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Vigneti Montecucco tra gli incendi, Basile: «Semplificare procedure per gli invasi»

Vigneti Montecucco tra gli incendi, Basile: «Semplificare procedure per gli invasi»

«Semplificare le procedure per la realizzazione di invasi, per contrastare l’emergenza idrica provocata dai cambiamenti climatici, che affligge il nostro comparto». È l’appello di Giovan Battista Basile, presidente del Consorzio di Tutela Vini Montecucco. I vigneti della zona vincola della Toscana, in provincia di Grosseto, sono stati lambiti da alcuni incendi, domenica 24 giugno.

«Per circoscrivere le fiamme – spiega il Consorzio in una nota – sono intervenuti anche diversi produttori e agricoltori della zona. Utilissima la presenza degli invasi di una delle tenute della zona, che ha consentito un rapido prelievo di acqua da parte dei mezzi antincendio».

«Di fronte a calamità di questa portata – commenta Basile, facendo riferimento agli invasi – è inevitabile riaprire un dibattito che negli ultimi anni sta interessando il settore agricolo non solo toscano».

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Oltrepò pavese, ancora fuoco a Rovescala: sfiorato il vigneto del vignaiolo Andrea Buscaglia

Ancora fuoco tra i vigneti dell’Oltrepò pavese. Teatro dell’episodio sempre il Comune di Rovescala (PV), terra di alcuni tra i migliori vini rossi della zona. Questa volta le fiamme hanno lambito un appezzamento di Croatina di 3 anni di proprietà del vignaiolo Andrea Buscaglia, distante appena 2 metri. L’incendio è stato domato dai vigili del fuoco di Broni e Pavia, intervenuti ancora una volta in maniera celere.

La chiamata alla centrale è arrivata attorno alle 13.30. Sul posto, tuttora, ancora una dozzina di uomini, intenti a spegnere gli ultimi tizzoni. Nessun danno alla vigna, ma solo un grande spavento per Andrea Buscaglia. «A bruciare – spiega il vignaiolo a WineMag.it – è stato lo stesso appezzamento della notte di venerdì 20 agosto, che ha lambito il vigneto e le piante di nocciole di Giorgio Perego».

Incendi, a fuoco un vigneto in Oltrepò pavese: paura per il vignaiolo Giorgio Perego (VIDEO)

«Fortunatamente – continua Andrea Buscaglia – l’intervento dei vigili del fuoco è stato celere, perché il vento forte avrebbe certamente portato le fiamme oltre al fosso che divide la mia proprietà da quella in cui ha ripreso avvio l’incendio. Cosa succede? Non so, ma di certo ci vorrebbero misure ben più stringenti per chi lascia incolti terreni o vigneti».

Proprio in seguito all’incendio di venerdì notte, Buscaglia aveva provveduto a tagliare l’erba all’interno del vigneto di Croatina, procedendo anche a una fresatura. I vigili del fuoco al momento non confermano la natura dolosa dell’incendio. Ad insospettirli, tuttavia, è la ripetizione dell’evento, a distanza di diversi giorni dalle prime fiamme. Abbastanza per escludere un reinnesco naturale del fuoco.

I vigneti di Andrea Buscaglia si estendono complessivamente per 14 ettari, per una produzione complessiva di 10 mila bottiglie. Oltre al giovane vigneto di Croatina, il vignaiolo di Rovescala ha a disposizione le varietà Barbera, Pinot Nero, Syrah e Cabernet Sauvignon, affinati in botti di ceramica Clayver, oltre che in legno e acciaio.

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Italia a rischio incendi: allarme Coldiretti

Un terzo dell’intera superficie nazionale è oggi a rischio incendio, a causa dell’incuria e dell’abbandono che favoriscono l’estendersi del fuoco e l’azione dei piromani, con un costo per la collettività di ben 10mila euro ad ettaro.

A lanciare l’allarme è la Coldiretti dopo i nuovi roghi che hanno colpito il Sud e il centro con migliaia di ettari di pascoli, boschi, vigneti e uliveti andati in fumo. Un fenomeno – accusa Coldiretti – favorito dall’inarrestabile avanzata della foresta che, senza alcun controllo, si è impossessata dei terreni incolti e domina ormai 10,9 milioni di ettari con una densità che la rende del tutto impenetrabile ai necessari interventi di manutenzione, difesa e sorveglianza. Ci vorranno almeno 15 anni per – ricorda la Coldiretti – ricostruire i boschi andati a fuoco con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo.

IL PIANO DI INTERVENTI
Di fronte alla devastante ondata di incendi Coldiretti ha promosso l’alleanza tra gli agriturismi a marchio Campagna Amica e  con l’avvio di una task force per il monitoraggio, prevenzione e valorizzazione dei boschi. La prima rete nazionale degli agriturismi a tutela dei boschi italiani fondata sull’azione di monitoraggio di ”agricoltori ranger” diffusi capillarmente in tutte le aree agricole italiane, decisa dall’Assemblea di Terranostra sarà impegnata – sottolinea la Coldiretti – nella prevenzione degli incendi con la segnalazione alle autorità responsabili delle emergenze.

”Nella lotta agli incendi è determinante la tempestività di intervento ed è importante creare una rete diffusa di sorveglianza grazie alla presenza capillare degli agricoltori” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che ”le imprese agricole sono disponibili ad impegnarsi nelle attività di manutenzione, gestione, prevenzione e sorveglianza di boschi e foreste nei confronti degli incendi’. Occorre cogliere – sottolinea Moncalvo – le opportunità offerte dalla legge di orientamento che invita le pubbliche amministrazioni a stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di attività funzionali alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale”.

Ogni ettaro di macchia mediterranea – precisa la Coldiretti – è popolato in media da 400 animali tra mammiferi, uccelli e rettili, ma anche da una grande varietà di vegetali che a seguito degli incendi sono andate perse. Nelle foreste andate a fuoco – continua la Coldiretti – sono impedite per anni anche tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, dei tartufi, e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi che coinvolgono decine di migliaia di appassionati.

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Incendi favoriti dalle temperature sopra la media: il dossier Coldiretti

Luglio bollente in Italia dove le temperature minime sono risultate superiori di 2,6 gradi la media di riferimento e le precipitazioni sono risultate in calo del 60 % aggravando una crisi idrica di portata storica a livello nazionale con siccità e diffusione degli incendi.  E’ quanto emerge dal Dossier Coldiretti all’Assemblea nazionale, sulla base delle elaborazioni dei dati Ucea relativi alla prima decade di luglio, nel focus dedicato alla eccezionale situazione di crisi idrica del Paese.

Si aggrava dunque la situazione dopo che nel primo semestre del 2017 in Italia – sottolinea la Coldiretti – erano caduti appena 251 millimetri di pioggia, ben il 30% in meno rispetto alla media di riferimento. La primavera 2017 dal punto di vista meteorologico, è stata in Italia, secondo il Cnr, la seconda più calda dal 1800, con un’anomalia di +1,9 gradi, ma a giugno lo scarto è stato addirittura di +3,2 gradi. Il clima particolarmente asciutto non solo ha determinato cambiamenti visibili nel paesaggio e nell’ambiente, ma anche creato le condizioni per favorire il divampare degli incendi provocati spesso da atti criminali.

Boschi, ma anche animali allevati e almeno 2500 ettari di terreno a pascolo, vigneti e uliveti andati a fuoco nell’ultimo mese concentrati soprattutto in Sicilia, ma sparsi lungo tutta la Penisola secondo il monitoraggio della Coldiretti che parla di devastante ondata di incendi che mette a rischio, l’ambiente, l’economia il lavoro il turismo e purtroppo anche le vite umane.

LE CAUSE
Tra le ragioni, al mix esplosivo caldo e siccità, si somma l’inarrestabile avanzata della foresta che senza alcun controllo si è impossessata dei terreni incolti e domina con 12 miliardi di alberi ormai più di 1/3 della superficie nazionale con una densità che la rende del tutto impenetrabile ai necessari interventi di manutenzione, difesa e sorveglianza nei confronti dei piromani. ”Per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.

L’Italia non è mai stata così ricca di boschi con la superficie coperta che oggi è di 10,9 milioni di ettari, praticamente raddoppiata dall’Unità d’Italia, ma a differenza del passato si tratta di aree senza alcun controllo e del tutto impenetrabili ai necessari interventi di manutenzione e difesa mettendo a rischio la vita delle popolazioni locali, per degrado ed incendi. Al contrario – stima la Coldiretti – 35mila nuovi posti di lavoro potrebbero nascere dall’aumento del prelievo del legname dai boschi in un Paese che importa l’80% del legno che utilizza. Nel giro di vent’anni le giornate di lavoro in agricoltura nelle montagne italiane si sono praticamente dimezzate, passando da 89 milioni a 47 milioni, con un crollo che ha costretto 320mila aziende agricole a chiudere i battenti.

Ogni ettaro di macchia mediterranea – precisa la Coldiretti – è popolato in media da 400 animali tra mammiferi, uccelli e rettili, ma anche da una grande varietà di vegetali che a seguito degli incendi sono andate perse. Nelle foreste andate a fuoco – continua la Coldiretti – sono impedite per anni anche tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, dei tartufi e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi che coinvolgono decine di migliaia di appassionati. Solo il sostegno al lavoro nei boschi. indirizzato verso una gestione sostenibile può, effettivamente, rappresentare la condizione per una manutenzione ordinata a disinnescare fenomeni spesso dolosi di incendi e attivare reti di volontariato in grado di supportare l’attività degli organi preposti all’attività di spegnimento, conclude la Coldiretti nell’evidenziare la necessità di dare attuazione immediata all’articolo 70 della delega ambientale che prevede che siano in ogni caso remunerati i seguenti servizi: fissazione del carbonio delle foreste a dell’arboricoltura da legno di proprietà demaniale, collettiva e privata; regimazione delle acque nei bacini montani; salvaguardia della biodiversità delle prestazioni ecosistemiche e delle qualità paesaggistiche; utilizzazione di proprietà demaniali e collettive per produzioni energetiche nonché alla rapida approvazione della nuova norma forestale che sancisce l’importanza della gestione e di una visione imprenditoriale ed economica del bosco.

LA SITUAZIONE DEI BACINI IDRICI
Secondo l’ultimo monitoraggio della Coldiretti il livello idrometrico del fiume Po è sceso a 3,15 metri sotto lo zero idrometrico, quasi mezzo metro piu’ basso rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo le ultime rilevazioni al Ponte della Becca.  Lo stato del piu’ grande fiume italiano – sottolinea la Coldiretti – è rappresentativo della crisi idrica del Paese, anche perchè dal bacino idrico del Po dipende il 35% della produzione agricola nazionale. Ma la situazione è difficile nei laghi e nelle dighe lungo tutta la Penisola secondo il monitoraggio effettuato dalla Coldiretti. L’altezza idrometrica del lago di Garda è di 69,5 centimetri, ben il 33% in meno rispetto alla media storica del periodo, mentre in Campania la diga del Piano della Rocca ha una disponibilità di 7,82 milioni di metri cubi di acqua pari ad appena il 55% dello stesso periodo dello scorso anno. La situazione appare meno grave in Puglia dove nelle dighe di Occhito. Capaccio, Osento e Capaciotti ci sono 230 milioni di metri cubi di acqua, il 14% in meno rispetto allo scorso anno. Nelle isole. la diga Don Sturzo in Sicilia ha 37,77 milioni di metri cubi di acqua, il 30% in meno dello scorso anno, mentre quella di Temo, nella Nurra in Sardegna, ne ha ben il 64% in meno per un totale di 18,69 milioni di metri cubi di acqua. L’annata in corso, per la zona nord occidentale della Sardegna, è la più siccitosa dal 1922, secondo l’Autorità di Bacino.

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Incendi nel Sud Italia: distrutti vigneti, pascoli e uliveti. Coldiretti: 2500 ettari in fumo

“La Sicilia brucia. Prevalentemente nei weekend. Ogni anno ci sorprendiamo, fingendo di dimenticarci che era successo l’anno prima, e quello prima ancora. Uguale, uguale”. Non lascia spazio a interpretazioni lo sfogo di Marilena Barbera, viticoltrice in Menfi. “E i vigili del fuoco, chiamati più volte, ti rispondono che un vigneto non può bruciare”.

Non solo boschi, ma anche animali allevati e almeno 2500 ettari di terreno a pascolo, vigneti e uliveti sono andati a fuoco nell’ultimo mese nel Sud Italia. Appezzamenti concentrati soprattutto in Sicilia. Ma in realtà sparsi lungo tutta la Penisola.

E’ quanto stima la Coldiretti che di fronte alla devastante ondata di incendi che mette a rischio, l’ambiente, l’economia il lavoro il turismo e purtroppo anche le vite umane ha immediatamente promosso l’alleanza tra gli agriturismi a marchio Campagna Amica e Federforeste con l’avvio di una task force per il monitoraggio, prevenzione e valorizzazione dei boschi.

La prima rete nazionale degli agriturismi a tutela dei boschi italiani fondata sull’azione di monitoraggio di “agricoltori ranger” diffusi capillarmente in tutte le aree agricole italiane, decisa dall’Assemblea di Terranostra sarà impegnata – sottolinea la Coldiretti – nella prevenzione degli incendi con la segnalazione alle autorità responsabili delle emergenze. Una azione di difesa dei campi coltivati e dei 12 miliardi di alberi presenti nei boschi italiani che coprono ormai 1/3 della superficie nazionale.

LE CONTROMOSSE
“Nella lotta agli incendi è determinante la tempestività di intervento ed è importante creare una rete diffusa di sorveglianza grazie alla presenza capillare degli agricoltori”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “le imprese agricole sono disponibili ad impegnarsi nelle attività di manutenzione, gestione, prevenzione e sorveglianza d di boschi e foreste nei confronti degli incendi”.

“Occorre cogliere – sottolinea Moncalvo – le opportunità offerte dalla legge di orientamento che invita le pubbliche amministrazioni a stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di attività funzionali “alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale”.

“E’ necessario – conclude il presidente Coldiretti – dare attuazione immediata all’articolo 70 della delega ambientale che prevede che siano in ogni caso remunerati i seguenti servizi: fissazione del carbonio delle foreste a dell’arboricoltura da legno di proprietà demaniale, collettiva e privata; regimazione delle acque nei bacini montani; salvaguardia della biodiversità delle prestazioni ecosistemiche e delle qualità paesaggistiche; utilizzazione di proprietà demaniali e collettive per produzioni energetiche”.

“DANNI INCALCOLABILI”
Nel primo semestre del 2017 in Italia sono caduti appena 251 millimetri di pioggia. Il 30% in meno rispetto alla media di riferimento. Risultato: una storica siccità, che favorisce il diffondersi degli incendi provocati spesso da atti criminali.

Gli incendi provocano danni incalcolabili dal punto di vista economico e ambientale dovuti alla perdita di biodiversità (distrutte piante e uccisi animali) e alla distruzione di ampie aree di bosco che sono i polmoni verdi del paese e concorrono ad assorbire l’anidride carbonica responsabile dei cambiamenti climatici.

Ogni ettaro di macchia mediterranea – precisa la Coldiretti – è popolato in media da 400 animali tra mammiferi, uccelli e rettili, ma anche da una grande varietà di vegetali che a seguito degli incendi sono andate perse. Nelle foreste andate a fuoco sono impedite per anni anche tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, dei tartufi, e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi che coinvolgono decine di migliaia di appassionati.

“Solo il sostegno al lavoro nei boschi – afferma Coldiretti – può effettivamente rappresentare la condizione per una manutenzione ordinata a disinnescare fenomeni spesso dolosi di incendi e attivare reti di volontariato in grado di supportare l’attività degli organi preposti all’attività di spegnimento”.

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