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La birra artigianale traina i consumi: vale 38 miliardi di dollari

Il mercato della birra riparte e la birra artigianale è il vero motore della ripresa. Secondo quanto riportato da MarketWatch, il segmento “craft” rappresenta un valore di oltre 38 miliardi di dollari nel mercato globale. E crescerà del 14,1% all’anno. Fino al 2027.

Sul mercato europeo, stando ai dati legati alla produzione dello studio di Technavio, si prevede che la quota del comparto della birra artigianale aumenterà di 666,34 milioni di litri entro il 2025 (+6,20%).

Buone notizie anche per la birra italiana, che secondo l’Annual Report 2020 di Assobirra, risulta tra quelle con migliore reputazione in Europa, terza in classifica, battendo tutti i paesi a grande tradizione birraria, inclusa la Germania, ad eccezione di Polonia e Romania.

E se Germania e Regno Unito rimangono i mercati con la più rapida crescita di mercato, l’Italia è al quarto posto in Europa per numero di birrifici artigianali. Meglio del Bel paese solo Regno Unito, Germania e Francia (fonte: Unionbirrai).

I MILLENNIAL E LA BIRRA ARTIGIANALE

Più in generale, il settore guarda al futuro con positività, in seguito al riconoscimento nella Legge di Bilancio della filiera brassicola, per cui ad oggi le filiere di orzo da birra e del luppolo sono certificate quali vere e proprie filiere.

Un riconoscimento  che certifica il valore del comparto della birra artigianale in Italia: il 4% del mercato nazionale, che produce in media 500 mila ettolitri l’anno e che fattura oltre 250 milioni di euro, dando lavoro a 7 mila addetti (fonte: Unionbirrai).

La birra artigianale convince sempre più famiglie e giovani, soprattutto nella segmentazione anagrafica Millennial. Il 60% si dichiara, infatti, un conoscitore attento delle varie tipologie di birra, da quelle delle bottiglie da collezione, alle profumate e variopinte (Istat).

Una popolarità che non può che lasciare soddisfatto chi produce birra artigianale italiana e la distribuisce attraverso una catena di food retail di successo, come Doppio Malto.

«Continueremo quest’anno ad aprire nuovi ristoranti in diverse città italiane ed europee – dichiara il fondatore e Ceo, Giovanni Porcu -. È questo infatti ad oggi il principale canale distributivo della nostra birra artigianale, mentre stiamo lavorando per approdare alla grande distribuzione nel 2023».

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L’ultima moda della mixology? I cocktail alla carne, con la tecnica del fat washing

Cottura al sangue o media per il suo cocktail, madame? Si beve la carne negli Usa. E la moda adesso è arrivata in Italia. L’ultima tendenza della mixology statunitense approda sui tavoli del bistrot Bove Lover, che riaprirà al pubblico il 18 maggio in via Bergamo 11, a Monza. I cocktail alla carne saranno realizzati con la tecnica del fat washing, letteralmente “lavaggio dei grassi”.

L’abbinamento tra drink innovativi e tagli di carne insoliti rappresenta una novità interessante in termini di food e beverage, che parla direttamente ai “nerd della cucina” e agli amanti della carne.

Un’idea nata dall’esperienza del macellaio Angelo Raselli e dell’imprenditore Giovanni Porcu del gruppo Food Brand. Firma la drink list Toel Colombo, “maestro” del bancone in locali rinomati della movida milanese.

I COCKATAIL DI CARNE

Si tratta di cocktail creati con grasso animale e vegetale. Drink a base alcolica. dunque, con l’aggiunta di grassi animali e vegetali fusi, mixati e successivamente separati tramite congelamento, come vuole la tecnica del fat washing, già famosa a Manhattan grazie all’estro dei barman che hanno saputo unire il carattere del liquore al sapore della carne.

Una procedura che permette di percepire il sapore del grasso animale nel cocktail senza berlo davvero. Protagonista della drink list è il Good Manners, un cocktail dal gusto deciso che si sposa con ogni tipo di carne, realizzato con whisky Caol Ila 12 e bacon, miscelati e separati tramite fat washing e guarnito con bacon croccante e scorza d’arancia.

A ricordare l’atmosfera degli gnocchi della nonna ci pensa il Guatemalteco T panch realizzato con una base di Zacapa Solera e burro, miscelati e separati con la tecnica fat washing, e guarnito con foglie di salvia.

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