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All’asta i gioielli della collezione Pinchiorri

Baghera/wines chiuderà il 6 dicembre prossimo la sua stagione di aste per il 2020 con un evento sintesi di storia e di passione per il vino. Avrà luogo a Ginevra “Kingdoms” by Baghera/wines, un’asta eccezionale che racchiuderà una collezione di soli grandi formati di bottiglie provenienti dalla famosissima collezione di Giorgio Pinchiorri, patron assieme alla sua compagna Annie Féolde, del notissimo ristorante fiorentino con Tre Stelle Michelin.

A “Kingdoms” sarà presentata per la prima volta al pubblico una collezione rarissima, costituita dai grandi formati del Domaine de la Romanée-Conti. Unica al mondo, questa collezione di grandi formati (6 e 3 litri), Crus du Domaine de la Romanée-Conti esibisce con orgoglio etichette numerate n° 1, n°2 e n°3.

Totalmente inedite sul “Millesime 1985“, universalmente riconosciuto come uno dei più grandi millesime del ventesimo secolo, saranno presentate in asta 24 bottiglie di grande formato, di cui 12 Jeroboam (3 litri) e 12 Mathusalem (6 litri), per un valore stimato di 2 milioni di franchi svizzeri

Le bottiglie non sono mai state mosse dalla cantina dell’Enoteca Pinchiorri, con la sola eccezione del anno 2011, in cui sono state riportate al Domaine, a Vosne-Romanée in Francia, per essere sigillate con cera nuova e per rinnovarne la loro “giovinezza”.

L’asta “Kingdoms” presenterà, oltre ai gioielli della collezione Pinchiorri, una spettacolare e storica collezione di liquori Chartreuse ed altri grandi vini di Bourgogne (Domaines Prieuré-Roch, Georges de Vogüé, Lefaive, Bizot, e molti altri).

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Giorgio Pinchiorri fa chiarezza: “L’asta da Zachys? Covid-19 non c’entra nulla”

“Il Covid-19 di colpe ne ha tante, ma non diamogli quelle poche, pochissime che non ha e mi riferisco a quello che ho letto su alcuni giornali, per i quali è a causa del virus se ho messo all’asta alcune migliaia di bottiglie“. Con queste parole, Giorgio Pinchiorri spiega la notizia della “prestigiosa asta di Zachys“, che interessa 2.250 bottiglie di Enoteca Pinchiorri.

“Anche un astemio – continua Pinchiorri – potrebbe immaginare che organizzare un’asta di vini come questa, tra le più importanti mai organizzate, richieda mesi e mesi solo per capire quali vini scegliere, quanti e a quanto”. Un lavoro, spiega il patron della storica enoteca di via Ghibellina 87 a Firenze, iniziato di fatto lo scorso anno:

A inizio 2019 abbiamo pensato a due grandi eventi che potessero rimanere nella storia del Vino e che potessero portare valore al nome dell’Enoteca, a quello che ha rappresentato e a quello che rappresenta. Il Covid-10, almeno in questo, non c’entra nulla!”

“Ho iniziato a vendere i Vini nel 1972 – continua Giorgio Pinchiorri – e nel 1979 ho aperto l’Enoteca Pinchiorri, insieme alla mia Annie. Sono passati quasi cinquant’anni e se dovessi fare un bilancio direi di essere molto, molto soddisfatto. Non è stato facile”.

“Come tutte le storie ci sono stati momenti dove il destino ci ha messo a dura prova: l’incendio della cantina nel 1992, la perdita della terza stella Michelin nel 2004 (riconquistata nel 2008, con l’orgoglio di essere stati fino ad oggi l’unico caso nella storia della guida), la crisi finanziaria pesantissima del 2008, e poi nel 2020 questa bestiaccia del Covid-19, arrivata per assurdo dopo la stagione più importante dell’Enoteca,l quella appunto del 2019″.

Lo stato di salute dell’azienda, assicura il patron, è saldo. “Oggi l’Enoteca continua ad esserci – conclude Giorgio Pinchiorri – e credo a distinguersi per 3 cose: la Cucina con Riccardo, il Servizio con Alessandro e i Vini, dove con Ivano continuo a fare quello che ho sempre fatto dal 1972, ovvero li compro (tanti) e li vendo… è la mia Vita“.

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