Una collaborazione che si sviluppa dalla definizione stessa di “birra artigianale”, sancita dalla legge 154/20165: “La birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione”.
Nello specifico, l’accordo riguarda la condivisione delle linee guida volontarie per gli associati ad Unionbirrai, relativamente alle pratiche di microfiltrazione e ai processi produttivi, l’attività di formazione a beneficio di produttori e consumatori, e soprattutto la possibilità di segnalare all’ICQRF abusi nell’uso della denominazione “Birra artigianale”.
Alla luce del notevole successo che sta riscuotendo la birra artigianale in Italia, con questa collaborazione, il Ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo intende valorizzare e riconoscere tutte le realtà grandi e piccole della filiera, promuovere i produttori italiani e sensibilizzare i consumatori di fronte alle eccellenze del nostro Paese.
UN 2018 DA INCORNICIARE
Un accordo che arriva a pochi giorni dalla riduzione delle accise per i birrifici artigianali, ormai in fase di approvazione definitiva con la Legge di Bilancio 2019. Una chiusura d’anno positiva, dunque, per l’intero movimento della birra non “industriale”.
A confermarlo sono i dati forniti da Coldiretti. I birrifici artigianali erano poco più di 200 nel 2008. Oggi, in Italia, sono oltre 860. Tradotto: + 330%. Con una produzione annuale stimata in 55 milioni di litri. L’approvazione dell’emendamento prevede una riduzione delle accise del 40% per chi produce fino a 10 mila ettolitri all’anno.
A spingere la nascita di nuove attività sono i consumi di birra, diventati negli anni sempre più raffinati e consapevoli. Con la ricerca di varietà particolari e numerosi esempi di innovazione, dalla birra aromatizzata alla canapa a quella pugliese al carciofo. Ma c’è anche quella alle visciole, al radicchio rosso tardivo Igp o al riso.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.