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Caso La Dolce Valle, il Consorzio dell’Asti sceglie il «silenzio stampa»

Caso La Dolce Valle Consorzio Asti sceglie silenzio stampa giorgio bosticco andrea gamba
Il Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti Docg sceglie il «silenzio stampa» sulla vicenda legale che vede coinvolta l’associazione La Dolce Valle, presieduta dall’ex direttore dello stesso ente piemontese, Giorgio Bosticco, dimessosi nel 2019 per aderire al pensionamento. «Non verranno rilasciate dichiarazioni in merito», fa sapere l’ufficio stampa. In zona, alcuni soci sperano invece in una costituzione del Consorzio nel procedimento a carico dell’associazione per truffa aggravata all’Ue.

L’ex dirigente e amministratore de La Dolce Valle Giorgio Bosticco è accusato insieme ad Andrea Gamba, sindaco di San Martino Alfieri (AT), consigliere provinciale del Pd con delega al Pnrr, responsabile commerciale della Vignaioli Piemontesi Sca ed ex amministratore della società P. Agroservice, di aver presentato a Regione Piemonte due distinte richieste di contributo a fondo perduto, duplicando artificiosamente i costi di una manifestazione di promozione e valorizzazione di Dop e Docg, tenutasi in contemporanea ad Asti ed Alba.

Tra i prodotti promossi nell’ambito del Feasr – Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale, c’era proprio il Moscato d’Asti, oltre alla Nocciola Piemonte Igp e al Miele Piemonte. La Dolce Valle, che risulta ora in liquidazione, era stata costituita proprio dal Consorzio dell’Asti Docg, dal Consorzio di Tutela Nocciola Piemonte Igp e dall’Associazione Produttori Miele Piemonte.

CASO LA DOLCE VALLE: RESPINTA LA RICHIESTA DI DISSEQUESTRO

I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Asti hanno effettuato il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di 199.699,31 euro nei confronti dell’associazione. Il tribunale, proprio nei giorni scorsi, ha respinto la richiesta di dissequestro della somma, presentata dai legali dell’associazione La Dolce Valle. Molto diversi gli importi rinvenuti dai finanzieri.

A Giorgio Bosticco vengono contestati circa 184 mila euro, mentre ad Andrea Gamba circa 14 mila. Sul conto corrente dell’associazione sono stati rinvenuti invece solo 800 euro. E oggi anche Gamba, contattato telefonicamente da winemag.it, sceglie la strada del Consorzio dell’Asti: «Non rilascio dichiarazioni, perché sono completamente estraneo alla vicenda».

Piemonte, truffa all’Unione europea per la promozione di Asti Docg, Nocciole e Miele

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E se l’Asti Docg fosse dry?

Asti Docg, vino unico nel suo genere a Denominazione di Origine Controllata e Garantita è lo spumante aromatico dolce per eccellenza. Ma qualcosa potrebbe cambiare. Una versione dell’Asti Docg meno dolce potrebbe arrivare presto sugli scaffali di gdo ed horeca. E’ in corso la valutazione, da parte del Consorzio, di inserire una versione “dry” dell’Asti. A dichiararlo è lo stesso presidente Giorgio Bosticco durante un’intervista alla Stampa. Il lavoro è iniziato da circa un anno, a seguito delle sollecitazioni di alcuni membri del Consorzio. E’ stato costituito un team di progetto di enologi per verificare la fattibilità di una versione a ridotto contenuto zuccherino. La richiesta nasce dalla tendenza del consumo in ambito spumantistico verso contenuti più secchi. Il nome di questa nuova versione Asti Docg è ancora tutto da definire ed è stato commissionato ad una agenzia specializzata anche se sono già molte le polemiche sul rischio di compromettere ulteriormente le vendite in crisi dell’Asti Docg e del Moscato di Asti. La volontà è comunque quella di non snaturare l’identità dell’uva moscato, un’ uva aromatica unica ed irripetibile. Da settembre  saranno eseguite ricerche di mercato in Italia ed in Germania per avere riscontri  lato consumatore . Una mossa delicata che si gioca da un lato sull’opportunità di cogliere positivi trend di mercato, sulla scia della prosecco mania, dall’altro sul cercare di evitare confusioni al consumatore che  riconosce nell’Asti Docg da sempre un prodotto dolce. Difficile quindi il corretto posizionamento, ma in Italia e all’estero ci sono già history case di successo, basti pensare allo champagne che resta champagne anche se si può scegliere un dosaggio da brut a dolce, o al prosecco dry o extra dry o brut.  Una mossa che potrebbe dare un po’ di respiro ai produttori ancora divisi tra lo svoltare e il rimanere nella cosiddetta zona di confort.

 

 

 

 

 

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Export vino piemontese in calo: ”meno prosecco più bolle locali” il monito di Ferrero

Il 2015 ha registrato un calo del 5% nelle esportazioni di vino piemontese per un fatturalo di 965 milioni di euro. Il calo è dovuto, in gran parte, al crollo di fatturato dell’Asti spumante. ”Abbiamo perso quasi il 40 per cento a causa dell’embargo sul mercato russo” ha fatto notare il presidente del consorzio per la tutela dell’Asti Giorgio Bosticco.  ” Il vino non subisce il blocco dell’export, ma i nostri produttori non ne vendono più, perché hanno paura di non essere pagati a causa della crisi economica che l’embargo sta provocando. Per le bollicine dolci anche il mercato interno non brilla, va ripensata la comunicazione di questo vino. Bisogna insegnare agli italiani ad apprezzarne le caratteristiche e gli usi, tipicamente la domenica, in famiglia, con gli amici, a fine pasto con il dolce e con la frutta” ha aggiunto Bosticco. L’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero , proprio sul tema delle bollicine, ha lanciato un appello a commercianti e gestori di bar: ”Servite qualche bolla piemontese, invece di offrire ai clienti sempre e solo Prosecco. I nostri spumanti sono migliori”. Nei prossimi giorni l’assessore incontrerà Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Piemonte, per chiedere alle attività commerciali uno sforzo di promozione dei vini locali, soprattutto quelli che subiscono la maggiore concorrenza. ”Facciamo sinergia, per evitare che, in otto casi su dieci, chi chiede un bicchiere di vino nei locali delle nostre città ne riceva uno che con il Piemonte ha niente a che fare” ha sollecitato Ferrero. Nonostante la battuta d’arresto il Piemonte continua comunque a rappresentare il 18% del vino esportato. Nel dettaglio: 54 milioni di bottiglie di Asti spumante, 29 milioni di Moscato, 22 di Barbera, 13 di Barolo e 4,5 di Barbaresco.
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