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Uva conferita alla Cantina Sociale di Roverè della Luna: i Nas indagano su presunta frode

Sarebbe parte lesa, la Cantina Sociale di Roverè della Luna, qualora venisse confermata l’ipotesi di frode in commercio da parte della Procura della Repubblica.

Nei giorni scorsi i Nas dei Carabinieri si sono presentati in cantina per acquisire la documentazione relativa ad alcuni carichi d’uva della vendemmia 2016. Il sequestro dei documenti si colloca nell’ambito di una verifica in corso su 19 dei 300 soci conferitori, colpevoli (forse) di aver incrementato con uve di diversa varietà la partita di Pinot Grigio relativa all’annata in questione.

Una vendemmia ”sfortunata” a causa di un attacco di peronospora, malattia dovuta al fungo Plasmopara viticola che attacca tutti gli organi della vite, procurando riduzione della produzione di uva dell’annata.

Secondo alcune indiscrezioni, la denuncia sarebbe partita da altri soci, ma potrebbe finire in una bolla di sapone. I fatti e le responsabilità sono infatti ancora da accertare.

La Cantina di Roverè della Luna è stata fondata nel 1919 da 24 soci ed oggi conta 300 soci conferitori.  Punto di riferimento del territorio e fiore all’occhiello dell’enologia trentina  produce Teroldego,  Lagrein, Pinot Nero, Schiava, ma anche Gewürztraminer, Chardonnay, Müller Thurgau e Pinot Grigio.

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Truffa ”Bollicine”: a Cuneo al via il processo

Un caso quello di ”Bollicine” sul quale si era espressa anche la Corte di Giustizia UE che si era opposta al reinvio a giudizio richiesto dal Gip per scongiurare la prescrizione del reato. Secondo la Corte di Giustizia, la preiscrizione non dovrebbe essere applicata in casi di reati fiscali di una certa gravità, che ledono anche gli interessi economici della UE alla quale va una parte del gettito Iva degli stati membri. Siamo nel 2009, a Cervasca. La Guardia di Finanza di Cuneo scopre una frode fiscale del giro di qualche milione di euro messa in atto da Planet Srl di Cervasca a partire dal 2005. La società acquistava bottiglie di champagne esenti iva attraverso operazioni di false fatturazioni tramite scatole cinesi e società fittizie allo scopo di avere prodotti sottocosto da rivendere a prezzi concorrenziali.  8 gli arresti che hanno portato al sequestro, nel 2012,  di quasi 700 mila euro in immobili di proprietà dei soci della società a copertura dell’iva evasa. Il processo si è aperto a Cuneo: sette indagati accusati di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e altri cinque, legati a società lombarde e campane accusate di concorso in truffa. Processo già renviato a settembre a causa di una errata trascrizione di nominativi agli atti.

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