La Coppa Davis ritorna nelle Marche e sposa i suoi vini nei quarti di finale in programma a Pesaro dal 15 al 17 luglio. L’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt) sosterrà infatti tutti gli eventi correlati al match tra Italia e Argentina che si giocherà al Circolo Tennis Baratoff: dalla cena di gala alla Villa Cattani Stuart (13 luglio) alla cerimonia del sorteggio al Conservatorio (14 luglio), dalle degustazioni nell’area ospitality e nella sala stampa del circolo Baratoff per tutta la durata della tappa alla fornitura dei vini nei punti ristoro dell’arena. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con il Consorzio Vini Piceni, è stata annunciata in conferenza stampa a Pesaro dal direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Alberto Mazzoni e dal consigliere della Regione Marche, Andrea Biancani. Per il direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Alberto Mazzoni: “Dopo il sodalizio con la pluricampionessa di scherma Elisa Di Francisca e quello con il campione del mondo Paolo Rossi, con la mostra Pablito Great Emotions in corso a Senigallia, Imt rinnova la sua alleanza con lo sport scegliendo di affiancare i propri vini alla massima competizione mondiale a squadre di tennis maschile. Un’occasione unica di visibilità non solo per il Verdicchio, vino bianco ‘campione’ d’Italia, ma anche per i vini della provincia di Pesaro come Bianchello del Metauro, Colli Pesaresi e Pergola”.
“Esprimo grande soddisfazione – ha detto il consigliere della Regione Marche, Andrea Biancani -per il ritorno del grande tennis nelle Marche. L’accoglienza ricevuta dalla Federtennis a marzo a Pesaro ha fatto sì che anche i quarti di finale della Coppa Davis si giocassero in città. Parliamo di un evento internazionale di primo piano, ma anche di un’occasione straordinaria per la promozione delle nostre eccellenze enogastronomiche. Un plauso particolare va dunque all’Istituto Marchigiano di Tutela Vini e al Consorzio Vini Piceni che hanno voluto essere presenti e sostenere questo evento che valorizza le Marche intere. Nel corso delle cerimonie e dei pranzi di gala verranno serviti infatti vini marchigiani mentre Bovinmarche fornirà carne marchigiana alla mensa interna”.
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Durante la tavola rotonda avente oggetto le liberalizzazioni Ue in materia di nomi dei vitigni, tenutasi stamattina a Tipicità, Paolo De Castro, coordinatore S&D Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale dell’Europarlamento, intervenuto in video conferenza ha dichiarato: ”Non c’è alcuna spinta da parte dell’Unione Europea a ridurre le tutele del nostro vino, anzi, con il Pacchetto qualità le garanzie si sono rafforzate. Il problema legato alla cosiddetta semplificazione in materia di vitigni identitari è invece commerciale e di interpretazione del regolamento sul legame dei vitigni con il territorio”. ”L’Ue – ha aggiunto De Castro – non sta assolutamente cambiando direzione, il problema è di natura legata a logiche commerciali che vedono da una parte l’Italia e la Francia reclamare lo status quo, dall’altra Paesi come la Spagna e il Portogallo, che già producono vini identitari come ad esempio il Lambrusco, ma che in virtù di questa norma non possono dare il nome del vitigno. La promessa di ritiro dell’atto delegato da parte del Dg Agricoltura, Joost Korte – ha concluso – significa aver vinto una battaglia ma non la guerra”. Alberto Mazzoni, direttore dell’IMT il consorzio che tutela 16 denominazioni marchigiane promotore della tavola rotonda, non esclude, qualora si dovesse perdere questa battaglia la possibilità di identificare una doc ”Marche” proprio per non buttare all’aria un lavoro di promozione e valorizzazione dei vini fatto dalla Regione Marche e dal loro Istituto negli ultimi 15 anni. La coordinatrice del settore vitivinicolo dell’Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Ruenza Santandrea che sta preparando la prossima riunione dell’Intergruppo vino con il commissario Hogan a Strasburgo dell’ 8 Marzo p.v ha dichiarato: ”La nostra è una battaglia senza se e senza ma. La partita delle liberalizzazioni non è ancora vinta ma ci conforta constatare che se un tempo l’Italia andava in ordine sparso oggi ci siamo compattati, sia in ambito istituzionale che di filiera. Ed è importante, perché le lobby si trovano a tutti i livelli, anche in Europa”. Sul tema è intervenuto anche Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc: ”Oggi per le nostre denominazioni è in corso una battaglia epocale a Bruxelles. Occorre far capire all’Europa che per l’Italia ci sono delle esigenze e delle storie di cui tener conto. Gli stessi accordi bilaterali con gli Stati Uniti hanno mostrato dei meccanismi difficili. Oggi la regola del trade mark non è la soluzione a cui puntiamo, miriamo piuttosto al riconoscimento pubblico della denominazione e non alla registrazione privata”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Cagiano de Azevedo, direttore generale di Federvini che sostiene che non sia creando nuove indicazioni geografiche che aumenti la tutela. La via dei marchi è costosissima, occorre cominciare a ragionare sull’identità del vino italiano e sulla cultura dei nostri territori. La difesa del made in Italy, anche nel settore del vino riveste una importanza fondamentale anche per Domenico Mastrogiovanni, funzionario del Dipartimento Sviluppo agroalimentare e territorio della Confederazione italiana agricoltori. ”Dobbiamo recuperare la capacità di fare lobby dentro il sistema della Commissione Ue per rappresentare le nostre istanze”. Per Giulio Somma invece, responsabile comunicazione Unione Italiana Vini ci sono anche altri problemi: ”Nel documento sulle liberalizzazioni, oltre al tema dei vitigni, c’è un passaggio ancora più insidioso che non è stato evidenziato. Mi riferisco al ”marketing standard” che avrebbe voluto far passare in nome della semplificazione e della normalizzazione lo smembramento del regolamento sull’etichettatura del vino e uniformarlo a quello degli altri settori agricoli. Un’ipotesi devastante per il nostro settore. Da due anni stiamo lavorando sul Testo Unico del vino per aiutare i produttori a ritrovare in un unico corpus giuridico tutte le norme che riguardano il settore, e mentre noi semplifichiamo, Bruxelles complica”. Anna Casini, vicepresidente e assessore all’Agricoltura della Regione Marche, va ben oltre il concetto di vitigno. La proposta di liberalizzazione rappresenta una vera e propria minaccia commerciale e culturale: ”Forse dovremmo cominciare a pensare a un paniere di vini marchigiani che possa essere riconosciuto come unico e particolare”.
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Mancano pochi giorni alla 24ma edizione di Tipicità a Fermo. Tra i vari appuntamenti della manifestazione che si terrà da sabato 5 a lunedì 7 marzo ne segnaliamo due organizzati dall’Istituto Marchigiano di Tutela dei vini. Sabato 5 Marzo, alle 9.30 il convegno ”Dematerializzazione dei registri del vino: sperimentazione, novità e criticità”. Si farà il punto sul decreto del Mipaaf che prevede l’entrata in vigore dei registri telematici a partire dal 1° luglio 2016. Interverranno Gianluca Fregolent, direttore dell’Ufficio ICQRF Nord-Est; Antonio Iaderosa, direttore dell’Ufficio ICQRF Lombardia, Emilia Romagna e Marche; Anna Casini, vicepresidente e assessore all’Agricoltura della Regione Marche; Alberto Mazzoni, direttore dell’IMT. A seguire, alle ore 11 sarà la volta di una tavola rotonda per discutere della deregulation UE sui nomi dei vitigni.
I produttori di vino auspicano il ritiro dell’atto delegato dalla Commissione Europea che con le modifiche presentate alle norme sull’utilizzo delle denominazioni dei vini fuori dai luoghi di produzione danneggia i progressi ottenuti fino ad ora dalle rappresentanze italiane proprio in difesa dei vitigni. Anna Casini, vicepresidente e assessore all’Agricoltura della Regione Marche, e Doriano Marchetti, vicepresidente dell’IMT apriranno il dibattito che vedrà come interlocutori Paolo De Castro coordinatore S&D Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale dell’Europarlamento e delle organizzazioni di categoria che sarà in collegamento video ed in sala Riccardo RicciCurbastro, presidente di Federdoc; Ottavio Cagiano de Azevedo, direttore generale di Federvini; Ruenza Santandrea, coordinatrice del settore vitivinicolo dell’Alleanza delle Cooperative agroalimentari; Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini (UIV); Domenico Mastrogiovanni, funzionario del dipartimento Sviluppo agroalimentare e territorio della Confederazione italiana agricoltori (CIA); Alberto Mazzoni, direttore dell’IMT, il maxi consorzio che tutela 16 denominazioni nelle Marche.
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