Categorie
news news ed eventi

Luca Raccaro nuovo presidente del Consorzio Collio: il più giovane della storia


Luca Raccaro
è il nuovo presidente del Consorzio Collio: il più giovane della storia, a soli 36 anni. Lo ha eletto pochi minuti fa il nuovo Cda dell’ente di Cormons (Gorizia), fresco di insediamento dopo l’assemblea dei soci a cui hanno aderito il 74% delle aziende, il 28 marzo. Accanto al giovane Luca Raccaro i nuovi vicepresidenti Karin Princic e Paolo Corso. Il nuovo Consiglio di Amministrazione ha anche approvato all’unanimità il Bilancio consuntivo 2024 e quello preventivo 2025. https://www.raccaro.it/la-cantina/. https://www.collio.it/.

CHI È LUCA RACCARO, NUOVO PRESIDENTE CONSORZIO COLLIO

Luca Raccaro, vignaiolo del Collio e titolare con il fratello dell’omonima azienda di famiglia, proprio a Cormons, rappresenta la nuova generazione della viticoltura friulana. Con radici solide nell’attività avviata negli anni Settanta, affianca all’esperienza familiare una visione contemporanea del territorio. In una recente intervista a Winemag, ha dimostrato di avere le idee molto chiare sul futuro delle denominazioni locali.

«Ringrazio chi mi ha voluto in questo ruolo – sono le sue prime parole -. Rafforzeremo l’unità della Denominazione. E lavoreremo con determinazione per valorizzare la qualità delle nostre produzioni, promuovere la sostenibilità e rafforzare il legame con i consumatori e le comunità locali. Collaboreremo con tutti gli attori del territorio, con spirito costruttivo e inclusivo, per affrontare insieme le sfide future e cogliere nuove opportunità. Il primo grande appuntamento sarà l’evento istituzionale in programma per ottobre, dedicato al Friulano. Un’occasione unica per raccontare il nostro territorio attraverso le sue varietà simbolo».

CONSORZIO COLLIO: IL NUOVO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Il nuovo Cda è composto da tredici membri, rappresentanti delle principali realtà vitivinicole del Collio: Paolo Corso (Tenuta Borgo Conventi), Riccardo Marcuzzi (Società Agricola Colsoreli), Luca Raccaro (Raccaro Società Agricola), David Buzzinelli (Carlo di Pradis), Matteo Livon (Livon S.S.), Alessandro Pascolo (Vini Pascolo), Fabjan Korsic (Korsic Wines), Saša Radikon (Radikon S.S.), Matej Figelj (Società Agricola Fiegl), Karin Princic (Colle Duga), Jannis Paraschos (Società Agricola Paraschos), Michele Tomba (Bolzicco Fausta) e Tamara Podversic (Podversic Damijan).

IL BILANCIO E GLI OBIETTIVI FUTURI

Durante l’assemblea è stato approvato il Bilancio consuntivo Erga Omnes 2024 e quello preventivo 2025, confermando anche il rinnovo del Sindaco Unico. L’incarico è stato affidato ad Alessandro Caprara. Dall’inserimento a disciplinare dei vini ottenuti con macerazione al progetto per un nuovo vino composto esclusivamente da varietà tradizionali, sono stati tanti i risultati – per certi versi, veri e propri successi – ottenuti dalla gestione del presidente uscente, David Buzzinelli. «Ringrazio tutti – ha dichiarato – per il lavoro condiviso e per l’impegno dimostrato. In questi anni abbiamo ottenuto risultati importanti, portando avanti progetti fondamentali come l’inserimento a Disciplinare dei vini ottenuti con macerazione e l’avvio del percorso di formalizzazione di un nuovo vino prodotto solo da varietà tradizionali».

Vorrei sottolineare anche i traguardi raggiunti dal punto di vista della visibilità e del posizionamento del brand: grazie a una campagna promozionale articolata e costante durante tutto l’anno, il Collio ha saputo rafforzare la propria presenza sui mercati e consolidare la sua identità. Un riconoscimento speciale va infine alle celebrazioni del 60° anniversario, che hanno rappresentato un’occasione straordinaria per coinvolgere il territorio e valorizzare la nostra storia».

PROMOZIONE INTERNAZIONALE E SOSTENIBILITÀ

Il Bilancio 2024 ha registrato quasi il 60% dei costi impiegati per attività di promozione. Le risorse sono state utilizzate per coprire le attività istituzionali, con un significativo incremento degli investimenti destinati alla promozione e valorizzazione della Denominazione. Lavinia Zamaro, direttrice del Consorzio Collio, ha di fatto rimarcato che il 2024 è stato un anno particolarmente dinamico e significativo per l’ente. «L’anno scorso – ha sottolineato – ha segnato un momento di grande slancio per il Consorzio non solo per i festeggiamenti del 60° anniversario, ma anche per le attività promozionali svolte all’estero, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, e per l’intenso lavoro di incoming con operatori e stampa, sia italiani che internazionali. Questo ci ha permesso di rafforzare l’identità del Collio e proiettare la nostra eccellenza verso il futuro».

IL CONSORZIO COLLIO: IDENTITÀ E NUMERI

Fondato nel 1964, il Consorzio Tutela Vini Collio tutela circa 1.300 ettari di vigneti Doc distribuiti nei comuni di Capriva del Friuli, Cormòns, Dolegna del Collio, Farra d’Isonzo, Gorizia, Mossa, San Floriano del Collio e San Lorenzo Isontino, riunendo circa 270 produttori. Conosciuto per vini bianchi d’eccellenza, in particolare Ribolla Gialla, Friulano e Picolit, il Consorzio è impegnato attivamente nella sostenibilità ambientale, nella ricerca genetica e nella tutela della biodiversità. Dal 2021 il Consorzio partecipa alla certificazione SQNPI ed è protagonista nelle principali fiere internazionali con la partecipazione diretta delle aziende associate.

Categorie
news news ed eventi

Marzia Varvaglione presidente CEEV – Comité Vins: da Manduria a Bruxelles


Marzia Varvaglione
è prima donna presidente del Comité Européen des Entreprises Vins (CEEV), la federazione che rappresenta le aziende vitivinicole europee. Una nomina storica che segna una doppia svolta: la prima, di “genere”; la seconda di età. Varvaglione, produttrice con la famiglia a Manduria, è la più giovane mai eletta alla guida della prestigiosa istituzione europea.
Un riconoscimento che porta lustro all’Italia e all’intero comparto vitivinicolo nazionale, arrivato in un momento cruciale per il futuro del settore. https://www.ceev.eu/

MARZIA VARVAGLIONE: CHI È LA NUOVA PRESIDENTE CEEV

Figura di spicco del panorama vitivinicolo italiano, Marzia Varvaglione arriva alla guida del CEEV forte di una carriera già segnata da importanti risultati. Presidente di AGIVI (Associazione Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani) e membro del Consiglio Direttivo dell’Unione Italiana Vini, Varvaglione ha dimostrato negli anni una notevole capacità di leadership e visione strategica.

Cresciuta professionalmente nell’azienda di famiglia Varvaglione 1921, ha avuto un ruolo determinante nel processo di trasformazione aziendale: da impresa produttrice di vino sfuso a realtà affermata e dinamica, capace di esportare ogni anno oltre 5 milioni di bottiglie in 70 Paesi del mondo. Un percorso imprenditoriale di successo che rispecchia la sua abilità nel coniugare tradizione, innovazione e internazionalizzazione. https://www.varvaglione.com/azienda-vini/

CEEV E IL FUTURO DEL VINO EUROPEO

La nuova presidente del CEEV ha già tracciato chiaramente gli obiettivi prioritari del suo mandato, che saranno decisivi per rafforzare la competitività del settore vitivinicolo europeo. Difesa del comparto, rilancio dei consumi, coinvolgimento delle nuove generazioni e ricambio generazionale: questi sono i punti cardine del programma di Varvaglione, in piena coerenza con gli obiettivi delineati dal Piano Strategico 2023-2027. Fondamentale sarà anche potenziare il ruolo di advocacy della federazione europea, migliorando la rappresentatività delle imprese vinicole europee nelle sedi istituzionali.

Un impegno che guarda al futuro con determinazione e fiducia, puntando a rendere il settore sempre più dinamico e pronto ad affrontare le sfide globali. Una nomina, quella di Marzia Varvaglione, destinata a lasciare un segno indelebile nella storia del vino europeo, confermando ancora una volta il ruolo di primo piano dell’Italia nel panorama internazionale.

GLI AUGURI DEL PRESIDENTE UIV, LAMBERTO FRESCOBALDI

La nomina di Marzia Varvaglione è stata accolta con entusiasmo e grande orgoglio dal presidente dell’Unione Italiana Vini, Lamberto Frescobaldi: «La scelta di Marzia porta una ventata di freschezza nel settore. Siamo certi che saprà guidare con determinazione e competenza il comparto in un momento delicato per il vino europeo. È un onore per l’Italia che questo ruolo torni nel nostro Paese grazie non solo alla prima presidente donna, ma anche alla più giovane in assoluto, segno evidente della vitalità e della capacità di innovazione che oggi sono necessarie per affrontare le nuove sfide».

Categorie
degustati da noi news news ed eventi vini#02

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg: i migliori all’Anteprima 2022

A quasi 20 anni dal riconoscimento della Docg, i produttori del Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo tirano le somme all’Anteprima 2022. Una preview, quella andata in scena mercoledì 2 marzo a Teramo, utile a sondare lo stato dell’arte di una denominazione che vuole farsi largo nel campo minato del Montepulciano d’Abruzzo. Uno dei vini italiani più amati dal grande pubblico, italiano ed internazionale.

Gli appena 172 ettari della Docg teramana e la produzione annua che si aggira attorno alle 450 mila bottiglie sono la fotografia esaustiva di una “nicchia” che intende distinguersi nel panorama vinicolo abruzzese, soprattutto in termini di posizionamento prezzo e valorizzazione del parco vigneti.

Non a caso, la parola più utilizzata nel discorso introduttivo rivolto alla stampa dal presidente del Consorzio, Enrico Cerulli Irelli (nella foto, sotto) è stata «identità». Un tema che tiene unite le 39 cantine associate all’ente di Roseto degli Abruzzi, nato nel 2003 e diventato sin da subito – nonostante le risicate dimensioni, in termini di rappresentanza – la casa del dibattitto più costruttivo sul futuro del Montepulciano.

LO STATO DELL’ARTE DELLA DENOMINAZIONE, NEL CALICE

Ventuno i Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg in degustazione durante l’Anteprima 2022 (2020, 2019, 2018 e 2015), accanto a diciotto vini Riserva delle annate 2017, 2016, 2015, 2013 e 2011. Al netto dello stile dei singoli produttori, meglio i primi dei secondi.

La Riserva, come in molte altre denominazioni del vino italiano, sembra pagare lo scotto di un’interpretazione anacronistica del concetto stesso di “vino riserva”. Ecco dunque sovraestrazioni, grassezze e un utilizzo strabordante dei legni, a coprire primari e varietale. E a stordire, in definitiva, quel cavallo di razza che il Montepulciano d’Abruzzo sa essere, in svariate interpretazioni regionali.

La polvere sulle spalle di molti vini Riserva viene spazzata via dalla goduriosità e freschezza di diversi Colline Teramane Docg. I 21 vini “base” in degustazione, spaziando dalla fascia litorale adriatica a quella collinare-montana del Gran Sasso, mostrano tutta la variabilità e proattività di un territorio tutto sommato ristretto, che non rinuncia comunque a interpretazioni “sottozonali” del Montepulciano.

IN ARRIVO LA TIPOLOGIA SUPERIORE

Tra il Colline Teramane Docg “Giovane” (affinamento minimo di un anno e immissione in commercio dal 1° novembre dell’anno successivo alla vendemmia) e il Colline Teramane Docg “Riserva” (almeno 3 anni di invecchiamento, di cui almeno uno in legno) sarà presto introdotta una nuova tipologia.

Si tratta del “Superiore“, che si collocherà a metà della piramide qualitativa. Il tutto, nel contesto di un Abruzzo del vino che sta vivendo un momento di grande dinamicità.

Oltre alle elezioni ormai prossime in casa del Consorzio vini regionale (quasi scontata l’elezione di un rappresentante di Cantina Tollo, il nome più caldo è quello del presidente Tonino Verna) è da poco nata una delegazione Fivi locale, che raggruppa 20 vignaioli indipendenti abruzzesi e due molisani.

ANTEPRIMA COLLINE TERAMANE MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOCG: LA DEGUSTAZIONE

  • Colline Teramane Docg 2020 Versosera, Velenosi (Ascoli Piceno)
    Colore molto carico, visibilmente giovane. Gran bel frutto polposo. Bella energia, naso vibrante e vivo. Ossigenazione porta tinte agrumate e accentua la parte floreale. Molto bello questo naso, armonico e teso. Il palato conferma le impressioni: vino vivo, fresco, vibrante. Manca un po’ di peso specifico in centro bocca, ma ne giova la bevibilità. Chiude su agrumi e spezie, sempre in maniera armonica. 86/100
  • Colline Teramane Docg 2020, Tenuta Terraviva (Tortoreto)
    Colore meno intenso del precedente, buona trasparenza e luminosità. Naso profondo ma delicato, floreale. Frutto croccante appena maturo. Tannino un po’ aggressivo, su una polpa che si fa desiderare. 82/100
  • Colline Teramane Docg 2020 Le Murate, Nicodemi (Notaresco)
    Colore rosso rubino mediamente intenso. Bel naso pieno, giustamente grasso, polposo, maturità del frutto che sfiora la confettura, ma non la centra. Belle note floreali, rintocchi freschi mentolati e speziati. In bocca tutto su eleganza e tensione: agrume sulla frutta di bosco a polpa rosso, tannino che si integrerà, già molto elegante. 85/100
  • Colline Teramane Docg 2020, Emidio Pepe (Torano Nuovo)
    Campione di vasca. Rosso profondo, unghia violacea. Delude la new entry di casa Pepe. Dopo un naso promettente, tutto su fiori e frutto, ecco un centro bocca un po’ vuoto. Manca, ancor più, l’allungo in chiusura. 82/100
  • Colline Teramane Docg 2020 Yang 2020 (Roseto degli Abruzzi)
    Ecco uno di quei Montepulciano di stile, capaci di identificare mano e intenzioni del produttore, nonché la sua idea della varietà. Si parte da un colore scarico che si nota nella batteria, di bella luminosità. Pregevole anche il naso che abbina fiore, frutto e spezie, in maniera molto elegante, raffinata. Un Montepulciano di razza, eppure, che scalpita in termini di tipicità. Anche in bocca si conferma tale: giovanissimo, buona prospettiva media di affinamento. 87/100
  • Colline Teramane Docg 2019, Fantini (Roseto degli Abruzzi)
    Colore carico, impenetrabile. Legno in grande evidenza al naso, copre un po’ il frutto. C’è però un’apprezzabile componente balsamica, di mentuccia. Si conferma profondo e balsamico anche al palato. Vino che piacerà certamente al mercato orientale e americano. 84/100
  • Colline Teramane Docg 2019 Fonte Raviliano, De Angelis Corvi (Controguerra)
    Altra prova di vasca, ma questa convince, eccome. Colore carico. Bella mora di rovo in un naso che si apre piano. Spezia molto elegante, macchia mediterranea. Frutto che si conferma polposo al palato, su una trama tannica fitta e di prospettiva assoluta. Montepulciano di razza. Vino che sarà molto importante. 89/100
  • Colline Teramane Docg 2019 Colle Sale, Barone di Valforte (Silvi)
    Campione di botte. Colore mediamente penetrabile. Bel frutto al naso, così come in ingresso di bocca. Ecco la mora di rovo, sulla ciliegia e il frutto di bosco iniziale. Bella componente di macchia mediterranea e spezia. Un Montepulciano confortante, nella sua assoluta piacevolezza e tipicità. 86/100
  • Colline Teramane Docg 2019 Versosera, Velenosi (Ascoli Piceno)
    Colore molto carico. Tra i vini più pronti e stilisticamente “ricchi” dell’intera anteprima. Bella profondità di liquirizia sul frutto, tannino elegante, prospettiva. Vino che abbina il carattere del Montepulciano e strizza l’occhio, pur senza perdere tipicità, al mercato. Altissimo gradiente di gastronomicità. 87/100
  • Colline Teramane Docg 2019 Orsus, Fosso Corno (Torano Nuovo)
    Colore scarico rispetto a molti altri in degustazione. Eppure, al palato, gran carattere e profondità. Tannino in fase di integrazione, pur elegante. Convince per la precisione del frutto, per quella ciliegia, quel lampone e quei fiori di rosa (oltre alla viola) che pare di avere (e vedere) nel calice. Che si tratti di un Montepulciano di razza, senza compromessi, lo chiarisce poi quel tratto vagamente ematico che caratterizza le belle espressioni pure del vitigno. Al palato, poi, finisce per tingersi anche di sapido. Complessità, prospettiva, eleganza, armonia. Stile da vendere. 88/100
  • Colline Teramane Docg 2019 Gruè, Cerulli Spinozzi (Canzano)
    Colore mediamente carico. Bel naso ricco, materico, profondo, floreale e fruttato. In bocca tannino un po’ invadente, non sostenuto al meglio dalla polpa, pur presente. Vino da apprezzare oggi (meglio) o nel medio periodo. 85/100
  • Colline Teramane Docg 2019 Antares, San Lorenzo (Castilenti)
    Primo naso sul legno, mou e vaniglia, balsamico, poi esce un bell’agrume rosso. Vino pronto, reso complesso e stratificato più dai terziari che dai primari. Buona interpretazione per alcuni mercati esteri e per gli amanti dei vini pieni, grassi. 85/100
  • Colline Teramane Docg 2019 MKP, Monti (Controguerra)
    Pecca in termini di pulizia, al naso quanto al palato, esibendo note selvatiche comunque tipiche di alcune interpretazioni del Montepulciano. Vino che, comunque, ha razza e potenziale. 85/100
  • Colline Teramane Docg 2019 La Regia Specula, Contucci Ponno (Roseto degli Abruzzi)
    Gran bel naso, ricco e ampio, largo e profondo, tra i più apprezzabili della giornata. Frutto pieno, spezia, liquirizia. Anche in bocca si conferma vino assolutamente interessante e di precisione millimetrica. La chiusura morbida regola a dovere i tannini poderosi, regalando potenzialità e piacevolezza generale. Interpretazione di stile del Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane. 87/100
  • Colline Teramane Docg 2018 Vizzaro, Barone Cornacchia (Torano Nuovo)
    Prova di botte. Unghia violacea, sul rosso purpureo. Naso piuttosto stratificato, tra frutto, fiore e macchia mediterranea. Tocco balsamico. Buon uso dei legni, in termini di integrazione e “dosaggio”. Tannino che schiaccia un po’ la polpa. 85/100
  • Colline Teramane Docg 2018 Colle Sale, Barone di Valforte (Silvi)
    Colore mediamente carico. Tanta spezia e macchia mediterranea (rosmarino, alloro) al naso. Eleganza da vendere, frutto preciso, succoso. Pregevole anche la bocca, altrettanto elegante e precisa. Spazia dalla ciliegia allo stecco di liquirizia, con ritorni della macchia già avvertita al naso. Freschezza equilibrata e quel tocco (pare) di residuo zuccherino che assicura bevibilità, senza stancare mai. Vino godurioso oggi e, al contempo, di buona prospettiva. 88/100
  • Colline Teramane Docg 2018 Cortalto, Cerulli Spinozzi (Canzano)
    Colore mediamente intenso. Naso profondo, su spezia scura e macchia mediterranea. Ci rimette un po’ la componente fruttata, in disparte. Poi, si apre bene e tutto appare armonico, compreso l’utilizzo del legno. Bel palato elegante, che non rinuncia tuttavia a rivelare i lati più rustici e scalpitanti del Montepulciano d’Abruzzo. Bella chiusura, larga e asciutta, sul frutto e su ritorni di liquirizia. Bel vino stratificato e complesso, che potrà dare ancora soddisfazioni negli anni. 89/100
  • Colline Teramane Docg 2017 Re, Lepore (Controguerra)
    Colore mediamente carico. Gran abbondanza di note terziarie al naso. Si fa apprezzare meglio al palato, rivelandosi un vino gastronomico, pieno, ricco. Un vino di chiaro taglio internazionale, che tuttavia tiene alta la bandiera della tipicità del Montepulciano d’Abruzzo della Colline Teramane. 87/100
  • Colline Teramane Docg 2016 Voluptas, Monti (Controguerra)
    Media concentrazione nel colore. Timido all’inizio, esce con l’ossigenazione rivelando buona profondità ed eleganza. Convince la nota di liquirizia e quella mediterranea. Palato giocato sull’eleganza e su una beva di buona raffinatezza. Consumare oggi, o a medio termine. 86/100
  • Colline Teramane Docg 2015 Prima Madre, La Quercia (Morro D’Oro)
    Colore granato e naso da vino maturo. Si connota per note di cuoio, l’ematico e la profondità dei terziari. La ciliegia diventa rabarbaro, il fiore è viola secca e potpourri. Bocca altrettanto matura, dai rintocchi mielati, ematici e di terra di bosco bagnata. La chiusura di sipario è sul tamarindo. Vino arrivato all’apice della sua evoluzione, pur senza sfigurare. SV
  • Colline Teramane Docg 2015 Santa Maria dell’Arco (Giulianova)
    Colore vivo, anche nei riflessi dell’unghia. La bella profondità e ricchezza del colore si trasferisce al naso, prima, e al palato, poi. Ottima vitalità: tannino elegante, soffice, integrato, eppure di prospettiva. Tipicità da vendere per un Montepulciano di razza che scalpita d’eleganza e vita. Un’ottima prova, in termini di positivo affinamento. 91/100
ANTEPRIMA COLLINE TERAMANE MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOCG RISERVA: LA DEGUSTAZIONE

  • Colline Teramane Docg Riserva 2017 Castellum Vetus, Centorame (Atri)
    Rubino carico. Vino che ha bisogno di tempo per aprirsi nel calice e dare grandi soddisfazioni. Una Riserva sul frutto e sulla sapidità. Colpisce, in particolare, la precisione della concentrazione delle note fruttate, in dialogo contante con le durezze. Ne risulta un sorso teso, fresco, intrigante, di assoluta prospettiva. 91/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2017 Colletrà, Strappelli (Torano Nuovo)
    Il colore assume tinte impenetrabili. Dopo un’iniziale chiusura e timidezza, si apre su note di viola, esibendo anche un bel frutto pieno, rosso. Vino ricco di materia e piacevolezza, nel gioco tra lampone, fragola e ciliegia e un tannino piuttosto elegante. 89/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2017 Orsus, Fosso Corno (Torano Nuovo)
    Colore mediamente carico. Naso dominato dai terziari. In bocca salinità e frutto, ma sempre in un contesto di note da “legno” un po’ troppo prevaricanti. Etichetta che regala comunque una beva giocata sulla piacevolezza. 86/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2017, Contucci Ponno (Roseto degli Abruzzi)
    Colore impenetrabile a preannunciare un naso tra terziari e note selvatiche che distraggono frutto e polpa. Un vero peccato, perché sotto scalpita un Montepulciano d’Abruzzo vero, sapido, teso, balsamico. 82/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2017 Terra Bruna, Podere Colle San Massimo (Giulianova)
    Rubino carico. Vino giocato sull’eleganza. Tanto fiore, bel frutto preciso. Pregevole anche al palato: abbina rotondità polpose a un tannino scolpito e di prospettiva, pur soffice ed integrato. L’ossigenazione (consigliata) apre la finestra del calice alla macchia mediterranea e a note balsamiche piacevolissime. 90/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2016 Opi, Fantini (Roseto degli Abruzzi)
    Tanta (troppa) vaniglia, tostatura, caramella mou, al posto di ricchezza, complessità e stratificazione. Vino assolutamente piacevole, ma troppo poco territoriale. 85/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2016 Elevito, De Angelis Corvi (Controguerra)
    Colore pieno. Un tocco d’incontrollata ossidazione fa propendere per la richiesta di una seconda bottiglia. Cambia la musica, totalmente. Ecco uno dei migliori Montepulciano d’Abruzzo Riserva non dell’annata, ma dell’intera Anteprima 2022. Vino che si rivela molto fresco, sul frutto, profondo, balsamico e con un tocco di rabarbaro in chiusura che invita la beva. 92/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2016 Fonte Cupa, Montori (Controguerra)
    Vino che ha tutto ciò che ci si può (e ci si deve) aspettare da un Montepulciano d’Abruzzo Riserva di 6 anni. Da bere oggi, può dare soddisfazioni anche a tavola con abbinamenti importanti. 87/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2016 Luigi Lepore, Lepore (Controguerra)
    Naso pieno, stratificato, fumo di pipa, macchia mediterranea. Tocchi freschi di rabarbaro e liquirizia, sul frutto rosso. Bel palato pieno, ricco, complesso, altrettanto stratificato. Abbina meglio di molti altri campioni piacevolezza e tipicità. 87/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2016, Mazzarosa (Roseto degli Abruzzi)
    Naso selvatico e fruttato. Palato sulla medesima scia. Piacevolezza di beva conferita da un frutto pieno. Vino lineare, sintetico. 85/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2016 Polifemo, Tenuta Terraviva (Tortoreto)
    Colore poco carico rispetto ad altri campioni. Dopo una prima bottiglia che mostra segnali di rifermentazioni leggerissimi, restano i dubbi sulla pulizia di naso e olfatto. SV
  • Colline Teramane Docg Riserva 2016 Neromoro, Nicodemi (Notaresco)
    Fiore, frutto, tanto legno. Si perde un po’ la varietà. 84/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2016 Escol, San Lorenzo (Castilenti)
    Il frutto (preciso, pur concentrato) scalpita per farsi largo tra i terziari, sia al naso sia al palato. Ne risulta un nettare potente, largo, che pecca però in termini di stratificazione. Bevibilità però premiata. 85/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2015 Torre Migliori, Cerulli Spinozzi (Canzano)
    Tra i campioni più intriganti di tutta l’Anteprima 2022, per “età” e per il taglio stilistico che ricorda – se gli si concede la giusta “aria” nel calice – quella di alcuni grandi Cabernet Franc di statura internazionale, della Loira o dell’Ungheria meridionale (Villány). A note verdi dosate e a un curioso ricordo di curry, abbina frutto polposo e tannino integrato, ma di prospettiva. Vino da tenere in cantina o da godere oggi, col gusto abbinamento. 91/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2015 Pignotto, Monti (Controguerra)
    Altro vino che, con l’annata 2015, sfodera tinte verdi intriganti. In bocca si perde nel piacevolezza e larghezza del sorso. 84/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2015, Abbazia di Propezzano (Morro d’Oro)
    Naso maturo, come il colore granato. Tocco leggero di selvatico. Vino pieno, piuttosto complesso, gastronomico. Bere oggi. 85/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2013 Mastrobono, La Quercia (Morro d’Oro)
    Colore ancora giovane. Naso e bocca sul frutto, senza l’attesa stratificazione e con un utilizzo del legno piuttosto ingombrante. Piacevole, nel complesso. 85/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2011 Senior, Monti (Controguerra)
    Bel colore rubino. Naso che tende al verde e regala polpa e frutto con l’ossigenazione. Al palato un tannino molto presente, ben controbilanciato da alcol e frutto, in grado di reggerne il colpo. Vino giunto all’apice della fase evolutiva. 85/100
Categorie
news ed eventi

Vino novello 2016, produzione in caduta libera

E’ il primo vino della vendemmia, ma non fa (più) impazzire gli italiani. E’ un trend destinato a peggiorare di anno in anno quello della produzione e della vendita del “vino novello”. Reperibile anche nei supermercati italiani dal 30 ottobre, come da disposizione del Ministero delle Politiche agricole, si colloca quest’anno sul minimo storico di appena 2 milioni di bottiglie. Il deblocage, per la vendemmia 2016, è stato anticipato di quasi tre settimane rispetto al concorrente Beaujolais nouveau francese, in vendita solo a partire dal 17 novembre. La produzione del vino novello in Italia è iniziata verso la metà degli anni ’70, in risposta ai vignaioli francesi della zona di produzione del Beaoujolais. I ‘cugini’, per superare una stasi di mercato, misero sul mercato il Beaoujolais nouveau, volto a rivalorizzare il vino da uve Gamay meno pregiate della Borgogna meridionale. In Italia il vino novello ha avuto una rapida espansione, come evidenzia il fatto che dieci anni fa si producevano ben 17 milioni di bottiglie made in Italy.

LE RAGIONI DEL CROLLO
“Ironia della sorte – evidenzia Coldiretti – a mancare quest’autunno saranno anche le castagne italiane, con il crollo del raccolto che si è verificato in Campania, la prima regione produttrice, dove si prevede un taglio fino al 90%, ma cali sono segnalati in tutto il Meridione mentre una leggera ripresa dei raccolti si stima al Nord, però, con alcune zone critiche a causa della siccità”.

All’origine del calo della produzione nazionale di vino novello, c’è una serie di fattori, a partire dalla limitata conservabilità, che ne consiglia il consumo nell’arco dei prossimi 6 mesi fino alla tecnica di produzione, la macerazione carbonica, che è più costosa di circa il 20% rispetto a quelle tradizionali. Ma sopratutto, come spiega la Coldiretti, “gli stessi vitigni che negli anni passati rappresentavano la base del novello vengono oggi spesso utilizzati per produrre vini ugualmente giovani, ideali per gli aperitivi, ma che non presentano problemi di durata”. Il ‘vino da bere giovane’ deve le sue caratteristiche al metodo di vinificazione utilizzato, che è stato messo a punto dal ricercatore francese Flanzy ed è fondato sulla macerazione carbonica. Leggero, con bassa gradazione (11 gradi) e bouquet aromatico, il novello viene consumato soprattutto in abbinamento con i prodotti autunnali come le caldarroste.

Exit mobile version