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Covid e Dpcm: la lettera aperta del barista al Governo che vale più di mille proteste

Lettera aperta al governo italico

Buonasera, mi chiamo Pier Strazzeri e sono un semplice barista di provincia.

Ci tengo a dirvi che ancora una volta avete preso decisioni senza neppure conoscere le dinamiche dei lavori che oggi andate a fermare. Non giudico assolutamente se andava o meno fatto questo blocco poiché non ho le competenze per decidere una cosa così importante.

Ma se solo vi foste consultati con qualcuno che conosce come funzionano bar e ristoranti avreste fatto meno danni di quelli prodotti oggi. Ci avete tenuti sulle spine per più di tre giorni per poi pubblicare il decreto stamane rimandando le spiegazioni a stasera.

Nel frattempo io, come tantissimi miei colleghi, mi sono dovuto organizzare sospendendo ordini alimentari già da lunedì e mi sono attrezzato per finire fusti di birra e bottiglie di vino senza aprirne di ulteriori per non buttarle via.

Ho chiesto umilmente ai miei clienti se potevano cambiare la loro scelta di piadina per non dover aprire un arrosto che domani avrei buttato. Ho fatto un pessimo servizio col sorriso sulle labbra e ho ricevuto tantissimi “non c’è problema”. Poi voi dite che si comincerà da venerdì.

Ma voi sapete i danni che fate con queste decisioni? Sapete che dopo tre giorni di fatica domani per poter assolvere al mio compito dovrò decidere se continuare a chiedere ai miei clienti di “accontentarsi” anziché scegliere liberamente oppure aprire nuovi fusti, nuove bottiglie e nuovi salumi che da venerdì dovrò buttare?

Sto già fatturando il 39% e con questa mossa potrei dover buttare via derrate per un valore superiore all’incasso di domani. L’altra volta fu una fuga di notizie a far scappare la gente in stazione. Oggi avete creato voi il “giovedì liberi tutti”.

Perché domani chiunque sarà libero di tornare a casa, spostandosi dalla zona rossa magari tornando in una gialla. E poi dite che avete dato un giorno in più per dare modo alle attività di organizzarsi. Ma come caspita ragionate?

Secondo voi per organizzarmi potevo aspettare il discorso di stasera? Uscite ogni tanto dall’Italia parallela in cui vivete. Uscite dal ristorante e dal parrucchiere di Montecitorio. Perché voi di come funzionano le cose ne sapete come io ne so di virologia.

Avete questa convinzione che noi si stia in piedi con il delivery e l’asporto. Ci avete fatto lavorare fino alle 24 e ci siamo adattati. Ci avete fatto lavorare fino alle 18 e ci siamo adattati. Ci siamo adattati ogni volta. Ci avete fatto lavorare dicendo continuamente alla popolazione di non uscire di casa.

Accetto il lockdown perché ci sono problemi ben più gravi della mia chiusura. C’è gente che muore sola ed è una cosa inimmaginabile da sopportare. Però la prossima volta che deciderete le mie sorti e quelle dei miei colleghi fatemi uno squillo che ne parliamo.

Pier Strazzeri – Bar Castello di Abbiategrasso (MI)

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Gli Editoriali news news ed eventi

Lettera aperta di un sognatore

In questo periodo difficile per tutti, noi di WineMag.it e Vinialsuper.it abbiamo scelto di confermare in maniera ancora più ferrea la nostra linea di rispetto assoluto nei confronti dei lettori, che si manifesta da sempre nella netta differenziazione tra pubblicità e informazione.

Riteniamo questo punto fondamentale per dare il nostro contributo a un settore, quello della stampa enogastronomica, che soffre di una crisi di autorevolezza e credibilità – al di là della congiuntura economica – proprio a causa del progressivo svilimento etico e deontologico, che genera inaccettabili commistioni tra pubblicità e giornalismo.

Tutti lo sanno, nessuno ne parla: ebbene, abbiamo deciso di rompere il ghiaccio, costi quel che costi, sperando di essere seguiti da altri e di non rimanere soli con le spalle al muro, come spesso capita in Italia a chi alza la mano per primo. In ogni caso, è un rischio che deve assumersi chi ha a cuore l’informazione prima del portafogli.

Non intendiamo dunque partecipare ad alcun “tasting online”, “Splashmob”, “degustazione virtuale” proposta dagli uffici stampa in questi giorni alle nostre testate. Crediamo che qualsiasi cantina che intenda parlare, attraverso i nostri canali, con i nostri lettori, debba consentirci di veicolare correttamente tali attività codificandole come “pubblicità”, al posto di mascherarle da “informazione”.

Non sappiamo come arrivino a fine mese molti colleghi. Di certo, noi di WineMag.it e Vinialsuper.it non siamo in grado di vivere grazie ai campioni gratuiti che le aziende (generosamente) sono abituate ad elargire a testate e blog vari, grazie alla mediazione di uffici stampa lautamente retribuiti.

Intendiamo dunque interrompere il cordone ombelicale, consci che questa scelta ci costerà ulteriori problemi in un settore che vive di ripicche e vendette trasversali, specie nei confronti di chi non cede al paradigma del “do ut des”. Cordiali saluti

Davide Bortone, direttore responsabile WineMag.it -Vinialsuper.it

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Ungulati: lettera aperta del Presidente del Consorzio Vino Chianti al ministro Toninelli

FIRENZE – Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta inviata da Giovanni Busi, Presidente del Consorzio Vino Chianti,  all’Onorevole Danilo Toninelli.

La lettera è in risposta all’intervento del Ministro del 4 Gennaio scorso nel quale Toninelli di fatto relegava la questione ad un “mero” problema di recinzioni.

Egr.
On.le Danilo Toninelli
Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

“Non è accettabile dover veder morire un ragazzo di 28 anni sull’autostrada perché si è trovato davanti all’improvviso un cinghiale. Tanto meno è accettabile la sottovalutazione di un problema che oramai ha assunto i tratti di una vera e propria emergenza nazionale.

La tragedia avvenuta nei giorni scorsi in A1 dove, a causa di un improvviso attraversamento di cinghiali, ha perso la vita un uomo di 28 anni e sono rimaste ferite altre 10 persone, infatti è solo il triste epilogo di una emergenza ormai nota a livello nazione e che nessun Governo ha voluto mai affrontare con decisione: gli ungulati.

Il nostro Paese, da nord a sud, ormai è in balia di un incontrollato quanto pericoloso aumento demografico di questi animali che si rendono quotidianamente protagonisti di una migrazione verso i centri abitati che, almeno fino ad oggi, sembra non interessare nessuno.

Sono anni che chi lavora la terra, dagli imprenditori agli agricoltori, si trova costantemente a fare i conti con i danni che questi animali provocano alle varie colture, senza poter fare niente per opporsi. Un vero e proprio bollettino di guerra in cui l’uomo è spettatore inerme di un fenomeno causato da un silenzio assordante con cui la politica, ieri e oggi, ha affrontato la questione.

Lascia quindi piuttosto perplessi che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, nei giorni scorsi abbia derubricato il problema ad un mero controllo delle recinzioni, segno evidente che non ha compreso a pieno la gravità di quanto sta accadendo.

Caro ministro, le possiamo assicurare che non si tratta di un problema di reti o guardrail, ma più semplicemente di selvaggina fuori controllo che si riproduce ormai da tempo senza nessuna cura da parte del suo proprietario. Ovvero lo Stato. Il paradosso infatti sta tutto qui: gli agricoltori e i cittadini si trovano a doversi difendere da quello che è per legge considerato un bene dello Stato.

Le imprese non si dovrebbero difendere dallo Stato, ma dovrebbe essere lo Stato a difendere le imprese. E invece a causa della presenza fuori controllo degli ungulati ogni anno noi imprenditori agricoli ci troviamo a dover rivedere al ribasso le stime delle nostre produzioni con gravi ripercussioni sui mercati. Nel mondo la competizione è spietata e le aziende che rappresentano il Made in Italy dovrebbero essere considerate un patrimonio di tutta Italia e di tutti gli italiani. Invece vediamo che non solo i nostri concorrenti stranieri sono aiutati dai loro Governi, ma che noi dobbiamo pagare la tassa occulta e indiretta dei danni provocati dagli ungulati. Per questo riteniamo che sarebbe giusto prevedere una legge sulla legittima difesa degli agricoltori dagli ungulati, in maniera tale da permettere a chi fa impresa di difendere se stessi e il proprio lavoro”.

Giovanni Busi, presidente Consorzio Vino Chianti

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