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Ue, nuovo regolamento per l’invecchiamento dei distillati. Pilzer: «L’Italia fa scuola»

Ue, nuovo regolamento per l'invecchiamento dei distillati. Pilzer: «L'Italia fa scuola»

A decorrere dal 25 maggio, finalmente anche l’Europa stabilisce per gli Stati membri quanto in Italia già sancito da tempo, ovvero che i magazzini di invecchiamento dei distillati debbano essere sotto il controllo dello Stato a totale tutela del consumatore.

Lo Stato italiano controlla in modo attento i produttori di distillati ed in particolare di Grappa e Brandy Italiano. I magazzini di invecchiamento, infatti, hanno l’obbligo di essere sigillati da un funzionario dell’ex Utf (ora Ufficio Dogane) ed il prodotto può essere estratto solo in presenza del funzionario che attesta con apposito verbale la durata effettiva dell’invecchiamento.

IL NUOVO REGOLAMENTO EUROPEO

Nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 5 maggio u.s. sono stati pubblicati rispettivamente il regolamento delegato (UE n.2021/723) e il regolamento di esecuzione (UE n. 2021/724).

Nel primo, la Commissione ha istituito il registro pubblico in cui saranno iscritti gli organismi deputati al controllo di invecchiamento delle bevande spiritose che deve avvenire sotto il controllo fiscale di uno Stato membro.

Il secondo regolamento disciplina le comunicazioni che gli Stati membri devono utilizzare per trasmettere alla Commissione i riferimenti dei predetti organismi deputati al controllo dei processi di invecchiamento.

IL COMMENTO DELL’ISTITUTO GRAPPA DEL TRENTINO

«Da sempre la collaborazione tra produttori e organi di controllo è stato un binomio certo impegnativo, ma ben funzionante in Italia – spiega il presidente dell’Istituto Tutela Grappa del Trentino, Bruno Pilzer – l’intelligenza del controllore e la disponibilità del controllato a seguire determinate regole ha di fatto creato dei magazzini di invecchiamento funzionali e nel pieno rispetto delle regole indotte dai sigilli di questi locali».

Visitando le distillerie trentine è infatti possibile vedere le botti di legno dove invecchia la grappa solo attraverso delle reti fissate e sigillate dall’ente Doganale preposto al controllo. L’accesso al locale di invecchiamento è possibile solo in presenza del funzionario della Dogana.

Le tempistiche di ispezione sono normalmente concordate con l’ente doganale, in modo da garantire al produttore la sostituzione di barriques e altre attività necessarie per il raggiungimento della più alta qualità possibile.

«Rispetto al passato – continua Pilzer – il locale o i locali destinati all’invecchiamento non sono più luoghi nascosti e forse messi nel posto più nascosto della distilleria. Ora sono locali studiati soprattutto per la giusta aerazione, disposizione delle barriques o delle botti più grandi in pratica delle vere cantine dedicate solo all’invecchiamento».

«Certo sono costi – conclude il presidente – ma solo in questo modo si riesce a creare una Grappa Trentina invecchiata Riserva molto interessante, è un vero mondo da scoprire e per dirla in termini moderno è un mondo maturo e certificato».

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La Mozzarella di Gioia del Colle fra le denominazioni protette dell’Ue

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il regolamento di esecuzione recante l’iscrizione della Dop “Mozzarella di Gioia del Colle” nel registro europeo delle denominazioni di origine protetta e delle indicazioni geografiche protette, diventando così la 311° denominazione italiana registrata.

Con la Mozzarella di Gioia del Colle Dop – sottolinea la Ministra Bellanova – si riconosce la qualità di uno straordinario prodotto pugliese, inimitabile, che rappresenta una storia produttiva ed economica, e una rilevante occasione occupazionale per quelle comunità pugliesi”.

“Ed è importante rimarcare – conclude la Ministra – come negli ultimi anni l’intera filiera abbia visto il fiorire di nuove attività imprenditoriali condotte anche da giovani, sempre più proiettati sui mercati comunitari ed internazionali”.

Eccellenza del patrimonio gastronomico e culturale pugliese ed italiano, la Mozzarella di Gioia del Colle, la cui presenza storica è comprovata da numerose evidenze tra cui un documentario prodotto dall’Istituto Luce a Gioia del Colle il 28 agosto 1950, è espressione del territorio forte della produzione del latte che della sua trasformazione secondo l’antica tradizione locale della pasta filata.

Le caratteristiche del latte sono legate alla qualità della flora pabulare tipica del territorio delle Murge, alla base dell’alimentazione della popolazione bovina che con la produzione del proprio latte conferisce caratteristiche uniche al prodotto trasformato seguendo la tecnica tradizionale, storica, con l’utilizzo solo di latte fresco e l’aggiunta di innesto autoctono.

A livello storico-culturale esiste un legame profondo tra il prodotto e la tipologia degli allevamenti, aziende zootecniche di piccole e medie dimensioni a conduzione prevalentemente familiare e strutturate secondo usi locali, che prevedono lunghi periodi di pascolamento.

Il paniere costituito da 60 prodotti Dop e Igp del food e del vino pugliesi si arricchisce dunque di un prodotto rappresentativo di una filiera agricolo-zootecnica importante. Si prospetta quindi un salto di qualità che significa anche ricaduta economica. Se la mozzarella pugliese registra, ad oggi, un valore alla produzione di circa 80 milioni di euro, il riconoscimento comunitario potrà significare un aumento stimato intorno al 20% della produzione.

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