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Five Roses Leone De Castris: 75 anni e non sentirli

SALICE SALENTINO – Venerdì 1 febbraio la famiglia Leone de Castris ha festeggiato il 75° anniversario di Five Roses. Un vino senza tempo, che ha elevato il Salento a ‘terra di rosato’ e che ha aperto la strada alla nobilitazione della Puglia enologica. Il primo rosé ad essere stato imbottigliato in Italia.

La serata di festeggiamenti si è aperta con la presentazione del nuovo enologo di famiglia, Matteo Esposito. Al consulente di sempre, Riccardo Cotarella, la conduzione della degustazione di cinque vini di casa Leone De Castris. Oltre alla nuova annata 2018 del Five Roses 75° Anniversario, è stata degustata una rarissima verticale del Metodo Classico rosato da uve Negroamaro.

Gli ospiti hanno potuto assaggiare la verticale di Five Roses Metodo classico 2015 e di Five Roses Anniversario Metodo Classico 2013 e 2010 che ha esaltato la diversa e interessante permanenza sui lieviti per 30, 48 e a seguire 72 mesi (quest’ultimo in formato magnum).

Festa per il palato anche grazie al raffinato buffet del Ristorante Milo del Wine Hotel Villa Donna Lisa di ‘casa’ Leone de Castris, messo a punto per l’occasione dal talentuoso chef Antonio Serravezza. Il tutto allietato dalla voce di Carla Petrachi, che si è esibita in un duo di eccezionale bravura.

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Il rosato salentino Five Roses cambia etichetta

SALICE SALENTINO – “Rinnovarsi è sempre una scelta coraggiosa, necessaria per mantenere accesa la curiosità nel consumatore e per essere al passo con i tempi e le evoluzioni del mercato”. Con queste parole la Leone de Castris annuncia al mercato le modifiche all’etichetta del suo vino simbolo: il Five Roses.

“La nostra azienda ha una chiara e forte identità storica – continua in una nota l’azienda salentina – ben comunicata nel marchio e nel packaging dei prodotti che la rappresentano. È proprio tenendo conto di questi concetti che presentiamo con orgoglio il nuovo marchio. E quale dei nostri prodotti poteva essere il miglior ambasciatore di rinnovamento, se non il Five Roses nella versione classica ed anniversario?”.

Il rosato che ha fatto la storia dell’azienda di Salice Salentino, antesignano del successo dei rosati italiani nel mondo, cambia volto ma non contenuto. Si tratterà sempre di due prodotti distinti: uno destinato alla Gdo, l’altro al canale della ristorazione e delle enoteche. Entrambi ottenuti da uve Negroamaro e Malvasia Nera.

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Five Roses, il rosato della pace tra Gdo e Horeca. Tutto pronto per il Club

Il vino simbolo dei rosati pugliesi e italiani. Un’azienda nell’azienda. Un brand nel brand, tanto da ispirare la creazione di veri e propri “Club” di appassionati, progetto ormai in dirittura d’arrivo.

Five Roses, il rosato da uve Negroamaro e Malvasia Nera della Leone de Castris, è un vero e proprio case history. E non solo per il successo di un’etichetta divenuta un marchio di fabbrica per la cantina di Salice Salentino.

Il rosato della Leone de Castris, prodotto ininterrottamente dal 1943, offre l’immagine di una perfetta gestione aziendale del rapporto Gdo-Horeca. Due mondi, quelli del vino al supermercato e del vino destinato esclusivamente alla ristorazione e alle enoteche, che solo in apparenza paiono inconciliabili.

IL SEGRETO
La ricetta è presto spiegata. Il Five Roses della grande distribuzione è diverso da quello che finisce nelle enoteche. Sugli scaffali dei supermercati un blend composto al 90% da Negroamaro e al 10% da Malvasia Nera. Percentuale, quest’ultima, che sale al 20% per il Five Roses Anniversario, destinato alle enoteche. Dodici gradi per il primo. Mezzo grado in più per il secondo.

Ancora prima, in vigna, viene scelto l’allevamento tradizionale ad alberello per il top di gamma. La più moderna spalliera per il rosato del supermercato. Tecniche che comportano costi differenti di gestione della pianta e del frutto.

“Tutte differenziazioni – spiega Alessandro Lodico dell’ufficio Commerciale Italia Leone de Castris (nella foto) – che ci hanno permesso di assistere alla convivenza dei due prodotti sulle carte dei vini dei ristoranti di diversi nostri clienti. Due prodotti che si differenziano infatti per intensità, morbidezza e versatilità nell’abbinamento”.

E ancor prima nel colore. Nel calice, il Five Roses della Gdo si presenta più scarico. Naso intenso e tipico, ma non quanto quello del Five Roses Anniversario. E’ alla prova del palato che la versione Horeca stacca la sorella Gdo. Gastronomicità evidente, morbidezze accentuate. Il trionfo della complessità sull’immediatezza della beva e sulla freschezza, facile e pronta, del Five Roses da supermercato.

“Ciò non significa che un prodotto sia buono e l’altro scarso – precisa Lodico – ma che si tratti di due etichette pensate per un pubblico differente e per momenti differenti. In questo modo riusciamo a soddisfare chi pretende di bere un buon vino a tavola, tutti i giorni. E allo stesso modo chi ha più tempo e pretese, al ristorante, per godersi un abbinamento perfetto con i piatti prescelti”.

Le cifre del rosato principe della Leone de Castris, del resto, parlano chiaro. Alle 150 mila bottiglie di Five Roses Anniversario da 75 centilitri distribuite nel canale tradizionale (Horeca) fanno eco le 160 mila distribuite quasi esclusivamente nel canale moderno (Do e Gdo). Palla al centro.

I FIVE ROSES CLUB
Un vino che si muove liquido nel mondo de Castris. Quasi animato da vita propria. Tanto che la casa di Salice Salentino sta per ufficializzare il lancio dei Five Roses Club. “Si tratterà di un gruppo ristretto di locali come wine bar ed enoteche nostre clienti – spiega Alessandro Lodico – nei quali la Leone de Castris promuoverà la cultura del rosato attraverso degustazioni del Five Roses e di rosati provenienti da altri territori. Un modo per fare cultura del vino, avvicinando storie e realtà lontane solo geograficamente”.

Una targa esterna indicherà l’adesione al “Club”. “Il resto – chiosa Lodico – lo farà all’interno chi, come noi, da sempre, si diletta con i rosati puntando alla qualità assoluta”.

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