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L’arte del beverage in sei masterclass ed un banco d’assaggio

Milano, 3 ottobre 2018 – Sei masterclass dedicate alla grande arte del beverage, un banco d’assaggio e una competizione solo per veri professionisti. È un programma ricco di appuntamenti quello che ASPIAssociazione della Sommellerie Professionale Italiana organizza sabato 6 e domenica 7 ottobre, al Grand Visconti Palace di Milano: mentre 12 Sommelier professionisti si contenderanno il titolo di Miglior Sommelier d’Italia del 2018, si terranno sei imperdibili incontri dedicati al caffè, alla birra, alla mixology, allo Champagne, all’acqua e al servizio, e si potranno degustare le migliori produzioni delle oltre 30 aziende selezionate da ASPI.

Il sipario si alza sabato, alle 9.00, con “Nespresso Master Origin. Dove il terroir incontra la maestria”, un viaggio intorno al mondo in cinque monorigine (Indonesia, Ethiopia, Colombia, India, Nicaragua) in cui è il caffè a raccontare il territorio in cui è coltivato e lavorato e le peculiari tecniche di lavorazione che rendono il suo gusto unico.

A seguire, sabato alle 11.30, “La birra a tavola, con Fondazione Birra Moretti”, un approfondimento sulla birra che porterà alla scoperta dell’impatto che questa bevanda ha nei consumi fuori casa e all’interpretazione degli stili birrari per capire come si sia passati da una birra “universale” a una pluralità di birre e, in particolare, alle birre speciali. Il percorso consentirà, inoltre, di approfondire il mondo delle spezie e delle erbe aromatiche grazie al contributo di Micaela Martina (owner de lespezie.net) che condurrà a conoscerle non soltanto come ingrediente nella birra e farà vivere una originale esperienza sensoriale testandole in abbinamenti singolari.

Il pomeriggio prosegue, alle 14.30, con “Bitter & Amari. Mixology con Campari”, alla scoperta di una nuova strada per usare al meglio gli amari in miscelazione, non solo come aromatizzanti secondari ma come protagonisti di nuovi cocktail. Con Campari si conoscerà da vicino la nuova era della mixology, con approfondimenti sugli amari, i bitter aperitivi e i bitter concentrati. Saranno analizzate le materie prime, gli utilizzi moderni in miscelazione e le modalità per sfruttare al meglio ingredienti classici e storici evidenziando le proprietà e le caratteristiche più importanti.

E sempre sabato, alle 17, “Champagne et Macaron con Champagne J.H. Quenardel” in cui si degusterà Champagne J.H. Quenardel con i macarons salati del maestro Cerdini: le migliori cuvèe saranno presentate dal presidente ASPI Giuseppe Vaccarini e da Alexandre Quenardel, che proporranno ai presenti un “assaggio” del Concept store di via Cusani a Milano “Cerdini + Quenardel”.

Domenica 7 ottobre, dalle 10 alle 15, oltre 30 aziende selezionate proporranno le loro migliori produzioni a professionisti ed appassionati nel banco d’assaggio “Con il naso all’ingiù”.

Sempre domenica, alle 10, appuntamento con “La ricerca dell’armonia dei gusti”: protagoniste Acqua Panna e S.Pellegrino, le acque della gastronomia in Italia e nel mondo che inviteranno a vivere un’esperienza sensoriale tra vino, acqua e cibo. E non solo. E’ prevista, infatti, una sorpresa dai sapori mediterranei ideata dallo chef della Locanda Del Notaio (1 stella Michelin) Edoardo Fumagalli, S.Pellegrino Young Chef Italia 2017 che coinvolgerà le bibite Sanpellegrino. Accompagneranno nella degustazione il sommelier Konstantinos Stavroulakis, Miglior Sommelier d’Italia ASPI 2016 e il bartender Enrico Scarzella.

Infine, alle 12.30, “Le corrette temperature di servizio con Fresh”, un focus a cura di Nando Salemme, sommelier, patron dell’osteria Abraxas di Pozzuoli, e ideatore dello stabilizzatore di temperature “Fresh” che spiegherà come e perché è importante servire i vini alla giusta temperatura.

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Brasile, Russia, India e Cina: import di vino a due velocità

In uno scenario di mercato globale dove si alternano luci ed ombre sul fronte delle importazioni di vino, anche i BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) seguono direzioni differenti.

Se infatti la Cina ha messo a segno nel 2016 una crescita nei valori di import superiore al 16% rispetto all’anno precedente, la Russia appare ancora sofferente viaggiando sul filo dell'”invarianza” (o poco sotto) mentre il Brasile ha chiuso l’anno appena terminato con un leggero segno negativo a valore (-3%) ma in crescita sul fronte dei volumi (+12%), alla luce di un calo nelle importazioni di vini di fascia premium (in particolare lo Champagne, il cui import è diminuito di oltre il 40% in quantità solo nell’ultimo anno, ma quasi del 70% rispetto a cinque anni fa).

Completa il quadro l’India che continua a rimanere un mercato ‘marginale’, con meno di 20 milioni di euro di vino importato (a cui corrispondono poco più di 41 mila ettolitri).

“Alla base di queste diversità nel trend delle importazioni di vino risiedono soprattutto fattori macroeconomici”, dichiara Denis Pantini, responsabile Wine Monitor di Nomisma. “Russia e Brasile hanno chiuso il 2016 con un Pil in calo per il secondo anno consecutivo e valute locali – Rublo e Real – che, seppur in recupero dai minimi toccati rispetto all’euro (e alle altre monete “forti” come il dollaro statunitense) a fine 2015, risultano ancora sensibilmente svalutate rispetto a qualche anno fa. Senza tralasciare poi il fardello dei dazi all’entrata che, nel caso dell’India, mediamente si attestano sul 150% del prezzo all’import “ aggiunge Pantini.

Complice il calo del prezzo del petrolio– che rappresenta la principale voce dell’export del paese – iniziato nel 2014, la Russia da allora ha ridotto gli acquisti di vino dall’estero arrivando ad importare quasi il 20% dei volumi in meno.

Nel caso del Brasile, l’ultimo quinquennio non evidenzia variazioni così rilevanti ma piuttosto sottende un mercato che tra alti e bassi si posiziona ormai da cinque anni in un range compreso tra gli 800 e 900 mila ettolitri di vino importato.

La stessa cosa riguarda l’India. In questo caso i volumi di import si attestano su intervalli molto più bassi (tra i 30 e i 40 mila ettolitri), alternando variazioni di segno opposto da un anno all’altro, soprattutto sul lato dei valori, un effetto ricorrente nei mercati con ridotti volumi di import dove la chiusura di un importatore o un ordine aggiuntivo di acquisto può far cambiare di segno il trend dell’intero anno commerciale.

IL VINO ITALIANO
E in questo scenario, che ruolo gioca il vino italiano? Nel 2016, l’Italia ha messo a segno in Cina la crescita a valore più elevata di tutti i principali competitor, arrivando ad un +39% nel segmento dei vini fermi imbottigliati che, nel mercato in questione rappresentano quasi il 93% delle importazioni totali.

Una performance di tutto rispetto considerando la media del totale di categoria (+17%) e quelle dei diretti concorrenti come Spagna (+27%), Australia e Cile (24%) o del leader di mercato (Francia, +12%).

Al contrario, in Russia è stata la Spagna a registrare la crescita più rilevante (oltre 15%), così come in Brasile sono stati i cileni – forti anche degli accordi di libero scambio che riguardano gli Stati aderenti al Mercosur – a consolidare la propria leadership nelle importazioni di vini in questo mercato attraverso un aumento del 14%.

Complessivamente parlando, le prospettive per i BRIC per l’anno appena iniziato dovrebbero essere positive. Il recupero (o l’ulteriore crescita) nell’import di vino potrebbero trovare supporto in un quadro macroeconomico più favorevole a sua volta legato ad una ripresa nei prezzi delle commodity (petrolio ma anche minerali e derrate agricole) e ad un rafforzamento delle valute nazionali.

Come per il resto del pianeta però, anche sui BRIC aleggia l’imprevedibilità delle politiche che Trump avvierà nei prossimi mesi e dalle quali discende necessariamente un potenziale rafforzamento del dollaro e un “rischio protezionismo”, eventi che giocherebbero a sfavore di questo possibile recupero.

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