Il Bjcp (Beer Judge Certification Program) fa marcia indietro e reintegra la definizione “Italian” nella descrizione delle “Italian Grape Ale” (Iga). Con una nuova newsletter a firma del Presidente Gordon Strong il Bjcp, di fatto, ammette la doppia definizione Iga e Ga.
ITALIAN GRAPE ALE & GRAPE ALE: DUE TIPOLOGIE DISTINTE
Grape Ale has been added to fruit beer. Italian Grape Ale remains unchanged as an Italian style of beer having originated in Italy».
La Grape Ale è stata aggiunta alla birra alla frutta. Italian Grape Ale rimane invariato in quanto stile italiano di birra che ha avuto origine in Italia».
A pochi giorni dalla notizia dell’eliminazione del riferimento all’Italia nelle “birre d’uva” la nuova comunicazione riguardante l’ormai imminente release delle Style Guidelines 2021, «Updated to clarify language about Grape Ale and Italian Grape Ale» («Aggiornata per chiarire il linguaggio riguardo Grape Ale e Italian Grape Ale»), fa chiarezza.
Si vanno quindi a creare due categorie. Una per le birre che seguono la tradizione italiana ed una per le “birre di frutta” ottenute con l’utilizzo di uva.
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Nella prossima release delle Style Guidelines del Bjcp (Beer Judge Certification Program) le Italian Grape Ale saranno denominate semplicemente “Grape Ale“. Lo ha reso noto negli scorsi giorni lo stesso Bjcp anticipato alcune novità previste nella versione 2021 delle Style Guidelines che sarà rilasciata breve.
Il Bjcp non ha quindi accolto la petizione promossa da Gianriccardo Corbo, homebrewer dal 2005 e degustatore ufficiale del Bjcp dal 2011. Petizione lanciata la scorsa primavera su Change.org che raccolse quasi 3.000 firme.
DALLE ITALIAN GRAPE ALE ALLE GRAPE ALE
Quello dell’Italian Grape Ale, o Iga, è uno stile di birra che prevede l’uso di vino, uva o mosto d’uva abbinati al malto. Stile brassicolo nato dall’estro e dalla voglia di sperimentare dei mastri birrai artigianali italiani. Nato non a caso nel paese con la più grande gamma di vitigni autoctoni al mondo.
Italian Grape Ale is renamed Grape Ale, rewritten to allow non-Italian varieties, and moved to Fruit Beer (although it also remains as a Local Style)».
Italian Grape Ale viene ribattezzata Grape Ale, riscritta per consentire varietà non italiane, e spostata in Fruit Beer (sebbene rimanga anche come Local Style)».
Con queste parole, a firma del suo Presidente Gordon Strong, il Bjcp taglia la testa al toro giustificando la decisione come necessaria per autorizzare la produzione di (I)ga anche con varietà viticole non autoctone italiane. Decisione che di fatto cancella il legame tra lo stile e la nazione che lo ha inventato e sviluppato.
La presa di posizione del Bjcp appare ancor più ingiustificata ed “ingiusta” nei confronti della trazione brassicola italiana se si considera che da sempre l’indicazione “territoriale” nelle definizioni di stile non vincola all’utilizzo di materie prime provenienti da quella regione.
L’indicazione geografica è, di fatto, un riferimento alla tradizione di un territorio che ha storicamente contribuito alla creazione e sviluppo di quello stile. Inoltre la decisione appare in contraddizione con quanto fatto dallo stesso Bjcp che nel 2015 inserì ufficialmente le Iga nelle Style Guidelines.
DON’T TOUCH MY IGA: UNA NUOVA INIZIATIVA A DIFESA DELLO “STILE ITALIANO”
In un ultimo tentativo di difendere l’identità della Iga, Gianriccardo Corbo ha promosso una campagna Facebook invitando amanti della birra italiana ed addetti ai lavori ad inviare tutti lo stesso messaggio di protesta all’indirizzo mail del Bjcp.
Riportiamo l’intero testo dell’iniziativa di Gianriccardo Corbo presente sulla sua pagina Facebook:
Recenti aggiornamenti da parte del Bjcp ufficializzano il fatto che intendono rinominare in Grape Ale le nostre Iga. Questo è inaccettabile per il movimento birrario italiano. Ho scritto questa mattina al presidente del Bjcp Gordon Strong mostrando il mio disappunto e invito chiunque abbia a cuore questa causa a scrivere una email di proteste al Bjcp.
Se volete ho preparato il testo sottostante che potete copiaincollare con facilità. Lo stesso testo è stato inviato alle migliaia di persone che hanno firmato la petizione negli ultimi mesi:
inviare a: style@bjcp.org
oggetto: Don’t touch my IGA
testo:
The efforts of Bjcp in recognizing the historical value of Country with traditions in beer is priceless and commendable. The first Bjcp mission is “Encourages knowledge, understanding, and appreciation of the world’s diverse beer, mead, and cider styles”.
Iga is a relatively new style in a relatively new beer Country that is contributing to the beer knowledge in Europe. Losing the Bjcp recognition on the style’s name (Italian Grape Ale) would be a huge loss for our beer tradition, a gap in knowledge of European beer history that could affect the beer diversity.
We appreciate that there is the interest of other countries to produce Iga and that may not want to name their beer as Iga because of the italian prefix but we strongly believe this is not a good reason to erase the geographical indication from the name.
This would at the same time erase the credit our country has on this style. It’s very important to understand that “Italian” in the Iga appellation is not related to the origin of grape varieties, it is related to the peculiar use of grapes that Italian breweries make when producing beer.
As a beer enthusiast, I ask the Bjcp to fully recognize the Iga style in the next release of the Bjcp style guideline acknowledging “Italian Grape Ale” as an Italian style of beer originated in Italy».
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