Quel platano che da 120 anni cresce rigoglioso, affondando le radici nel suolo che un tempo ospitava un vecchio mulino, in fondo, racconta la vera storia dell’angolo di paradiso per palati chiamato Navedano. La veranda esterna gli si adatta attorno, a simboleggiare la cura e l’attenzione con cui la storica famiglia titolare accoglie, con naturale cordialità, gli ospiti. Cucina raffinata e carta dei vini che regala un memorabile Gewurztraminer: gli ingredienti di una serata perfetta e indimenticabile a Como, a pochi minuti d’auto dal frastuono milanese. Un ristorante di classe assoluta, con un “piatto” d’eccezione tra le righe del menu: quella capacità di farti sentire “a casa”, di entrare subito in perfetta sintonia con le sale raffinatamente curate, grazie all’eleganza e gentilezza dei titolari. Dal 1896 il Navedano è nelle mani della famiglia Casartelli. I coniugi Giuliano e Lella guidano con abilità e sapienza quello che è il primo (e forse unico) esempio in Italia di “ristorante-serra”. Una passione tramandata a Giuliano dal padre, Vittorio, che coniugata all’alta cucina regala agli ospiti di questo ristorante un’esperienza sensoriale a 360 gradi. Al Navedano il tempo si ferma, o quanto meno rallenta i battiti. Come in una Spa. Un “centro benessere” per palati alla ricerca di emozioni uniche, in un ambiente fine, disegnato e curato in ogni suo centimetro. In sala, la professionalità dei camerieri e della figlia sommelier di Giuliano e Lella, completa il quadro. Non a caso il Navedano è il ristorante preferito dall’attore americano George Clooney, che a Como – più esattamente a Lario – dimora nella splendida Villa Oleandra. Ed è così che ci si sente al Navedano: protagonisti di un film. O, quanto meno, di una fiaba.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.