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Ricerca e sviluppo in viticoltura ed enologia: Oiv chiama, Masi Agricola risponde

Ricerca e sviluppo in viticoltura ed enologia Oiv chiama, Masi Agricola risponde holding famiglia boscaini nel consortium
L’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV) ha incluso Masi Agricola nel suo “
Consortium”, il Consorzio che già comprende altre cinque realtà vitivinicole internazionali di prim’ordine come Viña Concha y Toro (Cile), Moët Hennessy (Francia), Sogrape (Portogallo), Familia Torres (Spagna) e Yalumba Family Winemakers (Australia). L’organismo intergovernativo al quale aderiscono ben 49 Paesi produttori e consumatori nel mondo beneficia del Consortium per sostenerne progetti di ricerca e sviluppo in viticoltura ed enologia.

Le cantine aderenti si impegnano a contribuire alla ricerca tecnica e scientifica nel settore della vite e del vino e alla sua diffusione tramite la stessa OIV. «Avere Masi nel Consortium – commenta il Direttore generale Pau Roca – arricchisce la qualità della ricerca e amplia l’obiettivo internazionale dell’OIV. Il gruppo non era completo fino all’ingresso di un’azienda italiana così importante: l’Italia è una delle pietre miliari del vino e doveva essere rappresentata. Noi tutti potremo condividere le sue conoscenze e la sua esperienza».

«Le aziende strutturate internamente per la ricerca e sviluppo in vigneto e cantina – dichiara Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola – non sono molte in Italia e sono poche anche a livello globale. Masi, il cui Gruppo Tecnico ha all’attivo quattro decenni di impegno, si sente onorata di far parte di questo prestigioso e ristretto gruppo ed è orgogliosa di rappresentarne l’Italia, portandone le istanze: il patrimonio di biodiversità nelle varietà delle uve che non ha pari, la ricchezza di territori e le conseguenti espressioni enologiche».

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Champagne Jacquesson ceduta ad Artémis Domaines


Champagne Jacquesson
entra interamente nell’Olimpo di Artémis Domaines, holding creata prima dell’acquisizione di Château Latour, nel 1992. I titolari Jean-Hervé e Laurent Chiquet (nella foto) lasceranno la nota maison di Rue du Colonel Fabien 68, a Dizy, consentendo al colosso della famiglia Pinault la gestione totale dell’azienda. Artémis Domaines aveva messo i piedi in Champagne Jacquesson 8 mesi fa e così completa l’opera di acquisizione, passando da un 33,5% all’intero patrimonio.

Secondo fonti locali, ad assumere la direzione della casa di Dizy sarà Jean Garandeau, attuale direttore vendite e marketing di Artémis Domaines. I fratelli Chiquet, proprietari di alcuni vigneti nel comune della Grande Vallée de la Marne, dovrebbero continuare a collaborare con la casa madre, conferendo le preziose uve sino ad ora patrimonio di Champagne Jacquesson. Artémis Domaines continua così a investire in vigneti e tenute vinicole di alta qualità.

IL PORTAFOGLIO DI ARTÉMIS DOMAINES

Nel portafoglio della famiglia Pinault figurano tre delle cinque principali denominazioni francesi, grazie a sei proprietà. Oltre a Château Latour (Bordeaux), Domaine d’Eugénie in Côte-de-Nuits (Borgogna), Clos de Tart in Côte d’Or (Borgogna) e Jacquesson (Champagne), la holding possiede Château-Grillet in Côtes du Rhône e Eisele Vineyard in California (15 ettari Napa Valley). Quasi tutti i vigneti sono certificati biologici e vengono allevati secondo i principi della biodinamica e dell’agroforestazione.

Un approccio che Artémis Domaines e la famiglia Pinault assicureranno anche a Champagne Jacquesson, nella Valle della Marna. La Maison è diventata negli anni un simbolo per gli amanti dello Champagne. La produzione è deliberatamente limitata a 250 mila bottiglie, «per preservare la viticoltura e i processi di vinificazione senza compromessi».

François Pinault ha lanciato Artémis nel 1992, investendo attraverso una partecipazione personale in PPR, il gruppo da lui fondato nel 1963 e rinominato Kering nel 2013. L’obiettivo iniziale era quello di utilizzare una struttura leggera attraverso la quale investire senza alcuna restrizione in termini di settore industriale o di ubicazione fisica. Artémis ha trascorso gli ultimi tre decenni acquisendo e sviluppando una vasta gamma di attività in diversi settori di business, nel segno della diversificazione tra magazine (Le Point), case editrici (Tallandier), case d’asta (Christie’s) e immobili di pregio (Palazzo Grassi a Venezia).

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Campari tratta l’acquisto di Champagne Lallier con Francis Tribaut

Tempo di annunci per il Gruppo Campari, che da oggi tratta con Francis Tribaut l’acquisto di Champagne Lallier. La notizia è stata diramata dalla stessa azienda, che nei giorni scorsi ha comunicato il trasferimento della sede sociale in Olanda.

In particolare, il Gruppo Campari tratta con French Sarl Ficoma, holding di famiglia di Francis Tribaut, per acquisire una partecipazione dell’80%. E, a medio termine, l’intero capitale azionario di Sarl Champagne Lallier e di altre società del gruppo.

CAMPARI SU CHAMPAGNE LALLIER

La società possiede il marchio Champagne “Lallier”, creato nel 1906 ad Aÿ, uno dei villaggi “Grand Cru” della regione della Champagne, a testimonianza della qualità del prodotto. La società ha venduto circa 1 milione di bottiglie di Champagne nel 2019, tra cui quasi 700 mila bottiglie di Lallier.

L’ambito della transazione proposta comprende il marchio, le corrispondenti scorte liquide, i beni immobili, compresi i vigneti di proprietà e gestiti, oltre ai siti di produzione.

GRUPPO CAMPARI: MASSA CRITICA SUL MERCATO FRANCESE

Con questa acquisizione, Campari Group mira ad aggiungere il marchio storico e premium di Champagne Lallier al suo portafoglio premium, in un canale chiave per le attività di costruzione del marchio come l’Horeca.

Inoltre rafforzerebbe la sua massa critica sull’importante mercato francese, in cui il Gruppo Campari ora commercializza il proprio portafoglio attraverso la sussidiaria.

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