Categorie
Approfondimenti

Trentino: vendemmia 2020 difficoltosa ma con +5,7% di produzione

È stata una vendemmia difficoltosa, in Trentino, per il tempo perturbato di fine agosto e settembre che ha complicato le operazioni di raccolta dell’uva, ma lo sforzo dei viticoltori è stato premiato da una buona produzione (+5,27% rispetto al 2019) e da una qualità dei vini, sia rossi che bianchi, che si presenta buona e al di sopra delle aspettative. In questo quadro emergono due punti di forza della filiera viticola trentina: la vocazione del territorio e la vendemmia manuale che ha permesso di raccogliere i grappoli sani con una attenta selezione.

È quanto emerge dalla tredicesima giornata tecnica della vite e del vino, aperta dall’assessore provinciale all’agricoltura, foreste, caccia e pesca, Giulia Zanotelli, e dal presidente Mirco Maria Franco Cattani, durante la quale  è stata fatta la valutazione della vendemmia 2020 e il punto sull’andamento stagionale e fitosanitario dell’annata.

ANDAMENTO STAGIONALE E FITOSANITARIO 2020
I mesi di marzo, agosto, settembre, ottobre e dicembre sono risultati più piovosi della media, e questo ha determinato una vendemmia con qualche criticità. Dal punto di vista fitosanitario, le preoccupazioni si sono concentrate nelle prime due decadi di giugno con continue piogge che hanno determinato attacchi di peronospora. La comparsa del fungo è stata veloce e solo un’attenta e precisa difesa fitosanitaria ha contenuto le problematiche.

Nella fase estiva ingenti sono stati gli attacchi a carico delle foglie delle femminelle. L’oidio non ha destato particolari problemi.  La botrite si è presentata sulle cultivar soprattutto dopo l’ultimo fine settimana di agosto caratterizzato da intense piogge. Le zone più tardive hanno risentito meno della problematica marciumi. Il mal dell’esca è stabile su valori medio elevati. La problematica che sta preoccupando maggiormente i viticoltori è quella dei giallumi.

Si conferma un trend in crescita della presenza di viti sintomatiche che necessitano di estirpazione immediata e di un’attenta difesa insetticida per abbassare il vettore Scaphoideus titanus, presente in quantità elevate. Le produzioni sono medie con un aumento del 5,7% rispetto al 2019.

LA VENDEMMIA 2020: VALUTAZIONI E PROSPETTIVE
L’evento meteorologico cruciale è stata la perturbazione del 29-30 agosto, quando sull’intero Trentino sono caduti oltre 90 millimetri di pioggia. L’esagerata quantità di acqua caduta ha aperto ad una successiva fase critica per la situazione sanitaria portando a concentrare la vendemmia. Nella seconda decade di settembre ci si è trovati a dover raccogliere quasi simultaneamente tutte le varietà presenti nel panorama viticolo provinciale, anche le più tardive, obbligando nella quasi totalità dei casi a concludere le raccolte rapidamente ad inizio ottobre.

Per contro, la trasformazione si è svolta senza particolari problemi, salvo il ricorso a più consistenti interventi di arricchimento dei mosti. Fermentazioni molto regolari con un’ottima fermentescibilità dei mosti e produzione limitatissima di acidità volatile, “potremmo spingerci a dire – dicono i tecnici – come mai visto”.

Aspetto che non è facilmente spiegabile, attribuibile probabilmente dalla maggiore presenza nelle uve di fattori di crescita dei lieviti dovuta ad un andamento climatico eccezionale per la regolarità delle precipitazioni, che non ha mai esposto la vite a stress idrici, oppure la limitata presenza di residui di fitofarmaci dilavati dalle abbondanti piogge che hanno assicurato uve particolarmente pulite.

La qualità dei vini è al di sopra delle aspettative, con profili aromatici di tutto interesse e con buona tenuta delle acidità. Nei vini rossi il colore e la dotazione tannica è ottimale, le macerazioni si sono avvantaggiate di una buccia comunque molto matura e fragile che ha permesso di ottenere buone estrazioni dei composti fenolici. Non si osservano particolari criticità legate all’insorgenza di note riduttive-solforate sgradevoli.

Il limite maggiore sembra riscontrarsi nella struttura dei vini non sempre ottimale, ma confidiamo che l’attenta gestione sul deposito feccioso fine possa permettere di recuperare sufficientemente il volume del vino desiderato.

GESTIONE DEL SUOLO IN VITICOLTURA
È stato evidenziato come l’inerbimento costituisce un importante elemento del sistema vigneto. Il suo contenimento e la sua gestione su filare ed interfilare risultano importanti per evitare concorrenza di risorse, in primis acqua ed elementi nutritivi, per controllare lo sviluppo di infestanti e, non ultimo, per favorire le operazioni colturali.

Nell’areale trentino è imprescindibile la gestione con inerbimento permanente in quanto le condizioni meteo-climatiche ne consentono un regolare sviluppo, evitando una diretta competizione con la vite. L’inerbimento ha molteplici obiettivi tra i quali limitare l’attività erosiva, modulare i processi di evapotraspirazione del suolo e ridurre il rischio di compattamento.

La produzione di biomassa vegetale, unitamente all’input di lignina derivante dai tralci di potatura, contribuiscono in una certa misura a tamponare le perdite di sostanza organica annuali. I risultati di prove di confronto gestione a lungo termine condotte nei vigneti Fem hanno permesso di verificare che dopo 7 anni di sperimentazione, nei filari interessati da sovescio, è stato registrato un aumento del 29% della componente stabile della sostanza organica.

La pratica del sovescio rappresenta un valido approccio per contribuire all’accumulo di sostanza organica nel suolo e di conseguenza all’aumento della sua fertilità.

LE VARIETÀ RESISTENTI: LE PRIME QUATTRO TIPOLOGIE SELZIONATE DA FEM
Nel 2020, dopo diversi anni di valutazione del comportamento di alcuni genotipi resistenti, si sono registrati quattro nuove varietà provenienti dall’attività di miglioramento genetico di Fem. Le varietà sono Charvir (Merzling X FR 946-60) adatto come base spumante mantenendo elevato il tenore acidico e bassi livelli di pH, Valnosia (Nosiola XBianca) varietà a bacca bianca con note di nocciola e aromi che richiamano a note tioliche.

A bacca nera sono stati iscritti Termantis e Nermantis entrambi ottenuti dall’incrocio (Teroldego X Merzling) con caratteristiche di fruttato e floreale simili al Terodego e livelli di diglucosidi abbondantemente al disotto degli attuali limiti previsti dalla legislazione vitivinicola.

Queste prime varietà tolleranti verso peronospora e oidio sono le prime iscrizioni al Registro Nazionale delle Varietà da Vino, e l’attività nei prossimi anni vedrà la selezione di varietà con geni di resistenza tra oltre 200 genotipi scelti tra i semenzali risultati resistenti alla valutazione fenotipica fatta in celle dove si possono controllare le condizioni di temperatura e umidità in modo da rendere l’ambiente di selezione con condizioni ottimali per lo sviluppo dei funghi.

Successivamente questi semenzali sono valutati in pieno campo per le loro caratteristiche produttive. L’attività di valorizzazione di questi genotipi è realizzata dal Consorzio Valorizzazione Vite (Civit) realizzato da Fem e Avit (Associazione Vivaisti Viticoli Trentini).

L’ODORE DI CIMICE NEL MOSTO E NEL VINO
La presenza delle cimici sui grappoli d’uva, seppur non determini gli stessi disastrosi effetti, ha creato un certo allarmismo a causa dei liquidi fisiologici rilasciati dall’insetto stesso durante la fase di raccolta, pigiatura e spremitura. Tali liquidi, infatti, sono caratterizzati da un odore particolarmente sgradevole che potrebbe in qualche modo compromettere le caratteristiche organolitiche dei prodotti finali.

La molecola responsabile della sgradevole nota olfattiva è la trans-2-decenale, un’aldeide insatura caratterizzata da un pungente odore di coriandolo con una soglia olfattiva molto bassa, dell’ordine di qualche µg/L. Per poter dare una risposta concreta a tale quesito, il Dipartimento Alimenti e Trasformazione del Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Edmund Mach ha avviato uno studio sperimentale mirato a valutare i rischi associati alla presenza della cimice, andando a monitorare la stabilità chimica/biochimica e la possibile evoluzione di tale composto in mosto e vino.

I risultati preliminari evidenziano come la molecola responsabile dello sgradevole odore tenda a degradarsi velocemente durante il normale processo di trasformazione da uva a vino. Inoltre, a fine fermentazione e durante la fase di affinamento, il processo degradativo continua ma è caratterizzato da una cinetica molto più lenta soprattutto a basse temperature. Sono attualmente in corso ulteriori indagini per cercare di comprendere meglio i processi di degradazione chimica e biochimica che vedono coinvolta la trans-2-decenale nelle matrici enologiche e per identificarne i possibili sottoprodotti.

Categorie
news news ed eventi

“Il vino del Trentino? Gdo centrico”. Rivolta dei produttori di Teroldego contro Patton

“Pensare che la Gdo permetta di ‘reggere bene l’urto‘ è un commento totalmente inadeguato al ruolo che l’egregio presidente Sig. Patton riveste e, soprattutto, rappresentativo di un interesse particolare di poche aziende, che fondano sulla Grande distribuzione organizzata il proprio core business”.

Così Francesco De Vigili (nella foto), presidente dell’Associazione Teroldego (R)Evolution, in una lettera indirizzata al numero uno del Consorzio vini del Trentino e all’assessore all’Agricoltura della provincia autonoma di Trento, Giulia Zanotelli.

Al centro delle polemiche una frase riportata dalla stampa locale e attribuita a Pietro Patton, relativa al buon andamento del vino trentino nel segmento della Gdo, ovvero il mondo dei supermercati, a fronte del lockdown.

“Quanto dichiarato – attacca De Vigili – altro non è che lo specchio di una drammatica realtà trentina. Se questa, stando a quanto emerso dalla stampa, vive grazie alla Grande Distribuzione, probabilmente è l’occasione per porsi qualche interrogativo su ciò che il nostro territorio si propone di vendere e su come vuole vendersi”.

“Sventolare bandiere di vittoria solo perché in momenti di crisi i vini venduti a basso prezzo nella Gdo siano un paracadute alla crisi economica che ci aspetta, è del tutto inappropriato. Non è di queste situazioni che deve vivere il sistema vitivinicolo trentino, ma di prosperità in situazioni ordinarie”, continua Francesco De Vigili.

Da qui l’invito, già avanzato nei giorni scorsi dai Vignaioli del Trentino, ad una “immediata presa di posizione sul contenimento delle rese per la corrente annata agraria, ritenuta per noi della Doc Teroldego Rotaliano in massimo 130 quintali per ettaro”.

Categorie
Approfondimenti

La Strada del Vino e dei Sapori del Trentino tra bilancio e futuro


TRENTO –
Si è svolta ieri alla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, l’annuale Assemblea ordinaria della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino, alla presenza dell’Assessore Provinciale all’agricoltura, foreste, caccia e pesca Giulia Zanotelli, del Presidente del Consorzio Vini del Trentino Pietro Patton, del Presidente dell’Istituto Tutela Grappa del Trentino Mirko Scarabello, di Trentino Marketing e di numerosi rappresentanti delle istituzioni del territorio.

Prima di iniziare la propria relazione, il Presidente Francesco Antoniolli ha voluto ringraziare la Fem per l’ospitalità e, in particolare, il Presidente Andrea Segrè, presente in sala, annunciando la nuova collaborazione proprio con l’Istituto di ricerca e l’Università di Trento. Un progetto rivolto specificatamente ai giovani ancora in fase di studio ma perfettamente in linea con la mission dell’Associazione, che prenderà il via nei prossimi mesi.

“Tra i punti principali su cui mi preme porre l’attenzione – ha proseguito Antoniolli – vi è sicuramente il turismo enogastronomico, su cui abbiamo fortemente puntato negli ultimi anni con progetti realizzati ad hoc, come i pacchetti vacanza Viaggi di Gusto, pensati proprio per esaltare le eccellenze del territorio con proposte create su misura per il turista”.

“La volontà, in questo senso – ha proseguito – è quella di creare una vera e propria ‘economia delle esperienze’ in grado di conquistare gli ospiti che scelgono di affidarsi alla Strada del Vino e dei Sapori del Trentino per l’organizzazione della propria vacanza e di favorire una consapevole cultura di prodotto”.

Un progetto – ha aggiunto Antoniolli – che acquisisce ancora più valore alla luce del recente impegno a livello nazionale a fianco della neonata Federazione Italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, soggetto formatosi con l’obiettivo di unire le forze per assumere maggiore autorevolezza nel confronto con le Istituzioni nazionali proprio nell’ambito delle scelte relative al turismo enogastronomico e che mi vede impegnato in prima persona in qualità di Vicepresidente e rappresentante dell’area Nord Est”.

Non è mancato inoltre un accenno al compito di coordinamento delle manifestazioni enologiche provinciali affidato dalla Provincia Autonoma di Trento tramite Trentino Marketing per il triennio 2016-2018 che ha contribuito a confermare il ruolo strategico dell’Associazione nel panorama della promozione turistica.

Un incarico affrontato “con l’intento di aumentare ulteriormente il livello qualitativo degli eventi, favorire la notorietà delle produzioni enologiche del territorio e arricchire di nuovi contenuti la proposta turistica del Trentino”.

LASSOCIAZIONE
E dopo la panoramica generale, la parola è passata alla direttrice Elena Chincarini, che è scesa maggiormente nel dettaglio sull’operatività svolta nel 2018 e sul programma 2019, a seguito di una breve fotografia dello stato dell’Associazione che attualmente conta circa 370 i soci.

Un quarto sono cantine, distillerie e birrifici; segue un’importante fetta  di produttori gastronomici (circa il 22%) e di ristoranti (circa il 16%) e poi enti, musei e istituzioni; enoteche e botteghe; Comuni e strutture ricettive. Cinque, in particolare, i macroambiti di intervento, ovvero gli eventi e iniziative, le manifestazioni enologiche, la comunicazione, la cultura di prodotto/formazione e il turismo enogastronomico.

Analizzando i numeri, sono state 278 le giornate evento direttamente organizzate dall’Associazione o compartecipate. Di queste, 64 quelle relative alle manifestazioni enologiche provinciali, come gli appuntamenti specificatamente dedicati ai vini testimonial o alla grappa artigianale trentina (DiVinNosiola, Müller Thurgau: Vino di Montagna, Settembre Rotaliano, La Vigna Eccellente: ed è subito Isera.

E ancora Trentodoc: Bollicine sulla Città, La notte degli alambicchi accesi), quelli legati ad associazioni riconosciute a livello nazionale (Calici di Stelle, Uva e dintorni e Cantine Aperte) e le iniziative altamente qualificanti a tema enologico, nate per valorizzare le produzioni vitivinicole attraverso esperienze dirette.

Sono un esempio, in tal senso, quelli organizzati direttamente dalla Strada del Vino e dei Sapori del Trentino, come Gemme di gusto, Castelli DiVini, DiVin Ottobre, DOC-Denominazione di Origine Culturale, ma anche quelli organizzati da altri soggetti, come Di maso in maso…di vino in vino, la Rassegna del Vino Paesano, Pic nic con i Vignaioli, Alta Vallagarina Wine Festival, Calici di stelle, Festival dell’Uva, Festa dell’Uva, Caneve Aperte e Reboro Territorio e passione.

Sul fronte della promozione e comunicazione, le visualizzazione pagina/anno del sito web istituzionale tastetrentino.it sono salite a 435 mila per 138 mila utenti unici, provenienti soprattutto da Milano ma anche da Roma e da città vicine come Bolzano, Verona e Bologna.

La pagina più vista è proprio quella dedicata agli eventi della Strada del Vino e dei Sapori che, a seguito della traduzione in inglese, ha registrato una interessante crescita degli utenti USA, al secondo posto dopo l’Italia.

Centonovanta mila i contatti web/social e importante incremento anche dell’attività social su tutte le principali piattaforme: dal 2019 ad oggi Facebook è cresciuto del 31% per la parte istituzionale e del 29% per quella dedicata agli eventi; Instagram del 34%, Twitter del 23% e Flickr addirittura del 64%.

E ancora, 130 mila le brochure stampate e distribuite su tutto il territorio provinciale e 4 mila i contatti iscritti alla newsletter, costantemente aggiornati sulle iniziative messe in campo dall’Associazione con una media di circa 30 invii l’anno e un incoraggiante 35% di aperture. Cresce infine la visibilità sui media locali e nazionali, con un migliaio di articoli usciti su stampa locale e nazionale e l’attivazione di tre viaggi stampa nel corso dell’anno.

LA FORMAZIONE
In tema di cultura di prodotto e formazione, si è recentemente conclusa la quarta edizione del progetto “Ambasciatori del territorio”, organizzato insieme all’Istituto Alberghiero di Levico Terme e Rovereto per favorire la preparazione di cuochi che sappiano esaltare al meglio le caratteristiche dei prodotti tipici trentini e di personale di sala che sappia adeguatamente raccontarli, e si è proseguito con il percorso formativo rivolto ai soci, sviluppato e finanziato attraverso i Fondi Interprofessionali.

In riferimento all’offerta turistica che, come aveva giustamente ricordato il Presidente all’inizio del suo intervento rappresenta una voce fondamentale per la Strada del Vino e dei Sapori del Trentino, sono state 60 le richieste pervenute nel corso del 2018da parte di coppie e gruppi organizzati.

L’obiettivo è quello di strutturare un’offerta modulabile per soddisfare ogni specifica esigenza e cercare di coinvolgere soprattutto i gruppi organizzati, incrementando al contempo ulteriormente il servizio al fine di arrivare ad un break event point nel triennio, equiparando costi a ricavi.

IL BILANCIO E IL FUTURO
Spazio, ovviamente, anche alla presentazione e approvazione del bilancio consuntivo – presentato dal Revisore dei Conti Marcello Condini, il cui incarico è stato rinnovato nel corso dell’Assemblea – che vede 391 mila euro di costi di produzione, a cui vanno aggiunti circa 2 mila euro di costi finanziari, contro 394 mila euro di valore della produzione, di cui il 44% deriva da proventi per servizi, il 27% dalle quote associative e il 23% da contributi.

Come gli anni scorsi, l’Assemblea ha deciso di inserire il risultato di esercizio positivo a riserva del Patrimonio netto, a quota 77 mila euro, come fondo per le iniziative future. Tante, inoltre, le novità in programma per il 2019, a partire dall’inserimento di una nuova iniziativa estiva nel già ricco calendario di manifestazioni, studiato in un’ottica di continuità con il 2018.

Si tratta Forti nel Gusto, rassegna organizzata in collaborazione l’Assessorato alla Cultura della Provincia Autonoma di Trento e il circuito dei Forti del Trentino, che prevede tre appuntamenti estivi – 4 luglio a Forte Cherle, 18 luglio alla Tagliata Superiore di Civezzano e 1 agosto a Forte Corno – con percorso guidato sul territorio per raggiungere il forte, visita dello stesso, pic-nic all’aperto e musica a cura del Nuovo Ensemble di Trento.

Un’ulteriore occasione di connubio tra cultura ed enogastronomia, binomio promosso dalla Strada anche attraverso Castelli Divini (28 giugno al Castello di Segonzano, 26 luglio a Castel Restor di Comano Terme e 30 settembre al Castello di Avio) e DOC – Denominazione di Origine Culturale, quest’anno in programma il 14 settembre a Trento.

L’Associazione promuoverà inoltre cinque incontri per stimolare un confronto tra gli organizzatori degli eventi dedicati ai vini testimonial al fine di condividere gli aspetti migliorabili delle rispettive manifestazioni.

In merito all’offerta turistica, collaborerà a stretto contatto con le Apt d’ambito per la creazione di pacchetti vacanza dedicati ai vini testimonial in corrispondenza delle relative manifestazioni enologiche, mentre in tema di comunicazione, si lavorerà su un’attività strategica a livello istituzionale e darà ampio spazio sui social ai produttori con visite e post dedicati.

E ancora, annunciata la volontà di tradurre anche le iniziative degli associati in inglese e la richiesta a Trentino Marketing di geolocalizzare la mappa dei soci per facilitare l’accessibilità da parte dei visitatori.

Una istanza che parte dall’analisi del target principale della Strada composto da utenti della fascia di età 25-45 seguita dai 45-55, e dalle modalità di accesso al sito, che avvengono per il 58% tramite mobile.

In tema di formazione, ai progetti già in essere si aggiungerà un corso rivolto alle Pro Loco del Trentino incentrato sulle carni prodotte e lavorate sul territorio. Un tema di grande attualità che prevede un’introduzione complessiva sulla attività della Federazione Provinciale Allevatori e due appuntamenti dedicati a carni suine e bovine, arricchiti dal coinvolgimento diretto di ristoratori associati.

Infine il turismo enogastronomico. Dopo una profonda analisi del settore portata avanti anche grazie alla partecipazione alle principali fiere di riferimento – da cui è emerso che la spesa media del turista enogastronomico è cresciuta del 70% negli ultimi cinque anni, attestandosi sui 150 euro al giorno, ovvero la più alta tra i vari ambiti turistici – si stanno definendo proposte specifiche per gruppi di acquisto selezionati, come “Trentino a 4 sensi”, dedicata specificatamente ai non vedenti, tradotti in LIS, e “Mistery Tour”, proposta a sorpresa per target di alto livello.

Al termine dell’intervento della direttrice, sono stati presentati i cinque Comitati Tecnici Territoriali eletti nei mesi scorsi e i rispettivi Presidenti e Vicepresidenti, che sono entrati così a far parte ufficialmente del nuovo Comitato di Gestione: Francesco Antoniolli e Stefano Delugan per il territorio “Trento e Valsugana”.

Daniele Endrici e Francesco Anderlini per il territorio “Piana Rotaliana”; Sergio Valentini e Luca Miorandi per il territorio “Vallagarina”; Francesco Armanini e Andrea Santuliana per il territorio “Lago di Garda, Dolomiti di Brenta”; Rosario Pilati e Vera Rossi per il territorio “Colline Avisiane, Faedo e Valle di Cembra”. Tra una settimana, la nomina del Presidente dell’Associazione per il prossimo triennio.

Exit mobile version