli italiani ai tempi di Covid-19. Usando solo un pennarello indelebile.

Distillazione e vendemmia verde – spiega Eugenio Rosi a WineMag.it – sono tematiche attuali, ma lontanissime dalla nostra realtà. Noi, piuttosto, attendiamo il ritorno dei turisti e di vedere i ristoranti di nuovo pieni”.

Il cartello stradale è appeso a un palo del nuovo vigneto di Rosi, in frazione Anghebeni del comune di Vallarsa, in provincia di Trento. Il vento freddo proveniente delle Dolomiti sferza le viti di Pinot Bianco, a 650 metri sul livello del mare.

“Questo è il primo anno in cui vediamo qualche grappolo”, chiosa Eugenio Rosi. L’impianto risale infatti al 2016. Una volta produttivo, entrerà a far parte dell’uvaggio del vino biancoAnisos“, assieme a Nosiola e Chardonnay.

“Ho trovato il cartello col limite dei 50 Km/h due anni fa – spiega il vignaiolo trentino – ma solo nei giorni scorsi ho pensato di aggiungerci la scritta ‘quintali di uva per ettaro‘. Ho sentito che in molti territori si sta discutendo dell’abbassamento delle rese, soprattutto a causa del Covid-19, non ultimo in Alto Adige”.

Buone notizie, soprattutto se queste operazioni si tramuteranno nella produzione di vini di maggiore qualità. Non bisogna però dimenticare che qualcuno ha sempre lavorato in questo modo, con le rese basse”.

“Quello che spero – sottolinea Rosi – è che la gente si ricordi di noi vignaioli, dei vini che produciamo. E capisca dove risiede il vero rapporto qualità prezzo, ovvero nella qualità assicurata negli anni, anche grazie a rese basse in vigneto, venduta a un prezzo onesto”.

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