Il Lessini Durello Doc Riserva 36 mesi Brut 2016 di Casarotto è uno degli spumanti Metodo classico presenti nella Guida Top 100 Migliori vini italiani di WineMag.it. Supera brillantemente i tasting alla cieca, confermandosi quale ennesimo pezzo da novanta della cantina di Montecchia di Crosara (VR).
LA DEGUSTAZIONE
Giallo paglierino luminoso per questo Champenoise simbolo dei Monti Lessini, ottenuto con l’uva autoctona Durella. Perlage finissimo, persistente. Naso croccante e d’un frutto voluttuoso, attorno alla crosta di pane.
Risvolti floreali e mielati, albicocca, agrumi, vena tropicale. E, soprattutto, una vena minerale-vulcanica pronta a far da fil rouge e da spina sorsale al sorso, sin dall’ingresso del Lessini Durello Doc Riserva 36 mesi Brut 2016.
La beva si dipana su sentori corrispondenti al naso, con altrettanta generosità ed eleganza tropicale. È il trionfo di un Metodo classico che riesce ad esaltare primari e terroir.
GLI ABBINAMENTI
Un punto di riferimento assoluto, questa etichetta di Casarotto, nel contesto della denominazione spumantistica veneta, al top tra gli spumanti italiani.
Come suggerisce la cantina, il Lessini Durello Doc Riserva 36 mesi Brut 2016 risulta versatile nell’abbinamento. Ottimo come aperitivo, sposa antipasti e portate a base di pesce, cotto e crudo. Si abbina bene a sopressa e formaggi locali. Eccellente con il baccalà alla vicentina.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
«Dove le rocce, il sole, il mare e il vento creano un intreccio magico di colori e profumi» si trova l’Azienda agricola Possa di Heydi Bonanini. Siamo alle Cinque Terre, angolo della Liguria che regala due vini dolci – o, meglio, due Sciacchetrà – perfetti per Natale 2021, direttamente dalla Guida Top 100 Migliori vini italiani 2022 di WineMag.it.
Cinque Terre Dop Sciacchetrà 2019, Azienda Agricola Possa, Heydi Bonanini
Naso delizioso, goloso, tra frutta matura (dattero in gran vista), bergamotto, rosmarino. Un’esplosione della macchia mediterranea nel calice. L’ossigenazione libera note di curry e curcuma e intensifica la succosità materica del frutto.
Ci vorrebbe un libro intero per raccontare come questo nettare-capolavoro guadagna in complessità col passare dei minuti nel calice. Non resta che assaggiarlo, concedendosi un regalo (in più) in occasione di Natale 2021. Uno di quei vini, lo Sciacchetrà di Possa, da condividere solo con chi se lo merita davvero.
Frutta secca, sotto sciroppo e terziari si dividono la posta, al naso, in un quadro di grazia assoluta. Giusto il tempo di portare lo Sciacchetrà di Possa alla bocca, per comprendere quanto possa essere lunga una carezza d’albicocca, vaniglia, caramella mou e fondo di caffè.
Chiudi gli occhi e una brezza gentile, di mare, sfiora le labbra. Gran beva. Non è un vino ma il mare, ovunque si voglia. Un nettare più forte del traffico delle metropoli. Una finestra sui terrazzamenti eroici della splendida Liguria. Delle splendide Cinque Terre.
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Sono ben 13 i vignaioli presenti nella Top 100 Migliori vini italiani 2022 di WineMag.it (fino a domenica in vendita a 6,49 euro, invece di 12,99 euro) che presenzieranno al Mercato Fivi di Piacenza 2021. L’annuale appuntamento con le 680 cantine aderenti è in programma da sabato 27 a lunedì 29 novembre 2021.
Tra le tappe da non perdere c’è Mos, Cantina dell’Anno 2022 – Nord Italia per la nostra testata. L’occasione di conoscere Luca Moser, il cugino Federico Ferretti e i loro vini eroici prodotti in Val di Cembra, va colta al volo. Saranno presenti al Padiglione 1, corsia E, postazione 35.
Di seguito, da Nord a Sud Italia, gli altri 12 vignaioli premiati dalla nostra annuale Guida, presenti al Mercato Fivi di Piacenza 2021.
LOMBARDIA
Tenuta La Vigna (paglione 1 – F 27)
Cascina La Vigna – Parco del Montenetto
25020, Capriano del Colle (Brescia)
Martilde (paglione 2 – N 21)
Via Croce, 4
27040, Rovescala (Pavia)
Perego & Perego (padiglione 1 – D 81)
Largo Medaglia d’oro, 2
27040 Rovescala (Pavia)
PIEMONTE
Ca ed Curen (padiglione 1 – D 25)
Località Romanino, 14
12056 Mango (Cuneo)
VENETO
Vigne al Colle (padiglione 1 – B 43)
Via Palazzina, 100
35030 Rovolon (Padova)
Giovanna Tantini (padiglione 1 – C 73)
Località I Mischi via Unità d’Italia, 10
Castelnuovo del Garda (Verona)
Le Fraghe di Matilde Poggi (padiglione 1 – C 35)
Loc. Colombare, 3
37010 Cavaion Veronese (Verona)
EMILIA ROMAGNA
Tre Monti (padiglione 1 – B 103)
Via Lola, 3
40026 Imola (Bologna)
TOSCANA
Sanlorenzo (padiglione 1 – B 53)
Podere Sanlorenzo, 280
53024 Montalcino (Siena)
MARCHE
Montecappone (padiglione 1 – B 104)
Via Colle Olivo, 2
60035, Jesi (Ancona)
UMBRIA
Antonelli (padiglione 1 – B 35)
Località San Marco, 60
06036 Montefalco (Perugia)
CALABRIA
Fezzigna Vignaioli dal 1957 (padiglione 1 – B 87)
Località Caraconessa
88823, Umbriatico (Crotone)
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Dopo il terremoto sulla legge Lgbt, definita da molti osservatori d’ostacolo ai diritti di gay, lesbiche e transessuali, un altro terremoto scuote l’Ungheria di Viktor Orbán, che si prepara al voto di aprile 2022. I produttori di vino ungheresi chiedono al governo di Budapest di consentire agli avventori di poter bere vino al ristorante. L’Ungheria è infatti uno dei pochi Paesi rimasti nell’eurozona in cui è in vigore la tolleranza zero sull’alcol al volante.
Tradotto: bevi una birra, la polizia di ferma a un posto di blocco e sono guai. Patente ritirata e sanzione molto salata, anche in fiorini (in molti casi pari o superiore al salario medio mensile).
A guidare la rivolta è una colonna portante della viticoltura magiara: Joseph Bock, classe 1948, tra i più noti viticoltori di Villány, regione vinicola ungherese vocata al Cabernet Franc in purezza. Bock, esperto cacciatore di cinghiali e daini nel tempo libero, ha messo nel mirino da diversi da anni il proibizionismo del governo ungherese.
ALCOL AL VOLANTE, «TOLLERANZA ZERO IMPEDISCE LA CRESCITA»
Ieri l’ultima stoccata, sul palco di Franc&Franc 2021, manifestazione che ha convogliato nel Sud dell’Ungheria ben 175 wine expert da tutta Europa e non solo, ospitata come di consueto dalla cantina Bock.
«Dobbiamo cambiare questa assurda legge – ha dichiarato Joseph Bock – che mina l’evoluzione stessa della viticoltura ungherese. La tolleranza zero sull’alcol alla guida è d’ostacolo allo sviluppo dell’economia delle cantine magiare, che si stanno sempre più attrezzando anche sul fronte dell’enoturismo».
Siamo ormai uno dei pochi Paesi rimasti in Europa a non permettere a nessuno di bere neppure un bicchiere di vino al ristorante. Anche i turisti e gli enoturisti vivono col timore di consumare un calice di vino, perché corrono il rischio di vedersi ritirata la patente fuori dal ristoranti o dalle cantine».
«Chiunque abbia a cuore la crescita del settore – ha aggiunto Joseph Bock – deve supportarci in ogni modo per far sì che questo divieto venga abolito al più presto. Consentire una minima tolleranza è ormai vitale non solo per molte cantine e ristoranti, ma anche per tutto l’indotto di cantine, ristoranti e strutture ricettive ungheresi».
GIORNALISTI E CONSORZI DEL VINO UNGHERESE CON JOSEPH BOCK
Zoltán Győrffy (nella foto sopra), direttore del wine magazine ungherese Pécsi Borozó, si allinea alla posizione di Bock. «Chi viene pizzicato alla guida con appena 0.25 mg/l di alcol – spiega in esclusiva a WineMag.it – rischia in Ungheria una multa da un minimo di 200 a un massimo 200 mila euro. Quest’ultimo è chiaramente un valore estremo, che tiene conto di eventuali danni causati a persone o cose».
Vedersi rifilata una sanzione da 300 euro e da uno a tre mesi di sospensione della patente è comune, nel Paese. Il punto è che, così facendo, si pone un limite alla cultura del vino ungherese, che deve pur essere bevuto responsabilmente».
«Penso che il governo debba rivedere le norme attuali – conclude Zoltán Győrffy, membro tra l’altro dell’ufficio di gabinetto del rettore dell’Università di Pécs – introducendo una tolleranza minima per chi si mette alla guida, simile a quella di altri Paesi produttori di vino, come per esempio l’Italia. La tolleranza zero è d’ostacolo all’enoturismo, alle nostre cantine e a tutte le aziende della ristorazione e dell’ospitalità».
Tra i favorevoli a una revisione della legge c’è anche Péter Molnár, direttore del Consorzio Vini di Tokaj, la più nota e rinomata regione vinicola ungherese. «L’auspicio – commenta a WineMag.it – è che questa legge cambi, per il bene dell’enogastronomia ungherese».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Il vino della cantina del presidente Ais SiciliaCamillo Privitera è stato premiato dalla stessa Ais nella Guida Vitae 2022, con le “Quattro Viti”. Il massimo riconoscimento dell’Associazione italiana Sommelier è stato dunque assegnato a un’etichetta – l’Etna Doc Rosso di Vigneti Primaterra – prodotta da un socio, nonché uno dei suoi massimi rappresentanti nazionali.
Un premio destinato a far discutere in vista del 54° Congresso Nazionale Ais, in programma a Bologna dal 19 al 21 novembre. A confermare che le “Quattro viti” alla cantina di Randazzo (CT) non siano passate inosservate in Sicilia, c’è l’email di alcuni vignaioli siciliani indirizzata a WineMag.it.
LA LETTERA
«Egregio Direttore – recita la missiva – mi chiamo X (omissis, ndr). Insieme ed un gruppo di amici ho deciso di scriverle per comunicare un fatto che ci dà parecchio fastidio e che ci sminuisce in quanto onesti lavoratori della terra e produttori di vino».
Abbiamo appreso che tra i vini con il più alto punteggio nella guida dei sommelier Ais, per la Sicilia è stato premiato il vino rosso della Cantina Primaterra dell’Etna, condotta dal presidente regionale di Ais Sicilia, Camillo Privitera.
Questo fatto pone seri dubbi sulle degustazioni effettuate per la guida dei vini siciliani dei sommelier, dal momento in cui lui stesso, oltre ad essere presidente regionale, è il responsabile effettivo della guida».
Ufficialmente, il responsabile della Guida Vitae per la Sicilia è Orazio Di Maria. Come confermano numerosi video, Camillo Privitera, proprio in virtù del suo ruolo, è sempre presente alle premiazioni, pur non partecipando alle degustazioni.
Un esempio? La diretta Facebook del 5 dicembre 2020, in cui il presidente nazionale Ais Antonello Maietta si collega in streaming con l’isola, per premiare Cantine Nicosia.
In quell’occasione, Graziano Nicosia, rappresentante della famiglia di produttori premiati dall’Associazione italiana sommelier con il Tastevin 2021, è seduto al centro. Proprio fra Orazio Di Maria e Camillo Privitera.
«Noi ogni giorno col nostro lavoro e col nostro sudore ci impegniamo assiduamente a fare vino – continua la mail inviata dai vignaioli siciliani a WineMag.it – e ci vediamo mortificati come piccoli produttori quando vediamo che, addirittura un presidente regionale dei sommelier, vede premiato un suo vino, non potendo far altro che pensare male di questo circuito».
«Perché l’Associazione dei Sommelier fa queste cose, penalizzando piccoli e grandi produttori a vantaggio di chi dovrebbe essere imparziale? La preghiamo cortesemente, direttore, di aiutarci a fare luce su questo avvenimento immorale e per noi ingiusto», è la chiosa alla lettera ricevuta dalla nostra redazione.
LA REPLICA DI CAMILLO PRIVITERA
Raggiunto telefonicamente da WineMag.it, Camillo Privitera, titolare della cantina Primaterra con la moglie Tiziana Gandolfo, si mostra tranquillo e per nulla preoccupato dalle polemiche.
«Non mi devo giustificare con nessuno – commenta il presidente Ais Sicilia – e se qualcuno ha qualcosa da dire, è libero di farlo. È un tema che potrebbe essere sollevato per qualsiasi soggetto che fa comunicazione e che si occupa di vino. Basti pensare a tutto quel comparto dei cosiddetti influencer».
Sono uno che non ha mai chiesto un vino o bevuto un vino che fosse regalato. Cose dette così hanno il sapore della perfidia, della malafede e della cattiveria, ovvero il sapore del “niente”. Sarebbe più opportuno fare queste domande al referente della Guida, Orazio Di Maria».
«Il presidente Ais Sicilia non fa le degustazioni, non sceglie il gruppo dei degustatori e non partecipa minimamente in nessun contesto della Guida Vitae. Questa pubblicazione vive da anni, non da adesso, di una sua autonomia», conclude Camillo Privitera.
Più in generale, l’Etna Doc Rosso 2016 di Vigneti Primaterra è uno dei 18 vini siciliani premiati da Ais. Il massimo riconoscimento delle “Quattro Viti” è stato assegnato anche ad altri 6 vini prodotti sulle pendici del vulcano.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
È Carrefour show tra i vini in promozione al supermercato. L’insegna francese propone un Catalogo vini valido nei propri Ipermercati fino al 7 novembre 2021, con decine di vini che si aggiudicano i 5 cestelli della spesa di Vinialsuper. Sono ben 61 i vini in offerta con il massimo della valutazione. Quelli da non perdere per nessuna ragione e di cui fare la scorta.
Un numero elevatissimo, se si considera che sull’intero Catalogo Vini Carrefour si può scegliere tra circa 170 vini. Incisiva e utile per i consumatori la scelta dell’insegna di dividere le etichette in promozione in base alla regione di appartenenza. Da Nord a Sud non manca (quasi) nessuno e figura anche qualche etichetta premiata nella nostra Guida Migliori vini al supermercato 2022.
QUALCHE STRAFALCIONE SU DOC E DOCG
Tra le 24 pagine del volantino si registra però qualche strafalcione su Doc e Docg, nonché nella collocazione dei vini (o, meglio, delle denominazioni stesse) nella corretta regione. Errori da segnare col pennarello rosso, in un contesto generale più che mai positivo. Quasi nessuno dei vini in promozione, infatti, si aggiudica meno di 3,5 cestelli sui 5 a disposizione nella speciale scala di valutazione di Vinialsuper.
Vale a dire che quasi tutti i vini sono più che mai meritevoli di essere acquistati, considerato soprattutto l’ottimo rapporto qualità prezzo che sta alla base dell’assegnazione dei cestelli, nella nostra speciale rubrica dedicata ai vini in offerta nelle maggiori insegne di supermercati italiani.
Da rivedere, qua e là, la scelta dei vini descritti come “Imperdibili” da Carrefour. Etichette che, in quasi tutti i casi, non garantiscono gli standard minimi di tipicità, privilegiando invece uno stile commerciale (industriale) e standardizzato. Ecco le valutazioni di tutti i vini in promozione, regione per regione.
LOMBARDIA
Lugana o Chiaretto Sirmiolino DOP, Cà Maiol: 7,90 euro (4,5 / 5)
Valtellina Superiore Docg, Nino Negri: 7,49 euro (5 / 5)
Franciacorta Saten, Contadi Castaldi: 21,90 euro (5 / 5)
Valtellina Superiore Docg Sfursat, Nino Negri: 23,50 euro (5 / 5)
Franciacorta Riserva Docg Terre d’Italia: 15,19 euro (4,5 / 5)
Pinot Nero Enigma Nero, Vigne Olcru: 9,90 euro (4,5 / 5)
Inferno Valtellina Superiore Docg, Nera: 12,90 euro (5 / 5)
Barbera / Bonarda / Pinot Grigio / Riesling Oltrepò pavese Doc, Terre Passeri: 1,99 euro (1 / 5)
Bonarda / Barbera Oltrepò pavese Le Cascine, Losito & Guarini: 2,29 euro (2,5 / 5)
Franciacorta Docg, Castel Faglia: 11,90 euro (5 / 5)
Pinot Nero Oltrepò pavese Doc, Giorgi: 5,99 euro (3,5 / 5)
Bonarda / Riesling Doc C’era una volta, Losito & Guarini: 4,99 euro (3,5 / 5)
Spumante Chardonnay Metodo classico, Col Mesian: 4,19 euro (3,5 / 5)
Pinot Nero Oltrepò pavese Doc, Cantine Montagna: 3,59 euro (3,5 / 5)
Bonarda / Sangue di Giuda Oltrepò pavese Doc, Quaquarini: 2,99 euro (5 / 5)
Muller Thurgau Vigneti delle Dolomiti Igt, Santa Margherita: 4,99 euro (3,5 / 5)
Pinot Grigio Valdadige Doc, Santa Margherita: 5,49 euro (4 / 5)
Trento Doc Brut, Ferrari: 11,90 euro (5 / 5)
Trento Doc Demi-Sec, Ferrari: 12,10 euro (5 / 5)
Trento Doc Rosé, Ferrari: 11,80 euro (5 / 5)
Trento Doc Le Premier, Cesarini Sforza: 9,50 euro (5 / 5)
Trento Doc Terre d’Italia: 8,39 euro (4,5 / 5)
Marzemino / Muller Thurgau Doc Mastri Vernacoli, Cavit: 3,49 euro (3,5 / 5)
FRIULI VENEZIA GIULIA
Cuvee 15.96, Volpe Pasini: 6,49 euro (4 / 5)
Sauvignon / Refosco Collio Doc, St. Helena: 11,90 euro (4 / 5)
Merlot / Ribolla Gialla del Pompiere, Schiopetto: 10,90 euro (5 / 5)
Merlot / Sauvignon Doc Friuli Colli Orientali, Volpe Pasini: 8,90 euro (4 / 5)
Ribolla Gialla Doc Vidussi Borgo Fradis: 5,39 euro (3,5 / 5)
Friulano Collio Doc Vidussi Borgo Fradis: 5,39 euro (3,5 / 5)
Sauvignon Collio Doc, I Vignaioli: 5,19 euro (3,5 / 5)
Pinot Bianco / Sauvignon / Cab. Sauvignon Superiore Friuli Doc Aquileia, Tenuta Ca Vescovo: 4,29 euro (3,5 / 5)
VENETO
Prosecco Valdobbiadene Superiore Docg, Bolla: 3,99 euro (3,5 / 5)
Prosecco Spago Doc Signoria dei Dogi: 3,99 euro (3,5 / 5)
Prosecco Superiore Valdobbiadene Docg, Mionetto: 7,89 euro (3,5 / 5)
Prosecco Superiore Valdobbiadene Docg, Bortolomiol: 6,99 euro (4,5 / 5)
Prosecco Superiore Valdobbiadene Docg, Belussi: 6,99 euro (4,5 / 5)
Prosecco Superiore Valdobbiadene Docg, Carpenè Malvolti: 5,99 euro (5 / 5)
Prosecco Superiore Valdobbiadene Docg, La Gioiosa: 5,49 euro (3,5 / 5)
Prosecco Superiore Valdobbiadene Docg Marca Oro, Valdo: 4,99 euro (3,5 / 5)
Prosecco Doc Extra Dry, Zonin: 3,99 euro (3,5 / 5)
Prosecco Treviso Doc Spumante / Spago Coste Alte: 3,99 euro (3,5 / 5)
Amarone della Valpolicella classico Docg, Bolla: 29,50 euro (3,5 / 5)
Veneto Igt Campofiorin, Masi: 10,90 euro (4 / 5)
Ripasso Valpolicella Doc, Corte Giara: 10,90 euro (4 / 5)
Amarone della Valpolicella Docg Costasera, Masi: 32,80 euro (5 / 5)
Valpolicella Superiore Docg, Sartori: 6,99 euro (4,5 / 5)
Valpolicella Ripasso Doc, Bolla: 5,99 euro (3,5 / 5)
Soave / Bardolino Classico / Chiaretto Doc, Sartori: 3,49 euro (4,5 / 5)
EMILIA ROMAGNA
Bonarda / Barbera Colli Piacentini Doc, Cantina Vicobarone: 2,39 euro (3,5 / 5)
Pignoletto Tenuta Villa Cialdini / Lambrusco Il Baluardo: 3,29 euro (4 / 5)
Gutturnio Colli Piacentini Doc Calera, Cantina Vicobarone: 3,19 euro (4 / 5)
Lambrusco Marcello Oro, Ariola: 4,49 euro (5 / 5)
Bonarda Colli Piacentini Doc, Cantina Valtidone: 3,99 euro (3,5 / 5)
Lambrusco / Pignoletto Doc Vecchia Modena: 3,29 euro (3,5 / 5)
Lambrusco di Sorbara Doc Cavicchioli: 2,99 euro (4 / 5)
Trebbianino Val Trebbia Doc, Bonelli: 2,79 euro (5 / 5)
Bonarda / Gutturnio / Ortrugo Colli Piacentini Doc, Terre della Pietra: 2,59 euro (3,5 / 5)
Gutturnio / Ortrugo / Monterosso, Casabella: 2,49 euro (3,5 / 5)
TOSCANA
Brunello di Montalcino Docg, Frescobaldi: 25,90 euro (5 / 5)
Bolgheri Doc Le Colonne: 15,50 euro (4,5 / 5)
Chianti Peppoli Docg, Antinori: 12,90 euro (5 / 5)
Brunello di Montalcino Docg, Banfi: 28,98 euro (5 / 5)
Brunello di Montalcino Docg Tenuta Friggiali – Terre d’Italia: 19,79 euro (5 / 5)
Rosso di Montalcino Doc, Banfi: 8,90 euro (4,5 / 5)
Nobile di Montepulciano Docg, Tenuta di Gracciano della Seta – Terre d’Italia: 8,59 euro (4 / 5)
Nobile di Montepulciano Docg, Vecchia Cantina: 5,90 euro (5 / 5)
Morellino di Scansano Docg Il Cretto, San Felo: 3,99 euro (4 / 5)
Rosso di Montalcino Doc, Tenuta Friggiali – Terre d’Italia: 9,29 euro (4 / 5)
Chianti Docg Faunae, Frescobaldi: 8,19 euro (5 / 5)
Chianti Classico Docg, Cecchi: 5,99 euro (4,5 / 5)
Chianti classico Docg, Sant’Ilario: 5,69 euro (4 / 5)
Chianti Classico Docg, Piccini: 4,69 euro (4,5 / 5)
Chianti Docg Torrebona, Cecchi: 4,49 euro (4 / 5)
Chianti Docg Neocampana, Melini: 3,99 euro (3,5 / 5)
Chianti Riserva / Superiore Docg Collezione Oro, Piccini: 3,89 euro (5 / 5)
Nipozzano Docg Riserva Chianti Rufina, Frescobaldi: 10,90 euro (5 / 5)
Pomino Doc Frescobaldi: 6,90 euro (5 / 5)
Morellino di Scansano Docg La Mora, Cecchi: 4,99 euro (4,5 / 5)
Morellino di Scansano Docg La Capitana: 4,89 euro (3,5 / 5)
Remole Toscana Igt, Frescobaldi: 4,49 euro (5 / 5)
Morellino di Scansano Docg, Poggio al Sale: 4,29 euro (4,5 / 5)
Vernaccia di San Gimignano / Chianti Docg / Buon Governo Igt, Piccini: 2,99 euro (4 / 5)
Vini Piccini Collezione Oro: 3,49 euro (5 / 5)
Le Due Arbie Igt Toscana: 5,90 euro (3,5 / 5)
Vin Santo del Chianti Doc, Castello di Oliveto – Terre d’Italia: 12,39 euro (4,5 / 5)
Chianti classico Docg Geggiano – Terre d’Italia: 6,19 euro (4 / 5)
Vermentino Toscana Igt Calaforte, Frescobaldi: 5,99 euro (3,5 / 5)
Vermentino Maremma Toscana Doc, Sant’Ilario: 4,59 euro (3,5 / 5)
Vermentino Maremma Toscana Doc La Mora, Cecchi: 3,99 euro (3,5 / 5)
Vermentino Toscana Igt La Ruota, San Felo: 3,79 euro (4,5 / 5)
Chianti Docg Villa Montorsoli: 3,49 euro (3,5 / 5)
Toscana Igt Del Granduca Oliveto: 2,69 euro (3 / 5)
UMBRIA
Sagrantino di Montefalco Docg Duca Odoardo, Terre della Custodia: 19,60 euro (3,5 / 5)
Rubesco di Torgiano, Lungarotti: 7,90 euro (4 / 5)
Vipra Rossa Umbria Igt, Bigi: 3,49 euro (4 / 5)
Montefalco Doc Duca Odoardo, Terre della Custodia: 8,39 euro (3,5 / 5)
Montefalco Doc, Antonelli: 7,90 euro (5 / 5)
Grechetto Doc Colli Martani Terre della Custodia: 4,99 euro (5 / 5)
Orvieto Doc, Bigi: 2,99 euro (3,5 / 5)
ABRUZZO
Montepulciano / Trebbiano d’Abruzzo Passo del Lupo: 1,99 euro (2 / 5)
Orvieto Doc Collezione Oro, Piccini: 3,89 euro (3,5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc, Masciarelli: 7,90 euro (5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva Terra d’Aligi – Terre d’Italia: 4,79 euro (5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva / Pecorino Superiore Doc, Spinelli: 2,99 euro (5 / 5)
Pecorino / Passerina Terre di Chieti Igt / Montepulciano e Cerasuolo Val di Fara, Spinelli: 2,39 euro (5 / 5)
MARCHE
Verdicchio Doc, Velenosi: 6,90 euro (3,5 / 5)
LAZIO
Passerina del Frusinate Igt Cantina di Piglio: 3,29 euro (5 / 5)
Est! Este!! Est!!! Doc, Cantina di Montefiascone: 2,99 euro (4 / 5)
CAMPANIA
Taurasi Docg Radici, Mastroberardino: 21,86 euro (5 / 5)
Greco di Tufo / Fiano di Avellino Docg, Koerus – Terre d’Italia: 6,39 euro (4 / 5)
Greco di Tufo Docg, Feudi di San Gregorio: 10,10 euro (5 / 5)
Campania Igt / Falanghina del Sannio Doc, Feudi di San Gregorio: 7,90 euro (5 / 5)
Aglianico Dop, La Guardiense: 3,99 euro (3,5 / 5)
Falanghina del Beneventano Igt La Vinicola del Titerno: 2,29 euro (3 / 5)
Salento Igp Notte Rossa: 1,99 euro (5 / 5)
Primitivo di Manduria Doc, Tenute Rubino: 6,99 euro (5 / 5)
Chardonnay Salento Igt, Tormaresca: 6,39 euro (4 / 5)
Primitivo Igp Centocampi, Cantine Coppi: 4,49 euro (3,5 / 5)
Primitivo / Negroamaro / rosato / Fiano Salento Notte Rossa: 3,99 euro (5 / 5)
Primitivo / Aglianico / Negroamaro Igt, Feudo Monaci: 3,99 / 3,49 euro (3,5 / 5)
Vermentino del Salento / Tentazioni rosé Igp Donna Marzia, Conti Zecca: 3,19 euro (4,5 / 5)
BASILICATA
Aglianico del Vulture Doc Vignali, Cantina di Venosa: 3,99 euro (5 / 5)
SICILIA
Nero d’Avola Sicilia Doc Plumbago, Planeta: 8,90 euro (non in promo) (5 / 5)
La Segreta Sicilia Igt, Planeta: 6,99 euro (5 / 5)
Regaleali Tasca D’Almerita: 5,90 (non in promo) (5 / 5)
Sicilia Doc Sedara, Donnafugata: 6,90 euro (non in promo) (5 / 5)
Passito di Pantelleria Carlo Pellegrino: 5,90 euro (3,5 / 5)
Cerasuolo di Vittoria Docg / Nero d’Avola / Syrah Igt, Barone di Bernaj: 4,29 euro (3,5 / 5)
Nero d’Avola / Alcamo Terre Siciliane Igt, Rapitalà: 3,99 euro (5 / 5)
Nero d’Avola / Grillo Doc, Cantine Europa: 2,49 euro (3,5 / 5)
Nero d’Avola / Grillo Sicilia Doc, Settesoli: 3,49 euro (5 / 5)
Nero d’Avola / Grillo / Syrah Igt Rialto dei Vespri: 3,29 euro (3,5 / 5)
SARDEGNA
Vermentino di Sardegna Doc, Sella & Mosca: 3,89 euro (3,5 / 5)
Lianti / Tambè Isola dei Nuraghi, Capichera: 17,90 euro (5 / 5)
Lintori Vermentino Sardo: 16,40 euro Capichera (non in promo) (5 / 5)
Funtanaliras Vermentino di Gallura Docg, Cantina del Vermentino: 7,09 euro (4,5 / 5)
Vermentino di Gallura Docg Tancaré, Giogantinu – Terre d’Italia: 5,59 euro (5 / 5)
Spumante Brut di Torbato Sella & Mosca: 4,99 euro (5 / 5)
Cannonau di Sardegna Doc, Sella & Mosca: 4,99 euro (3,5 / 5)
VINI BIOLOGICI
Terra Alpina Bio: 6,90 euro (non in promo) (3,5 / 5)
Aglianico Vulture Doc Teodosio, Feudi San Gregorio: 7,90 euro (non in promo) (5 / 5)
Chianti Classico Docg, Dievole: 10,90 euro (5 / 5)
Prosecco Bio Valdo: 5,90 euro (3,5 / 5)
Primitivo / Negroamaro / Chardonnay Bio, Cantine Paolo Leo: 6,90 euro (4 / 5)
Vermentino di Sardegna Tralcio Antico Bio: 4,79 euro (3,5 / 5)
Natum Pecorino / Passerina Igp Bio, Agriverde: 3,59 euro (3,5 / 5)
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
La regina delle guide gastronomiche italiane ed internazionali ha scelto il suo reame. La Franciacorta è stata eletta Destination Partner di Michelin per la presentazione della Guida, momento clou in cui avviene l’annuncio delle “Stelle” assegnate ai ristoranti italiani. L’accordo tra il Consorzio di Tutela del Franciacorta e Michelin avrà una durata di 3 anni.
«Franciacorta è orgogliosa di poter ospitare i protagonisti della migliore qualità culinaria Italiana: i Cuochi», commenta Silvano Brescianini, presidente del Consorzio Franciacorta. «Dobbiamo moltissimo alla ristorazione – aggiunge – che rappresenta il meglio dell’esperienza gastronomica tricolore».
IL COMMENTO
I nostri vini trovano in questi ambasciatori del gusto e del “Made in Italy” preziosi alleati nelle tavole più importanti nel mondo. Ancor più, dopo aver passato il terribile periodo di chiusura, abbiamo il piacere di brindare e festeggiare le stelle in Franciacorta accogliendole con gratitudine ed amicizia».
Entusiasta anche il commento di Marco Do, direttore comunicazione della Michelin Italiana. «La storia della Guida Michelin è una storia di viaggio. Siamo felici di questa partnership che vedrà la Franciacorta come sede delle prossime tre edizioni della Guida Michelin».
«Questo territorio è la cornice ideale per continuare il nostro viaggio alla scoperta dei prodotti vitivinicoli di una terra dalla lunga tradizione e della sua unicità che l’ha resa una delle ambasciatrici del Made in Italy nel mondo», conclude Do.
LA STORIA DELLA GUIDA MICHELIN
La Guida Michelin, che fu originariamente concepita con l’intenzione d’incoraggiare gli automobilisti a mettersi in viaggio, nasce nel 1900 in Francia da un’idea dei fratelli André ed Édouard Michelin, fondatori dell’omonima azienda di pneumatici.
Per aiutare le poche migliaia di automobilisti francesi alle prese con un viaggio che era spesso avventuroso, i fratelli Michelin creano un volumetto per il viaggiatore. Conteneva mappe, procedure per cambiare una ruota, stazioni di servizio. E una lista d’indirizzi in cui mangiare e pernottare la notte.
Preso atto del crescente interesse per la buona tavola, i fratelli Michelin reclutano un’équipe di “avventori misteriosi” – oggi li si chiama “ispettori” – per visitare e recensire anonimamente i ristoranti.
Nel 1926 la guida inizia ad assegnare le stelle agli indirizzi di alta cucina, evidenziandoli inizialmente con una sola stella. Dopo cinque anni, viene introdotta la scala attuale: una, due, tre stelle. Una storia che prosegue e che, per i prossimi tre anni, ha uno spumante ufficiale con cui brindare: il Franciacorta.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Terminate le degustazioni della Guida Migliori vini al supermercato 2022. I tasting alla cieca incoronano la piemontese Teo Costa Cantina Gdo dell’anno per Vinialsuper.
Le etichette premiate potranno esibire lo speciale bollino-sticker rilasciato dalla nostra testata. Un modo per distinguersi sullo scaffale e semplificare la scelta ai consumatori più attenti ai vini di qualità, anche al supermercato.
La scelta della Miglior cantina Gdo 2022 ricade infatti su una realtà famigliare che da anni è protagonista nella grande distribuzione, con una linea di prodotti che va ben oltre l’ottimo rapporto qualità prezzo.
TEO COSTA È MIGLIOR CANTINA GDO D’ITALIA 2022
Con i suoi vini bianchi e rossi, Teo Costa valorizza vitigni autoctoni piemontesi come l’Arneis e il Nebbiolo, dando vita a vini di assoluto rilievo nell’ambito delle Denominazioni delle Langhe.
Brillano, in particolar modo, il Barolo e il Barbaresco della linea Ligabue, proposti in bottiglie anni 50 di vetro scuro con etichette che celebrano le opere di Antonio Ligabue. Tutti vini in distribuzione nei supermercati Coop Nordovest, Gs, Margherita, Dimar, Fras.Co, Conad, Code’ Crai e Bennet.
A guidare la cantina Teo Costa di Castellinaldo d’Alba (CN) sono oggi i fratelli Marco e Roberto Costa. Al loro fianco papà Antonio e mamma Mariuccia, nonché i figli di Roberto: Isabella, Viviana e Manuel.
Spetta a loro, quinta generazione della famiglia Costa, spingere nel futuro un’azienda che conta 80 ettari di vigneti e 450 mila viti a frutto, tra le colline patrimonio Unesco delle Langhe, del Roero e del Monferrato.
UNA CANTINA MODELLO NEL CUORE DELLE COLLINE UNESCO
Un ambiente che Teo Costa vuole preservare e valorizzare, attraverso scelte concrete. Dopo anni di sperimentazioni, nel 2007 la famiglia ha brevettato un metodo di vinificazione senza solfiti aggiunti. Il primo in Piemonte.
La lotta ai “conservanti del vino” è il modo in cui si traduce (in cantina) il protocollo “Libera Natura”, applicato (in vigna) a tutela della biodiversità e della sostenibilità in viticoltura. Un insieme di regole creato nel 2011 e condiviso con altre realtà vinicole italiane, «vicine alla natura».
Nel “decalogo” produttivo di Teo Costa, quantità e qualità fanno rima, nel nome di un nuovo modo di interpretare il vino nella Grande distribuzione organizzata. Buono, rispettoso della tipicità dei vitigni e delle Denominazioni. E, non ultimo, a misura di portafoglio.
LA GUIDA AI MIGLIORI VINI AL SUPERMERCATO 2022
Roero Arneis Docg 2020 “Ligabue”, Teo Costa (Cantina Gdo 2022)
Barbera d’Alba Doc 2018 “Ligabue”, Teo Costa (Cantina Gdo 2022)
Barbaresco Docg 2018 “Ligabue”, Teo Costa (Cantina Gdo 2022)
Nebbiolo d’Alba Doc 2019 “Ligabue”, Teo Costa (Cantina Gdo 2022)
Barolo Docg 2016 “Ligabue”, Teo Costa (Cantina Gdo 2022)
Lambrusco di Sorbara Dop 2020 “Linea Stile”, Cantina di Carpi e Sorbara (Coop Alleanza 3.0, Conad Nord Ovest, Conad Centro Nord, Carrefour, Realco, Marketingross, Pam)
Lambrusco di Modena Dop 2020 “Linea Stile”, Cantina di Carpi e Sorbara (Coop Alleanza 3.0, Conad Nord Ovest, Conad Centro Nord, Carrefour, Realco, Marketingross, Pam)
Pignoletto Dop Vino bianco secco frizzante “Linea Stile”, Cantina di Carpi e Sorbara (Coop Alleanza 3.0, Conad Nord Ovest, Conad Centro Nord, Carrefour, Realco, Marketingross, Pam)
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc Amabile “Gran Gala”, Chiarli (Conad, Coop, Eurospar, Maxi‐Di, Pam‐Panorama, Iper La grande i – Finiper, Realco, Agora’, Bennet, Gs Market ed Express, Il Gigante, Maiora)
Lambrusco di Sorbara Doc Secco frizzante “Prestigio”, Chiarli (Conad, Coop, Eurospar, Maxi‐Di, Pam‐Panorama, Iper La grande i, Realco, Bennet, Gs, Market ed Express, Il Gigante, Migross, Maiora)
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Dop secco 2020 “Villa Cialdini”, Chiarli (Conad, Coop, Eurospar, Esselunga, Maxi‐Di, Pam‐Panorama, Unicomm, Iper La grande i – Finiper, Alì, Arca, Coal, Realco, Tosano, Paladini Supermerati)
Lambrusco di Modena Doc frizzante secco 2020, Cleto Chiarli e Figli (Conad, Coop, Eurospar, Esselunga, Maxi‐Di, Pam‐Panorama, Unicomm, Iper La grande i – Finiper, Alì, Arca, Coal, Realco, Tosano, Paladini Supermerati)
FRIULI VENEZIA GIULIA
Venezia Giulia Igt 2020 Ribolla Gialla, Az. Agr. Lorenzon (Il Gigante)
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Quindici ettari vitati, quasi tutti a circa 300 metri dal corpo dell’azienda. Una masseria nel cuore della Daunia, a poca distanza dal suo luogo simbolo: il castello di Lucera. Una famiglia dedita alla viticoltura. Più di trent’anni di esperienza. Cantina La Marchesa è tutto questo, in uno: cantina dell’anno Sud Italia 2022 per WineMag.it, all’interno della Guida Top 100 Migliori vini italiani 2022.
Una realtà che si fa custode di un tratto di Puglia aspro, generoso. Fin troppo spesso dimenticato. Lo racconta al mondo attraverso i suoi vini. A condurre le vigne è Sergio Lucio Grasso, un vignaiolo vulcanico ed instancabile, legato alle proprie viti come se fossero un’estensione del proprio corpo.
CANTINA LA MARCHESA SUL PODIO DEL SUD ITALIA
A tratti ruvido nei modi, sempre schietto nelle parole, trasmette la sua energia e la vera essenza del territorio nei suoi vini. A fargli da contraltare è la moglie, Marika Maggi. Solare, aperta, fantasiosa donna del vino pugliese. È lei l’anima comunicativa della cantina La Marchesa. I due, insieme, sono una forza della natura.
Una voce unica, all’insegna dell’autenticità della produzione, divenuta l’ennesima ragione di vita comune. Nero di Troia, Montepulciano, Fiano e Bombino Bianco i vitigni coltivati con passione da Cantina La Marchesa e da cui nascono i cinque vini dell’azienda. Custodi di un territorio che merita un posto d’onore nel panorama vitivinicolo italiano.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Online su Amazon Kindle la GuidaTop 100 Migliori vini italiani 2022 di WineMag.it, che incorona Podere Fedespina “Cantina dell’anno” 2022. Anche quest’anno la selezione delle etichette, avvenuta tramite una rigorosa degustazione alla cieca, è giustificata da pochi, semplici dettami. Non mancano le novità, dovute al successo che sta riscuotendo una pubblicazione annuale che si inserisce in un contesto ben più ampio: quello di WineMag Editore.
Chi ci conosce sa che non amiamo nasconderci dietro a un dito e ha compreso l’approccio innovativo del nostro magazine: controcorrente quando serve, irriverente quanto basta, innamorato della verità. E, soprattutto, fedele a un registro che vuole essere caldo e appassionato, pur nell’oggettività assoluta della “terza persona singolare”.
UNA NUOVA COMUNICAZIONE PER IL VINO ITALIANO
Bando all’io e all’ego di cui molti abusano nel settore, dando sfogo a un’interiorità che fa della penna un labirinto, per chi si approccia alla lettura. In fondo, siamo persone semplici a cui piacciono le cose difficili. Le missioni impossibili.
Con tutte le nostre forze stiamo cercando di ridefinire, giorno dopo giorno, attraverso una linea editoriale quotidiana basata su un approccio puntuale, rigoroso e approfondito delle news, i canoni dell’intero panorama della critica enologica in Italia.
Un’oggettività che si riflette anche nella degustazione e nella “costruzione” di una Guida ai migliori vini italiani che fornisca ai lettori – nostro vero punto di riferimento – uno strumento utile per orientarsi nel mare magnum del vino italiano, attraverso una semplificazione di carattere macro-geografico (Nord e Centro-Sud) e suggerimento di decine di vini quotidiani, dall’ottimo rapporto qualità prezzo.
LA DEGUSTAZIONE ALLA CIECA
Ecco dunque grandi nomi accanto a cantine sconosciute. Vini prodotti da grandi cantine e “piccoli” vignaioli artigianali. Nomi storici e realtà che si sono affacciate da poco tempo sul mercato.
Nella Top 100 Migliori vini italiani di WineMag.it trovano spazio vini di impronta tecnica e di “metodo” – in grado ovviamente di sfoggiare la propria identità territoriale – e altri che trasmettono l’emozione dell’artigianalità e della cura manuale, esenti da difetti di natura chimica o accidentale.
Sfumature che convivono perché accomunate dalla bontà e dalla capacità intrinseca di comunicare prima a sorsi e, poi, a parole. Pochi, semplici dettami, dicevamo, per l’appunto.
Al centro dell’attenzione, su tutto, la tipicità e il rispetto del varietale: bando al cosiddetto “gusto internazionale” – ormai cambiato, anche grazie a consumatori sempre più attenti all’autenticità e alla territorialità – e a scelte commerciali che tendono a uniformare le diverse Denominazioni del vino italiano.
VINI BUONI SENZA BANDIERA: “CRU” E “PARCELLE” SUGLI SCUDI
Fortemente connesso al primo caposaldo c’è il nostro desiderio di sotterrare l’ascia dell’integralismo e di quello che ci piace definire “razzismo enologico“: ciò che deve colpire è il vino nel calice, non la filosofia produttiva (“convenzionale“, “naturale“, “biologico“, etc).
L’altro focus della Top 100 Migliori vini italiani di WineMag.it è su produttori e vignaioli che puntano sulla valorizzazione delle espressioni dei singoli “cru” del proprio “parco vigneti”. Alla parcellizzazione e alla valorizzazione della macro eccellenza nella micro selezione.
Il tutto ricordando sempre che siamo sognatori, prima che commentatori e critici del nettare di Bacco. Amiamo le persone vere e i vini in grado di trasmettere personalità, nerbo, carattere, gusto e passione. In una parola? Amiamo il coraggio e chi osa.
LE CANTINE DELL’ANNO
In un anno come il 2021, segnato come il precedente dalla pandemia Covid-19, capace di condizionare pesantemente anche il mercato internazionale del vino riscrivendone gli equilibri e le dinamiche, speriamo di aver costruito l’ennesima “carta” alla portata di tutti (dal professionista al consumatore meno esperto, ma desideroso di bere bene).
Una selezione in cui regioni e denominazioni perlopiù si mescolano, per mostrare il quadro delle bellezza dell’Italia, racchiuse in “bottiglie sparse” di vino. Importante anche lo sguardo delle quattro cantine dell’anno.
Si tratta di Podere Fedespina (Cantina italiana dell’anno 2022), Agricola MoS (cantina dell’anno 2022 – Nord Italia), Ninni (cantina dell’anno 2022 Centro Italia) e La Marchesa (cantina dell’anno 2022 Sud Italia).
Più che cantine, famiglie del vino italiano rispettivamente della Lunigiana (Toscana), della Val di Cembra (Trentino), di Spoleto (Umbria) e della provincia di Foggia (Puglia). È proprio da queste cantine che inizia il racconto di un anno che ci ha reso fieri del nostro lavoro. Buone bevute, con la nostra Guida Top 100 Migliori vini italiani 2022.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
A caccia di vini per la Festa della Mamma del 9 Maggio? I nostri consigli si concentrano sulle etichette premiate dalla Guida Top 100 Migliori vini italiani 2021 di WineMag.it, in particolare su due spumanti Metodo classico da Emilia Romagna e Campania, due bianchi da Alto Adige e Piemonte, un rosso dalla piccola Doc Capriano del Colle (Brescia, Lombardia) e un Marsala Vergine d’annata 1995.
Vsq Metodo classico 2016 Rosato “Il Pigro”, Romagnoli
Un petalo di rosa colora il calice. Delicatezza anche al naso, con note di piccoli e precisissimi frutti rossi. Tocco di agrumi. Al momento, il miglior spumante metodo classico della gamma di Romagnoli, non ultimo per la finezza del perlage. Un’etichetta che alza l’asticella degli Champenoise prodotti in provincia di Piacenza, zona che sta trovando anno dopo anno il proprio equilibrio.
Vsq Metodo classico 2017 Caprettone “Pietrafumante”, Casa Setaro Il calice si tinge di un giallo paglierino dai riflessi dorati. Il vino è da premio, dall’ingresso alla lunga chiusura. Un percorso arrotolato attorno a un agrume delizioso. Il resto è freschezza, salinità, pienezza. Spensieratezza e gastronomicità.
Alto Adige Doc Valle Isarco Grüner Veltliner 2019 “Aristos”, Eisacktaler Kellerei Giallo paglierino. Naso che regala belle note tropicali, soprattutto mango. Grandissimo equilibrio e grandissima freschezza. Chiusura salina, contornata da agrume ed albicocca appena matura. Uno dei cosiddetti “vini verticali”, affilati come lame, in grado di mostrare appieno il prezioso terroir della Valle Isarco, in Alto Adige. Un vino perfetto per una Festa della Mamma di carattere.
Colli Tortonesi Doc Derthona Timorasso 2018 “Grue”, Pomodolce Giallo paglierino, riflessi dorati. Bel naso talcato. Frutta matura, macchia mediterranea e mentuccia a donare freschezza. Alcol presente, che deve integrarsi, ma non disturba. Palato pieno, freschezza assoluta con ritorni di frutta matura. Lunghissimo.
Lombardia Capriano del Colle Doc Marzemino 2019 “Berzamì”, Lazzari Rosso rubino tendente al trasparente. Bellissimo frutto, preciso. Ammalianti note di fiori, soprattutto di viola. In bocca bella freschezza, con ritorni di spezia. Ottima declinazione del vitigno.
Marsala Vergine Riserva Doc 1995 “La Villa Araba”, Martinez Non c’è Festa della Mamma senza un grande vino “dolce”. In questo caso, un pezzo di storia di Marsala nel calice, in tutti i sensi. La cantina di Carlo Martinez è uno degli emblemi della grandezza eterna della città del vino della Sicilia, che con questa etichetta tiene alta la bandiera di una denominazione sciaguratamente snobbata (e maltrattata). Peraltro, rapporto qualità prezzo eccezionale per “La Villa Araba”.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Marisa Cuomo è una cantina simbolo non solo della Campania, ma di una vera e propria gemma italiana famosa nel mondo: la Costa d’Amalfi. Un nome che, da solo, è capace di evocare paesaggi incantati, dominati da scogliere a picco sul mare e spiagge da cartolina.
La Banca d’Italia calcola che, ogni anno, prima dell’emergenza Covid-19, l’indotto del turismo straniero superi i 350 milioni di euro in questo spicchio della Provincia di Salerno, con epicentro nei comuni di Amalfi, Positano, Ravello, Maiori e Minori.
Proprio qui hanno trovato casa Marisa Cuomo e Andrea Ferraioli, presenti nella Guida Top 100 Migliori vini italiani 2021 di WineMag.it con ben quattro vini: Costa d’Amalfi Doc Furore Bianco 2018 “Fiorduva”, Costa d’Amalfi Doc Ravello Bianco 2019, Costa d’Amalfi Doc Furore Rosso Riserva 2016 e il “vino quotidiano” Costa d’Amalfi Doc Bianco 2019. Un vero e proprio en plein.
LA DEGUSTAZIONE Costa d’Amalfi Doc Furore Bianco 2018 “Fiorduva”, Marisa Cuomo
Giallo paglierino carico. Il bianco più complesso della cantina. Pienezza del sorso data dalla grande maturità del frutto ed una vena salina, iodata, marcata. Tanto sapido in bocca da sembrare servito su una barca, in mezzo al mare.
Costa d’Amalfi Doc Ravello Bianco 2019, Marisa Cuomo Giallo paglierino. Meno complesso di “Fiorduva”, ma coinvolgente nella sua estrema verticalità. Acidità affilata e tagliente; sapidità accentuata. Note vestite e ammantate dalla frutta matura. Un vino di mare fresco, godibile e senza fronzoli.
Costa d’Amalfi Doc Furore Rosso Riserva 2016, Marisa Cuomo
Rosso rubino, unghia violacea. Note di frutta matura e tocchi di spezia. Concentrato. Sorso estremamente bilanciato, tra frutto pieno e morbido e durezze saline. Terreno calcareo che gioca un ruolo determinante in questo equilibrio.
Costa d’Amalfi Doc Bianco 2019, Marisa Cuomo
Più salino e verticale di “Furore” coinvolge il naso con tutta la gamma delle erbe mediterranee. Riempie la bocca in maniera stupenda, alternando la vena glicerica alla freschezza. Vino da non perdere.
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Cinque vini bianchi per Natale dalla Top 100 Migliori vini italiani 2021 di WineMag.it, la Guida Vini edita dalla nostra testata indipendente, grazie a un rigoroso blind tasting.
Alto Adige Doc Chardonnay 2018 “Flora”, Girlan
Giallo paglierino, riflessi dorati. Nota mielata di primo naso. L’ingresso in bocca è morbido per poi affilarsi grazie alla viva freschezza. Ricco e con una intrigante complessità data dal varietale, non dall’affinamento. Di grande eleganza, bilancia sapientemente note citriche e cremosità da pasticceria.
Soave Doc 2017 “Le Cervare”, Zambon
Giallo paglierino. Al naso una pietra focaia “didattica”, esuberante. Il vulcano ammansisce fiori e frutti pur presenti, dimostrando come il vino sia ancora giovanissimo. In bocca una buona freschezza e grande sapidità, su note di frutta matura ed una leggera chiusura citrica. Persistenza da campione.
Vino bianco “Escamotage”, Simone Cerruti
Giallo paglierino carico. Naso splendidamente aromatico. Salvia, mentuccia, uva sultanina, eucalipto, verbena. In bocca domina una gran vena salina. Dritto e verticale, con ritorni del varietale in chiusura. Un vino gastronomico che dà il meglio di sé a tavola.
Trebbiano Spoletino Igt 2019 “Maceratum”, Fongoli Orange. Naso di erbe, radice di liquirizia, zenzero ed agrume candito. In bocca tannino non ruvido ma presente, a sua volta stuzzicato da un agrume succoso. Chiude su ritorni di radice di liquirizia, lungo. Accenno di sale e gran freschezza. Vino manifesto di un movimento, quello dei cosiddetti “vini naturali”, che troppo spesso si perde in sofismi. Ma quando fa sul serio, fa sul serio. Così.
Melissa Doc Greco di Bianco 2019 “Caraconessa”, Fezzigna
Giallo paglierino. Bel naso di bergamotto, agrumi, erbe mediterranee. Leggero tocco di spezia bianca. Sorso teso ma agile, lungo sulla freschezza e su ritorni di agrumi. Vino manifesto del vitigno e della zona.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Guida Top 100 Migliori vini italianiWineMag.it alla terza edizione, dopo l’esordio nel 2018. Confermata la scelta ecologica dell’e-book, in vendita su Amazon Kindle. Gli introiti serviranno a finanziare l’attività della nostra testata giornalistica, fieramente una delle poche realtà indipendenti nel panorama della critica enogastronomica italiana ed europea.
Anche quest’anno, la scelta delle etichette è giustificata da pochi, semplici dettami. Al centro dell’attenzione, su tutto, la tipicità e il rispetto del varietale: bando al cosiddetto “gusto internazionale” – ormai cambiato, anche grazie a consumatori sempre più attenti all’autenticità e alla territorialità – e a scelte “commerciali” che tendono a uniformare le diverse Denominazioni del vino italiano.
Fortemente connesso al primo caposaldo c’è il nostro desiderio di sotterrare l’ascia dell’integralismo e del “razzismo enologico“: ciò che deve colpire è il vino nel calice, non la filosofia produttiva (“convenzionale”, “naturale”, etc).
L’altro focus della Top 100 Migliori vini italiani di WineMag.it è su produttori e vignaioli che puntano sulla valorizzazione delle espressioni dei singoli “cru” del proprio parco vigneti.
In un anno come il 2020, segnato dalla pandemia Covid-19, capace di condizionare pesantemente anche il mercato internazionale del vino, speriamo di aver costruito una “carta” di vini italiani alla portata di tutti, capace di mostrare la bellezza dell’Italia, in una bottiglia di vino.
Un obiettivo centrato da Terre di Petrara, che WineMag.it premia “Miglior cantina dell’anno” 2021. L’azienda della famiglia Simonelli si trova in Irpinia, nel profondo entroterra della Campania.
Si tratta di una realtà storica, le cui prime tracce risalgono al 1816. “Una produzione a carattere locale riservata a pochi intimi fino al 2009”, spiegano i tre fratelli Giuseppe, Alberto e Mario Simonelli, che in quell’anno hanno deciso di “proporre i vini al pubblico, affinché fossero apprezzati anche al di fuori dei propri confini”.
Simbolo della cantina Terre di Petrara, una maestosa quercia centenaria, testimone della storia della famiglia e del suo territorio. Il manifesto della cantina è chiaramente in linea con la modernità elegante di cui WineMag.it vuole farsi testimone (e promuovere) nel mondo del vino italiano.
“La sfida più grande – sottolineano di fatto i fratelli Simonelli nel presentare la filosofia aziendale – è stata quella di conservare il sapore originale gustato da chi, quel vino, lo stappò la prima volta, imbottigliando l’autenticità e lo stile che da sempre contraddistinguono la tradizione familiare”. Missione compiuta. Nel calice.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Che prospettive ha il vino italiano sul mercato cinese da qui alla fine del 2020? La domanda è quanto mai attuale adesso che i “giri” dell’economia della Cina sembra tornati regolari. E lo è anche per i segnali contrastanti emersi negli ultimi giorni. Da una parte il cauto ottimismo espresso del Ceo di Ornellaia, Giovanni Geddes da Filicaja. Dall’altra, le esternazioni di Sandro Bottega, che hanno creato controversie sia in Cina che a Hong Kong, dopo l’annuncio del temporaneo stop della produzione di Prosecco a Bibano di Godega di Sant’Urbano (TV).
Con l’obiettivo di raccogliere informazioni di prima mano sulle aspettative e i sentimenti di business delle cantine italiane, la guida Zhong Can Yi Jiu – il cui scopo è mettere in connessione l’Italia e la Cina – ha promosso un sondaggio su 166 cantine interessate al mercato cinese. Il Bel paese è quinto nella classifica dei vini importati dalla Cina per quantità. Al primo posto c’è la Francia.
Il 53,3% delle cantine partecipanti al sondaggio ha la sua sede in una delle tre regioni più importanti per l’export del vino italiano: il 20,8% è in Toscana, il 16,5% in Veneto e il 15,9% in Piemonte. Tutte le cantine sono fortemente interessate al mercato cinese e il 40,4% è già presente in Cina. Il 69,7% di queste ultime lo è da più di 4 anni.
Il primo dato ad emergere dal sondaggio è che la maggior parte delle cantine italiane (il 53,3% del campione) vede prospettive abbastanza positive o molto positive per il mercato del vino italiano in Cina, da ora alla fine del 2020. Per il 12,2% le prospettive sono abbastanza o molto negative mentre per il 27,6%, invece la situazione rimarrà com’è.
Per la vasta maggioranza delle cantine (67,4%) la forte solidarietà tra Cina e Italia, emersa nelle ultime settimane nel contrasto al Coronavirus, “influenzerà sicuramente il consumatore cinese e lo motiverà a preferire vini italiani al momento dell’acquisto”.
Le cantine che sono già presenti in Cina hanno aspettative leggermente più ottimiste con il 60,6% di loro (contro il 53,3% di tutte le cantine) che vede prospettive buone o molto buone per il mercato dei vini italiani in Cina nel breve periodo.
Allo stesso tempo però sono un po’ meno fiduciose rispetto al totale delle cantine che la solidarietà Cina-Italia possa motivare il consumatore cinese a selezionare il vino italiano al momento dell’acquisto (65,1% contro 67,4%).
Al momento di valutare le loro opportunità individuali sul mercato cinese, il 45,4% delle cantine già presenti in Cina pensa che, da adesso alla fine del 2020, saranno buone. Il 22,7% invece teme che le opportunità diminuiranno leggermente (19,7%) o significativamente (3,0%).
Il gruppo di cantine che esportano in Cina e sono partner della guida Zhong Can Yi Jiu mostrano aspettative più prudenti. “Tra le ragioni di questo minore ottimismo – spiega una nota – potrebbe esserci il fatto che queste cantine hanno una conoscenza molto più approfondita del mercato in cui operano, visto che il 65,0% è in Cina da 7 o più anni”.
Di questo gruppo solo il 40,0% vede prospettive positive o molto positive per il vino italiano sul mercato cinese da adesso alla fine dell’anno. In percentuale è una caduta di ottimismo del 20,6% a confronto con il resto delle cantine che esportano in Cina. Non è un segnale necessariamente negativo visto che in ogni caso il 65,0% di queste cantine non si aspetta nessun ulteriore peggioramento delle prospettive di mercato.
“Inoltre – continua la nota del gruppo – le cantine partner di Zhong Can Yi Jiu sono meno convinte dei loro colleghi che la solidarietà tra Cina e Italia in occasione della lotta contro il Coronavirus motiverà il consumatore cinese al momento dell’acquisto di vino a preferirne uno italiano: solo il 56,6% ci crede, contro il 65,1% del totale delle cantine”.
In termini di opportunità per le singole cantine solo il 30% delle cantine partner di Zhong Can Yi Jiu crede che ci saranno buone opportunità da adesso alla fine del 2020 (una differenza negativa del 15,4% rispetto al gruppo di tutte le cantine che esportano in Cina).
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Da oggi, acquistare la guida “TOP 100”migliori vini italiani di WineMag.it su Amazon Kindle aiuta a combattere l’emergenza Coronavirus (Covid-19). Abbiamo infatti deciso di devolvere al 100% il denaro raccolto dalle vendite della nostra guida ai migliori vini degustati nel 2019.
In particolare, i proventi saranno devoluti all’associazione Fraternita di Misericordia di Arese, comune alle porte di Milano, in Lombardia. I soccorritori sono incessantemente all’opera da giorni, per venire incontro alle necessità di centinaia di persone bisognose di soccorso e trasporto in ambulanza.
“Siamo un’associazione che lavora 24 ore su 24, sette giorni su sette – spiega il direttore generale Rossano Carrisi (nella foto, sotto) – e in questo periodo abbiamo immesso ulteriori risorse in servizio. Ad oggi sono cinque le ambulanze dedicate esclusivamente all’emergenza Covid-19, su turni di 12 ore”.
“La media degli interventi è di 7 per ogni turno di lavoro – continua il dirigente della Fraternita di Misericordia di Arese – dunque di circa 70 al giorno. Di questi servizi effettuati dalla nostra associazione, veicolati dal 118, l’80-85% riguarda Covid. I numeri, al momento, parlano chiaro: per un paziente che guarisce, uno muore“.
“C’è solo un modo per preservare il futuro del nostro Paese – conclude Carrisi – il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti: stare a casa, per non essere a nostra volta contagiati. Il virus viaggia tramite propagazione da contatto personale. Tutto quello che dobbiamo fare, dunque, è evitare i contatti e seguire le disposizioni”.
Con l’acquisto della guida “Top 100” migliori vini italiani di WineMag.it si aiuterà l’associazione a fronteggiare l’emergenza, assicurandosi al contempo una selezione dei 100 migliori vini italiani destinati al mercato Horeca (enoteche, hotellerie e ristorazione), premiati dalla nostra redazione su oltre 3 mila vini degustati nel 2019.
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ROMA – È il panettone delle Donne del Vino, distribuito con la guida ai vini dolci realizzata dalle sommelier dell’Associazione, quello scelto dal cerimoniere Alessandro Scorsone per celebrare le Feste di fine anno 2019, a Palazzo Chigi. Come consuetudine, il Presidente Mattarella, riunirà i ministri e i sottosegretari per il brindisi.
“Il Panettone e l’Arte del Vino” è una guida scritta in italiano e inglese che verrà omaggiata assieme al panettone al Presidente Mattarella e ai ministri. Un modo per trasformare l’assaggio dei dolci da ricorrenza in un’esperienza (anche) culturale, al fine di far conoscere il variegato patrimonio enologico italiano.
La guida, curata dalle Donne del Vino Cinzia Mattioli, Camilla Guiggi e Antonietta Mazzeo, propone un’ampia gamma di vini da dessert di ogni regione d’Italia, spumantizzati, ma anche fermi e passiti ottenuti in prevalenza dalla grande varietà di vitigni autoctoni presenti su tutto il territorio nazionale.
Sono ben 72 gli abbinamenti proposti nel prezioso libro “Il panettone e l’arte del vino”, che vanno dal Fiori d’Arancio Colli Euganei Spumante, ottimo con il pandoro classico, al Gewurztraminer Passito Doc perfetto con il Panettone albicocche e cioccolato.
E ancora: dal Moscato d’Asti abbinato al Panettone curcuma e zenzero all’Erbaluce di Caluso Passito per il Panettone glassato alle nocciole IGP fino ai Campi Flegrei Falanghina Passito Doc ma anche l’Aglianico Passito e il Lambrusco di Modena Spumante Rosato Extra Dry, solo per citarne alcuni.
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PADOVA –TavoleDoc Veneto, pronti a partire. Lunedì 2 dicembre, il Ristorante Valbruna di Limena, in provincia di Padova, è stato culla dell’assemblea inaugurale del progetto al quale hanno già aderito 51 ristoranti della regione.
Diversi i temi affrontati nel corso della giornata, presentati da Mario Cucci, editore della guida, Elio Ghisalberti direttore editoriale, e Marco Colognese, autore e curatore del volume.
“TavoleDoc Veneto – ha sottolineato Mario Cucci – si inserisce in un più ampio progetto che, a livello nazionale, vede al suo attivo la Guida TavoleDoc Liguria che ha già ottenuto un grande successo ed è alla sua seconda edizione”.
Elio Ghisalberti ha raccontato la sua esperienza in Lombardia. “Il Veneto – ha precisato Marco Colognese – è caratterizzato da diverse specificità, ognuna in grado di esprimere eccellenze: si passa dal territorio montano e dolomitico all’aria marina di Venezia, apprezzata e nota in tutto il mondo”.
TavoleDoc Veneto diventa così un vero e proprio racconto enogastronomico, volto a promuovere la cucina dei diversi ristoranti aderenti. Ad ogni attività verranno dedicate quattro pagine, contenenti la presentazione del ristorante, un servizio fotografico ad hoc e la ricetta più rappresentativa.
In occasione di due periodi di promozione (15 marzo / 15 aprile e 15 ottobre / 15 novembre), i ristoranti di TavoleDoc Veneto proporranno i loro menu TavoleDoc ad un prezzo concordato e fisso, con l’obiettivo di proporre un’offerta gastronomica di rilievo ad un importo accessibile.
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MILANO – Non poteva che nascere qualcosa di “dolce” dal progetto di collaborazione tra Le Donne del Vino e l’Antica Pasticceria Muzzi. Per esempio una guida all’abbinamento perfetto tra panettone e vino.
L’opuscolo, stampato in 20 mila copie e inserito nei dolci da ricorrenza della casa umbra, è stato presentato in mattinata a Milano, nella sala congressi di Eataly Smeraldo.
“Un’operazione – ha spiegato Donatella Cinelli Colombini, presidente dell’associazione nazionale Donne del Vino – che fa bene non solo al panettone ma anche a tutto il mondo del vino italiano, perché invita a prendere sul serio il vino e a gustarlo appieno. Libri come questo sono parte di un’educazione al bere consapevole”.
“Ci confermiamo un’azienda in costante crescita nel segmento premium – ha commentato Andrea Muzzi, Ceo di IdB Group, che detiene il marchio Antica Pasticceria Muzzi – con una visione votata alle aspettative del cliente. La collaborazione con Le Donne del Vino guarda infatti ai gourmand, che intendono gustare le nostre specialità in abbinamento alle etichette della migliore tradizione enologica italiana”.
“Da questa partnership – ha aggiunto Martino Beggio, responsabile Marketing e Comunicazione di IdB Group – impareremo molto sul fronte dell’approccio al prodotto: anche i dolci lievitati da ricorrenza possono essere degustati sulla base di una ragionata analisi sensoriale. Una prassi ormai consolidata nel mondo del vino, che ben si addice all’artigianalità della nostra produzionei”.
A curare gli abbinamenti Cinzia Mattioli, Camilla Giuggi e Antonietta Mazzeo, sommelier Ais e “Donne del Vino”. In tutto una sessantina di abbinamenti panettone e pandoro vino, che vanno dal Fiori d’Arancio Colli Euganei Spumante, ottimo con il pandoro classico, al Gewurztraminer Passito Doc, perfetto con il Panettone albicocche e cioccolato.
E ancora dal Moscato d’Asti abbinato al panettone curcuma e zenzero, all’Erbaluce di Caluso Passito per il panettone glassato alle nocciole Igp. Fino a chicche come i Campi Flegrei Falanghina Passito Doc e l’Aglianico Passito. Presente anche una Altbier, tipologia “scura” ad alta fermentazione perfetta per il panettone alla birra dell’Antica Pasticceria Muzzi.
Una linea, quella dei panettoni “spiritosi”, che occupa la fascia top di gamma di IdB – Industria dolciaria Borsari, leader nel segmento dei lievitati da ricorrenza premium.
L’incremento a doppia cifra del fatturato a cavallo delle campagne Natale 2018 e Pasqua 2019 (+ 11,43%, con un aggregato di 47,2 milioni di euro) è dovuto anche ai panettoni “aromatizzati”, che assieme racchiudono il 7-8% della produzione complessiva.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
VERONA – Le cantine da non perdere a Vinitaly 2019 (7-10 aprile)? Ecco la guida di WineMag.it. Impossibile citare tutte quelle che avremmo voluto. Di seguito abbiamo quindi cercato di tracciare un elenco (non scontato) di aziende scelte tra i territori più rappresentativi del vino italiano.
Dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, dall’Alto Adige alla Sardegna, senza dimenticare il centro Italia e il Meridione, nella sua interezza. Qui invece la mappa dei padiglioni, scaricabile e stampabile.
PADIGLIONE 1: EMILIA ROMAGNA
– Cantina Valtidone (A 13)
– Fratelli Bonelli (A 14)
– Ca’ de’ Medici (A 11)
– Cantine Ceci (D 8)
– Pandolfa (C 7)
– Enio Ottaviani Vini e Vigneti (A 3 e B 4)
– Mossi 1588 (B 15)
– Poderi dal Nespoli (B 2)
– Cantine Romagnoli (A 9)
– Tenuta Biodinamica Mara (C 2)
PADIGLIONE 2: SICILIA E UMBRIA
– Società Agricola Destro (6)
– Antano Milziade Fattoria Colleallodole (B 10)
– Frank Cornelissen (44 C)
– Cottanera (50 c)
– Dionigi (A 9)
– Judeka (127 G)
– Moretti Omero (A 10)
– Romanelli (B 9)
– Gorghi Tondi (65 D)
– Adanti Azienda Agricola (E 10)
PADIGLIONE 3: TRENTINO E ALTRI TERRITORI
– Endrizzi (E 5)
– Pedrotti spumanti (D 1)
– Pojer e Sandri (E 3)
– Cantine Briziarelli (D 8)
– Letrari (E 4)
– Lini 910 (C 6)
– Marisa Cuomo (C 6)
– Moser (E 2)
– Cesarini Sforza (C 4 – D 4)
– Cantina della Volta (E 5)
Guida Vinitaly 2019 PADIGLIONE 4 E 5: VENETO E ALTRI TERRITORI
– Villa Angarano (G 4 – G 5)
– Dal Maso (B 6)
– Inama (B 2)
– Lamole di Lamole (B 7)
– Vignaioli Contrà Soarda (G 4 – G 5)
– Alessandro Benini (G 6 – G 7)
– Fongaro (F 7)
– Franchetto (G 4 – G 5)
– Le Battistelle (G 6 – G 7)
– Zambon Vulcano (F 7)
– Le Tende Azienda Agricola (E 4)
– Accordini Stefano (C 3)
– Albino Piona (C 6)
Guida Vinitaly 2019 PADIGLIONE 8: SARDEGNA E ALTRI TERRITORI
– Antonella Corda (G 8 / G 9)
– Cantine Sardus Pater (B 2)
– Contini (D 1)
– Cantina Giuseppe Sedilesu (B 4)
– Binzamanna (B 6)
– Adriano Marco e Vittorio (D 8 – D 9)
– Alessio Brandolini (B 8 – B 9)
– Barbaglia (B 8 – B 9)
– Benito Favaro (C 8 – C 9)
– Bresolin Bio (C 8 – C 9)
– Corte Fusia (F 8 – F 9)
– De Tarczal (E 8 – E 9)
– Lazzari (D 8 – D 9)
– Palazzone Azienda Agricola (B 8 – B 9)
– Villa Persani (E 8 – E 9)
– Cantina Neri (C 8 – C 9)
PADIGLIONE 9: TOSCANA
– Badia a Coltibuono (D 9)
– Borgo Scopeto (B 2)
– Campo alla Sughera (D 14)
– Poderi del Paradiso (C 14)
– Capitoni Marco (A 15)
– Castello di Volpaia (D 4)
– Castello Tricerchi (B 8)
– Col di Bacche (C 13)
– La Combarbia (D 12 – D 13)
– Piandaccoli (E 15)
PADIGLIONE 10: PIEMONTE E ALTRI TERRITORI
– Abrigo Giovanni (I 2)
– Braida di Giacomo Bologna (N 4)
– Giulia Negri Serradenari (H 3)
– Oddero Poderi e Cantine (N 4)
– Castello di Verduno (L 2)
– Cascina Luisin (M 2)
– Giribaldi Azienda Agricola (D 3)
– Pecchenino (O 3)
– Antichi Vigneti di Cantalupo (O 2)
– Ioppa (E 3 – F 3)
PADIGLIONE 11: BASILICATA, MOLISE, PUGLIA
– Casa Maschito (E 5)
– Di Majo Norante (F 5)
– Agricola Erario (B 2)
– Agricole Alberto Longo (G 4)
– Apollonio Casa Vinicola (E 2)
– Cantina La Marchesa (G 2)
– Cantine San Marzano (D 5)
– Cardone (C 1)
– Colli della Murgia (H 2)
– I Pastini (D 3)
– Produttori di Manduria (C 3)
– Terrecarsiche 1939 (F 5)
– Varvaglione (C 3)
PADIGLIONE 12: ABRUZZO, CALABRIA, LIGURIA, VALLE D’AOSTA
– Anfossi Azienda Agraria (D 4)
– Cantine Viola (A 5 – E 6)
– Casal Bordino “Madonna dei Miracoli” (G 2)
– Cataldi Madonna (E 5 – F 5)
– Cave Mont Blanc de Morgex et La Salle (A 3 – B 3)
– Ciavolich (E 5 – F 5)
– Elena Fucci (A 2)
– Isole e Olena (A 2)
– Lo Triolet (A 3 – B 3)
– Tenuta del Conte (B 5)
Guida Vinitaly 2019 PALAEXPO: LOMBARDIA
– Agnes Fratelli (B 4)
– Azienda Agricola Rebollini (D 2)
– Cantine Conte Carlo Giorgi di Vistarino (A 2)
– Barone Pizzini (D 16)
– Quadra Franciacorta (D 11)
– La Perla di Triacca Marco (A1)
– Noventa Bioviticoltori (A 8)
– Tenuta Mazzolino (C 4)
– Bruno Verdi (C 3)
– Rivetti & Lauro (A 1)
Guida Vinitaly 2019 PADIGLIONE F: ORGANIC HALL – VINITALY BIO
– 1701 Franciacorta (70 Vi.Te.)
– Ampeleia (42 Vi.Te.)
– ‘A Vita Vignaioli in Cirò (41 Vi.Te.)
– Az. Agricola Al di Là del Fiume (17 Vi.Te.)
– Fosso degli Angeli (34 Bio)
– Castello di Tassarolo Marchesi Spinola (1 Bio)
– La Cantina di Enza (65 Vi.Te.)
– Garganuda (67 Vi.Te.)
– Thomas Niedermayr (9 Bio)
– Giancarlo Ceci Agrinatura (54 Bio)
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Un viaggio nell’Italia più bella, quella da gustare nei locali che hanno fatto la Storia del nostro Paese e dove è nato il famoso “gusto italiano”. E’ un itinerario da scoprire quello contenuto nella 43esima edizione della Guida ai Locali Storici d’Italia, presentata all’Hotel Massimo d’Azeglio di Roma, in Via Cavour 18.
Dall’espresso alla pasta, dal risotto ai dolci: quello che oggi nel mondo è conosciuto come il “gusto italiano” è nato proprio qui, in questi prestigiosi caffè, ristoranti, hotel e pasticcerie con secoli di vita alle spalle. Questa nuova edizione della Guida ai Locali Storici d’Italia è un viaggi tra i locali che hanno fatto la storia del gusto in Italia (e non solo).
La nuova edizione della Guida ai Locali Storici d’Italia – oltre 200 esercizi e più di 300 pagine bilingue italiano/inglese – è dedicata all’eccellenza che attraversa la storia, viaggiando tra tradizione e modernità grazie a piatti esclusivi e semplicissimi che ancora oggi vengono realizzati nei Locali Storici.
Edita dall’Associazione Locali storici d’Italia, libero sodalizio culturale nato nel 1976 e presieduto dal 2017 da Enrico Magenes di Pavia, la Guida è illustrata al tratto dal pittore Gianni Renna, come usava nelle guide ottocentesche.
Viene distribuita gratuitamente dall’Associazione a chi ne fa richiesta, con il solo contributo delle spese di spedizione, ed è disponibile presso i locali associati.
Ed è la prima volta che un’edizione digitale affianca quella cartacea della guida, permettendone un utilizzo pratico e veloce, anche in viaggio per piacere o per affari.
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La 51ª edizione di Vinitaly, il più importante salone internazionale dedicato al mondo del vino e dei distillati è in programma dal 9 al 12 aprile 2017. Con 130mila mila visitatori attesi e più di 4.100 espositori concentrati in quattro giorni di manifestazione, a cui si aggiungono i 300 di Sol&Agrifood e i 200 di Enolitech, la circolazione e il sistema dei parcheggi intorno al quartiere fieristico vengono strutturati e regolamentati per ridurre al minimo i disagi e ottimizzare il tempo a disposizione del business per gli operatori del settore.
Di seguito alcune note utili su trasporti, parcheggi e viabilità in occasione di Vinitaly. Le stesse informazioni con mappe, piantine esplicative e percorsi dettagliati sono disponibili nell’area visitatori del sito della manifestazione www.vinitaly.com.
QUARTIERE FIERISTICO, INFORMAZIONI GENERALI
Dove: Veronafiere, in viale del Lavoro n°8, si trova a circa due chilometri di distanza dal casello di Verona Sud dell’autostrada A4 “Serenissima”, dalla Stazione ferroviaria di Porta Nuova e dal centro della città di Verona. Ingresso: a pagamento, riservato agli operatori specializzati e maggiorenni. Orari: in occasione di Vinitaly, il quartiere fieristico è aperto ai visitatori dalle ore 9.30 alle 18.00. Servizio interno bus navetta: all’interno del quartiere fieristico è disponibile un servizio di collegamento tra i padiglioni, garantito da due minibus, dalle ore 9 alle 19.30.
COME ARRIVARE IN FIERA
In treno Il treno si conferma sempre il mezzo più comodo, veloce e sostenibile per arrivare a Vinitaly. Per questo Veronafiere ha rinnovato la convenzione con Trenitalia che consente a visitatori ed espositori di Vinitaly di acquistare negli Uffici Gruppi di Trenitalia biglietti ferroviari a tariffa scontata. L’offerta è valida fino al 30 aprile 2017 su tutti i treni diretti e in partenza da Verona, con uno sconto del 30% sulla 1ª classe e del 20% sulla 2ª. Dettagli e maggiori informazioni su www.trenitalia.com/tcom/Offerte-e-servizi/Uffici-Gruppi-Trenitalia.Come sempre, per chi arriva alla Stazione ferroviaria di Porta Nuova è disponibile il servizio gratuito di bus navetta diretto in Fiera, in partenza dal marciapiede E, con corse ogni 15 minuti circa, dalle 8.30 alle 20.
Da quest’anno è stata attivato un nuovo collegamento ciclopedonale tra la stazione e il quartiere fieristico, realizzato da Rfi-Reti ferroviarie italiane. Questa soluzione consente di raggiungere Vinitaly in meno di 10 minuti: dal binario 12, il percorso (570 metri in totale) esce sul retro della Stazione, attraversa lo Scalo ferroviario ed arriva su viale Piave; qui è possibile prendere un bus navetta o proseguire a piedi fino in Fiera, seguendo l’itinerario segnalato dagli adesivi con logo di Vinitaly posti a terra. Per l’occasione, il Comune di Verona ha riattivato il sottopasso pedonale su stradone Santa Lucia, aperto h24, illuminato e videosorvegliato.
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In auto Il modo più agevole per raggiungere Vinitaly in auto è sfruttare in via prioritaria i parcheggi scambiatori allo Stadio Bentegodi e al nuovo centro commerciale Adigeo, collegati al quartiere fieristico da corse di bus navetta gratuiti ogni 15 minuti.
– Dall’autostrada A22 “Brennero” (Modena-Trento-Bolzano-Bressanone-Vipiteno) è consigliata l’uscita diVerona Nord, con possibilità di posteggiare gratuitamente nei parcheggi dello Stadio Bentegodi, in via dello Sport, collegati alla Fiera fin dalle ore 6 grazie ad un servizio di bus navetta.
SCARICAQUILA MAPPA CON IL PERCORSO A22-PARCHEGGIO STADIO-FIERA
– Dall’autostrada A4 “Serenissima” (Torino-Milano-Brescia-Venezia-Udine-Trieste) l’uscita più vicina al quartiere fieristico è Verona Sud, con possibilità di posteggio (10 € il costo giornaliero) nel parcheggio Adigeo, con entrata su via Cagnoli e servizio di bus navetta verso la Fiera, con partenza da via Copernico. Esauriti i posti di Adigeo, è consigliato il posteggio nel parcheggio di Cattolica center (10 €), in via Germania, anch’esso servito da bus navetta con partenza da via Velino.
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In aereo
Sbarcati all’Aeroporto di Verona è disponibile un servizio gratuito di bus navetta “Aerobus” diretto in Fiera, con corse ogni 60 minuti circa, dalle 8.30 alle 19.30.
Parcheggi per gli espositori: l’accesso ad alcuni posteggi (P1, P2, P4 e P7) è riservato esclusivamente agli espositori fino alle ore 12 (vedi sopra). I visitatori possono utilizzare questi parcheggi soltanto dopo mezzogiorno e fino ad esaurimento posti.
Bus turistici e camper: ibus turistici e i camper devono posteggiare ai parcheggi dello Stadio; i bus provenienti dal casello di Verona Sud possono utilizzare anche il parcheggio del Cattolica center.
I parcheggi non sono custoditi: si raccomanda di non lasciare oggetti di valore nella vettura!
Parcheggio e mobilità nelle vie limitrofe alla Fiera: dalle ore 8 e le 19, nel comparto compreso tra stradone Santa Lucia, via Golosine, via Po, Largo don Giovanni Calabria, via dell’Industria, via Monfalcone, via Centro, via Volturno, via Scuderlando, viale dell’Agricoltura, viale del Lavoro, viale della Fiera, è consentita la sosta con disco orario per la durata massima di 60 minuti, pena la rimozione forzata del veicolo. Sono esclusi dal provvedimento residenti, operatori commerciali locali e studi professionali.
PARCHEGGI GIORNALISTI I giornalisti, esibendo una regolare tessera dell’Ordine, possono posteggiare gratuitamente e fino ad esaurimento posti nei parcheggi per i visitatori (vedi sopra) e nel piazzale del Palaexpo. Ai mezzi delle troupe televisive è riservato un posteggio specifico in via Scopoli, sempre fino ad esaurimento posti.
Parcheggio
Posizione
Orario
Tariffa
Bus navetta
Posti
Piazzale Palaexpo
Viale del Lavoro
7.30-20
Gratuito
No
265
P11 (troupe televisive)
Via Scopoli
7.30-20
Gratuito
No
125
TRASPORTI PUBBLICI Linee urbane: per raggiungere la Fiera e muoversi agevolmente in centro durante i giorni di Vinitaly, ATV-Azienda Trasporti Verona mette a disposizione dei visitatori attesi in città, la rete delle proprie linee urbane, diurne e serali.
Per i visitatori del fuori salone Vinitaly and the City (7-11 aprile 2017) è utile sapere che le corse delle linee diurne sono operative fino alle 21, mentre tutte le linee serali fino alle 24. I bus delle linee 90, 91, 93 e 98, poi, il venerdì 7 e sabato 8 aprile restano in servizio fino alle ore 2.
Il quartiere fieristico è servito dalle linee urbane feriali 21, 22, 61, 51, 52 e dalle linee festive 91 e 98 (lato Stradone S.Lucia/via Roveggia), 96, 97 e 92 (lato viale dell’Agricoltura). Il biglietto costa 1,30 euro. Tutti gli orari su www.atv.verona.it.
Taxi: è sempre attivo il servizio h24 di Radiotaxi (tel. 045.532.666).
Bus navetta gratuiti: oltre alle linee urbane, ATV, in collaborazione con Veronafiere, allestisce nei giorni di manifestazione un servizio gratuito di bus navetta che collega con la Fiera i principali parcheggi scambiatori, l’aeroporto Valerio Catullo e la Stazione di Porta Nuova.
Percorso: piazza Bra, corso Porta Nuova (fermata Camera di Commercio), via Scopoli (fermata lungo il marciapiede lato Fiera) e ritorno.
Orari: prima corsa ore 07.30 da piazza Bra; frequenza ogni 15′; ultima corsa ore 20.30 da via Scopoli.
Linea B: Stazione FS Porta Nuova – Fiera (viale dell’Agricoltura)
Percorso: Stazione FS (fermata marciapiede E2), viale dell’Agricoltura (fermata lato ex Magazzini generali) e ritorno.
Orari: prima corsa ore 07.30 dalla Stazione; frequenza ogni 15′; ultima corsa ore 20.30 da viale dell’Agricoltura.
Linea C: parcheggi Stadio Bentegodi – Fiera (viale dell’Agricoltura)
Percorso: parcheggi Stadio, viale dell’Agricoltura (fermata lato ex Magazzini generali) e ritorno.
Orari: prima corsa ore 06.00 dallo stadio; frequenza 15′; ultima corsa ore 20.30 da viale dell’Agricoltura.
Linea D: volto San Luca – Fiera (via Scopoli)
Percorso: corso Porta Nuova (fermata di fronte al civico n°4), via Scopoli (fermata lungo il marciapiede lato Fiera) e ritorno.
Orari: prima corsa ore 07.30 da corso Porta Nuova; frequenza 15′; ultima corsa ore 20.30 da via Scopoli.
Linea E: parcheggio Veronamercato – Fiera (via Scopoli)
Percorso: Centro Agroalimentare di Veronamercato, via Scopoli (fermata lato torre Telecom) e ritorno.
Orari: prima corsa ore 08:30 da Centro Agroalimentare di Veronamercato; frequenza 20′; ultima corsa ore 20.30 da via Scopoli.
Linea F: uscita pedonale Stazione FS – Fiera (viale dell’Agricoltura)
Percorso: viale Piave, viale dell’Agricoltura (fermata lato ex Magazzini generali), Stazione Porta Nuova, viale Piave e ritorno.
Orari: prima corsa ore 07.30 dalla stazione; frequenza ogni 15′; ultima corsa ore 20.30 da viale dell’Agricoltura.
Linea G: parcheggio Cattolica center – Fiera (via Scopoli)
Percorso: via Velino, via Scopoli (fermata lato torre Telecom) e ritorno.
Orari: prima corsa ore 8.30 da via Velino; frequenza 15′; ultima corsa ore 20.30 da via Scopoli.
Linea H: parcheggio Adigeo – Fiera (viale dell’Agricoltura)
Percorso: via Copernico, viale del Lavoro, viale dell’Agricoltura e ritorno.
Orari: prima corsa ore 8.30 da via Copernico; frequenza 15′; ultima corsa ore 20.30 da viale dell’Agricoltura.
Orari: prima corsa ore 8.30 dall’aeroporto; frequenza 60′; ultima corsa ore 19.30 da via Scopoli.
NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE SULLA VIABILITÀ – Il Comune e la Polizia Municipale di Verona mettono a disposizione, all’indirizzo www.veronamobile.ite su Twitter (@veronamobile) un servizio informativo aggiornato in tempo reale sulla disponibilità dei parcheggi cittadini e sulla situazione viabilistica generale, segnalando percorsi consigliati, eventuali rallentamenti o incidenti. La piattaforma web è ottimizzata per la visualizzazione su telefoni cellulari e dispositivi palmari – Vinitaly riporta le informazioni sulla viabilità anche sui propri social media ufficiali – Notizie aggiornate si trovano anche sui pannelli a messaggio variabile posti in corrispondenza delle le principali vie di accesso alla città di Verona.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Radici del Sud rilancia il tema dell’alimentazione sostenibile che prevenga le patologie ad essa collegate dimostrando un’attenzione che va ben al di là della mera promozione della buona tavola e del buon bere. L’evento di presentazione delle nuove guide enogastronomiche 2017 presto on line, costituirà infatti anche l’occasione per affrontare l’argomento del rapporto tra dieta e salute con qualificati specialisti oltre che, in conclusione, degustare i migliori vini autoctoni del Meridione d’Italia e apprezzare la salutare cucina proposta da alcuni tra i più accreditati chef e maestri pizzaioli pugliesi.
L’appuntamento è per lunedì 19 dicembre quando alle ore 19, presso le Scuderie del Castello di Sannicandro di Bari, avrà inizio la conferenza dal titolo “La buona tavola a garanzia del benessere e della salute”, guidata dal moderatore Gianluigi Cesari, alla quale interverranno Luciano Pignataro (giornalista), le istituzioni regionali, il direttore generale dell’A.Re.S. (Agenzia Regionale Sanitaria) Felice Ungaro, l’epidemiologo nutrizionista Giovanni Misciagna e l’oncologo di fama internazionale Antonio Mazzocca. Al termine si entrerà nel merito delle eccellenze enogastronomiche prese in considerazione nelle guide Radici Restaurants, Radici Pizzerias e Radici Wines per la prima volta quest’anno disponibili nella pratica e accattivante App scaricabile online gratuitamente e saranno ufficialmente premiate le migliori realtà ristorative della Puglia.
Intorno alle ore 20,30 si darà inizio alla degustazione delle 75 etichette (qui l’elenco completo) che hanno portato a casa il titolo di vincitore della categoria di appartenenza al concorso del festival di Radici 2016 pertanto guadagnandosi una posizione di rilievo nella relativa guida Radici Wines. Il finale di serata sarà affidato alla perizia di tre maestri pizzaioli: Giacomo Diamante (Pizzeria Da Zio Giacomo – Martina Franca), Vitantonio Maggi (Gran Caffè – Locorotondo) e Mauro Ripa (Pizzeria Mauro – Cutrofiano), che in collaborazione con altrettanti chef: Pasquale Fatalino (Antica Locanda – Noci), Riccardo Barbera (Masseria Barbera – Minervino Murge), Giacomo Racanelli (Aromi Bistrot – Sannicandro di Bari), tra i protagonisti delle guide di Radici, prepareranno pizze e altre portate, dal sapore autentico e fedele alle tradizioni ittiche e dell’entroterra pugliese, per dimostrare come sia non solo possibile ma anche facile rispettare le esigenze salutistiche senza mortificare il palato e senza sacrificare il piacere di stare a tavola.
IL MENU
Le Pizze
Impasto di farro integrale con seppie marinate, melanzane arrosto, pesto al basilico e olio extravergine
Vitantonio Maggi – Pizzeria Gran Caffè – Locorotondo
Impasto Tritordeum con capocollo di martina franca, datterino giallo e caciocavallo con olio extravergine
Giacomo Diamante – Pizzeria Zio Giacomo – Martina Franca
Impasto Farina tipo 2 con germe di grano, avena e orzo alla Salentina
Mauro Ripa – Pizzeria Mauro – Cutrofiano
I Piatti
Tartare di Ricciola con giardiniera di verdure di stagione
Giacomo Racanelli – Aromi Bistrot – Sannicandro di Bari
Farro e grano ai profumi di mare
Pasquale Fatalino – Antica Locanda – Noci
Zuppa di fagioli di Sarconi, cicorielle selvatatiche, salsiccia di Minervino Murge e peperone crusco
Riccardo Barbera – Masseria Barbera – Minervino Murge
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“Scusate la domanda un po’ da ‘ignorante’. C’è da fidarsi ad acquistare un Planeta Santa Cecilia scontato così tanto? Di solito lo vedo in qualche enoteca a 22 euro circa”. E’ la domanda apparsa su un noto social network nei giorni scorsi, all’interno di un gruppo di appassionati di vino e sommelier professionisti.
Ad accompagnarla, una fotografia dello scaffale di un supermercato che mostra il Nero D’Avola Doc Noto “Santa Cecilia” in promozione al 37%. Acquistabile, dunque, per soli 12,50 euro. Avete capito bene? L’enoappassionato chiede ai sommelier se può “fidarsi” (usa esattamente il verbo “fidare”) ad acquistare uno dei migliori Nero D’Avola di Sicilia a prezzo scontato in Gdo. Chiede insomma agli esperti di illuminarlo sulle oscure ragioni che potrebbero nascondersi dietro a quel prezzo, così stranamente al ribasso.
Facciamo qualche ipotesi: rischio di contaminazioni da mucca pazza, ebola, vaiolo? O – forse peggio – qualcuno può aver scoperto che quelle bottiglie di Santa Cecilia sanno di tappo, prima ancora di averle aperte? La verità è un’altra. Ecco perché abbiamo deciso di spiegarvi come, quando e perché potete trovare il vino in promozione nel vostro supermercato di fiducia.
SCONTI E PROMOZIONI: PERCHE’? Le catene della Gdo (da Esselunga a Lidl, da Carrefour ad Auchan, passando per Conad, Iper la Grande I, Eurospin e Coop, per citarne qualcuno) acquistano ingenti quantitativi di merce sulla base di piani promozionali che, nella maggior parte dei casi, vengono stilati una volta all’anno dalle centrali di acquisto. Piani che servono a far quadrare margini di ricavo e bilanci al termine dell’anno fiscale.
Tali piani promozionali, spesso, vengono concordati con fornitori e distributori di beni – tra cui anche i produttori di vino – addirittura al momento della stipula dei contratti. Il buyer della Gdo cerca di abbassare il prezzo d’acquisto di un bene, promettendo la spinta promozionale del prodotto.
Ma ci sono anche altri due casi: l’insegna acquista merce e gestisce autonomamente il prezzo di vendita, senza ‘rendere conto’ al fornitore ; oppure gli garantisce un prezzo concordato, non inferiore a una certa soglia, per tutelarne l’immagine.
Gli acquisti di merce da parte delle centrali della Gdo si basano fondamentalmente sulla presunzione di vendita del bene. E, dunque, sul presunto successo – per rimanere in tema vino – della singola etichetta sugli scaffali del supermercato. Per questo, una delle possibili ragioni alla base degli sconti ‘shock’ è l’eccessivo stock di una determinata etichetta di vino nei magazzini della catena.
Lo stoccaggio di merce invenduta, come è facilmente immaginabile, comporta dei costi. Così, l’insegna preferisce ‘svendere’ un prodotto (garantendosi comunque un minimo di margine, riducendolo dal 30-45% originario) piuttosto che conservarlo nel ‘retrobottega’ senza il minimo profitto.
I prezzi sorprendenti del vino al supermercato possono essere inoltre giustificati dall’immissione in commercio, da parte dei fornitori, di nuove annate. Per intenderci, la stessa operazione a cui assistiamo quando una casa automobilistica ‘svende’ un modello di auto, dopo aver annunciato la produzione del successivo.
In concomitanza con la presentazione ufficiale delle nuove vendemmie da parte delle aziende vitivinicole aderenti ai consorzi delle Doc e delle Docg italiane (ma il discorso vale anche per le Igt), le rimanenze della precedente annata vengono poste in promozione dalle insegne dei supermercati, costrette ad operare al ritmo forsennato del consumatore moderno, sempre più consapevole e informato (ricordate, a tal proposito, il caso del Novello della Valcalepio in promozione a 90 centesimi nei supermercati Il Gigante?). Tutto ciò, ovviamente, non incide sulla qualità della bottiglia, a meno che non si tratti di vini da bere giovani o giovanissimi.
PRODOTTI “FUORI ASSORTIMENTO”
Il prezzo del Nero D’Avola Doc Santa Cecilia Planeta può essere spiegato, infine, da un’ultima ragione. L’offerta risulta valida – come evidenzia l’etichetta prezzo – fino al 31/12/2016: la catena della Gdo si concede insomma tre mesi di tempo per terminare le scorte a magazzino.
Tale vino, dunque, rimarrà scontato per un periodo che va oltre la scadenza del volantino. Molto probabilmente, il buyer, tenendo conto delle scarse rotazioni (vendite) del vino in questione, ha deciso di eliminarlo dall’assortimento, a partire dal 2017. Provando dunque a terminare le rimanenze spingendo le vendite con il 37% di sconto.
Così facendo, la catena guadagna comunque: senza compromettere in alcun modo la salute del consumatore, libera uno spazio a scaffale che destinerà a un nuovo prodotto – magari della stessa casa produttrice? – su cui intende puntare dal nuovo anno. In sintesi? Niente paura, fidatevi degli sconti. Soprattutto se il prezzo pieno del vino supera i 7-8 euro: da questa soglia – ve lo assicuriamo noi di #vinialsuper – si può bere bene. Anche al supermercato.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Il via libera della Regione Toscana era atteso per dicembre 2015. Ma è arrivato solo all’inizio di aprile 2016. Sono mesi di trepidazione, a Scansano, quelli che attendono la squadra capitanata da Sergio Bucci. Il direttore generale della Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano non sta più nella pelle.
Anche perché, oltre all’inaugurazione della nuova struttura – che regalerà, entro novembre, una veste più moderna e funzionale alla cooperativa, soprattutto in termini di ricettività del pubblico – ci sono altri progetti che “bollono in pentola”. In un’intervista esclusiva rilasciata a vinialsupermercato.it, Bucci (nella foto, sotto) li elenca tutti.
IL PROGETTO
“A livello territoriale – dichiara il general manager toscano – stiamo puntando all’apertura di alcuni punti vendita in cui proporre i nostri prodotti. Delle sorta di wine bar, non solo in zona Grosseto, che non dovranno andare a fare concorrenza a chi già c’è, ma piuttosto per rafforzare il marchio dei Vignaioli del Morellino in città come Roma, Firenze o Milano”.
Si parla di zone centrali delle principali città italiane, dove “al costo di rimetterci soldi”, Bucci punta a proporre il proprio brand. Non a caso, lo scorso weekend, Bucci ha visitato un locale a Roma, in zona Campo dei Fiori. “Nell’ottica di valorizzare il territorio, il vino e il marchio – prosegue il direttore – stiamo cercando, questa volta a livello consortile, di creare dei corner promozionali e di vendita del Morellino all’interno degli aeroporti europei. Investendo, dunque, dove circola gente: turisti o persone che si trovano in giro per lavoro. Intercettandoli con assaggi e proponendo la vendita di qualche bottiglia”.
Sognano (e progettano) in grande Bucci e i suoi. Che, tuttavia, non perdono di vista la dimensione locale. Il progetto più vicino a concretizzarsi dal punto di vista temporale è infatti la realizzazione di una sorta di “area picnic attrezzata” a Saturnia. La Cantina Vignaioli del Morellino ha firmato il compromesso per un terreno con vista sulle famose cascate termali, dove sarà possibile, grazie ad alcuni partner locali, “consumare un menu a base di salumi, formaggi, sottoli, conserve e vino dei Vignaioli del Morellino”.
“Il tutto – precisa Bucci – consegnato in un cestino all’inglese e consumabile su tavoli dislocati all’aria aperta”. Ma non finisce qui. Tra le idee per il futuro, la Cantina di Scansano ha in mente l’acquisto di un nuovo magazzino di stoccaggio. Un vere e proprio centro di distribuzione per l’Italia, da individuare sul territorio di Grosseto o, addirittura, su quello di Firenze.
LA NUOVA CANTINA Quello della nuova cantina resta comunque il progetto ormai in fase di realizzazione. Sorta nel 1972, la Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano si prepara così, entro fine anno, a rifarsi il trucco.
La superficie coperta risulterà pressoché identica: 9.270 metri quadrati. Ma l’ala oggi destinata agli uffici sarà abbattuta. E al suo posto sorgerà un edificio (in parte prefabbricato) dislocato su due piani. Saranno presenti una sala degustazione e le visite in azienda saranno rese più agevoli, grazie a percorsi ben studiati.
“Abbiamo ritenuto che per il territorio fosse importante avere una cantina che potesse dare maggiore ospitalità – evidenzia il direttore Sergio Bucci – ricevere le persone e far toccare con mano cosa vuol dire lavorare il Morellino di Scansano. Sino ad oggi abbiamo lavorato molto sulla sostenibilità della produzione, investendo per sprecare meno e arrivando a proporre sul mercato dei vini di alta qualità e salubrità. Abbiamo sempre badato più al concreto che ad altro. Ma l’immagine, ai giorni nostri, ha sempre più peso”.
“Quindi – continua Bucci – negli ultimi anni si è deciso di cercare di migliorare anche questo aspetto, dato che dal punto di vista qualitativo riteniamo di aver ottenuto dal mercato le risposte che ci aspettavamo. Una cantina cooperativa che imbottiglia quasi il 90% di quello che produce e lo commercializza in bottiglia, dimostra che non solo sappiamo fare bene i vini, ma li sappiamo anche proporre bene al mercato”. L’immagine dopo la sostanza: ecco dunque in che solco si inserisce il progetto di realizzazione della nuova cantina.
Il nuovo edificio presenterà ampie vetrate, oltre a sistemi di riscaldamento e condizionamento “intelligenti e modulabili”. Non si investirà nel geotermico, ritenendo che i 150 Kw di fotovoltaico già presenti sui tetti della cantina bastino a garantire l’autonomia energetica della struttura. Un dato che si conferma con l’eccezione dei mesi più “caldi”, quelli che interessano la vendemmia.
“I lavori – precisa Bucci – sono finanziati da un Pif della Regione Toscana in cui siamo arrivati secondi in graduatoria su 50. Merito del piano di valorizzazione che abbiamo messo in atto, che riguarda anche sistemi di innovazione nelle pratiche di cantina e in vigna. Al centro di questi progetti c’è l’utilizzo dell’ozono per disinfettare l’uva. In cantina sarà realizzata una speciale cella, che ci consentirà di produrre vini a solfiti zero, o per lo meno senza solfiti aggiunti”.
“Il secondo sistema – evidenzia Bucci – prevede l’utilizzo dell’ozono in vigna, dove già operiamo secondo i criteri della viticoltura biologica. Grazie a un prototipo che stiamo sperimentando, in grado di ozonizzare l’acqua del trattamento, andremmo a limitare in maniera drastica l’utilizzo dei fitofarmaci. Questo però è un progetto di difficile realizzazione: innanzitutto perché sarebbe in contrasto con le lobby di produttori e distributori di prodotti chimici; e, in secondo luogo, perché è un progetto ‘oltre il bio’, che sarà difficile portare avanti. Ma ci vogliamo provare”.
La nuova cantina sarà in grado di creare nuovi posti di lavoro, che si andranno ad aggiungere ai cinque già concretizzati negli ultimi tre anni. E dalla vendemmia 2016 faranno parte della Cantina Vignaioli del Morellino nuovi soci per circa 100 ettari, grazie al progetto di ampliamento dell’attuale struttura di accoglienza e lavorazione delle uve.
QUARANT’ANNI DI STORIA
La chiave di volta della cantina che da sola lavora oggi il 23% del Morellino di Scansano è da ricercare negli anni Ottanta, quando i soci passano nel giro di una riunione del Cda da 390 a 180. “Questi coraggiosi, decisi a puntare tutto sulla qualità piuttosto che sulla quantità – ricorda Bucci – investirono nella cantina visibile oggi, dove si iniziò a vinificare separatamente le varie zone e varietà.
Si susseguono poi migliorie che, per tutti gli anni Novanta, accelerano la volontà di sviluppo di questa realtà. La parte destinata alla ricezione dell’uva è stata invece ristrutturata nel 2012, con l’introduzione, tra le altre macchine, di una pressa per le uve bianche a saturazione di anidride carbonica, che garantisce un ambiente inerte alle uve in lavorazione”. La Cantina dei Vignaioli del Morellino di Scansano registra nell’ultimo bilancio un fatturato di 9,5 milioni di euro, di cui circa 4 milioni di utili, liquidati ai soci.
“Stiamo parlando dunque di 150 famiglie – evidenzia Bucci – che hanno potuto godere di una cifra come questa, ovviamente considerati i dividendo, in un territorio povero come quello di Scansano. E’ recente la classifica dei Comuni toscani che ci vede quintultimi in regione in quanto a ricchezza. E negli ultimi 10 posti, sono ben 7 i Comuni della provincia di Grosseto. Di conseguenza, una realtà come la nostra sente anche il dovere di fare qualcosa per il territorio e per far sì che non venga abbandonato e lasciato a se stesso. Un obiettivo che perseguiamo tenendo d’occhio la qualità del prodotto finale. Lo scorso anno, per esempio, questa cantina ha declassato circa 5 mila ettolitri di Morellino di Scansano a vini inferiori, pur di mantenere elevato lo standard offerto al pubblico”.
E quando Bucci parla di “pubblico” si riferisce soprattutto a quello della grande distribuzione organizzata, ovvero i supermercati italiani. Già, perché la cantina che dirige deve alla Gdo 6,5 milioni di euro di fatturato. Che, tradotti in bottiglie, significa un giro d’affari di 2,5 milioni di pezzi finiti sugli scaffali dei supermercati italiani.
“Non risultiamo leader del Morellino solo perché negli anni la produzione si è differenziata – tiene a precisare Bucci – con Ean differenti in base ai clienti. Lo saremmo se sommassimo tutte le referenze presenti nelle varie catene”. I rapporti con la Gdo, dunque, sono buoni.
“Lavoriamo direttamente con le catene a noi più vicine in Toscana, Umbria e Lazio – commenta il direttore – e indirettamente tramite un grossista distributore nel resto dell’Italia. Siamo presenti in Coop Italia, Conad del Tirreno e alcuni punti vendita Conad in Italia, oltre che in Sma, Auchan, Carrefour, Finiper, Pam Panorama e altre insegne regionali e locali. Siamo sicuramente un’azienda sbilanciata su Coop e Conad Tirreno. Coop è stata il primo cliente storico di questa cantina, quando ancora l’attuale Coop Tirreno si chiamava ‘La Proletaria’. E, fino a 10 anni fa, il nostro Morellino di Scansano era uno dei pochi presenti in grande distribuzione”.
La cantina fattura il 75% del totale in grande distribuzione in Italia. Il 25% circa in ristorazione in Italia. E il resto all’estero, “nota dolente” dei Vignaioli di Scansano. “I motivi – spiega Sergio Bucci – sono tanti. Il Morellino di Scansano ha un mercato limitato a Paesi del centro Europa, nonostante risulti una delle Docg più vendute in Italia, in Gdo e in ristorazione. Questo effetto decade fuori dai confini nazionali anche per via della direzione di questa cantina, nei mandati precedenti al mio. Il direttore che mi ha preceduto era ormai prossimo alla pensione e poco avvezzo ai mercati esteri”.
Bucci, in carica dal 2010, ha subito preso le contromisure. “A partire dalla vendemmia 2011 – evidenzia – abbiamo quindi cercato di lavorare anche sulle etichette dei singoli prodotti, valorizzando i nomi varietali e dando risalto alla provenienza Toscana, vera garanzia di qualità in tutto il mondo. Abbiamo poi valorizzato il Bianco di Pitigliano, ai minimi termini al mio arrivo. Oggi ci assestiamo sulle 30 mila bottiglie in ristorazione e quasi 90 mila in grande distribuzione in Italia, avendo risalito la china dal 10 al 20% di vini bianchi sul totale della produzione”.
“Inoltre – evidenzia direttore generale della Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano – abbiamo presentato lo scorso anno a Vinitaly una riscoperta del Governo all’Uso Toscano, ottenendo un buonissimo impatto e vendendo in quattro mesi tutta la produzione, che abbiamo intenzione di incrementare. Abbiamo ricreato in Italia una rete vendita importante nella ristorazione, con 50 agenti che propongono i nostri vini nei ristoranti di tutta Italia. Questo perché riteniamo che, mentre la Gdo sia il veicolo di accesso ai nostri vini per la maggior parte dei nostri clienti, è invece alla ristorazione e ai wine bar che dobbiamo rivolgerci per far crescere il nostro brand, anche a livello di immagine del prodotto”.
IL RAPPORTO TRA GDO E HORECA “Non abbiamo fatto solo linee diverse – commenta Bucci – bensì vini diversi. Ma non destiniamo un vino a un determinato canale piuttosto che a un altro, in base alla qualità. Abbiamo piuttosto cercato di modulare i prodotti in base all’uso che se ne fa. Per esempio: compro un Morellino di Scansano al ristorante e, probabilmente, lo abbino a una pasta al ragù, a una bistecca, a un salume importante, stagionato. Quando lo porto a casa dal supermercato, invece, il Morellino di Scansano deve andare bene con una pasta al pomodoro, con un salume, con una fiorentina, ma anche con un petto di tacchino o una frittata. Vista la varietà dei terroir di cui disponiamo, nei 500 ettari dei nostri soci, il nostro lavoro è quello di costruire dei tagli, dei blend, che facilitino e valorizzino il consumo dell’uno o dell’altro tipo. Ovviamente se parliamo di Riserva, il prodotto è lo stesso. Dunque una differenziazione per utilizzo, quella tra Gdo e Horeca”.
Secondo Bucci, “la Gdo è un veicolo estremamente importante per i vini, che dovrebbe essere supportata dalla ristorazione”. In che modo? “Non è una bestemmia – risponde il direttore – perché la Gdo non fa il mercato, lo segue. Offre al cliente quello che vuole comprare, reagendo in maniera più o meno reattiva ai trend di mercato. La richiesta, dunque, si crea fuori dagli scaffali dei supermercati. In questo senso, il lavoro che stiamo facendo sul Morellino di Scansano ricade su tutto il mondo del Morellino. E, parte delle energie che noi spendiamo per promuovere il nostro marchio, vengono diluite su tutto il territorio, compresa la ristorazione”.
Certo avere a che fare con la Gdo non è semplice neppure per un colosso come questo. “In una logica di mercato dove i buyer, in particolare quelli della Gdo, parlano di prezzi al ribasso e scontistiche al rialzo, e non del contrario – rileva Bucci – diventa fondamentale riuscire a economizzare il più possibile il modus operandi ed evitare gli sprechi. La nostra coop è fatta da 150 famiglie, più quelle dei soci e dell’indotto, che vivono e spendono nel territorio: una produzione rispettosa è dunque dovuta a loro e a noi stessi. E in quest’ottica, tre anni fa abbiamo ottenuto la certificazione Carbon Footprint. Lo scorso anno, poi, siamo arrivati a ottenere la certificazione Viva Sustainable Wine del Ministero dell’Ambiente, che possono vantare solo dieci cantine italiane”.
Per assurdo, solo Coop tra le catene della Gdo ha mostrato interesse per l’etichetta Viva. “In Italia si bada soprattutto alla leva prezzo e alla marginalità – commenta Bucci – mentre all’estero non è così: gli investimenti in tracciabilità e qualità vengono maggiormente premiati. Noi non abbiamo intenzione di cambiare strategia e cercheremo sempre di mantenerci saldi nelle nostre posizioni e nella nostra filosofia di produzione, che prevede il rispetto della Denominazione, del territorio e del consumatore. Potremmo farlo finché riusciremo a sostenere economicamente questa strategia, sperando di non dover essere costretti un giorno a percorrere la strada al contrario. Per ora teniamo botta”.
GLI IMBOTTIGLIATORI Il fenomeno degli imbottigliatori, che si è accentuato negli ultimi anni, sta creando qualche difficoltà ai Vignaioli del Morellino. “Il frazionamento del Morellino – spiega Bucci – oltre alla presenza di numerose etichette, ha fatto sì che, negli anni, sempre in meno fossero in grado di proporre autonomamente il loro prodotto, optando poi per la vendita di vino sfuso. Inoltre, il fenomeno Morellino ha attirato imbottigliatori che hanno cercato di accaparrarsi i prodotti in zona per proporli alla propria variegata clientela. Via via, e questo è stato uno degli errori del Consorzio del Morellino di Scansano, abbiamo assistito alla decrescita delle percentuali dei produttori che imbottigliano direttamente, passando da circa il 55% del 2005 al 45% del 2010. Imbottigliatori che, spesso, utilizzano il Morellino come una sorta di merce di scambio. E’ un prodotto che viene richiesto e che può essere fornito, pur con margini risicati, dagli imbottigliatori ai clienti della Gdo, gettato nel calderone del resto dell’offerta di vini trattati. Noi, invece, viviamo di Morellino di Scansano. Il nostro, in Gdo, costituisce il 70% del fatturato. Il che ci costringe spesso a usare una leva promozionale più alta di altri, per tenerci aggrappati agli stessi prezzi”.
Da manager di grande abilità, Bucci è riuscito comunque a risollevare le sorti della Cantina. Come? Proponendo varie contromisure. “Nel 2012 abbiamo iniziato una campagna di acquisto di uve – spiega – garantendo al consumatore un prezzo di 100 euro al quintale. E, al tempo stesso, siccome anche noi vendiamo una piccola parte di Morellino sfuso, abbiamo alzato il prezzo a 200 euro a ettolitro. I vari produttori che si approfittavano della situazione esistente, pagando prezzi bassi per le uve ai piccoli produttori, si sono dovuti adeguare garantendo le stesse cifre. Abbiamo ottenuto questo risultando acquistando circa 2 mila quintali di uva: un quantitativo non eccessivo, ma l’effetto sul mercato è stato positivo, riallineando prezzi che erano diventati molto variabili. Inoltre, abbiamo cercato di valorizzare ulteriormente la qualità del prodotto, puntando sul packaging, sulle certificazioni e sull’innovazione, dando valore aggiunto. Quello che cerchiamo di offrire, rispetto ad altri, è un prodotto integralmente prodotto da noi, con la garanzia della qualità”.
Non a caso, i 5 mila ettolitri di Morellino declassati nel 2015 a causa della poco proficua vendemmia 2014, sono stati venduti a un imbottigliatore. “Si trattava di un Morellino piuttosto leggerino, pur pulito e salubre – evidenzia Bucci – che sul mercato ha segnato in maniera netta lo stacco tra noi e chi l’ha acquistato. Un modo, dunque, per evidenziare che non tutti i Morellini sono uguali e che, anche in annate difficili, se ti rivolgi a noi ottieni un buon prodotto. Se ti rivolgi ad altri, la qualità dipende da cosa trovano sul mercato”.
IL RAPPORTO CON IL CONSORZIO Tra le mille battaglie della Cantina Vignaioli del Morellino, una può dirsi (per ora) conclusa nel migliore dei modi. “Siamo stati fuori dal Consorzio del Morellino di Scansano fino allo scorso anno – dichiara Bucci -. L’ultimo Cda che si è costituito e il direttore appena entrato in carica denotano voglia e impegno nel cambiare strada e strategia. E’ stato assunto un consulente che ha sempre lavorato nel marketing del vino e nella sua promozione, quindi non un burocrate che si occupa di quote e assegnazioni. Per quanto bravo e tecnico possa essere un burocrate del genere, i Consorzi sono l’unica istituzione riconosciuta per poter promuovere le Denominazioni nel territorio. Quindi riteniamo che a questo punto si debbano far funzionare bene questi Consorzi. E le cose funzionano in base alle persone che le gestiscono. Quello che si dovrebbe fare, oggi, è parlare di Maremma in maniera più unitaria, per evitare di perdere sempre più terreno nei confronti della concorrenza”.
E’ in atto, dunque, una vera e propria rivoluzione in questo angolo di profonda Toscana. Un movimento che Bucci spiega col “ricambio generazionale”. “In un momento in cui, purtroppo, aziende storiche della zona che hanno fatto il nome del Morellino si sono trovate in crisi per un’organizzazione approssimativa che ha messo in luce una struttura poco concreta, oltre a evidenziare la poca lungimiranza di certi investimenti bancari – commenta il direttore – il territorio di Scansano ha perso la guida. Dieci anni fa questa cantina, come altre, vivevano di rendita. La rivoluzione in corso negli ultimi anni, dunque, è più legata ai singoli che alla politica. Sono state fatte scelte completamente sbagliate in passato, ma oggi lavoriamo tutti assieme per la valorizzazione della nostra zona. Non abbiamo niente, oltre al vino. Il mio invito, che rivolgo a tutti gli attori del territorio, è quello di cercare di vendere al meglio questo nostro niente”.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
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