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degustati da noi vini#02

Fiano Puglia Igp 2017 “Cicaleccio”, Cantina Giara

Ci sono vini capaci di materializzare paesaggi, coi loro sentori. Il Fiano Puglia IgpCicaleccio” 2017 di Cantina Giara, con quel nome e i profumi che evocano campi d’erba sterminati, fa addirittura da colonna sonora all’assaggio.

Alle note erbacee sottili si affiancano ricordi di arancio, zenzero candito, buccia di pompelmo, frutta esotica. Accenni fumè che si riverberano dal naso al palato, in un bel gioco con la matrice minerale-salina del nettare.

Dopo un ingresso di bocca morbido e fresco, sul frutto tropicale e su precisi ritorni d’agrume, è proprio il sale che chiude il sorso, chiamando inesorabilmente quello successivo. È l’apoteosi di uno dei Fiano di Puglia più buoni di sempre.

Il segno che un’accorta vinificazione “naturale” del bistrattato vitigno pugliese, oltre alla precisa scelta di non optare per i lieviti selezionati, favorisca alcune varietà più di altre. Le uve di “Cicaleccio”, curate come figlie da Giorgio Nicassio, provengono solo dai vigneti di proprietà della cantina, ad Adelfia, in provincia di Bari.

La vendemmia si compie in piccole cassette: bello apprendere questo dettaglio dal collo della bottiglia, dove un adesivo indica “Vendemmia 2017 raccolta a mano“. L’idea di una “vendemmia raccolta a mano” è molto più efficace della mera indicazione “uve raccolte a mano”. Sottigliezze filosofiche che in vini di concetto come il Fiano “Cicaleccio” sono macigni.

Le uve vengono condotte in cantina per la sola fermentazione spontanea, senza inoculo di lieviti selezionati, nonché per l’imbottigliamento. Un Fiano “non filtrato, non chiarificato, non barricato”, precisa il vignaiolo Nicassio, sulla retro etichetta. Inchiostro utile a chiarire da dove viene questo vino, figlio di mamma “Apulia in purezza“.

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