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Consorzi del vino toscano e delle Venezie: bilancio positivo a Wine Paris 2022

Consorzi del vino toscano e delle Venezie bilancio positivo a Wine Paris 2022

È un bilancio positivo quello tratteggiato dai Consorzi del vino toscano e dal Consorzio Vini Doc delle Venezie sulla partecipazione a Wine Paris 2022. Mentre già si pensa alla prossima edizione, in programma a Parigi dal 13 al 15 febbraio 2023, il bicchiere dell’Italia del vino risulta, a detta di tutti, mezzo pieno.

Wine Paris & Vinexpo Paris 2022 ha accolto un totale di 2.864 espositori, a cui hanno fatto visita 25.739 professionisti del settore, tra cui il 28% provenienti da 109 nazioni mondiali. Tra le più rappresentate c’è proprio il Bel paese, che si colloca al terzo posto, preceduto solo da Belgio e Regno Unito e seguito da Paesi Bassi e Stati Uniti. La fetta maggiore di pubblico è risultata quella francese.

Tra i Consorzi italiani, qualcuno ha fatto il suo esordio assoluto. «È la prima volta che partecipiamo – commenta a winemag.it Alessio Durazzi (nella foto, sotto), direttore del Consorzio di Tutela del Morellino di Scansano – e abbiamo scelto di farlo assieme al Chianti, sotto il cappello dell’Ascot, felice unione formale dei nostri Consorzi».

MORELLINO E CHIANTI ASSIEME A WINE PARIS 2022

La fiera, pur essendo in gran parte dedicata al vino francese, offre ottime opportunità anche all’Italia. Abbiamo fatto degli incontri importanti, soprattutto con buyer francesi e dei olandesi, che speriamo diano i frutti sperati alle aziende che ci hanno affiancato. Un bel modo per esordire all’estero».

Conferma le impressioni il Consorzio del Chianti. «Avevamo già preso parte a Wine Paris nel 2020 – ricorda l’Event manager Luca Alves (nella foto, sotto) – e ripartire da qui, a distanza di due anni, ha molto più di un valore simbolico. La Francia è un Paese di riferimento sia come stile sia come trend commerciale».

Il Chianti è una denominazione così fondamentale e cardine per il vino italiano che non può mancare eventi di questa portata internazionale. Non è un’edizione di numeri, ma di conferme: è giusto che si ricominci a fare quello che abbiamo sempre fatto.

Siamo confortati dai risultati di questa edizione, che ha visto i buyer francesi ed europei sopperire almeno in parte alla mancanza di quelli orientali e del Sudamerica, piazze importanti per la nostra Denominazione».

SODDISFATTO IL GALLO NERO

Buona affluenza anche ai “wine bar” del Consorzio del Chianti e del Morellino di Scansano, con decine di etichette in assaggio. Lo stesso vale per l’altra sponda del vino toscano: quella Consorzio Chianti Classico, presente a Wine Paris 2022 con 33 aziende e 62 etichette in degustazione. Un’edizione che bissa quella del 2020, ultima fiera pre-pandemia a cui ha preso parte l’ente di Barberino Tavernelle (FI).

Il mercato francese è uno dei target del Gallo Nero, che in Oltralpe può contare su un pubblico di professionisti e appassionati in grado di riconoscere e apprezzare le varie sfumature del territorio. L’edizione 2022 di Wine Paris ha confermato l’interesse per la Denominazione dei buyer francesi, che hanno sopperito all’assenza di operatori provenienti dai Paesi orientali.

A Parigi un’esperienza positiva per il Chianti Classico, spinto dagli ultimi dati confortanti del mercato. Il 2021 si è infatti chiuso con il +21% di marcature. E il nuovo anno vedrà l’importante introduzione delle unità geografiche aggiuntive (Uga).

PAROLA AL CONSORZIO VINI DOC DELLE VENEZIE

Poco lontano dagli stand consortili toscani, sempre all’interno della Hall 5 dedicata al vino italiano, un’altra icona del bere tricolore: i vini delle Venezie. Nazareno Vicenzi (nella foto, sopra), responsabile Area tecnica Consorzio Vini Doc delle Venezie, esprime a winemag.it la soddisfazione per l’edizione di Wine Paris conclusasi in settimana.

«Al di là del tema della ripartenza, importantissima per tutti – commenta il tecnico dell’ente veronese – abbiamo confermato la nostra presenza a Parigi forti della crescita della denominazione (+5% sul 2020) e del recente rebranding consortile. In termini di numeri siamo secondi solo al Prosecco, con circa 250 milioni di bottiglie».

La Francia è un Paese che conta per le Venezie, nel computo dei 190 mila ettolitri imbottigliati all’estero. Nel futuro prossimo, la Denominazione punta alla tenuta delle controcifre del 2021 e al mantenimento dei livelli di giacenze, migliorati parecchio rispetto al passato.

LE SFIDE: RINNOVO DEL DIRETTIVO E COLORE DEL PINOT GRIGIO DELLE VENEZIE

Ed è tra i Consorzi al cambio di guardia, con la figura di Albino Armani che, secondo indiscrezioni di winemag.it, sarebbe stata messa in discussione nelle ultime settimane da alcune cantine di riferimento del Pinot Grigio.

«Mi piacerebbe avere la palla di vetro – chiosa a tal proposito Nazareno Vicenzi -. La priorità è mantenere la credibilità della Denominazione. Chiaramente ci sono zone del territorio che lavorano più attentamente sulla viticoltura e altre sull’imbottigliamento. È ancor più importante, in questo senso, avere sempre una figura che sia rappresentativa di tutti».

Sembra incredibile ma, oltre alle dinamiche interne, c’è una sfida internazionale che attende il Pinot Grigio delle Venezie: «Spiegare il colore dell’uva e del vino – commenta il tecnico del Consorzio – non è stata una questione banale, anche qui a Wine Paris 2022».

«Ci sono vini bianchi e vini rosa ottenuti dallo stesso vitigno – conclude Vicenzi – e non tutti sanno quali siano i vitigni da taglio. Stiamo dedicando molto tempo alla formazione, per raccontare al meglio il nostro Pinot Grigio nel mondo, anche attraverso al nuovo payoff Sigillo di Meraviglia“».

LEGGI ANCHE LE INTERVISTE A CONSORZIO PROSECCO DOC ED ERSA FRIULI VENEZIA GIULIA
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Il Gallo Nero è solo Chianti Classico: vinta la battaglia legale

Nel settembre 2017 una società di Roma richiese la registrazione in Classe 33 (vini) di un marchio riportante un’immagine simile a quella del Gallo Nero. Il Consorzio Vino Chianti Classico si oppose, a tutela dello storico simbolo della denominazione. E nel 2020 la Commissione Ricorsi dell’Ufficio Marchi accolse l’opposizione del Consorzio.

Un procedimento proseguito davanti al Tribunale UE che oggi conferma la bocciatura del marchio proposto, ribadendo con forza che l’utilizzo di un segno confondibile con il Gallo Nero rappresenta un grave rischio di indebito vantaggio e sfruttamento «della elevata notorietà, del prestigio e dell’eccellenza proiettata dal marchio» Gallo Nero, simbolo univoco del vino Docg Chianti Classico.

«Plaudiamo alla pronuncia del Tribunale Europeo che ci rende ancora più consapevoli della forza comunicativa del nostro marchio figurativo – afferma il presidente Giovanni Manetti – ma soprattutto dell’eccellenza che la nostra denominazione rappresenta nel mondo. In questo momento idealmente ringrazio i 33 viticoltori che nel 1924 decisero di individuare un marchio figurativo così potente come simbolo della denominazione».

Questa non è la prima vittoria del Consorzio Vino Chianti Classico in ambito di tutela legale del marchio. I tribunali europei hanno già affermato in diverse occasioni questo principio di tutela del Gallo Nero, e per ben 61 volte negli ultimi 15 anni gli Uffici Marchi di tutto il mondo hanno riconosciuto il principio oggi così chiaramente espresso dal Tribunale Europeo.

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Chianti Classico: firmato protocollo d’intesa col Consolato Generale Usa a Firenze

Il Consorzio Vino Chianti Classico è uno degli interlocutori coinvolti, grazie all’ottima iniziativa del Prefetto di Firenze Laura Lega, nella firma di un protocollo di intesa con il Consolato Generale degli Stati Uniti d’America e tanti altri soggetti istituzionali.

Il protocollo è volto a creare una rete di riferimento per gli studenti stranieri nel territorio metropolitano di Firenze. Scopo, non secondario, del protocollo è anche quello di mettere in pratica un’attività coordinata di prevenzione dei rischi per la sicurezza, educando al “bere consapevole“.

Con la firma del protocollo, avente validità triennale, le parti si sono impegnate nella redazione di un documento informativo per la migliore fruizione degli spazi e delle opportunità culturali e ricreative del territorio metropolitano, che sarà consegnato agli studenti all’arrivo in Italia.

In particolare, l’Università degli Studi di Firenze e il Consorzio Vino Chianti Classico, coordinandosi tra loro e con il Consolato Generale degli Stati Uniti d’America a Firenze, si sono impegnati “a programmare interventi di formazione mirati alla miglior conoscenza del territorio metropolitano, della produzione agricola locale, della gastronomia e del ‘mondo del vino’, eccellenza della Città Metropolitana di Firenze e dell’intera regione, per intraprendere un percorso culturale volto, oltre che ad apprezzare i prodotti locali, a favorire un consumo consapevole e responsabile delle bevande alcoliche, scongiurandone gli abusi”.

La wine education è un tema che come Consorzio ci riguarda da vicino – dichiara il direttore Carlotta Gori – il percorso di approccio al vino per diventare un consumatore consapevole si lega indissolubilmente alla conoscenza e alla scoperta delle caratteristiche che lo rendono un prodotto unico, e tra queste la zona di origine è oggi più che mai segno distintivo. Il Chianti Classico ha inoltre una storia che è unita a doppio filo con quella della città di Firenze dal Medioevo: a buon diritto entra nella cultura che si respira nel capoluogo toscano, e ne è cifra essenziale in Italia e all’estero”.

I rapporti del Chianti Classico con gli Usa sono ben saldi e vantano secoli di storia: si pensi che l’esploratore Giovanni da Verrazzano, chiantigiano della Val della Greve, fu il primo europeo a entrare nella Baia di New York nel 1524 e a lui è dedicato il Verrazzano Narrows Bridge. Mentre Filippo Mazzei, membro di una nobile famiglia di viticoltori di Castellina, nel ‘700 ebbe interessi commerciali e politici negli Usa, stabilendosi in Virginia e stringendo rapporti d’amicizia con Thomas Jefferson e Benjamin Franklin.

Oggi sono gli americani i primi consumatori dei vini del Gallo Nero: più di una bottiglia su tre viene esportata nel Nord America, e da questo paese proviene la gran parte dei turisti che visitano le colline tra Firenze e Siena dove il Chianti Classico viene prodotto.

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Approfondimenti

Chianti Classico: approvato il piano di rilancio post Covid

BARBERINO TAVERNELLE – Un piano straordinario di interventi per supportare le aziende del Gallo Nero nell’emergenza post Covid. Nuove linee strategiche a medio-lungo termine per la gestione della denominazione ed una serie di interventi immediati volti a gestire gli aspetti produttivi, l’assorbimento del prodotto sul mercato e a sostenere finanziariamente le aziende più colpite dall’emergenza sanitaria.

È quanto approvato ieri dall’Assemblea dei Soci del Consorzio Vino Chianti Classico, su proposta del Consiglio di Amministrazione che ha lavorato che nei mesi di lockdown ha elaborato a un progetto di rilancio post quarantena.

La misura più innovativa riguarda l’accordo con Banca Monte dei Paschi di Siena per l’accesso preferenziale al credito che prevede l’utilizzo dell’istituto del pegno rotativo non possessorio, applicabile oggi, grazie al decreto Cura Italia, anche ai prodotti agricoli e alimentari a denominazione di origine protetta, compreso il vino di qualità.

Il Consorzio è il primo ente in Italia a ricorrere a questa nuova misura a supporto delle aziende, per la cui attuazione c’è solo da attendere l’auspicato decreto attuativo del Mipaaf, Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

Per poter venire incontro alle aziende nella gestione di eventuali giacenze di prodotto createsi nel periodo di lockdown, a causa della chiusura temporanea del canale horeca, sono state approvate due misure straordinarie. La prima contempla la possibilità temporanea, per 18 mesi, di stoccaggio del prodotto fuori della zona di produzione, ma rimanendo nelle province di Firenze e di Siena. La seconda prevede il posticipo dell’immissione al consumo, dal 1 ottobre al 2 gennaio, dell’annata 2019.

Altra importante novità è la costituzione di un fondo di stabilità fino a 1,5 milioni di Euro per la denominazione Chianti Classico una parte del quale verrà impegnata ad integrazione del contributo del Governo per la riduzione volontaria delle rese. Come altra possibilità di impiego del fondo, ma solo in estrema ratio, non si esclude di intervenire con l’acquisto di partite di vino sfuso Chianti Classico 2019.

Questa acquisizione straordinaria dovrà avere scopo emergenziale, temporaneo e non lucrativo – dichiara Carlotta Gori, direttore del Consorzio – Si tratta infatti di una misura esclusivamente dipendente dalla contingenza Covid-19, che sarà messa in atto, solo in caso di vera necessità, per la tutela e la cura degli interessi della denominazione”.

Infine, è stata recepita positivamente dall’Assemblea l’attenzione del Consorzio verso nuove iniziative di promozione, destinate a sollecitare la domanda dei mercati e generare ulteriore attenzione sul marchio Gallo Nero.

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Approfondimenti

Fase 2: il Gallo Nero si dipinge con il tricolore italiano

“Viva l’Italia. Viva la nostra voglia di stare uniti, la capacità di saper offrire e condividere, il coraggio dell’impresa, la passione verso le nostre infinite materie prime e l’arte di saperle lavorare. Bentornati Ristoranti di tutta Italia!” – con queste parole il Consorzio Vino Chianti Classico insieme a tutti i suoi 515 produttori vuole inviare un messaggio di solidarietà e di augurio all’intero comparto della ristorazione italiana.

Il messaggio è sottolineato dall’immagine, in cui lo storico simbolo della denominazione, il Gallo Nero, si dipinge dei colori della bandiera italiana, proprio per salutare la riapertura della ristorazione italiana.

Dopo un lungo e incerto conto alla rovescia è finalmente arrivato il giorno in cui anche i ristoranti italiani, fiore all’occhiello del Made in Italy e partner imprescindibile dei vini di qualità, hanno potuto riaprire i battenti e dare inizio alla tanto auspicata ripartenza, anche se con le difficoltà e le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria.

Il Consorzio Vino Chianti Classico da sempre crede nella collaborazione con questo settore, tanto che ha lanciato, già nel 2016, un progetto per sviluppare e promuovere il coinvolgimento, in attività di marketing e di comunicazione, di un circuito qualificato di ristoranti, nel territorio di produzione della denominazione e nelle principali città italiane.

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Chianti Classico Collection 2020: i migliori assaggi

FIRENZE – Successo di numeri e pubblico per la 27° edizione dell’anteprima del Chianti Classico 2020, che il Consorzio di Tutela chiama “Collection“, presso la stazione Leopolda a Firenze. Oltre 2500 professionisti del settore presenti e circa 400 giornalisti accreditati.

Numeri che suggellano i buoni risultati del 2019, fin dalla vigna: si è registrato un aumento del 10% della quotazione delle uve. Inoltre, gli ultimi tre mesi del 2019, hanno visto le vendite delle bottiglie crescere di un ulteriore 10%.

Traino economico di questa crescita sono le due tipologie premium, il Chianti Classico Riserva e il Chianti Classico Gran Selezione, che rappresentano complessivamente il 42% dei volumi di mercato e il 55% del fatturato complessivo del 2019. La sola Gran Selezione guadagna 15 punti percentuali sul valore del venduto.

Si conferma quindi il trend già visto nelle edizioni precedenti della Collection. Un successo tanto sul mercato nazionale, che copre il 22% delle vendite, quanto sul piano internazionale. Il Gallo Nero è infatti distribuito in oltre 130 Paesi. I principali player sono USA (34%, in attesa dell’effetto “dazi”), Canada (10%) e UK (7%, in crescita per via dell’effetto Brexit).

“Soddisfazione è la parola chiave per il nostro 2019, con cui inauguriamo anche questo 2020 –  ha dichiarato Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio –. La famiglia di noi produttori si allarga sempre più (515) e siamo sempre più uniti”.

“Ci presentiamo uniti in manifestazioni come questa, condividendo non solo un marchio ma una progettualità comune, legata a un territorio e a un percorso di qualità – continua il Presidente –. Segnale evidente di questo è l’adesione sempre maggiore al progetto della Gran Selezione: in un solo anno le aziende che la producono sono salite da 95 a 144”.

“La vera essenza di questo territorio e di questa denominazione è l’impegno di noi tutti viticoltori per produrre qualità: vini sempre più autentici e territoriali, che sanno riflettere nelle sue varie sfaccettature così come le varie sfaccettature di una pietra preziosa riflettono la luce” conclude Manetti.

TUTTI I COLORI DEL GALLO NERO – I MIGLIORI ASSAGGI (ALLA CIECA) DI WINEMAG

Sono 481 i campioni presentati alla degustazione tecnica. Etichette che salgono a 740 se si contano anche quelle in degustazione ai banchetti dei produttori. Un tavolo lungo quanto l’intera Leopolda per farceli stare tutti ed una infaticabile squadra di sommelier pronti ad esaudire, con professionalità e toscana simpatia, le richieste dei degustatori.

Azzeccato quindi lo slogan della manifestazione “Tutti i colori del Gallo Nero“. Un Gallo rielaborato nei toni del verde, marrone, rosso ed azzurro, a sottolineare le sfumature del territorio e le varie sfaccettature che i vini del “Classico” possono assumere.

Non facile districarsi fra i 481 campioni. Di seguito gli assaggi, rigorosamente alla cieca, più convincenti. Calici che coniugano con armonia l’inevitabile parte “acerba” della giovinezza con la pienezza del frutto e del corpo. Equilibrio fra l’attualità di un’anteprima e le prospettive di invecchiamento che un “Classico” deve avere.

VENDEMMIA 2018

  • Chianti Classico Docg 2018 – Castellare di Castellina
  • Chianti Classico Docg 2018 – Castello di Volpaia
  • Chianti Classico Docg 2018 “Guado Alto” – Castello di Vicchiomaggio
  • Chianti Classico Docg 2018 – Famiglia Nunzi Conti
  • Chianti Classico Docg 2018 “Montaperto” – Fattoria Carpineta Fontalpino
  • Chianti Classico Docg 2018 – Fattoria Cigliano di Sopra
  • Chianti Classico Docg 2018 “Rubiolo”– Gigliole
  • Chianti Classico Docg 2018 – Isole di Olena
  • Chianti Classico Docg 2018 – Poggio Regini
  • Chianti Classico Docg 2018 – Villa S. Andrea

VENDEMMIA 2017

  • Chianti Classico Docg 2017 – Castello La Leccia
  • Chianti Classico Docg 2017 – Fattoria di Valiano
  • Chianti Classico Docg 2017 – Fattoria Poggiopiano
  • Chianti Classico Docg 2017 – Fontodi
  • Chianti Classico Docg 2017 – Le Masse
  • Chianti Classico Docg 2017 – Erta di Radda
  • Chianti Classico Docg 2017 – Nardi Viticoltori
  • Chianti Classico Docg 2017 – Quercia al Poggio
  • Chianti Classico Docg 2017 – Rignana
  • Chianti Classico Docg 2017 – Tenuta di Compomaggio
  • Chianti Classico Docg Riserva 2017 – Borratella
  • Chianti Classico Docg Riserva 2017 – Buondonno/Casavechia alla Piazza
  • Chianti Classico Docg Riserva 2017 – Castellare di Castellina
  • Chianti Classico Docg Riserva 2017 – CorteDomina
  • Chianti Classico Docg Riserva 2017 “Le Baròncole”– Fattoria San Giusto a Rentennano
  • Chianti Classico Docg Riserva 2017 “Rancia” – Fèlsina
  • Chianti Classico Docg Riserva 2017 “Maria Vittoria” – Le Filigare
  • Chianti Classico Docg Riserva 2017 – Le Miccine
  • Chianti Classico Docg Riserva 2017 – Tenuta di Arceno
  • Chianti Classico Docg Gran Selezione 2017 “San Lorenzo” – Castello di Ama
  • Chianti Classico Docg Gran Selezione 2017 – Castello di Fonteruoli
  • Chianti Classico Docg Gran Selezione 2017 “Casasilia” – Poggio al Sole

VENDEMMIA 2016

  • Chianti Classico Docg Riserva 2016 – Brancaia
  • Chianti Classico Docg Riserva 2016 – Castello della Paneretta
  • Chianti Classico Docg Riserva 2016 – Castello di Monsanto
  • Chianti Classico Docg Riserva 2016 – Lamole di Lamole
  • Chianti Classico Docg Riserva 2016 “Borromeo” – Poggio Borgoni
  • Chianti Classico Docg Riserva 2016 – Tenuta di Campomaggio
  • Chianti Classico Docg Riserva 2016 – Tenuta Perano/Frescobaldi
  • Chianti Classico Docg Riserva 2016 – Villa a esta

VENDEMMIA 2015

  • Chianti Classico Docg Riserva 2015 “Lucarello” – Borgo Salcetino
  • Chianti Classico Docg Riserva 2015 – Castello di Cacchiano
  • Chianti Classico Docg Riserva 2015 “Riserva Aluigi”– Le Cinciole
  • Chianti Classico Docg Riserva 2015 “Bandecca”– San Giorgio a Lapi
  • Chianti Classico Docg Riserva 2015 “Paolina” – Savignola Paolina
  • Chianti Classico Docg Gran Selezione 2015 “Castellinuzza” – Castellinuzza/Cinuzzi Claudia
  • Chianti Classico Docg Gran Selezione 2015 “Vigna al Poggio” – Castello di Monsanto
  • Chianti Classico Docg Gran Selezione 2015 “Giovanni Folonari” – Tenuta di Nozzole

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Gran Selezione, (S)Chianti a Montalcino: botta risposta tra produttori e Consorzi

MONTALCINO – Ha preso una piega più che mai attendibile la consegna dei diplomi della guida Vinibuoni d’Italia 2020, ieri in Toscana. Il Chianti Gran Selezione continua infatti a dividere i produttori della zona Classica da quelli della zona allargata. È bastata una scintilla, al Teatro degli Astrusi di Montalcino – location concessa dal Comune al team di degustatori guidati da Mario Busso – per accendere la polemica.

Ad innescare la miccia è stato Vittorio Fiore di Podere Poggio Scalette, salito sul palco per ricevere uno dei premi di Vinibuoni. Ad Alessandra Casini Bindi Sergardi, membro del Cda del Gallo Nero (a sua volta presente per ritirare un premio della guida) il compito di fare da “estintore”, senza risparmiare eleganti stoccate ai cugini.

Non si è fatta attendere la replica di Marco Alessandro Bani, che ha chiesto la parola dal pubblico per difendere la posizione del Consorzio Vino Chianti, in qualità di direttore. Ecco la cronaca.

“Vorrei dire due parole su un’iniziativa che sto portando avanti da un po’ di tempo – ha esordito Fiore – una proposta un po’ dirompente. Mi propongo di riuscire a fare quello che gli ungheresi hanno fatto col Tokaj, cioè interdire l’uso della parola ‘Chianti’ al di fuori della zona Classica, che tutti conosciamo”.

“È un mio pensiero – ha aggiunto il titolare di Podere Poggio Scalette – che si è evidentemente esaltato con la storia della Gran Selezione del Chianti. Non essendo un’esclusiva, ed essendo anzi e a disposizione di tutti i vini a Denominazioni di origine controllata e garantita in Italia, era immaginabile che questo avvenisse prima o poi”.

“Sono situazioni che vanno affrontate in maniera molto pragmatica – ha proseguito Fiore – come hanno fatto altri colleghi: il mio carissimo amico Conte Ugo Contini Bonacossi, nel 1975, riuscì a estrapolare il Carmignano dal Chianti Montalbano. Non sono situazioni utopiche, bensì faccende che possiamo affrontare risolvere”.

“Probabilmente – ha concluso Vittorio Fiore – dovremo ricorrere ad azioni legali. Dal canto loro, i produttori di Chianti, al di fuori della zona del Chianti Classico, devono avviarsi su una strada che li identifichi diversamente, anche nell’ottica di svincolarsi dalle dinamiche dei commercianti, che li prendono un po’ per il collo”.

A seguire, l’intervento di Alessandra Casini Bindi Sergardi: “La diversità e l’identità sono ricchezze del nostro territorio – ha esordito l’esponente del Cda del Consorzio del Chianti Classico – basta con le guerre“.

Spinoza diceva che non esiste il bene e il male, ma che esistono azioni di bene e azioni di male. Il bene è conoscenza. Il male è tutto ciò che blocca la conoscenza. Noi dobbiamo assolutamente sottolineare ciò che siamo e in cosa siamo diversi. In un certo senso anche contro l’integrazione: dobbiamo essere integralmente noi stessi”.

“Saranno la curiosità e l’intelligenza – ha aggiunto Casini Bindi Sergardi – a guidare il cliente alla scoperta della diversità di un luogo, rispetto ad un altro. Non trasformiamo le nostre differenze in debolezze”. La replica del direttore del Consorzio Vino Chianti è arrivata di lì a pochi minuti.

“Questa è una giornata di festa – ha esordito Marco Alessandro Bani – quindi mi dispiace attivare una polemica con i cugini del Chianti Classico. Onestamente credo che le discussioni debbano essere costruttive: se si fa della fantapolitica o si torna indietro di più di cento anni rispetto alla situazione attuale, non si va da nessuna parte”.

“Credo sia fantapolitica interdire l’utilizzo della parola ‘Chianti’ al di fuori della zona Classica – ha proseguito Bani – dal momento che la Denominazione Chianti, con la parte Classica e la parte non Classica, è stata istituita ormai nel 1932, non ieri. Ognuno fa la sua strada e la sua politica, però il resto non può che essere fantasia”.

Bani ha poi difeso a tutto tondo le scelte del Consorzio, sul fronte delle modifiche al disciplinare: “Per cercare di intercettare quei mercati che si trovano spesso ad avere difficoltà a capire il Sangiovese, pur nella sua importanza e nella sua qualità e validità, come vino e come vitigno, abbiamo consentito di alzare il residuo zuccherino”.

Chi vuole, per certi mercati, può rendere i vini più morbidi, graditi, apprezzati e comprati – ha aggiunto il direttore del Consorzio del Chianti – ma è stata la proposta della Gran Selezione a creare un gran vespaio. Alle polemiche legate a questo tema non abbiamo risposto”.

“Riteniamo che la legge ci consenta di poterlo utilizzare come termine, per cui non capiamo su cosa si fondino queste levate di scudi. Alla fine dovremmo farcene tutti una ragione. Non voglio aggiungere altro e ricordo che questo, con Vinibuoni, è un giorno di festa”, ha concluso Marco Alessandro Bani. Mai le corone furono così scoppiettanti.

“Siamo aperti a qualsiasi dibattito – hanno commentato i due coordinatori regionali Daniele Bartolozzi e Riccardo Margheri  -. Rimboccatevi le maniche, perché mettere le cose sotto al tappeto è inutile: molto meglio affrontare i problemi in partenza”.

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Chianti Gran Selezione: il Gallo Nero è infuriato

È guerra in Toscana tra Consorzio Vino Chianti e Gallo Nero, ovvero il Chianti Classico. “Faremo netta opposizione alla proposta di Chianti Gran Selezione in tutte le sedi istituzionali” afferma il presidente del Consorzio Chianti Classico, Giovanni Manetti.

“La scelta del Consorzio Vino Chianti relativa all’annunciato progetto di modifiche al disciplinare di produzione, ci trova nettamente contrari ma soprattutto increduli perché volto ad una strategia di gestione a nostro parere non costruttiva e assolutamente priva di idee innovative ed originali di cui invece c’è sempre grande necessità”, scrive il Gallo Nero in una nota indirizzata alla stampa.

“Preme ricordare che la Gran Selezione, presente sul mercato dal 2014, è unicamente una tipologia di Chianti Classico, ideata dal lavoro esclusivo del Consorzio Vino Chianti Classico. Siamo profondamente rammaricati che le scelte proposte del Consorzio Chianti siano tutte rivolte soltanto a riproporre strategie di valorizzazione già messe in campo dal vino Chianti Classico: la Gran Selezione, peraltro con caratteristiche identiche a quelle della Gran Selezione Chianti Classico, come il grado alcolico, i tempi di invecchiamento e il divieto di uso del fiasco, e la certificazione obbligatoria per le transazioni di sfuso”.

“Dopo pochi giorni dall’annunciato aumento del tenore zuccherino del vino Chianti, con la presunta intenzione di allinearsi ai gusti dei mercati esteri, prevalentemente quello cinese e americano, si parla adesso di una strategia per la crescita qualitativa del prodotto. Quanto basta per generare messaggi confusori verso il consumatore e privare i produttori di vino Chianti di prospettive chiare e a lungo termine”.

“Abbiamo subito un attacco frontale – commenta il presidente del Gallo Nero – che rischia di mettere a repentaglio il percorso di collaborazione da tempo avviato dal comparto viticolo toscano, fortemente sostenuto ed incentivato anche dalla Regione, che ci ha visti fino ad oggi protagonisti partecipi e attivi”.

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Gallo Nero is back: i migliori dieci Chianti Classico a Milano

MILANO – Tutto tranne che una questione di piume. Il Gallo Nero è tornato a Milano per alzare la cresta: tra gli appassionati, sì. Ma soprattutto al cospetto della ristorazione, nella città che più di tutte, in Italia, esprime l’internazionalità. Il Consorzio Vino Chianti Classico mancava nel capoluogo lombardo da 13 anni . Lunedì 28 il gran ritorno, grazie alla collaborazione con l’Associazione italiana sommelier (Ais).

Sessantaquattro i produttori presenti banco di assaggio al The Westin Palace. Ad assaggiare i Chianti Classico oltre 700 persone in 5 ore. Tutti operatori del settore Food and Beverage.

“Siamo tornati a Milano dopo un’assenza un po’ ingiustificata – ha commentato a caldo Carlotta Gori, direttore del Consorzio, intervistata da WineMag.it – e l’accoglienza è stata davvero straordinaria”.

Con il 2019 riportiamo al centro del nostro trade l’Italia – ha precisato Gori – e Milano è la vetrina da dover ritrovare, riscoprire e con cui dover riallacciare una duratura relazione, soprattutto sul fronte della grande ristorazione milanese, la più internazionale del nostro Paese”.

Come anticipato ieri da WineMag.it, il presidente del Consorzio, Giovanni Manetti, ha consegnato al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, una bottiglia di Chianti Classico 1946 della collezione storica di Badia a Coltibuono. In quell’anno furono terminati i lavori di ricostruzione del Teatro alla Scala, dopo un restauro post bellico effettuato in tempi record.

“Milano all’epoca divenne simbolo, attraverso il suo teatro principale, di una speranza per tutto il Paese – ha evidenziato Manetti – e il suo spirito di rinascita si coglie ancora oggi nello slancio verso il futuro e nel suo dinamismo.

Questo la rende lo scenario ideale per presentare i nostri vini, ed è nostra volontà mettere nell’agenda di questa città un grande evento di Denominazione ogni anno”.

I MIGLIORI DIECI CHIANTI CLASSICO A MILANO

1) Chianti Classico Docg Riserva 2015, Setriolo
Un gigante. Frutto croccante e succoso, in un sorso capace di abbinare una gran profondità, raccontata da spezie, note balsamiche e ricordi di rabarbaro. Il capolavoro, a Castellina in Chianti (SI), di Susanna Soderi.

2) Chianti Classico Docg 2015, Setriolo
Vino sulla scorta del fratello maggiore, la Riserva della stessa annata. Succosità e una beva più snella e “pronta”, ma tutt’altro che banale. Bello ritrovare anche in questo calice le note profonde della Riserva, in una veste più gentile.

3) Chianti Classico Docg Gran Selezione 2016 “Vigna Contessa Luisa”, Villa Calcinaia Conti Capponi
Ci spostiamo nella zona di Greve in Chianti (FI) per la chicca dei Conti Capponi, che si dedicano con estrema passione a 20 ettari di vigneto sugli 80 di proprietà. Un vino giocato sull’essenzialità e su una beva asciutta, connotata da un tannino elegante e di prospettiva. Un vero Signore.

4) Chianti Classico Docg Riserva 2015, Villa Calcinaia Conti Capponi
Vino che marca in maniera netta le differenze con la Riserva, sfoderando un frutto ben più maturo e godurioso. Tra le Riserve in degustazione a Milano, forse la più gustosa e beverina.

5) Chianti Classico Docg Gran Selezione 2015 “San Marcellino”, Rocca di Montegrossi
Altro vino dotato di un frutto pieno, in un gioco divertentissimo col tannino. Colpisce per la freschezza e la verticalità ossuta, che reggono un alcol sostenuto ma per nulla percettibile: serve guardare l’etichetta per accorgersi dei 15% vol.

6) Chianti Classico Docg 2017, Castello di Ama
L’etichetta dal frutto più preciso, nonostante la maturità piena e la “succosità” evidenziata nel sorso. La beva è instancabile, perché retta da una freschezza riequilibrante. Un Sangiovese in purezza che chiama il piatto, ma che sarebbe ottimo anche da solo, per annaffiare momenti di totale spensieratezza.

7) Chianti Classico Docg 2017, Tenuta di Arceno
Altro Sangiovese connotato da un frutto delizioso, minuzioso, pieno e pulito. Gran beva e consistenza.

8) Chianti Classico Docg Riserva 2016, Rocca delle Macìe
Di nuovo a Castellina in Chianti (SI) per una Riserva di grandissimo carattere e struttura possente, nonostante la gran eleganza e il frutto pieno. Vino da acquistare oggi e dimenticare in cantina.

9) Chianti Classico Docg 2017 “Ora”, Savignola
Vino d’entrata della casa di Greve in Chianti (FI). Scalpita ancora e dopo l’assaggio arriva la conferma: è in bottiglia da appena 3 mesi e sarà sul mercato dal 2012. L’anteprima promette benissimo.

10) Chianti Classico Docg 2016, Caparsa
Spazio a una cantina di Radda (SI) vicina, con grande cognizione di causa, ai canoni “naturali”. Nel calice un “vino quotidiano”, capace di sfoderare un frutto di piena maturità e una struttura agile, ma presente. Abbastanza per finirne una bottiglia a tavola, senza neppure accorgersene.

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Il Signore del Chianti Classico a Milano

MILANO Appuntamento nel cuore di Milano con il Gallo Nero. Lunedì 28 ottobre nella prestigiosa cornice del Westin Palace, dalle 14.30 alle 20.30, 64 produttori di vino Chianti Classico presenteranno oltre 200 etichette al pubblico meneghino. L’evento con il “Signore” dei vini rossi italiani, realizzato in collaborazione con AIS Milano, è riservato ai professionisti del settore.

È a loro che ha pensato il Consorzio toscano: “Alle persone che ogni giorno a Milano comunicano e diffondono la conoscenza del vino italiano sulla piazza più internazionale del Paese, per scoprire la produzione della zona vitivinicola più antica d’Italia”.

Insieme al vino Chianti Classico saranno presenti anche due prodotti tipici del territorio, il Vin Santo del Chianti Classico e l’Olio DOP Chianti Classico, ciascun con un banco di assaggio dedicato.

Due i seminari organizzati durante il pomeriggio: alle 15 il seminario “Olio DOP: cosa cambia?“, tenuto da Fiammetta Nizzi Grifi, responsabile tecnico del Consorzio Olio DOP Chianti Classico, e alle 18:30 “Chianti Classico da nord a sud“, guidato da Armando Castagno, che presenterà 8 etichette di Chianti Classico Riserva 2016, la vendemmia del Trecentesimo Anniversario dalla prima definizione dei confini della zona di produzione dell’attuale Chianti Classico.

“Siamo orgogliosi di confrontarci con gli esperti del settore in una piazza competitiva come quella milanese – dichiara il Presidente del Consorzio, Giovanni Manetti – presentando i nostri Chianti Classico Gallo Nero, il prodotto della nostra terra, espressione di quella combinazione unica e irripetibile di caratteristiche pedoclimatiche, capacità tecnica, profilo geomorfologico che identifica i nostri vini e il nostro lavoro di produttori.”

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Approfondimenti

A Gaiole torna il grande evento “Terre di Gaiole”

Dopo il successo della prima edizione torna anche quest’anno a Gaiole in Chianti una giornata interamente dedicata alla scoperta dei vini del territorio, con la degustazione pubblica “Terre di Gaiole“, in programma sabato 19 ottobre, dalle 11 alle 19, nella prestigiosa ambientazione delle ex Cantine.

Quest’anno saranno presenti in degustazione ben 104 etichette, prodotte da 26 aziende vitivinicole del territorio. Inoltre, alle ore 11 si terrà la tavola rotonda sul tema “Cambiamenti climatici e conseguenti risvolti nella viticoltura chiantigiana. Il caso 2017“, con la partecipazione di esperti del settore e produttori locali. La tavola rotonda sarà condotta da Salvatore Filippo Di Gennaro e Alessandro Mattese, ricercatori presso l’istituto di Biometeorologia del CNR di Firenze.

L’evento “Terre di Gaiole”, realizzato con il patrocinio del Comune di Gaiole in Chianti e dell’associazione Chianti Classico, è promosso dall’associazione Viticoltori di Gaiole, nata agli inizi del 2017 su impulso di Francesco Ricasoli ed Emanuela Stucchi Prinetti, per mettere in rete aziende grandi e piccole del territorio, in grado di garantire un quadro più completo possibile della produzione di vino nelle terre di Gaiole.

“Vino e territorio è il binomio vincente che sta dietro al successo di questo evento – afferma il sindaco di Gaiole in Chianti Michele Pescini – Riunire in un’unica degustazione le produzioni di un’area intera, ben definita dal punto di vista enologico e in grado di esprimere vini di grande personalità come quella di Gaiole, significa creare una straordinaria occasione di promozione territoriale”.

“Il vino fa parte della nostra cultura, si coltiva in queste terre fin dal tempo degli etruschi ed è senza dubbio uno dei nostri tratti distintivi e dei punti di forza, su cui vogliamo lavorare come Comune, nei prossimi anni, al fianco delle aziende, per una strategia di marketing territoriale che concorra allo sviluppo turistico sostenibile” – conclude il sindaco.

“Con la manifestazione di Gaiole in Chianti – commenta Carlotta Gori, direttore del Consorzio Vino Chianti Classico – fra i profumi inebrianti dei giorni conclusivi di una vendemmia che, dalle premesse, fa davvero sperare in un 2019 di grande eccellenza qualitativa, si chiude il ciclo annuale degli eventi sul territorio, organizzati dalle varie associazioni di produttori. Il nostro territorio è pieno di eccellenze, e non solo in campo enogastronomico, e questo tipo di iniziative aiutano il turista e l’appassionato a vivere esperienze uniche all’insegna del nostro grande vino Chianti Classico e di tutto ciò che sta dietro a ogni etichetta di Gallo Nero: storia, arte, gastronomia, passione e umano ingegno, relax e piacere del buon vivere.”

La degustazione inizierà dalle 11 del mattino e proseguirà fino alle 19 e 30. Saranno aperti anche due punti di ristoro gestiti da “I cipressi del Chianti” e da “La Sosta del Gallo” di Radda.

Il biglietto di ingresso per la degustazione dei vini è di 12 euro.

Le aziende presenti: La Montanina, Azienda agricola Maurizio Alongi; Badia a Coltibuono; Bertinga Società Agricola; Cantalici; Capannelle; Casanova di Bricciano; Castello di Ama; Castello di Cacchiano; Castello di Lucignano; Castello di Meleto; Fattoria di Rietine; Fietri; I Sodi; Il Colombaio di Cencio; Il Palazzino; La Casa di Bricciano; Le Miccine; Podere Ciona; Ricasoli; Riecine; Rocca di Castagnoli; Rocca di Montegrossi; San Giusto a Rentennano; Tenuta Perano; Tenuta San Vincenti.

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Ciclismo nel Chianti Classico con la Granfondo del Gallo Nero

Una giornata dedicata agli amanti del ciclismo e del buon vino. Domenica 22 settembre migliaia di appassionati correranno la Granfondo del Gallo Nero, gara organizzata dal Consorzio Vino Chianti Classico e dalla Ciclistica Grevigiana.

Un turismo sostenibile, quello sui pedali. Per definizione un’attività a bassissimo impatto ambientale, ideale per assaporare ogni metro di strada e ogni scorcio di paesaggio incontaminato, come le colline del Gallo Nero, dove le vigne coprono solo il 10% della superficie totale e oltre il 40% dei vigneti è in regime biologico.

CICLISMO A IMPATTO ZERO
Per questa VII edizione della Granfondo del Gallo Nero, l’organizzazione ha deciso per una svolta plastic-free, proponendo esclusivamente materiali compostabili a tutti i ristori e al pranzo di fine gara, dalle stoviglie alle bottiglie di plastica. Unica eccezione il calice in vetro in cui sarà servito il vino Chianti Classico a tutti i partecipanti, che potranno portarlo a casa come ricordo di una giornata all’insegna della bellezza naturale.

SOSTEGNO AL TERRITORIO
La Gallo Nero si può dire espressione di territorio, coinvolgendo i viticoltori, con le iniziative in cantina e le premiazioni finali, le molte associazioni dei borghi sul percorso, le amministrazioni. Da questo spirito di comunità che unisce gli otto comuni del Gallo Nero, è nata l’idea di sostenere il progetto “Bar sociale” della ONLUS La Stadera di Greve in Chianti, per l’inserimento lavorativo di giovani del luogo affetti da disabilità, che condurranno la gestione del circolo del paese, l’antico punto di ritrovo.

L’iniziativa sarà finanziata con donazioni liberali dei partecipanti e devolvendo il 50% del ricavato dei pettorali “di beneficenza”, acquistabili fino a pochi momenti prima della gara al costo di 100 euro.

Chi pedala, e a maggior ragione chi lo fa indossando una maglia del Gallo Nero, sposa l’eco-sostenibilità come filosofia di vita, connaturata tanto allo sport del ciclismo quanto alla viticoltura biologica e responsabile che noi viticoltori del Chianti Classico portiamo avanti da anni” – dichiara il Presidente del Consorzio Giovanni Manetti

“Se c’è una sfida da vincere domenica prossima, è proprio questa: divertirsi in uno dei luoghi più belli del mondo, dando il proprio contributo a mantenerlo tale per le generazioni future e sostenendo l’integrazione di tutti in una società equa e aperta”.

Prima di essere una gara, questa è un’occasione per vivere la bellezza di questo territorio , un modo per prendersi cura di se stessi rispettando l’ambiente, ammirando paesaggi da preservare e da consegnare alle generazioni future. Anzi, c’è uno spirito comune tra ciclismo a impatto zero e viticoltura sostenibile: entrambi dell’immenso patrimonio naturale che abbiamo. Questa novità vuole essere anche un invito a tutti coloro che a migliaia ogni anno pedalano tra i nostri vigneti, innamorati di queste colline: aiutateci a preservarle.

LA GRANFONDO DEL GALLO NERO
Due percorsi, la Granfondo (135 km, dislivello 2621 m) e la Mediofondo (83 km, dislivello 1526 m), che offrono scorci di paesaggi che sono diventati icona della bellezza italiana. Partiranno entrambi alle ore 9 da Radda in Chianti, borgo medioevale, dalla cui cinta muraria si darà il via, fino a Greve in Chianti, città d’origine del navigatore Giovanni da Verrazzano.

Passeranno attraverso i vigneti della Conca d’Oro di Panzano in Chianti, per poi attraversare San Casciano e scendere verso Castellina in Chianti, eletta da Michelangelo Buonarroti a buon retiro. Il percorso lungo si addentrerà anche nella parte sud del territorio, tra distese di vigneti e salite mozzafiato come quelle di San Regolo e di Castagnoli.

Entrambi i percorsi sono caratterizzati da un susseguirsi di saliscendi, senza vere e proprie scalate tecniche, permettendo di godere del paesaggio unico nel suo momento di massima espressione, la fine dell’estate. Quattro i ristori che cadenzano il percorso: San Casciano in Val di Pesa km 42, San Donato in Poggio Km 60, Radda in Chianti km 86, Castagnoli km 116, in collaborazione con le associazioni locali.

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Chianti Classico: crescono le vendite, trainate dalla Gran Selezione


Numeri positivi dalla terra del Gallo Nero: ad oggi il 2019 segna un aumento del 8% delle vendite, confermando lo stato di ottima salute della denominazione preannunciato a febbraio durante l’anteprima Chianti Classico Collection.

Clima di serenità e positiva partecipazione ieri all’Assemblea ordinaria dei soci del Consorzio Chianti Classico, in cui il Presidente Giovanni Manetti ha comunicato i dati alla base sociale.

Nei primi cinque mesi del 2019, confrontati con lo stesso periodo dell’anno precedente, si rileva un aumento dell’8% di bottiglie sul mercato, nelle tre tipologie di Chianti Classico. In particolare, la Gran Selezione segna un +19%, arrivando al 6% della produzione totale, guadagnando un punto percentuale sul 2018.

Nel 2019 infatti, anno in cui può essere immessa al commercio la vendemmia 2016,  Trecentesimo Anniversario della zona di produzione, numerose aziende hanno introdotto nel proprio portfolio questa tipologia o hanno rilasciato sul mercato nuove etichette: ad oggi 136 aziende producono o hanno prodotto negli anni scorsi Gran Selezione, per un totale di 155 etichette.

Le tipologie premium Riserva e Gran Selezione sono un asset importante per la denominazione, in termini di volumi e di valore: nel 2018 hanno rappresentato, congiuntamente, il 37% della produzione e circa il 50% del fatturato.

IL PREZZO DELLO SFUSO
Manetti ha inoltre portato l’attenzione al prezzo del vino sfuso: da dicembre 2017 non si osservano fluttuazioni nel prezzo, confermandosi costante a una media di 300 euro a ettolitro. Obiettivo programmatico del Presidente è una “equa e stabile remunerazione per tutta la filiera”.

Un fattore indispensabile per la programmazione aziendale nel medio-lungo periodo ed elemento fondamentale in un processo di crescita del valore globale della denominazione. Dichiarato l’obiettivo di un posizionamento più alto del prodotto Chianti Classico in termini di valore: qualità, prezzo, visibilità.

Il quadro economico positivo è frutto di una ricerca di qualità che, secondo Manetti, “è un percorso tutt’altro che concluso”: “L’attenzione alla compatibilità della viticoltura con l’ecosistema della regione del Chianti Classico è una chiave per assicurare lunga vita a un territorio vocato”.

Territorio che sarà ulteriormente valorizzato dalle attività del Distretto Rurale del Chianti (costituitosi il 4 maggio scorso) e dalla candidatura Unesco del Paesaggio. Prosegue il lavoro dell’Osservatorio Economico, che ormai aggrega i dati di oltre 50% della produzione, per delineare un ritratto del Chianti Classico e dei suoi mercati di interesse.

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Il Chianti Classico si rilancia in Germania

FIRENZE – Apertura al nuovo “nuovo mondo”, ma anche sguardo ai mercati maturi. La strategia del Consorzio si rivolge non solo alla domanda emergente nei paesi dell’Estremo Oriente, con la partecipazione nei prossimi mesi a fiere di settore come la ProWein Shanghai a novembre e a VinExpo Hong Kong a maggio 2020, ma presidia e rafforza la sua presenza anche sui mercati storici, come la Germania.

Il mercato tedesco nel 2018 ha assorbito 8% della produzione del Gallo Nero, e l’obiettivo adesso è la crescita, in particolare nel settore dell’alta ristorazione. In questi giorni a ProWein, una delle fiere di settore più importanti del mondo, il Chianti Classico, che partecipa dal 1998, si presenta con 45 aziende e 198 etichette (Halle 16 H50).

Le prime impressioni sono molto positive: soddisfazione dei produttori per la qualità del pubblico della fiera (professionisti del settore e stampa specializzata). Agli stand del Gallo Nero i visitatori si dividono tra extra europeri e europei, con una lieve prevalenza di questi ultimi; importante la presenza di wine buyer dei ristoranti e di distributori specializzati in ristorazione.

Momento clou della fiera è la premiazione del Gran Premio Internazionale del Vino Mundus Vini, organizzato da Meininger Verlag e giunto alla sua 24° edizione. In gara circa 7.200 vini di 156 tenute diverse, da cui l’Italia è uscita vincitrice con il maggior numero di riconoscimenti. A livello nazionale, la Toscana si è aggiudicata il secondo posto, trainata dai Chianti Classico (un’etichetta premiata su quattro è firmata Gallo Nero), confermando l’apprezzamento per i vini della denominazione.

Dopo ProWein, altri due appuntamenti attendono il Gallo Nero in Germania: due seminari dedicati agli osperatori del settore, il primo a maggio ad Amburgo, e il secondo in autunno a Monaco, capitale della Baviera.

“La Germania è uno dei mercati storicamente più affezionati al Chianti Classico – afferma Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio – decenni di conoscenza hanno garantito una base importante per le vendite all’estero. Adesso dobbiamo consolidare la presenza del Chianti Classico nelle carte dei ristoranti di alto livello, un settore molto ben sviluppato nel paese, dove ci troviamo di fronte una nuova generazione di operatori molto preparati e entusiasti.”

Il primo passo di quest’anno è proprio la partecipazione a ProWein, che si conferma uno degli appuntamenti imprescindibili dell’agenda internazionale, una fiera che attrae oltre 60.000 visitatori altamente qualificati, provenienti da tutto il mondo.”

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Chianti Classico Collection 2019: migliori assaggi e futuro del Gallo Nero


FIRENZE –
Aggiungi un posto a tavola, che c’è un Gallo Nero in più. Fotografato, instagrammato, ammaccato e sporcato (di vino, of course). Il successo del Chianti Classico, in Italia e all’estero, si misura (anche) dalla lunghezza variabile del tavolo che, di anno in anno, funge da appoggio per centinaia di bottiglie della Denominazione, alla Stazione Leopolda di Firenze.

E’ l’anteprima delle nuove annate, che il Consorzio di Tutela chiama “Collection“. Un evento unico nel suo genere, in grado di attirare giornalisti (oltre 250) e operatori del settore (più di 1.800 tra italiani e stranieri) da tutto il mondo, con più di 30 diversi Paesi rappresentati.

La passerella di vetro e vino luccicante, quest’anno, è risultata lunga 48 metri. Tanti ne sono serviti per poggiare 480 campioni delle ultime annate di Chianti Classico Docg (2017/2013), Chianti Classico Docg Riserva (2016/2010) e Chianti Classico Docg Gran Selezione (2016/2011).

Una cifra record che sale a 721 se si considerano le etichette in degustazione per il pubblico, nella due giorni. Per un totale di oltre 9.500 bottiglie, servite dai produttori e da una squadra di 50 sommelier Ais che ha percorso in media 22 chilometri in 48 ore, per venire incontro alle esigenze degli ospiti.

“Il bancone delle bottiglie destinate all’assaggio in anteprima da parte degli esperti si allunga di anno in anno – ha evidenziato Giovanni Manetti, presidente del Consorzio Vino Chianti Classico – e questo è un buon segno. Significa che l’attenzione e la competitività dei viticoltori chiantigiani cresce e, con queste, la voglia di affrontare in maniera decisa il mercato”.

Non a caso la quantità di vino sfuso che viene destinata agli imbottigliatori sta diminuendo. In 10 anni è passata da 100 a 50 mila ettolitri. “Due tendenze che noto con piacere e gioia – ha aggiunto Manetti – sono la sempre maggiore fiducia nel Sangiovese, declinato zona per zona. La seconda è la sostenibilità. Vedo un grande impegno da parte di tutti i viticoltori nel cercare di avere sempre più rispetto della natura, nell’attività produttiva”.

Il buon momento della Denominazione è confermato anche dai dati economici. La crescita in valore della Denominazione è certificata ed è il grande obiettivo dell’anno per il Consorzio. L’Osservatorio prezzi Maxidata dice che aumenta il prezzo dello sfuso, salito del 37%, stabilmente sopra i 3 euro al litro.

Riserva e Gran Selezione, poi, sommate insieme aggregano il 37% dei venduti e generano il 52% del fatturato della Denominazione. Per quanto riguarda i mercati, il Chianti Classico si conferma un vino dalla forte vocazione internazionale.

L’export si assesta al 77% del venduto, con Usa al primo posto (34%), seguiti dal mercato nazionale (23%), con segnali di netto risveglio. Grande performance nel 2018 per il Canada, cui spetta la medaglia di bronzo delle esportazioni con l’11%. Poi Germania, Uk e Giappone.

“Per dare ulteriore valore alla Denominazione – ha sottolineato il presidente del Consorzio – intendiamo lavorare in concerto con i nostri produttori per le Mga. Il consumatore, ormai, non chiede più quanti anni di botte fa un vino, bensì da dove arriva”.

“Autenticità e territorialità – ha concluso Manetti – possono essere garantite appunto dalle Menzioni geografiche aggiuntive, che aiutano a trasferire profumi, valori, cultura e territorio all’interno di una bottiglia, già di per sé ricca di vino unico e non riproducibile da nessun’altra parte al mondo”.

I MIGLIORI ASSAGGI ALLA CHIANTI CLASSICO COLLECTION 2019

Di seguito i migliori assaggi alla Chianti Collection 2019. Il giusto compromesso tra bevibilità attuale e precisione del corredo naso-bocca, tenendo conto anche delle prospettive future che sapranno esprimere i campioni segnalati (soprattutto nel caso dei campioni di botte) e la loro tipicità rispetto ai canoni della Docg.

  1. CARPINETO – CHIANTI CLASSICO DOCG RISERVA 2015
  2. PODERE LA CAPPELLA “QUERCIOLO” – CHIANTI CLASSICO DOCG RISERVA 2015
  3. CASTELLO DI AMA “VIGNETO BELLAVISTA” – CHIANTI CLASSICO DOCG GRAN SELEZIONE 2016
  4. CONTI CAPPONI / VILLA CALCINAIA “VIGNA LA FORNACE” – CHIANTI CLASSICO DOCG GRAN SELEZIONE 2016
  5. CASTELLO DI VERRAZZANO “SASSELLO” – CHIANTI CLASSICO DOCG GRAN SELEZIONE 2015
  6. FAMIGLIA CECCHI RISERVA DI FAMIGLIA – CHIANTI CLASSICO DOCG RISERVA 2015
  7. ORMANNI, BORRO DEL DIAVOLO – CHIANTI CLASSICO DOCG RISERVA 2015
  8. TENUTA DI LILLIANO, LILLIANO – CHIANTI CLASSICO DOCG RISERVA 2015
  9. FATTORIA LE FONTI – CHIANTI CLASSICO DOCG GRAN SELEZIONE 2016
  10. IL PALAGIO DI PANZANO, “LE BAMBOLE” – CHIANTI CLASSICO DOCG GRAN SELEZIONE 2013
  11. L’ERTA DI RADDA (CAMPIONE DA BOTTE) – CHIANTI CLASSICO DOCG 2017
  12. BADIA A COLTIBUONO (CAMPIONE DI BOTTE) – CHIANTI CLASSICO DOCG 2017
  13. CASTELLO DI MONSANTO (CAMPIONE DI BOTTE) – CHIANTI CLASSICO DOCG 2017
  14. LE FILIGARE (CAMPIONE DI BOTTE) – CHIANTI CLASSICO DOCG 2017
  15. TENUTA DI ARCENO (CAMPIONE DI BOTTE) – CHIANTI CLASSICO DOCG 2017
  16. TENUTA DI CAMPOMAGGIO (CAMPIONE DI BOTTE) – CHIANTI CLASSICO DOCG 2017
  17. CANTINA RIPOLI  – CHIANTI CLASSICO DOCG 2016
  18. CHIANTI CLASSICO DOCG RISERVA 2016 – NARDI VITICOLTORI

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Chianti Classico Collection 2019: 721 etichette di Gallo Nero alla Leopolda

FIRENZE – Anche quest’anno i produttori del Gallo Nero presentano le nuove annate del Chianti Classico ai massimi esperti del settore, in un evento che rappresenta un’occasione unica per conoscere a fondo la denominazione, le sue etichette e le ultime novità da uno dei territori vinicoli più importanti del mondo.

L’appuntamento con la “Collection” del Chianti Classico è alla Stazione Leopolda di Firenze, l’11 e il 12 febbraio. Un evento che cresce di anno in anno, come dimostrano i suoi numeri: 197 le aziende presenti in questa edizione che segna il record di presenze di produttori.

Settecentoventuno le etichette in degustazione per un totale di oltre 9500 bottiglie che saranno aperte e servite direttamente dai produttori e da una squadra di 50 sommelier nella due giorni di manifestazione.

Accreditati oltre 250 giornalisti provenienti da 30 diversi Paesi del mondo e più di 1800 operatori, italiani e stranieri. Sessantuno le anteprime da botte dell’annata 2018 e oltre 90 le etichette di Chianti Classico Gran Selezione.

“Partecipo alla Collection dalla sua prima edizione ma è la mia prima da Presidente – afferma Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico – ed è un onore per me accogliere in questa veste i tanti amici della stampa nazionale e internazionale e del trade che passeranno a trovarci dalla Leopolda”.

“In questi giorni – continua Manetti – avremo modo di presentare a un pubblico estremamente qualificato il risultato del nostro lavoro. Lo facciamo sempre con una certa emozione e sempre più con la consapevolezza che la strada della qualità e del rispetto del territorio che ci è stato affidato, sia l’unica possibile”.

L’obiettivo del Consorzio, come precisa ancora Manetti, “non è solo quello di ottenere grandi vini e i risultati straordinari che pubblico e critica ci attribuiscono ormai da molti anni, ma anche trarre la massima soddisfazione da quello che facciamo ogni giorno”.

IL PROGRAMMA
Lunedì 11 febbraio sarà dedicato, come di consueto, alla stampa e agli addetti ai lavori, il martedì alla stampa e, per la prima volta, al consumatore finale, che potrà accedere dalle 14.30 alle 19.30 comprando un biglietto al costo di 40 euro (20 euro la quota per i sommelier delle principali associazioni nazionali).

La Collection prevede anche alcuni momenti di approfondimento, come il seminario su alcune eccellenze toscane come le DOP dell’Olio Chianti Classico, del Prosciutto e del pecorino Toscano che si presenteranno al pubblico lunedì 11 alle ore 11.00 nella sala conferenze della Leopolda dove si svolgerà anche un seminario sul Vinsanto guidato da Daniele Cernilli lo stesso giorno alle ore 16.00.

Alla Leopolda sarà possibile, inoltre, assaggiare in degustazione anche gli oli delle aziende produttrici di DOP Chianti Classico, altro prodotto di punta del territorio del Gallo Nero insieme al vino.

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VI Granfondo del Gallo Nero ai nastri di partenza

Ancora pochi giorni al via della VI Granfondo del Gallo Nero, la gara ciclistica prodotta dal Consorzio Vino Chianti Classico in collaborazione con la Ciclistica Grevigiana, che il 30 settembre porterà oltre 1500 appassionati della bicicletta nel cuore del Chianti.

Per accontentare ancora gli ultimi ritardatari il Consorzio ha deciso di proporre altri 100 pettorali sabato 29 direttamente al village della gara ai giardini pubblici di Radda in Chianti. Ma il confronto sportivo  è solo uno degli attrattori di questo appuntamento.

Negli ultimi anni, infatti, l’evento ha visto un’escalation di iscritti da fuori regione e dall’estero, che raggiungono il territorio del Gallo Nero insieme alla famiglia per vivere un weekend all’insegna non solo dello sport ma più in generale del buon vivere, nel cuore di un giacimento di prodotti di assoluta eccellenza.

Tra questi, in prima fila c’è il “padrone di casa”, il vino Chianti Classico, che proprio nei giorni della Granfondo vive il suo momento più importante, quello della vendemmia. Come ogni anno, quindi, gli iscritti a questa suggestiva Granfondo potranno correre in un contesto unico al mondo tra pievi, colline, abbazie e tra i filari carichi del Sangiovese di uno dei vini più apprezzati di sempre, su due percorsi alternativi tra Firenze e Siena.

La Granfondo di 133 km (2.620 mt di dislivello complessivo) attraverserà prima il versante fiorentino per poi scendere a sud verso quello senese e, chi volesse optare per un percorso non eccessivamente impegnativo, può iscriversi alla Mediofondo di 86 km(1.525 mt dislivello).

Il percorso si snoda nel territorio del Gallo Nero attraversando cinque comuni (Radda in Chianti alle ore 9; Greve in Chianti dalle 9.30 alle 9.55; San Casciano Val di Pesa dalle 10.00 alle 10.45; Tavarnelle Val di Pesa dalle 10.25 alle 11.15; Castellina in Chianti dalle 10.50 alle 11.55; Gaiole in Chianti dalle 12.00 alle 13.55).

“Con grande piacere do il benvenuto agli amici che raggiungeranno il nostro territorio il prossimo fine settimana per correre la Granfondo del Gallo Nero – afferma Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico – da sempre il nostro impegno è rivolto al rispetto e alla protezione di questo territorio di cui i nostri vini sono i primi ambasciatori”.

“Da Presidente del Consorzio, produttore ma anche come appassionato di ciclismo – continua Manetti – mi sento orgoglioso di poter mostrare ai tanti iscritti a questo evento uno scenario che non ritroveranno in nessuna altra gara al mondo. Pur essendo una competizione, sono sicuro che in questo caso le emozioni più belle le darà il tragitto più che il traguardo”.

Oltre la gara. Tra i valori aggiunti della Granfondo del Gallo Nero un “Village delle eccellenze” che accoglierà atleti e accompagnatori a fine gara con un pranzo a base dei migliori prodotti DOP della zona, a partire dal vino Chianti Classico, che sarà servito nel nuovo calice del Gallo Nero, in omaggio a tutti i partecipanti.

Un Village che sarà a plastica zero, grazie all’utilizzo di stoviglie biodegradabili e acqua servita in bottiglie di vetro. Compreso nel prezzo di iscrizione di 50€, un pacco gara davvero speciale: come da tradizione comprenderà una maglia tecnica Sportful modello bodyfit che per i primi 1000 iscritti sarà in versione limited edition 2018.

Il disegno della maglia ufficiale, ogni anno affidato ad un artista diverso, è stato ideato da Andrea Nicita, che ha riportato sulla maglia alcuni elementi distintivi del vino e della bicicletta con il suo particolarissimo tratto, capace di restituire forza ed emozione all’immagine protagonista della maglia di questa VI edizione.

IL PROGRAMMA COLLATERALE
Per accogliere nel migliore dei modi le centinaia di iscritti da fuori regione e le loro famiglie il Consorzio ha studiato una proposta mirata a far conoscere le principali peculiarità del Gallo Nero attraverso attività dedicate a tutta la famiglia.

Sono previste già dal sabato visite in cantine, corsi di degustazione e di cucina, percorsi sensoriali sul Chianti Classico nella sua “Casa” di Radda in Chianti (casachianticlassico.it) dove si svolgerà anche la cena pre-gara anticipata da una particolarissima degustazione.

Saranno proposti in abbinamento alcune grandi etichette del Chianti Classico e momenti epici della storia del ciclismo, condotta dal giornalista de La Nazione Paolo Pellegrini insieme al padre di Eroica Giancarlo Brocci.

Per tutte le informazioni, iscrizioni sulla gara e il suo programma collaterale, pacchetti fine settimana e sistemazioni alberghiere: www.granfondodelgallonero.it.

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Radda nel Bicchiere: una grande festa nel Chianti

Tavarnelle V.P. – C’è gran fermento per la prossima edizione di Radda nel Bicchiere, l’immancabile appuntamento con i vini del Gallo Nero nel suggestivo borgo di Radda in Chianti, giunto quest’anno alla 23ma edizione.

Sabato 26 e domenica 27 maggio 2018, il piccolo comune nel cuore del Chianti Classico vedrà le vie affollate da centinaia di visitatori appassionati che potranno godersi un paesaggio mozzafiato, accompagnati da un calice di ottimo vino. Parteciperanno circa trenta aziende per un totale di quasi cento etichette sparse nelle bellissime e suggestive vie del centro storico, per una grande festa dedicata al prodotto principe del territorio famoso in tutto il mondo: il Chianti Classico.

Ospiti d’onore di questa edizione saranno i vini, base Pinot Nero, dell’Appennino toscano, protagonisti anche di una degustazione a numero chiuso. Davide Bonucci di Enoclub Siena accompagnerà invece i partecipanti a esplorare le varie sfaccettature del Vin Santo di Radda in Chianti.

Per due giorni, degustazioni nel bicchiere griffato guidate direttamente dai produttori, vini a prezzo di cantina e “assaggi alla cieca” con premiazione finale, il tutto nella cornice del delizioso borgo del Chianti senese.

La manifestazione aperta al pubblico sarà anticipata, nella giornata di venerdì 25 maggio, da un evento esclusivo per la stampa e opinion leader del vino, organizzato con la collaborazione del Consorzio Vino Chianti Classico.

L’evento che si svolgerà a Casa Chianti Classico, quartier generale della storica denominazione, prevede, oltre al consueto programma di assaggi, anche un seminario dal titolo “La California in Chianti”, condotto dalla dott.ssa Valentina Canuti (Università degli Studi di Firenze).

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Chianti Classico Docg 2014 Monteraponi con divagazioni storiche

Proviene da Radda, la capitale dell’antica Lega del Chianti il Chianti Classico Docg Monteraponi oggi sotto la nostra lente di ingrandimento.

Una località storica e una denominazione che di fatto ha più di 300 anni di storia da cui nasce questo vino giovane e leggero, in calzoni corti, ma di ottima fattura!

La Lega del Chianti nacque a cavallo tra il XIII e il XIV secolo, quando la lotta tra Guelfi e Ghibellini era in pieno vigore.

Era una circoscrizione di città rurali, dette Popoli, concepita inizialmente con compiti prevalentemente di tutela dell’ordine pubblico e di difesa dei diritti dei popolari di fronte ai soprusi dei magnati, ma con il passare degli anni acquisì compiti sempre più amministrativi.

Era costituita da settanta Popoli ed era divisa in tre “Terzieri”, facenti capo alle tre più importandi località: Radda (che ne divenne il capoluogo), Castellina e Gaiole.

Il primo statuto risale al 1384, e la lega rimase tale fino al 1774 quando il Granduca Pietro Leopoldo la sciolse creando i tre comuni attuali.  Lo stemma della Lega del Chianti era un gallo nero su fondo oro, stemma che diventerà il simbolo del Chianti Classico.

Tra i compiti della Lega del Chianti c’era anche la tutela del vino locale, tanto che Cosimo III de’ Medici, Granduca di Toscana, nel 1716 stabilì che i tre villaggi della Lega del Chianti più Greve in Chianti, erano gli unici territori autorizzati alla produzione, territori che ancora tutt’oggi coincidono con quello della denominazione “Chianti Classico Docg”, da non confondersi con la denominazione “Chianti Docg”, di concezione più recente.

Nel 1930 infatti il governo italiano, per far fronte alle crescenti richieste di vino Chianti, ampliò la zona di produzione a nord di Firenze e a Sud di Siena, oltre che in aree delle provincie di Pisa, Pistoia e Prato.

LA DEGUSTAZIONE
Il Chianti Classico Docg Monteraponi sprigiona giovinezza alla vista. Il rosso è ancora di un bel rubino luminoso e solo sull’unghia mostra l’incedere del tempo virando al granato. Un ottimo inizio!

Al naso inizialmente è chiuso, si percepiscono solo piccoli frutti rossi ancora piuttosto freschi come ribes e lampone e le note sono tutte sussurrate. Ma con il passare del tempo ecco emergere in sottofondo il legno con la sua speziatura dolce, e poi note di sottobosco e di terra, fino a evocare un lontano ricordo balsamico.

In bocca entra teso, giovane, di medio corpo. Non sembra affatto un vino di ormai quattro anni. Il tannino è molto morbido, integrato, levigato. Al retronasale torna la nota terrosa e anche leggermente ematica. Equilibrato, intenso e di buona lunghezza, termina con una nota amarognola e leggermente acidula che ricorda la buccia dell’uva.

LA VINIFICAZIONE
Il Chianti Classico Monteraponi è 95% Sangiovese e 5% Canaiolo da agricoltura biologica. La vinificazione avviene spontaneamente in vasche di cemento vetrificato, senza controllo di temperatura e senza aggiunta di lieviti selezionati.

Dopo una lunga macerazione sulle bucce (25 giorni), fermentazione alcolica e malolattica, invecchia in botti di Slavonia per 16 mesi più un ulteriore mese di decantazione in cemento. Non viene né filtrato né chiarificato.

L’azienda agricola Monteraponi prende il nome dall’antico borgo medievale situato sul poggio omonimo, appartenne al Conte Ugo Marchese e governatore di Toscana sulla fine del X secolo
e distante non più di qualche chilometro dalla capitale della Lega del Chianti, Radda.

Dei 200 ha sui quali si estende l’azienda agricola, solo 20 sono destinati alla coltivazione, 12 a vigneto e 8 a uliveto. Il resto è una distesa di boschi centenari di querce e castagni che isolano e proteggono la proprietà.

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Il Gallo Nero sfida il tempo: verticale di Chianti Classico Riserva Castello di Monsanto, Il Poggio

Non solo uno dei vini italiani più famosi al mondo, ma anche uno di quelli storicamente più importanti. Troviamo tracce storiche del Chianti già nel XVI secolo, passando poi per la prima definizione dei confini della zona di produzione nel 1716 e attraverso la prima forma di definizione dell’uvaggio, grazie al Barone Bettino Ricasoli nella prima metà del 1800.

Una lunga storia che giunge a noi attraverso la costituzione del consorzio del Gallo Nero nel 1924 e dall’introduzione della specifica “classico” nel 1932, e un disciplinare modificato l’ultima volta nel 2013.

È il tempo, quindi, a consegnarci il Chianti Classico. Ma, all’atto pratico, come si comporta il vino alla sfida col tempo? È stata la sezione di Varese dell’Onav a tentare di dare una risposta. Organizzando una splendida verticale di Chianti Classico Riserva “Il Poggio” di Castello di Monsanto, lo scorso 26 gennaio. Cinque vini, uno per decennio. Per assaporare lo scorrere del tempo.

LA VERTICALE
Riserva Il Poggio 2013. 14,2% per un vino nato in un’annata fresca ed equilibrata. Vinificazione in tonneaux sia di primo che di secondo passaggio, delestage per una estrazione dolce. Uvaggio 90% Sangiovese e 10% Colorino.

Colore rubino non particolarmente inteso, unghia lievemente aranciata. Molto intenso al naso, pulito. Quasi non avvertiamo sentori terziari, ma grandi note fruttate. Ciliegio, viola, una leggera nota terrosa. Solo dopo un po’ avvertiamo un leggero sentore tostato o di legna da camino. In bocca è piacevole con un tannino leggermente aggressivo ed amaricante. Molto fresco grazie alla viva acidità.


Riserva Il Poggio 2006. 14% figli di un’annata altalenante con stagione di raccolta ottimale. 18 mesi in tonneaux.

Più colorato del precedente, più carico, più coprente. Anche al naso è più intenso e regala sensazioni diverse. Marmellata di lamponi, vaniglia, fiori appassiti, marasca. Iniziamo a percepire una maggiore presenza di note terziarie come pepe, chiodi di garofano, cacao, terra. Chiude una nota mentolata.

In bocca il tannino è vivo, deve ancora evolvere. Meno amaro del 2013 il sorso è pulito e chiude con una lunga persistenza.


Riserva Il Poggio 1999. 13,8%. il 40% del vino fa barrique per 8 mesi, 60% botti di slavonia da 50hl. Vent’anni iniziano a farsi sentire e il vino cambia registro. Colore integro, al naso si avvertono subito sentori di rabarbaro e radici ed agrume (chinotto).

I terziari si spendono in note di pepe, terra, ruggine, tamarindo e legni balsamici. Profumi molto diversi rispetto ai due fratelli minori assaggiati in precedenza. All’assaggio è integro, nessuna ossidazione, fresco ed armonico accompagna la persistenza con un retro olfattivo ricco di caffè e marasca.

Riserva Il Poggio 1982. 13,9%. Tre anni e mezzo in botti Slavonia da 50hl. Un’annata che già all’epoca fu considerata “di allungo”, capace di dare vini longevi.

Nobile color aranciato al naso somiglia più al 2006 anche al 1999. Marmellata di frutti rossi, terra, grafite, cacao, caffè, tabacco ed una nota balsamica. Agile in bocca, di buona acidità e tannino vellutato. Persistente. Stupisce per la sua gioventù e per la sua schiettezza.


Riserva Il Poggio 1977. 13,8%. Tre anni e mezzo in botti Slavonia da 50hl. Annata regolare. Colore che tende al bruno. Al naso è difficile e contrastante. Radici, tamarindo, liquirizia, rabarbaro. Una nota dolciastra che può ricordare l’assenzio o il vermuoth ma sempre in contrasto con le note secco/amare.

Pulito, senza “danni”, fa sentire i suoi anni. In bocca è meno integro del precedente ma l’acidità ancora supporta il sorso. Equilibrato ed armonico il tannino ancora “asciuga” la bocca.


CASTELLO DI MONSANTO, “CRU” IL POGGIO

Il Castello di Monsanto risale alla metà del 1700, ma è molto più recentemente che il suo nome diventa iconico nel mondo del Chianti.

Nel 1961 viene acquistato da Aldo Bianchi, incantato dalla vista che si gode dal suo terrazzo, e lo donò al figlio Fabrizio in occasione del suo matrimonio.

Stregato dai vini della tenuta Fabrizio iniziò a dedicarsi ad essi. Nel 1968, in controtendenza con quanto era in uso allora, decise di eliminare le uve a bacca bianca dall’uvaggio.

Il messaggio era chiaro: è il Sangiovese la vera ricchezza di questa terra. Nello stesso anno la scelta di eliminare i raspi per ottenere un vino più complesso ed equilibrato.

Tutto questo applicato alle uve provenienti dal vigneto Il Poggi. 5,5 Ha, il primo “cru” di Chianti Classico.

Vigneto collinare che insiste su galestro, un terreno scistoso argilloso che tende a sfaldarsi naturalmente e che dono al vino i suoi particolarissimi sentori.

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