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Marchio “Birra contadina”: scontro Coldiretti-Consorzio Birra Italiana-Cascina Motta

È bufera sull’utilizzo della formula “Birra contadina” da parte di Coldiretti e Consorzio Birra Italiana. I due enti avrebbero utilizzato indebitamente il termine lo scorso 17 febbraio, nell’ambito del webinar “Come nasce la birra contadina“. Quest’ultimo sarebbe in realtà «un marchio privato» registrato da Massimo Prandi, imprenditore e socio del birrificio artigianale Cascina Motta. L’unica, dunque, a poter usare “birra contadina” riferendosi «a un preciso disciplinare di produzione».

IL PUNTO DI VISTA DI COLDIRETTI
«La situazione sembra un po’ paradossale – dichiara a WineMag.it Domenico Bosco di Coldiretti – “Contadina è un aggettivo e come tale non può essere registrato in esclusiva, così come “birra”, che è un termine generico. La registrazione potrebbe aver senso solo a fronte di una veste grafica particolare che comunque non è stata da noi utilizzata».

«L’incontro web – prosegue il dirigente della Confederazione – voleva essere un momento informativo generale e non legato ad uno specifico prodotto commerciale. Siamo Coldiretti, l’aggettivo “contadino” in un certo senso ci appartiene ed è in questo senso che è stato utilizzato».

Coldiretti si dice sicura che la definizione “Birra contadina” non possa essere registrata come marchio privato in quanto troppo generico e relativo ad una macro categoria di prodotto, analogamente a quanto successo alcuni anni fa col colosso Carlsberg Italia che tentò di registrare il marchio “luppolo“, vedendosi sconfitta in sede legale.

Dello stesso avviso anche Consorzio Birra Italiana che. Pur chiamandosi fuori dalla querelle in quanto ospite e non organizzatore della webinar in questione, il direttore generale Carlo Schizzerotto esprime «perplessità rispetto alla validità di registrazione su di un marchio a nome comune» sostenendo inoltre di aver già fatto presente la situazione a Prandi in passato.

LA RISPOSTA DI MASSIMO PRANDI
Massimo Prandi, in qualità di proprietario del marchio “Birra contadina” dal 2016, ribadisce invece come la registrazione sia avvenuta «nel pieno rispetto della legalità» e ricorda come «già in passato» abbia «diffidato bonariamente Coldiretti e Consorzio Birra Italiana dal suo utilizzo». All’orizzonte ci sarebbe una diffida formale.

«I marchi “Birra contadina” e “Birrificio contadino” sono stati da me registrati – sostiene Prandi – e concessi in uso esclusivo ed oneroso a Cascina Motta, di cui faccio parte. Questo perché Cascina Motta rispetta il disciplinare di produzione che è stato depositato contestualmente ai marchi. Vale a dire che Cascina Motta produce birra a fronte di materie prime autoprodotte ed autotrasformate».

Nel progetto di Prandi vi è una severa distinzione fra le “Birra contadina” e la “Birra da filiera agricola” (o “Birra agricola“). Mentre la prima è prodotta da un’azienda agricola che integra in se l’intera filiera produttiva “grain to glass” (dalla campagna al bicchiere), la seconda è una birra prodotta da un birrificio che fa uso esclusivamente di materie prime da filiera agricola italiana ma non necessariamente autoprodotte.

Nulla osta, quindi, a che il marchio venga concesso, a fronte del riconoscimento di una royalty, ad ogni altro birrificio artigianale che dimostri di rispettare il disciplinare di autoproduzione delle materie prime.

Convinto della sua posizione, Prandi annuncia di fatto di voler procedere per vie legali nei confronti di Coldiretti e del Consorzio Birra Italiana, per «l’uso improprio del marchio registrato».

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Whisky, sempre più distillerie puntano su terroir e biologico

Sono sempre più numerosi i Whisky che puntano sulla territorialità, sul biologico e sulla sostenibilità ambientale della distilleria stessa. Dopo il “sasso” lanciato nello stagno del Whisky dall’irlandese Waterford sono molte le piccole realtà nate con una mission chiara: dare al distillato di cereale un’identità “Local & Organic“. Nelle ultime settimane sono ben tre le First Release di altrettante neonate distillerie.

NC’NEAN DISTILLERY: ORGANIC SINGLE MALT WHISKY

Operativa dal 2017 a Drimnin, sulla costa occidentale delle Highlands scozzesi lungo lo stretto che le separa dall’isola di Mull, Nc’nean Distillery ha lanciato il suo primo prodotto, Organic Single Malt Whisky, creato da orzo scozzese biologico e maturato per tre anni in botti di vino ex-Bourbon ed ex-vino rosso.

Organic Single Malt Whisky è certificato biologico, prodotto utilizzando il 100% di energia rinnovabile ed il packging stesso è ecosostenibile con una bottiglia di vetro trasparente riciclato al 100%. Nc’nean lo descrive come “Morbido ed elegante, disinvolto e delizioso comunque lo si beva, con sapori di agrumi, pesca, albicocca e spezie”.

“Quando ho lasciato il mio lavoro a Londra per fondare Nc’nean – spiega Annabel Thomas, fondatrice della distilleria – volevo creare una distilleria che fosse nota per la creatività e aprisse la strada alla sostenibilità. All’epoca, il 2020 sembrava incredibilmente lontano e abbiamo dovuto superare parecchi ostacoli durante il viaggio, ma sono incredibilmente entusiasta di essere arrivata a questo punto”.

Ma più di questo – prosegue – sento che la qualità e il gusto del nostro primo whisky dimostra come la ricerca dell’eccellenza attraverso un’attenta selezione dell’orzo e del lievito ed una fermentazione e distillazione lente e delicate, crei un whisky che è allo stesso tempo delizioso e sostenibile“.

Imbottigliato a 46% Abv, senza filtrazione a freddo e a colore naturale, Organic Single Malt Whisky è andato sold-out nelle prime 24 ore dal rilascio ma la distilleria prevede di mettere sul mercato nuovi batch in breve tempo.

ISLE OF RAASAY DISTILLERY: ISLE OF RAASAY SINGLE MALT – INAUGURAL RELEASE 2020

Prima release anche per la giovane Isle of Raasay Distillery, la prima distilleria legale dell’omonima isola delle Ebridi dal 1850. Isle of Raasay Single Malt – Inaugural Release 2020 è stato prodotto con l’orzo, annata 2017, coltivato da Andrew Gillies, agricoltore dell’isola con la quale la distilleria ha stretto una partnership.

Solo 7.500 bottiglie per questo Whisky maturato in botti ex-Tennessee “first fill” (di primo riempimento) e con un finishing in botti ex-Bordeaux anch’esse di primo riempimento. Imbottigliato a 52% Abv, a colore naturale e senza filtrazione a freddo Inaugural Release “ha sapori di mandorla, nocciola e spezie dolci. Le botti di vino rosso aggiungono sapori speziati ed una maggiore complessità”.

Questo è un momento davvero storico poiché il primo single malt legale dell’isola di Raasay lascia l’isola per la prima volta – dice Alasdair Day, cofondatore di Raasay – Siamo molto orgogliosi del nostro single malt, leggermente torbato, e della nostra bellissima bottiglia realizzata con stampi di argilla delle rocce e dei fossili di Raasay. È come un pezzo di isola nelle tue mani”.

COPPER RIVET DISTILLERY: THE MASTHOUSE SINGLE MALT WHISKY

Primo rilascio per Copper Rivet Distillery con sede nella storica Pump House n°5 del molo di Chatham, Kent. The Masthouse Single Malt Whisky è realizzto con orzo maltato Belgravia coltivato sulla vicina isola di Sheppey, al largo della costa settentrionale del Kent, ed invecchiato in botti ex-Bourbon e botti vergini di rovere bianco americano.

“Ogni bottiglia riporta chiaramente la varietà di orzo che utilizziamo, il nome del campo in cui è stato coltivato e il numero di barili in cui lo spirito è stato invecchiato”, dice Stephen Russell, co-fondatore della distilleria, nel descrivere la volontà di Copper Rivet di creare Whisky “Grain to Glass” (dal grano al bicchiere).

Non siamo in Scozia – prosegue Russel – quindi abbiamo una certa flessibilità nel processo. Una delle differenze più significative tra il whisky scozzese e quello inglese è che i distillatori di whisky inglesi non sono tenuti a utilizzare solo alcuni tipi di botti e alambicchi.  Inoltre, non dimentichiamo che le condizioni meteorologiche nel Kent e in Scozia differiscono in modo significativo, il clima del Kent è molto più caldo e secco”.

Da qui la scelta di utilizzare anche botti nuove per creare un whisky che il Master Distiller Abhi Banik descrive come “ricco di note di mela verde, biscotto allo zenzero e frutti tropicali. Al palato offre cioccolato all’arancia con un finale di malto e pepe bianco”.

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