“E’ positivo l’accoglimento da parte del Governo della richiesta della Coldiretti di attivare aiuti compensativi per azzerare l’effetto dei dazi americani su alcuni prodotti agroalimentari Made in Italy“.
E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento alla nuova black list del Dipartimento del Commercio statunitense (USTR) in pubblicazione sul Registro Federale che entrerà in vigore il 18 ottobre, che colpisce con dazi del 25% il Made in Italy sulle tavole statunitensi, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano ma anche altri prodotti lattiero caseari, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori.
E’ importante intervenire subito con risorse adeguate per sostenere le imprese colpite dai dazi ed evitare la perdita di competitività sul mercato americano a vantaggio dei Paesi concorrenti” – ha concluso Prandini
sottolineando che “ora è anche necessario aprire subito la trattativa a livello comunitario e nazionale dove una buona premessa al confronto sono le importanti relazioni con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha saputo costruire il premier Giuseppe Conte”.
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Un “sostanziale incremento delle vendite da parte delle imprese vinicole italiane”. E’ quanto emerge dai dati annuali del canale on-trade analizzati dall’Osservatorio del Vino italiano. Da luglio 2015 a giugno 2016, crescono in valore del 5,9% e in volume del 2,3% rispetto all’anno precedente (lug14-giu15). “Un segnale positivo – commenta Paolo Castelletti, Segretario Generale Unione Italiana Vini – che ci deve stimolare a proseguire nel cammino di sviluppo fino ad ora intrapreso. Auspichiamo che questa ripresa venga accompagnata dalla stabilità di Governo del Paese, indispensabile anche per il riordino del quadro legislativo del comparto a partire dai decreti attuativi del Testo Unico appena approvato in Parlamento, al quale abbiamo lavorato con solerzia e impegno negli ultimi tre anni”.
Occasione di confronto è stato il Convegno organizzato dall’Osservatorio del Vino nell’ambito di Wine2Wine a Veronafiere, dal titolo: “I trend del vino nell’Horeca: fu vera crescita?”. Oltre ai dati relativi alle vendite di vino da parte delle aziende italiane nel periodo luglio 2015 – giugno 2016 nel canale Horeca, sono stati diffusi quelli su comportamenti e abitudini di consumo di vino nel nostro Paese.
“Al quesito ‘Il vino nell’Horeca, fu vera crescita?’ ritengo di rispondere che fu e sarà ‘vera evoluzione'”. Così Josè Rallo, titolare Donnafugata. “Siamo un popolo che consuma abitualmente cibo fuori casa, per cui l’Horeca è un canale così importante che a noi produttori tocca avere consapevolezza della continua evoluzione della domanda – continua Josè Rallo –. Negli ultimi 10 anni l’Horeca per Donnafugata ha sempre avuto una rilevanza vitale. Negli anni di difficile congiuntura ci siamo sforzati di innovare per rispondere alle sfide di un mercato in forte evoluzione. Abbiamo lavorato soprattutto per creare valore attraverso l’incremento della qualità, con continui investimenti in vigna ed in cantina – conclude Josè Rallo. I risultati sono stati positivi: nel mercato domestico, negli ultimi 36 mesi, abbiamo registrato una buona crescita e contiamo di chiudere il 2016 con un +8-10% sull’anno precedente, sia nel canale Horeca che su tutti i canali serviti”.
I DATI
“I consumi fuori casa in Italia aumentano rispetto allo scorso anno come registrato anche da altri istituti di ricerca (IRI e TRADE LAB) – ha aggiunto Enrico Zanoni, Direttore Generale di Cavit -. Si parla di circa 80 miliardi di Food&Beverage previsti per il 2017, distribuiti tra 290.000 punti di consumo in costante crescita grazie anche ad un’offerta di ristorazione che è molto cambiata diventando più smart, accessibile, dinamica. Con il vino che ha assunto un ruolo centrale nel momento del consumo premiando un aumento delle vendite. Certo l’onda positiva può stabilizzarsi e diventare strutturale se continueremo ad investire in qualità del prodotto e professionalità della proposta. E’ vera crescita, ma per mantenerla bisogna crederci e investire”.
“Desidero rivolgere un plauso all’Osservatorio del Vino che lavora per conoscere e diffondere i numeri dei consumi nel settore Horeca – ha sottolineato Emilio Pedron, Amministratore Delegato Bertani Domains, più cauto sui dati di ripresa. L’Horeca, è un settore fondamentale per il vino di qualità. Il calo del consumo del vino fuori casa ha origini lontane: dai controlli alla guida, allo stile alimentare e alla crisi economica. I dati che oggi dimostrano una ripresa dei consumi, possono essere visti come una sorta di rimbalzo tecnico legato alla ripresa degli ordini per esaurimento delle scorte più che per incremento dei consumi”. “Oggi – ha concluso Pedron – la sfida del produttore che vuole mantenere fidelizzato il cliente ristoratore, consiste nel cercare di offrire il prodotto adatto al relativo target di clientela, rispondere alle richieste in termini di consegna, favorire occasioni e modalità moderne di consumo”.
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E’ atteso un calo di circa il 10% della produzione di vino in Francia rispetto allo scorso anno con produzione si dovrebbe quindi attestare a 42,9 milioni di ettolitri, di molto inferiore ai 48,5 milioni di ettolitri stimati per l’Italia da Ismea. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base del servizio statistico del ministero agricolo transalpino Agreste, dalla quale si evidenzia che l’Italia conquista quest’anno il primato mondiale nella produzione mentre la Francia potrebbe addirittura perdere addirittura il posto d’onore a vantaggio della Spagna dove le prime stime parlano di valori attorno ai 45 milioni di ettolitri. La débacle produttiva francese è dovuta a gelate primaverili che hanno colpito alcune zone viticole (Champagne, Borgogna e la Valle della Loira), episodi ricorrenti di vento, cui si sono aggiunti il peggioramento della siccità verso il Mediterraneo e la grandine in alcune aree (Charente, Borgogna-Beaujolais, Linguadoca-Rossiglione) che hanno pesano sulla raccolta. In Italia, come evidenzia Coldiretti, si registra un andamento fortemente differenziato tra le diverse regioni con il primato produttivo in Veneto con 9,7 milioni di ettolitri in aumento del 2% rispetto allo scorso anno, ma incrementi del 5% sono previsti anche in Emilia Romagna, dell’8% in Toscana, del 5% in Piemonte e in crescita anche la Puglia mentre un forte calo del 15 % si rileva in Sicilia, tra le regioni con i maggiori raccolti.
“L’Italia – commenta il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina – si conferma primo produttore di vino al mondo per quantità. Un dato importante, soprattutto tenendo conto della grande qualità che sappiamo sviluppare in tutti i territori delle nostre regioni.Ora dobbiamo diventare leader anche per valore. Una sfida alla nostra portata, che vogliamo e dobbiamo vincere insieme ai produttori, continuando a investire su qualità e innovazione. Il Governo fa la sua parte. Nel nostro piano di ricerca per le biotecnologie sostenibili c’è un Focus specifico dedicato alla vite, così come la viticoltura sarà protagonista nella crescita dell’agricoltura di precisione in Italia.Agiamo poi sulla semplificazione per le aziende e sul fronte della promozione e della tutela. Anche sul web”. Proprio il 9 settembre, l’Italia sarà protagonista sulla piattaforma di e-commerce Alibaba in occasione della giornata dedicata al vino.” Un segnale importante – dichiara Martina – che ci dimostra le potenzialità di questo settore e le occasioni da cogliere sui mercati internazionali. Abbiamo un sistema vitivinicolo da oltre 14 miliardi di euro, con un export che nel 2015 ha toccato il record dei 5,4 miliardi e che nei primi cinque mesi del 2016 ha registrato un trend in crescita. Non solo numeri – conclude Maurizio Martina – ma tradizione, legame con il territorio, eccellenza, una biodiversità che vanta oltre 500 vitigni coltivati. È questo che rende il sistema Italia unico al mondo. È su questo che dobbiamo costruire il successo dei prossimi anni”.
“Una buona vendemmia quella del 2016 – aggiunge Antonio Rallo (nella foto), Presidente Unione Italiana Vini (Uiv) – che mantiene valori quantitativi da record superando le previsioni di Spagna (42,9 milioni di hl) e Francia (43 milioni di hl). Dopo un andamento primaverile non sempre favorevole l’estate si sta chiudendo con ottime condizioni. Il miglior battesimo per l’Osservatorio del Vino, promosso da Uiv e Ismea che, quest’anno per la prima volta, diffonde le previsioni vendemmiali raccogliendo l’eredità della ventennale collaborazione tra questi due soggetti. I dati rilevati, sono frutto di una ricognizione puntuale effettuata tra il mese di agosto e i primi di settembre in tutte le zone vitate del Paese, integrati, grazie all’Osservatorio, in un sistema organico e strutturato di monitoraggio della produzione e dei mercati interno ed internazionale che rappresenta un punto di svolta per il sistema vitivinicolo italiano”.
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