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Fontanavecchia Miglior Cantina Sud Italia Guida Winemag 2025: la Falanghina, a casa

Fontanavecchia Miglior Cantina Sud Italia Guida Winemag 2025 la Falanghina del sannio a casa libero rillo Libero B Particella 148, Libero F Particella 190 e Libero T Particella 031
Il concetto è molto semplice: quando una cantina riesce a diventare sinonimo della massima espressione di un vitigno, in una determinata zona, o all’interno di una denominazione, allora quella cantina ha fatto centro. C’è un’azienda del Sannio, in Campania, che investe sin dalle sue origini sul vitigno Falanghina, con risultati eccellenti. A nostro avviso, quest’anno, il lungo cammino della famiglia Rillo è giunto a un definitivo compimento. Stiamo parlando di Fontanavecchia, Miglior Cantina Sud Italia per la Guida Winemag 2025.

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Sono state infatti presentate in anteprima, alle selezioni della Guida Top 100 Migliori vini italiani 2025 di winemag, tre nuovi vini frutto di una selezione parcellare del vigneto di Falanghina. La loro creazione, in occasione della vendemmia 2020, coincide con l’arrivo in azienda dell’enologo Emiliano Falsini, col quale la famiglia Rillo decide di «osare ancora di più» sul vitigno tipico campano. «L’idea – spiega Libero Rillo – era quella di produrre un vino ancora più identificativo del territorio». Nasce, così, la linea “Cru” dell’etichetta “Libero”: «Tre Cru con la stessa attenzione alla selezione delle uve ed alle fasi di vinificazione, ma con caratteristiche diverse dovute, soprattutto, alla composizione del suolo, all’altitudine e alla posizione della vigna».

LA FALANGHINA DEL SANNIO LINEA CRU LIBERO PARTICELLA B 148, F 190, T 031

Ecco, dunque, Libero B Particella 148, Libero F Particella 190 e Libero T Particella 031. Solo 1.333 bottiglie per ognuna delle tre Falanghina del Sannio Dop Vendemmia Tardiva, frutto di un’attenta selezione dei grappoli nei vigneti situati rispettivamente a Bonea (300 m. slm, suoli con depositi deltizi delle piane alluvionali e costiere e depositi eolici misti marino-continentali), Foglianise (380 m. slm, suoli a maggioranza calcarei) e Torrecuso (210/320 m. slm, suoli costituiti da marne calcaree affioranti). Dopo essere state portate in cantina, le uve vengono stoccate in un container frigo per tutta la notte a circa quattro gradi.

Il mattino successivo, dopo la diraspatura, vengono lasciate macerare in pressa a freddo, per circa otto ore. La fermentazione avviene in barrique nuove di rovere francese. Rinvenire tra i campioni degustati alla cieca questi vini è stata una sorpresa e un’emozione. Nelle nostre note di degustazione, qualcosa suggeriva un fil-rouge tra le etichette degustate in ordine sparso, tra altri campioni della medesima denominazione. Al contempo, le differenze fra le tre etichette “sorelle” ci ha portato a soppesare con grande attenzione ogni sfumatura, scoprendo solo al termine della valutazione che si trattava di un progetto di valorizzazione delle espressioni parcellari delle vigne di Falanghina di Fontanavecchia: bingo!

FALANGHINA DEL SANNIO E SPERIMENTAZIONE: IL TIMBRO DI LIBERO RILLO

Le basi del progetto sono da ricercare nello spirito pioneristico e nella sete di sperimentazione della famiglia Rillo. «Da sempre – spiega Libero Rillo – siamo convinti che questo vitigno possa esprimere molto più del classico “vino fresco fermo”, da bere nel corso di uno o due anni dalla vendemmia. Per questo abbiamo deciso di produrre anche una Falanghina Vendemmia Tardiva, interpretazione di un vitigno capace di attraversare il tempo. È nata così, con la vendemmia 1999, “Facetus”: una Falanghina intensa, complessa ed evoluta, prodotta da un’attenta selezione delle uve che, dopo la vinificazione, passa un breve periodo di affinamento in barrique.

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«Nel frattempo – continua Rillo, tra l’altro presidente del Consorzio Vini del Sannio – il mercato cambia. Si preferiscono vini con una più accentuata freschezza e bevibilità. Con la vendemmia 2007, decidiamo quindi di ampliare il progetto con l’etichetta “Libero”, dando priorità alla freschetta ed alla bevibilità del vitigno Falanghina. E diminuendo anche l’impronta del legno. Il vino “Libero” è subito un successo, in quanto viene apprezzato sia dalla stampa di settore che dal consumatore finale».

Si arriva così alla vendemmia 2020, quella dello scatto in avanti di Fontanavecchia: tre etichette da Parcella – le già citate Libero B Particella 148, Libero F Particella 190 e Libero T Particella 031 – di una Falanghina che oseremmo definire “totale”. Per caratteristiche, per l’idea. Per la capacità, ancora una volta, di tramutare in realtà un desiderio. Un sogno. Un progetto che sa di futuro: Fontanavecchia, miglior cantina Sud Italia per Guida Winemag 2025. Il cui “claim” non è, a caso, “La forza dei sogni“.

Guida top 100 Migliori vini italiani 2025

Azienda agricola Fontanavecchia

Via Fontanavecchia
82030 Torrecuso (BN)
Tel. 0824876275

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Vini al supermercato

Marche Igt Passerina 2013 “D’Orobianco”, Fulvia Tombolini

(5 / 5) Quattro anni sulle spalle, per un vino bianco come la Passerina, rischiano di essere davvero tanti. Ma non per la Passerina 2013 “D’Orobianco” di Fulvia Tombolini.

Una che, del resto, mastica Verdicchio (uno dei vini bianchi italiani più longevi) al posto del pane. Troviamo questo Marche Igt in offerta, al 50%, in un negozio Auchan della provincia di Milano. Prendere o lasciare. Preso. Per cinque “euri”, vale la pena rischiare.

LA DEGUSTAZIONE
Primo colpo a vuoto, in questa roulette russa con il tempo. Il calice, di fatto, si veste di un giallo paglierino con riflessi dorati. Il nettare ha tenuto bene la prova degli scaffali del supermercato (vallo a spiegare ai detrattori della Gdo e a chi crede che i vini, proprio tutti, vadano conservati “esclusivamente in cantine climatizzate e al buio”: cazzata).

Premiamo il grilletto per la seconda volta: mettiamo la Passerina 2013 “D’Orobianco” sotto al naso. Sopravvissuti. Fortunati? No. Questo è un gran vino. Punto. La freschezza fruttata tipica del vitigno vira su quella delle erbe aromatiche. Alloro e rosmarino, dunque, in primo piano. Non mancano i fiori come il gelsomino, che si fanno largo in un sottofondo di muschio.

Terzo clic: l’assaggio. Un altro colpo a vuoto in questo apparente gioco al massacro con le lancette. Siamo ancora vivi. Come l’acidità di questo vino bianco, dal sorso ancora pieno e di croccante sapidità. Capace di tingersi ancora d’esotico. E non è saudade.

La Passerina “Orobianco” di Fulvia Tombolini ha retto quattro anni il confronto con quel “mostro” della Gdo. Le diamo un premio? I nostri cinque “cestelli della spesa”. E la promessa di altri assaggi della stessa cantina, da raccontare ai nostri più affezionati lettori.

Non dimentichiamo l’abbinamento. Le nuove annate di “D’Orobianco” accompagnano alla perfezione le portate leggere di un aperitivo. Questa 2013 fa il paio – alla grande – con un’orata al sale, cotta al forno in maniera del tutto nature, senza aggiunta di erbe aromatiche. Solo pesce e sale. Il resto ce lo mette il vino.

LA VINIFICAZIONE
Salta all’occhio l’etichetta di “Vino Libero”, a mo’ di bandiera, sul collo della bottiglia. Un vero e proprio biglietto da visita. L’Associazione Vino Libero raggruppa 12 produttori vinicoli e una distilleria di otto diverse regioni italiane, “impegnati ad applicare un modello di agricoltura che sia allo stesso tempo economicamente vantaggioso e rispettoso dell’ambiente”.

Tradotto: in vigna si utilizzano solo concimi organici. Banditi i diserbanti. 
E in cantina “si adottano tecniche evolute per abbattere l’uso dei solfiti, pur mantenendo la perfetta conservazione. La dose massima di solfiti è inferiore almeno del 40% rispetto al limite previsto per legge”.

Sulla “conservabilità” del “Vino libero” di Fulvia Tombolini, non abbiamo più dubbi, dopo l’assaggio. Passerina in purezza, allevata sulle colline di Campofilone, nelle Marche. Le viti affondano le radici in terreni di tipo argilloso, con un densità d’impianto di 3.300 ceppi per ettaro.

La vendemmia avviene nella terza decade del mese di settembre. Le uve vengono vinificate esclusivamente in acciaio. Fulvia Tombolini porta avanti nelle Marche una tradizione vitivinicola di famiglia, avviata nel 1921. La scelta odierna è quella di coniugare la dimensione contadina con la necessità di rimanere al passo coi tempi e col mercato.

Prezzo: 9,99 euro
Acquistato presso: Auchan / Eataly

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