Categorie
news news ed eventi

Ettore Nicoletto lascia Santa Margherita: “Fine della liaison in totale armonia”


Ha fatto in tempo a festeggiare da amministratore delegato i 100 anni di Kettmeir, gemma altoatesina del Gruppo Vinicolo Santa Margherita. Ettore Nicoletto lascerà presto il suo incarico nel colosso di Fossalta di Portogruaro (VE). Lo ha comunicato la famiglia Marzotto. Il manager rimarrà in carica “con gli stessi poteri esercitati fino ad oggi, fino all’approvazione del bilancio d’esercizio 2019″. Alcuni rumors lo danno vicino alla Franciacorta, dove Nicoletto registra grande apprezzamento per il lavoro svolto negli ultimi 16 anni.

“Una decisione presa di comune accordo e in totale armonia, che conclude la storia tra una delle famiglie che ha scritto pagine importanti del vino italiano ed uno dei manager più intraprendenti e visionari di questo comparto”, scrive Santa Margherita nella nota ufficiale, scansando qualsiasi ipotesi di divorzio non consensuale.

Il rapporto del manager con la famiglia Marzotto proseguirà comunque, con Nicoletto nelle vesti di presidente del Consorzio di Tutela del Lugana: una denominazione in cui opera Cà Maiol, cantina di Desenzano del Garda (BS) che figura nel portafoglio di Santa Margherita, ormai dal luglio 2017.

Sono stati anni travolgenti ed estremamente gratificanti – dichiara Ettore Nicoletto – per me non parlano solo i risultati, ma anche l’orgoglio di avere creato una community di 400 dipendenti ai quali devo il successo e la qualità del mio lavoro. Il mio ringraziamento va inoltre alla Famiglia Marzotto che mi ha offerto questa opportunità di crescita professionale e sostenuto nelle scelte più complesse”.


“Ringrazio a nome mio e della famiglia Ettore per l’impegno profuso – sottolinea Gaetano Marzotto, presidente di Santa Margherita Gruppo Vinicolo – nonché per gli eccellenti risultati ottenuti nel corso dei suoi mandati. In questi anni assieme ad Ettore e il suo team abbiamo realizzato una gestione operativa organizzata, efficiente ed in perfetta salute”.

Nicoletto, assieme ai Marzotto, ha trasformato ed internazionalizzato il Gruppo fino ai record degli ultimi bilanci. Ha seguito la nascita ed il successo di Santa Margherita Usa: “Un’operazione coraggiosa – evidenzia il colosso veneto – che vale più di 100 milioni di dollari di fatturato”.

Nell’arco dell’ultimo decennio, il Gruppo si è sviluppato sia sul piano geografico che su quello distributivo, attraverso l’acquisizione di nuove aziende a Conegliano Valdobbiadene, in Lugana e in Sardegna, consacrandosi tra i top performers del sistema vino italiano.

“Tutto ciò è stato possibile grazie ad un efficace gioco di squadra – prosegue la nota – e alla capacità di coniugare perfettamente il modello manageriale con l’indirizzo strategico proveniente dalla famiglia”.

IL GRUPPO SANTA MARGHERITA

Fondato nel 1935 dal conte Gaetano Marzotto, Santa Margherita Gruppo Vinicolo raggruppa dieci diverse tenute in alcune tra le regioni più significative per l’enologia italiana: Veneto Orientale, Conegliano-Valdobbiadene, Trentino-Alto Adige, Lugana, Franciacorta, Chianti Classico, Maremma, Sicilia e Sardegna.

Attraverso i brand Santa Margherita, Torresella, Kettmeir, Ca’ del Bosco, Cà Maiol, Lamole di Lamole, Vistarenni, Sassoregale, Terrelíade e Cantina Mesa, rappresenta uno dei poli più significativi dell’enologia italiana, con oltre 22 milioni di bottiglie vendute nel 2018 in 94 Paesi del mondo.

Il Gruppo è di proprietà di quattro fratelli, terza generazione della famiglia: Gaetano Marzotto alla presidenza del Gruppo, Stefano Marzotto alla presidenza di Zignago Holding, Luca Marzotto alla vice presidenza del Gruppo, e Nicolò Marzotto, membro del Consiglio di amministrazione.

La guida operativa, fino all’approvazione del bilancio d’esercizio 2019, continuerà ad essere affidata all’amministratore delegato Ettore Nicoletto. I prodotti sono distribuiti nei cinque continenti con particolare focus su Italia, Canada, Germania, Australia, Regno Unito e Stati Uniti, dove opera la società d’importazione e distribuzione Santa Margherita USA Inc., con sede a Miami.

Categorie
Vini al supermercato

Chianti Classico Docg 2012, Lamole di Lamole Santa Margherita

(4 / 5) Qualche perplessità per una capsula di sughero con un anomalo intaglio, nella parte a contatto con il vino, subito fugata dall’analisi olfattiva e gustativa. Ci siamo avvicinati così, con la paura di rimanere delusi dallo scherzo di un “tappo”, al Chianti Classico Docg 2012 Lamole di Lamole prodotto dal Gruppo Vinicolo Santa Margherita di Greve in Chianti, Firenze. Ai dubbi iniziali fa spazio, entro breve, la soddisfazione di aver trovato sugli scaffali della grande distribuzione organizzata italiana l’ennesimo prodotto “degno” di recare la fascetta Docg. E soprattutto di aver scovato (vera rarità) un ottimo Chianti – più in generale, un buon toscano – al supermercato. Passiamo dunque all’esame. Nel calice, il Chianti Classico Docg 2012 Lamole di Lamole si presenta di un rosso rubino accesso, con unghia tendente al granato. Al naso è eccezionale: un crescendo di percezioni, mentre il vino si apre col passare dei minuti, a contatto con l’ossigeno. Si passa da un’iniziale predominanza floreale e fruttata, di viola mammola, ciliegie e piccoli frutti a bacca rossa, all’evoluzione progressiva dei sentori terziari. Su uno sfondo speziato di zafferano, ecco sopraggiungere le erbe aromatiche: origano e alloro secco. Questo Chianti Classico diviene ancora più affascinante quando il Cabernet Sauvignon (utilizzabile da disciplinare per un massimo del 20%, in blend col vitigno principe del Chianti, il Sangiovese) fa bella mostra di sé, sfoderando la sua carica olfattiva caratteristica: il peperone verde. Una grande intensità ed eleganza che speriamo di ritrovare anche al palato. E non restiamo certo delusi: gran sapidità, anche se prevale un’acidità fresca che fa salivare, invitando alla beva. Di calda ma sontuosa alcolicità, il Chianti Classico Lamole di Lamole Santa Margherita regala anche in bocca le note tipiche dei piccoli frutti rossi e una tannicità giusta, ottimale. Un gusto dunque armonico, raffinato. A questo punto non può che chiudere il cerchio un retro olfattivo intenso, fine; e una Pai sufficientemente persistente, per una vendemmia 2012 pronta, con ulteriore margine di miglioramento in bottiglia. L’abbinamento perfetto? Quello con gli affettati e la carne alla brace in generale. Una sfida? Provarlo con la faraona alla birra.

LA VINIFICAZIONE

La vinificazione viene effettuata con macerazione di circa 7-10 giorni a una temperatura controllata di 24-26 gradi, in ambiente ridotto, con intervento di microssigenazione. Dopo 6 mesi in acciaio il vino viene immesso in botti grandi di rovere, dove affina. Le uve provengono ovviamente dall’area del Chianti Classico, a un’altitudine che varia tra i 350 e i 500 metri sul livello del mare. Il sistema di allevamento delle vigne è a cordone speronato e archetto chiantigiano: le radici affondano in un terreno ricco di scisti e arenarie di galestro, dunque di natura sedimentaria. La densità d’impianto varia dalle 3.300 alle 5.128 piante per ettaro, vendemmiate dal periodo che corre tra la fine di settembre e quella di ottobre. Alla storica cantina e vinsantaia, collocata su uno dei magazzini del Castello di Lamole, edificio risalente alla metà del Trecento, il Gruppo Vinicolo Santa Margherita ha negli anni realizzato una seconda cantina di vinificazione più moderna in Lamole, a poche decine di metri dalla piazza dominata dalla chiesa romanica di San Donato, oltre al nuovo polo produttivo di Greti in Chianti. Tradizione e futuro che, in questo angolo di Toscana, procedono di pari passo.
Prezzo pieno: 11,90 euro
Acquistato presso: Il Gigante
Exit mobile version