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L’anima del Lagrein di Gries nella verticale Rottensteiner: 10 anni da incorniciare

Select Lagrein Gries Rottensteiner: verticale di 10 annate da incorniciare
Quante anime ha il Lagrein? Di certo più d’una. La più intima è però quella di Gries, quartiere di Bolzano in cui il vitigno simbolo dell’Alto Adige ha trovato una casa d’elezione e un interprete d’eccezione della tipologia “Riserva”: Rottensteiner. Tra le case della più popolosa circoscrizione del capoluogo sudtirolese si nascondono piccoli appezzamenti di vigneti, tramandati da padre in figlio. Vere e proprie gemme, dal valore inestimabile. «Comprare oggi un ettaro di Lagrein nella zona Classica può arrivare a costare 1 milione e mezzo di euro», spiega Hannes Rottensteiner, nel precisare che si tratta per lo più di piccole parcelle frammentate. Gries come Barolo e Montalcino, nel segno di un’uva, il Lagrein, che dà ancora “da mangiare” ai viticoltori. Come Nebbiolo e Sangiovese delle zone più vocate. «La redditività è alta per i vigneti situati in questo quartiere di Bolzano: si arriva ai 40-50 mila euro ad ettaro, pur con rese contenute a 70-80 quintali per il Lagrein».

Il vigneto della famiglia Pichler è ordinato come il cassetto di una nonna premurosa. Le reti antigrandine disegnano come linee di matita il perimetro dei filari, incastonati tra le rocce nere e le generose chiazze di boschi delle montagne circostanti. I tetti delle case di Bolzano iniziano e finiscono tra un corridoio e l’altro, come in un puzzle bucolico. Si tratta di uno degli appezzamenti dal quale provengono le uve del Lagrein Grieser Riserva Select di Rottensteiner. Ormai da due generazioni, i Pichler seguono il rigido protocollo della cantina fondata nel 1956 da Hans Rottensteiner, oggi gestita dai coniugi Hannes e Judith. L’uva delle tradizione locale ha un peso determinante nella produzione: circa un terzo delle 450 mila bottiglie complessive sono di Lagrein. Numeri che fanno di Rottensteiner una delle dieci cantine private altoatesine più importanti, in una zona in cui le cooperative non mancano e fanno scuola sul fronte della qualità.

GRIES, IL QUARTIERE DI BOLZANO “CASA” DEL LAGREIN

I calici della verticale di 10 anni di Lagrein Grieser Riserva Select Rottensteiner riflettono uno dopo l’altro, con punte di eccellenza sfavillante, lo scintillio di un “ecosistema” – quello di Gries – che ha quasi parvenze extraterrestri. In un periodo in cui Bordeaux si interroga su quanto vigneto estirpare e i vini rossi soffrono nel mondo l’avanzata galoppante dei vini bianchi e degli spumanti, l’esclusiva degustazione proietta nelle sale dell’Italia del vino un film inatteso. Un modello, di valore e di principi, che parte dal vigneto e finisce dritto nelle mani di chi si ritrova a sorseggiare un Lagrein dai tratti costantemente unici, lungo i saliscendi delle sfide climatiche di un decennio. La formula magica del Lagrein Riserva di Rottensteiner è la ricerca dell’equilibrio tra frutto e tannino, abolendo le sovraconcentrazioni divenute negli anni una costante nell’interpretazione altoatesina del vitigno.

Ne sono un fulgido esempio le annate 2010, 2011, 2018 e 2021 del Lagrein Grieser Riserva Select, i calici più sorprendenti della verticale organizzata da Rottensteiner (in batteria anche l’anteprima 2022, insieme ai “millesimi” 2020, 2019, 2017, 2016 e 2014). «Le nostre vendite vanno controcorrente – sottolinea Hannes Rottensteiner, enologo della cantina – nel senso che il nostro Lagrein non ha subito la flessione di cui si parla riferendosi ai vini rossi, su scala nazionale e internazionale. Per il futuro speriamo di poter selezionare cloni che non necessitino, come gli attuali, di un controllo spasmodico delle rese per garantire qualità assoluta. Nel frattempo, rispetto agli esordi, abbiamo abolito qualsiasi protocollo sull’utilizzo dei legni, in cantina: ogni dicembre degustiamo alla cieca le singole botti, per lo più usate, e selezioniamo le migliori per il nostro Lagrein Riserva Select». Solo 30 mila bottiglie l’anno per questa etichetta, che sorprende anche nella positiva evoluzione.

L’ANNATA TOP: LAGREIN RISERVA SELECT 2018 ROTTENSTEINER

2022 (anteprima, prova di botte)
Annata classica, estremamente siccitosa, fino a fine vendemmia. Al naso ciliegia e frutti neri, al palato una densità inattesa. Vino goloso, dal profilo più leggero di altri, come riflette in maniera piuttosto netta lo stesso colore. Sarà in commercio dal gennaio 2025 e promette di un profilo aperto e generoso, sin dai primi anni, al pari di una capacità di invecchiamento presumibilmente inferiore rispetto ad altre annate in degustazione in occasione della verticale.

2021
Vendemmia più tardiva rispetto alla 2022: primavera fredda, estate calda con luglio tormentato dal maltempo. Settembre abbastanza caldo, ottobre con un nuovo calo delle temperature. Annata che, al contrario della 2021, si preannuncia molto longeva. Pregevole il gioco tra la densità del frutto (ciliegia matura) e i ricordi di arancia sanguinella. Gran tensione acida, sapidità, lunghezza. Tra le annate top del tasting.

2020
Estate calda. Poco prima della vendemmia ecco la pioggia. Cioccolato netto, ciliegia sotto spirito. Vino al palato più graffiante degli altri, con una nota tannica e una bella ruvidità. Convince nel segno dell’elegante rusticità, ossimoro che spesso è sinonimo di grandi vini, capaci di superare la prova delle lancette.

2019
Molto tardiva come annata per il Lagrein. Pioggia anche a luglio e agosto che non ha risparmiato Gries. Frutto ancora una volta nel segno del bilanciamento tra surmaturo e tensione acida, amalgamati da un sapiente utilizzo dei legni.

2018
Annata precoce: aprile secco e caldo, a maggio pioggia, poi un’estate calda, con qualche pioggia ad agosto ed un autunno splendido. Il vino è il campione di giornata, con risvolti che, per certi versi, ricordano la 2020 e mostrano forse dove potrà andare anche quell’annata. Palato goloso, sferzato da una vibrante acidità e da una trama tannica elegantissima. Vino che ha ancora molto da dire e ne avrà ancora per diversi anni.

2017
Annata per certi versi sottovalutata, in quanto arrivata dopo due annate considerate “grandi”. Primavera calda, germogliamento precoce. Gelate tardive che lambiscono in parte il Lagrein di Rottensteiner destinato a diventare Grieser Riserva. L’evidenza è nel calice, con note da uva surmatura che rendono il calice piacevole e bilanciato oggi, ma a cui non conviene concedere tempo ulteriore. Si lascia apprezzare per la beva, equilibrata e agevole, ma pecca in profondità.

2016
Un’annata splendida, piuttosto tardiva, caratterizzata da una primavera calda, un giugno freddo e piovoso e un luglio nella media. Si prosegue nella normalità sino a settembre, seguito da un ottobre fresco e asciutto, assolato. Siamo di fronte a un altro Lagrein bello da bere oggi, per freschezza e precisione del frutto, nel bilanciamento tra acidità e polpa. Lungo, fresco, mostra di avere ancora vita davanti. Con un filo in più di concentrazione sarebbe stato l’apoteosi.

2014
Annata considerata da tutti difficile, che Rottensteiner ha interpretato con coraggio. Il vino si discosta completamente dagli altri 9 campioni in degustazione in occasione della verticale del Lagrein Grieser Riserva Select. Per certi versi, l’acidità molto spinta, e il tannino piuttosto asciutto in chiusura portano lontano dall’idea del vitigno. Vino sottile, con poca polpa, tutto freschezza e verticalità. Un’annata di cui potersi innamorare o su cui poter nutrire più d’un dubbio.

2011
Annata precoce, con primavera calda e secca. Nella seconda metà di maggio arriva la pioggia tanto attesa, seguita da un principio d’estate più
“nuvoloso” che piovoso. Più sole ad agosto, in preparazione di un autunno caldo e secco. All’epoca era stata definita la sesta annata del secolo per qualità. Nell’interpretazione di Rottensteiner si coglie qualche similitudine con la 2017, superata in precisione e “grip” grazie a una più che mai positiva terziarizzazione degli aromi. Vino che cambia continuamente nel calice, con il profilo che va e torna sulle note già avvertite nella grande 2018. Un’altra annata top della verticale.

2010
Annata piuttosto tardiva, con primavera fredda in grado di determinare un ritardo nel germogliamento. Poi caldo e secco fino a fine di luglio. Agosto fresco e piovoso. Vino da bere oggi, arrivato al vertice della propria curva evolutiva ma ancora lassù, ben stabile e pronto a rimanerci ancora per qualche tempo. Tanto cioccolato e liquirizia dolce in retro olfattivo, a segnare i contorni di un tannino soffice, pur palpabile. Preziosi ricordi di zafferano chiudono un naso infinito. L’annata più “vecchia” della verticale è un messaggio forte e chiaro sul lavoro intrapreso dalla cantina sulla varietà del cuore dei Rottensteiner: il Lagrein.

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Tenuta Rottensteiner: restyling delle etichette all’insegna dello stambecco


MILANO –
Ha scelto lo stambecco, Tenuta Rottensteiner, come simbolo del restyling grafico delle proprie etichette della Linea Classica. Un animale dalla postura decisa che, elevato sulle gambe posteriori, denota la rinnovata “voglia di fare” della cantina altoatesina.

Una realtà che, con le sue 450 mila bottiglie attuali (500 mila in prospettiva), spalmate su 24 tipologie di vino da 12 varietà di uva, intende confermarsi sui mercati internazionali come player d’avanguardia. Pur rimanendo profondamente legata alla propria tradizione pluricentenaria.

Uno sguardo deciso all’export dal quartier generale di Bolzano, insomma. Con gli occhi di un “muscolare” stambecco. Tutto tranne che una metamorfosi kafkiana, come confermato da Judith e Hannes Rottensteiner lunedì 4 marzo, in occasione del press-lunch al ristorante Al Maggese di via Serviliano Lattuada 17, a Milano.

Non è stato semplice trovare qualcosa che riuscisse a rappresentare il nostro desiderio di rinnovare l’immagine della nostra Linea Classica – evidenzia la coppia, terza generazione della cantina altoatesina -. Lo stambecco è un animale di carattere, che ricorda a tutti da dove veniamo: l’Alto Adige. La sua n posizione eretta denota coraggio: quello che intendiamo mettere noi, per dare nuovo slancio alla Tenuta, guardando ai mercati internazionali”.

Non finisce qui. Oltre allo stambecco cambia anche la forma della bottiglia, realizzata appositamente per Rottensteiner da una vetreria specializzata, con un accordo di esclusiva per 10 anni.

“Si tratta di un mix tra la renana e la borgognotta – spiegano ancora Judith e Hannes – con lo stambecco inciso sul vetro, in posizione frontale, proprio sopra alle nuove etichette”. Cambia la forma, dunque, ma non la sostanza.

Tenuta Rottensteiner continuerà di fatto a contare sui 10 ettari di vigneti di proprietà nei Comuni di Bolzano, Bronzolo, Caldaro e Appiano sulla Strada del Vino, oltre ai 70 ettari dei conferitori storici della cantina.

Si tratta di circa 50 famiglie dislocate nei territori più vocati alla viticoltura dell’Alto Adige, sulla striscia che collega Bolzano a Bressanone, nel cuore della Valle Isarco.

Oltre alle 14 etichette della Linea Classica, Rottensteiner produce 4 vini “Cru” e 4 vini da lungo affinamento (Linea Select), oltre a un passito e all’ultimo arrivato, la Cuvèe “Kitz”. Ecco come si presentano le ultime annate in commercio

LA DEGUSTAZIONE

Vigneti delle Dolomiti Igt Bianco 2018 “Kitz”: 86/100
Un blend pensato per un consumo agile e scattante, come quello dell’aperitivo. Apprezzato anche dal mercato italiano, pur essendo stato concepito per quello tedesco. La vendemmia 2018 presenta una prevalenza di Sauvignon, completata da Pinot Bianco, Pinot Grigio e Chardonnay. Un vino semplice, ma non banale: beverino e spensierato.

Alto Adige Pinot Bianco Doc 2018: 88/100
Ottenuto dall’assemblaggio delle uve di due diversi vigneti, capaci di conferire struttura e sapidità da un lato e polpa dall’altro. Le due “fasi” sono evidenti e si manifestano già al naso. Ma il nettare promette un equilibrio efficace, ai fini della complessiva piacevolezza.

Alto Adige Doc Pinot Grigio Doc 2018: 87/100
Naso giocato sul frutto e sulla frutta matura a polpa bianca, con piacevole accenno minerale. Ingresso di bocca piuttosto dritto, per poi assistere all’esaltarsi della vena fruttata, di buona precisione.

Alto Adige Doc Chardonnay 2018: 89/100
Un vino giustamente morbido, che fa della buona complessità la sua arma vincente, rispetto agli altri assaggi della Linea Classica di Tenuta Rottensteiner. Bello, in particolare, il finale che si accende su una freschezza tesa al balsamico, con accenno di spezia bianca.

Alto Adige Doc Sauvignon 2018: 88/100
Si tratta del blend delle uve di due diversi appezzamenti. Un Sauvignon tipico, ma non giocato solamente sulle erbacee. A dire la verità, naso e sorso sono piacevolmente giocati su note di sambuco e venature speziate-balsamiche.

Alto Adige Gewürztraminer Doc 2018: 85/100
E’ il vino della batteria che risente di più della necessità di equilibrio che potrà dargli solo il vetro (ovvero la bottiglia). Frutto maturo dosato e nota mentolata al naso accanto al classico litchi, così come scorza d’arancio e alloro netto.

Buona la corrispondenza gusto-olfattiva, con il nettare che esprime una nota speziata in chiusura, prima di un centro bocca che ne rivela lo spirito giovanile. Ecco, a proposito: non abbiate paura di far “invecchiare” il Gewürztraminer, quando lo acquistate. Il vino ne gioverà in termini di complessità.

Alto Adige Santa Maddalena Classico Doc 2018 Vigna Premstallerhof: 89/100
Una Schiava già in forma, nonostante si trovi in bottiglia da poco tempo. A tratti vinosi caratteristici si affiancano note fruttate precise, di ribes e lampone.

Già al naso il vino rivela il suo carattere speziato, che si ritrova in un palato bandistico, in crescendo. Ingresso tendente al fruttato morbido, per chiudere (addirittura) su note speziate e fumè leggere.

Alto Adige Lagrein Gries Riserva Doc 2016 Select: 91/100
Unico vino secco nella batteria di Tenuta Rottensteiner di una vendemmia precedente alla 2018. Non a caso si tratta di una Riserva.

Particolare attenzione a uno dei tre vigneti assemblati, dove viene effettuata una selezione severissima delle uve.

Ne risulta un vino di gran struttura, corpo e gastronomicità, con il plus di una beva straordinaria, garantita da una freschezza viva.

I sentori dominanti sono quelli del frutto di bosco, impreziositi da una vena minerale e da richiami naso-bocca di brace.

Bella anche la nuova veste grafica dell’etichetta: un nero elegante con scritte (e stambecco) oro. Ottimo anche il rapporto qualità prezzo per chi acquista direttamente in cantina: 17,50 euro.

Alto Adige Gewürztraminer Doc passito 2016 “Cresta”: 92/100
Si tratta dell’unica etichetta che non ha subito variazioni nel maquillage grafico voluto da Judith e Hannes Rottensteiner. Un vino che ha fatto la storia della Tenuta altoatesina, prodotto dal 1999. Fresca acidità e frutto maturo in grande equilibrio, per un passito che non stanca e chiama il sorso successivo.

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