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La Whisky Bible rimossa dalla vendita dopo le accuse di sessismo a Jim Murray

Brutto contraccolpo per Jim Murray e la sua Whisky Bible dopo le critiche mosse sui social dall’esperta di Whisky Becky Paskin. The Whisky Exchange, uno dei più importanti e-shop mondiali dedicati agli Spirits, ha rimosso la Whisky Bible dal suo Book Store e dagli scaffali dei suoi tre punti vendita londinesi, bloccandone di fatto la vendita.

Riteniamo che i commenti fatti nel libro non si adattino alla nostra visione del mondo del Whisky – ha commentato Sukhinder Singh, co-fondatore di The Whisky Exchange – è nostra opinione che il Whisky sia un prodotto inclusivo, che può essere apprezzato da tutti ed il linguaggio usato nelle ‘note di degustazione’ della Whisky Bible è in contrasto con questa filosofia aziendale”.

Anche Irish Whiskey Magazine, importatore irlandese del libro, ha annunciato che cesserà la distribuzione della Whisky Bible poiché ritiene “la natura e il tono di alcuni contenuti completamente inappropriati”.

Stessa opinione anche per la Scotch Whisky Association, che attraverso la voce dell’Amministratore Delegato Karen Betts evidenzia come la fama del Whisky Scozzese non sia legata solo alla sua qualità “ma anche nostro rispetto per le diversità”.

LE REAZIONI DELLE DISTILLERIE
Non sono tardate ad arrivare le reazioni di molti produttori, primo fra tutti il colosso giapponese Bean Suntory il cui Alberta Premium Cask Strength rye whisky è stato premiato dalla Whisky Bible come World Whisky of the Year 2021.

“Sebbene onorati del riconoscimento siamo estremamente delusi dal linguaggio usato nelle recensioni di molti prodotti”, ha dichiarato Beam Suntory, sottolineando come il testo completo della guida non fosse disponibile prima dell’annuncio del premo ed aggiungendo di aver interrotto tutte le attività promozionali legate a Whisky Bible e che “non supporteremo più il ‘World Whisky of the Year'”.

Dello stesso avviso anche Irish Distillers, distilleria del gruppo Pernod Ricard e proprietaria di Jameson, anch’essa premiata da Murray come Irish Whiskey of the Year per il suo imbottigliamento Midleton Barry Crockett Legacy.

Crediamo fermamente che non ci sia spazio per il sessismo nell’industria del whisky – dichiara Irish Distilles – Per il futuro esamineremo le persone con cui lavoriamo per assicurarci di impegnarci solo con coloro che condividono i nostri valori”.

A queste dichiarazioni hanno fatto eco altri produttori. Bacardi (Aberfeldy e Dewars) ha affermato “Non c’è posto per un linguaggio sessista e oggettivante nell’industria del whisky”. Inoltre tanto il big Diageo (Johnnie Walker, J&B, Lagavulin, Talisker e molti altri) quanto realtà minori come William Grant & Sons, Thompson Bros o l’irlandese Dingle hanno preso le distanze dalla Whisky Bible.

Interpellato dal Times, Murray ha nuovamente difeso il proprio operato ribadendo come i commenti della Paskin siano “un attacco alla libertà di pensiero e di parola” e specificando come “il whisky ha a che fare con la sensualità, dunque per alcuni whisky potrei riferirmi al sesso perché è quel che mi ricordano. Se è così, lo dico”.

Se sto sconvolgendo gli allarmisti, gli intolleranti, i privi di senso dell’umorismo, i pomposi e gli snob del whisky, beh non perderò il sonno per questo – ha aggiunto, concludendo che – Se le persone non riescono a reggere questo linguaggio, allora che non si comprino la Whisky Bible”.

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Whisky Bible 2021 sotto attacco: recensioni sessiste o libertà di espressione?

Whisky Bible 2021 è stata criticata dall’esperta di Whisky Becky Paskin per le sue recensioni giudicate “sessiste e volgari“, tanto da indurre “a considerare le donne come oggetti”. Pubblicata annualmente da Jim Murray dal 2003, Whisky Bible raccoglie le note di degustazione del celebre esperto su circa 4.500 etichette.

Un volume divenuto, negli anni, uno dei testi di riferimento del settore. Non senza polemiche, come dimostrano le bordate arrivate a pochi giorni dall’immissione in commercio della guida, sugli scaffali delle migliori librerie.

La Paskin, fondatrice con Georgie Bell di Our Whisky nel 2018, ha apertamente attaccato la “Bibbia del Whisky” in una serie di post sui social network, sostenendo che “le aziende dovrebbero smettere di festeggiare per esser state premiate fra i 50 migliori Whisky “da Murray.

Perché l’industria del Whisky tiene ancora così in grande considerazione la Whisky Bible di Jim Murray quando le sue recensioni sono così sessiste e volgari?”, chiede la Paskin, sottolineando come nella guida “ci sono 34 riferimenti al whisky come ‘sexy’ e molti altri paragoni spinti fra il bere whisky ed i rapporti sessuali con donne”.

Fra le recensioni sotto accusa, quelle di due prodotti della distilleria Penderyn, realtà Gallese guidata da un team tutto al femminile. Murray scrive di Penderyn Celt: “Se fosse una donna, vorrei fare l’amore con lei ogni notte. E la mattina. E al pomeriggio, se potessi trovare il tempo… e l’energia…”, mentre sulla descrizione di Penderyn Single Cask si legge “questo whisky esalta le note maltate come un sessuomane che si diverte in un trio”.

O ancora la recensione di Canadian Club Chronicles, Water of Windsor, che recita: “Mi sono già divertito così tanto con una sexy canadese di 41 anni? Ebbene sì, l’ho fatto. Ma son passati alcuni anni e non era un whisky. Fu migliore quel divertimento? Probabilmente no”.

Si è lavorato duramente – conclude Becky Paskin – per cambiare la reputazione del Whisky come ‘bevanda da uomo’, ma condonare, persino celebrare, un libro che contiene un linguaggio simile cancella gran parte di quel progresso.

Alle donne che lavorano nel settore viene ancora chiesto se gradiscono anche il whisky. Ambasciatrici e produttrici, spesso devono sopportare commenti maliziosi durante le degustazioni e i festival di whisky. Questo. Deve. Finire”.

I post hanno avuto per lo più riscontri positivi, in particolare da parte di Felipe Schrieberg, collaboratore di Forbes, che ha esortato i lettori a boicottare la Whisky Bible 2021.

LA REPLICA DI JIM MURRAY
Murray ha rapidamente risposto alle accuse sostenendo che si tratta di un “attacco alla libertà di pensiero“.

Non è una questione di presunto sessismo – si legge nella dichiarazione – relativamente alle accuse palesemente inventate contro di me per scopi molto chiari. Questo è un attacco all’essenza stessa di ciò che significa essere un critico in qualsiasi ambito, sia esso musica, arte, sport, vino o whisky. In altre parole: un attacco alla libertà di pensiero e di parola“.

Murray difende il proprio operato sostenendo di “non essere sessista” né di aver “mai scritto in modo sessista sulla sua guida”. Si definisce “spaventato da come il dibattito si sia convertito in una battaglia fra la libertà di parola ed il puritanesimo privo di ironia” e da come “venga interpretato come ‘sessista’ il paragone fra un Whisky ed un orgasmo”.

Che io sappia – prosegue Murray – maschi, femmine e persone transgender, tutti provano un orgasmo. Sono uno scrittore professionista e utilizzo un linguaggio a cui possono relazionarsi gli adulti, poiché la Whisky Bible è scritta per gli adulti. Dipingo immagini di un whisky e se un orgasmo è l’immagine o la sensazione che si forma nella mia mente, allora lo dico. Ed ho tutto il diritto di farlo“.

Murray non si risparmia e accusa i suoi detrattori, colpevoli di non pubblicare contenuti interessanti e costruttivi che possano contribuire a diffondere la cultura del Whisky nel mondo. Puntando invece alle “facili critiche”, al solo scopo di screditarlo.

“Piuttosto che scrivere articoli interessanti, ingegnosi ed avvincenti sul whisky, altri scrittori preferiscono impegnarsi nella ‘cultura dell’annullamento‘, per denigrare l’autore di maggior successo al mondo sull’argomento”, conclude Murray.

Aggiungendo che “queste accuse oltraggiose e inventate” non lo faranno “deragliare dal percorso intrapreso”: “La mia difesa del grande whisky continuerà. La mia libertà di parola continuerà”, assicura Murray. Insomma, l’orgasmo è appena iniziato.

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