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Spumante Extra Dry Passerina 50 Sfumature, La Travanesca

Dopo la versione ferma, ecco lo spumante più trasgressivo d’Italia: l’extra Dry Passerina 50 Sfumature della Casa Vinicola La Travanesca. Il side b di una storia che il giovane produttore Francesco Patrignani sta scrivendo in giro per il mondo.

Portando i vini delle Marche (Passerina e Pecorino in primis) da una parte all’altra del globo, dopo aver conquistato tante location alla moda, in Italia. Forte di un’etichetta che non lascia spazio a interpretazioni.

LA DEGUSTAZIONE
Uno sparkling, tuttavia, che non delude all’assaggio. Nel calice, lo Spumante di Passerina Extra Dry 50 Sfumature si presenta di un bel giallo dorato. Al naso richiami di frutta tendente al maturo: mela, banana, pesca. Non manca un risvolto erbaceo, accompagnato da una vena sottile di mineralità.

Il palato è più che mai corrispondente. Apprezzabile l’armonia complessiva, giocata sull’equilibrio tra le note mature e le componenti erbacee e leggermente sapide. Uno spumante Extra Dry che, a differenza di molti altri, non stanca dopo pochi sorsi.

Perfetta come aperitivo, la Passerina spumantizzata 50 Sfumature si presta anche ad abbinamenti con piatti semplici di pesce, crostacei e fritture.

LA STORIA
L’idea di chiamare così la Passerina è nata da Alessandra Silvestroni, titolare della Casa Vinicola Silvestroni di Camerata Picena (AN). Tutto nasce dal film ’50 sfumature di Grigio’, nel periodo in cui moltissimi canali pubblicitari promuovevano l’uscita di questo film, nel 2016.

Oggi la Passerina ferma e la versione spumantizzata fanno parte de “La Travanesca”, curata dal punto di vista dell’immagine e del marketing (oltre che commerciale) dal giovane Francesco Patrignani, 26 anni.

Le uve Passerina vengono acquistate da alcuni storici conferitori della cantina Silvestroni e spumantizzate in Veneto.

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Analisi e Tendenze Vino news

Il re della Passerina a Ciao Darwin 7: “Vino e bucatini? Coppia perfetta”

Dire che era già tutto scritto, diciott’anni fa, sarebbe troppo. Ma che nel Dna di Ciao Darwin, uno dei programmi Mediaset più seguiti in prima serata, ci sia il vino: beh, forse non è del tutto sbagliato.

Da una saga nata “in una sera di chiacchiere da ubriachi, davanti a una bottiglia di Barolo”, tra Bonolis e l’autore Stefano Magnaghi, ci si poteva aspettare – prima o poi – la partecipazione di un vignaiolo vero. In carne e ossa. Ecco allora spuntare tra i concorrenti Francesco Patrignani, il re della Passerina “50 Sfumature“.

Uno che, addosso, ha più carne che ossa. Scelto infatti per partecipare alla puntata andata in onda ieri sera: “Integratori contro Bucatini”. I palestrati da creatina e amidi ramificati per colazione.

Contro quelli che, per colazione, non disdegnerebbero un palestrato. Scherzi a parte, ecco l’intervista concessa in esclusiva al nostro wine blog.

Francesco (nella foto, a sinistra), dì la verità: meglio il vino o i bucatini?
Direi che sono fatti l’uno per gli altri. Un buon piatto di bucatini s’abbina a un buon calice di vino. E un buon calice di vino lo si può affiancare a un buon piatto di bucatini.

Ma allora ti senti davvero “Bucatino”!
Certo, un bucatino allegro e simpatico!

Come è nata l’idea di partecipare a Ciao Darwin?
E’ nata per gioco. Sono andato al casting con la mia fidanzata Stefania Nocella e la mattina stessa ho partecipato alle selezioni

Eri un fan di Ciao Darwin?
Ho seguito tutte le edizioni precedenti, da spettatore televisivo. E penso sia uno dei migliori programmi, in cui ci si fanno grosse risate!

Come è stato l’impatto iniziale con gli studi televisivi Elios?
L’impatto con gli studi davvero emozionante, tanta gente e riflettori addosso a cui non si è abituati. Un ambiente davvero caloroso e piacevole. Ero il numero 49, potete ancora votarmi!

Il mondo della televisione potrebbe fare per te?
Mi sono trovato molto bene nella puntata, senza paura e vergogna: la cosa mi piace!

Su Paolo Bonolis e Luca Laurenti, cosa ci racconti?
Bonolis: grande persona, umile, sorridente e dalla battuta sempre pronta. Una persona grande. Laurenti, inaspettatamente, l’ho sentito parlare solo in registrazione televisiva. Una persona molto riservata.

E sulle madrine di Integratori e Bucatini, Maddalena Corvaglia e Francesca Cipriani?
Maddalena Corvaglia è troppo “asciutta”, le donne devono avere le curve! Quanto a Francesca Cipriani: beh, qui abbiamo tutte le curve! Una bella signorina dal seno accentuato, grazie alla mano artistica del chirurgo. Ma, oltre a questo, ha quei chili in più che la rendono armoniosa e molto femminile.

Ammettilo: hai promosso anche a Roma la tua Passerina 50 Sfumature?
Beh certo! Fra i partecipanti della categoria sì. Abbiamo un gruppo Whatsapp e anche lì ho potuto inviare qualche foto di questa nuova etichetta che sta facendo impazzire il web e i consumatori. Inoltre la qualità, insieme all’accattivante grafica, sta producendo i risultati sperati.

Cosa ti lascia questa esperienza da ‘portare a casa’, nelle tue Marche?
Mi lascia delle note positive e anche dei piccoli accorgimenti a cui prestare attenzione. Le note positive sono l’ottimismo e la voglia di vivere che dominava fra tutti noi.

Ci siamo fatti grandi risate lasciando i problemi di tutti giorni alle spalle. Abbiamo pensato a staccare la spina e vivere questa esperienza nel migliore dei modi.

Gli accorgimenti sono quelli di non farsi trasportare troppo dal cibo e da tutto ciò che ci tenta, rischiando di compromettere fortemente la nostra salute.

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news ed eventi

50 Sfumature di Passerina Igp, atto secondo. Pronto lo sbarco al Vinitaly 2016?

Nome di fantasia accattivante, anzi ammiccante. Immagine in etichetta inequivocabile. Prodotto valido. Risultati assicurati.

Ha impazzato sui social network, prima di Natale, la pubblicità di 50 Sfumature di Passerina.

Nulla a che vedere con un cinepanettone alla Boldi e De Sica rivisitato in chiave hard. Qui si parla di vino. Della Passerina, of course. Cosa avevate capito?

La Casa Vinicola Silvestroni di Camerata Picena, provincia di Ancona, ha deciso di lanciare sul mercato con un nome… così, la sua ultima produzione.

Chiamiamola pure deriva del marketing 2.0, coniugato al mondo del vino. Fatto sta che lo spot, a sentire quelli di casa Silvestroni, ha funzionato. E funziona.

Ci ha contattato infatti Francesco Patrignani, responsabile vendite dell’azienda in questione. Che oggi concede a vinialsupermercato.it un’intervista. Buona visione. Pardon: buona lettura.

Quando e come è nata l’idea di chiamare “così” la vostra Passerina?
L’idea è nata da Alessandra Silvestroni, titolare dell’azienda. Tutto nasce dal film “50 sfumature di Grigio”, nel periodo in cui moltissimi canali pubblicitari promuovevano l’uscita di questo film che ha avuto un grande successo in tutto il mondo. Da questo film nasce “50 sfumature” di Passerina Igp

Si tratta di una produzione “ad hoc” con questa etichettatura, o la casa vinicola Silvestroni produce solo questa Passerina?
Si tratta di un’esclusiva in cui l’immagine la fa da padrona e cattura il consumatore finale. Produciamo un’altra Passerina, chiamata “Podesteria”, imbottiglia in veste più classica. Ideale per gli amanti delle tradizioni senza alludere ad alcun pensiero malizioso.

Da quando Silvestroni produce Passerina?
Da circa 3 anni. Le uve di Passerina vengono acquistate dai nostri conferitori delle colline marchigiane

Sul sito aziendale non c’è alcuna evidenza di questo prodotto: perché?
Il nostro sito web è in fase di restyling. Aggiorneremo quanto prima.

Quali sono stati i risultati della campagna marketing?
La campagna marketing ha prodotto risultati che neanche noi ci saremmo aspettati. Ci ha fatto conoscere da molti con risultati tradotti in nuovi clienti, nuove collaborazioni e nuovi eventi. La campagna promozionale Facebook si rivolge a tutti coloro che amano il vino, il bianco in particolare, ma anche a tutti coloro che vogliono tenersi aggiornati sulle nostre novità e sui nuovi prodotti.

Oltre a Facebook, dove è stata pubblicizzata la Passerina “50 sfumature”?
Abbiamo collaborato con locali serali facendo degustazioni e tramite i nostri collaboratori. Probabilmente saremo anche al Vinitaly ed infine stiamo ultimando una campagna pubblicitaria in cui preferiamo ancora mantenere riservatezza.

Quante bottiglie ne sono state prodotte?
Ad oggi sono state prodotte circa 10 mila bottiglie. I dati sono in continua crescita. Il giro d’affari sta continuamente aumentando. Per scaramanzia e per non essere matematici, non parliamo di euro!

Dove va il mondo del vino italiano? Quali sfide per il futuro?
Il mondo del vino italiano è sempre più apprezzato. Il Made in Italy è ancora sinonimo di qualità e garanzia, basti pensare che abbiamo iniziato ad esportare i nostri vini anche in Australia. Più che di sfide preferirei parlare di continuità del nostro percorso nazionale ed internazionale.

Produzione di vino nelle Marche: cosa c’è da migliorare e quali sono i punti di forza?
Stiamo costantemente migliorando il livello qualitativo, ascoltando anche i nostri clienti, mentre il nostro punto di forza è che siamo artigiani del vino e non industria.

Qual è il ruolo dei vini delle Marche nel panorama nazionale, europeo e internazionale?
I vini marchigiani si sanno differenziare per la tipicità del territorio, mentre a livello europeo ed internazionale siamo sempre più apprezzati. Le Cantine Silvestroni hanno sede nella Valle dell’Esino, nel cuore delle Marche.


La storia delle cantine Silvestroni ebbe inizio nel 1960, mese di luglio. All’epoca l’azienda, che portava il nome dei fratelli Aquili, era conosciuta e rinomata per la qualità dei suoi vini, per il servizio di consegna e per la sua modernità.

Fu lì che Sandro Silvestroni, giovane imprenditore, si appassionò al vino, ricevendo così dai fratelli Aquili la proposta di rilevare l’attività. Una solida realtà fondata da un giovane coraggioso. Che ancora oggi fa della “gioventù” un suo punto di forza.

E’ giovanissimo, nonostante il suo ruolo di grande responsabilità in azienda, anche Francesco Patrignani. “Finito il militare e rientrato in casa – racconta – ho iniziato a collaborare con la casa vinicola Silvestroni, attività di famiglia. Avevo circa 19 anni e mi occupavo della gestione del magazzino aiutando anche nelle consegne del vino fra ristoranti, bar ed enoteche. Non ero soddisfatto affatto! Non mi sentivo appagato! Di notte il cervello lavorava, pensavo a come potevo riuscire a realizzarmi”.Munito di valigetta nera, brochure, carta e penna, Francesco entra in macchina e inizia quella che chiama la sua “avventura da solo”.

“I risultati – spiega – furono inaspettati perché fin da subito ho iniziato a portare in casa nuovi clienti. Mi ricordo i primi circoli frequentati da grandi bevitori, in cui entravo anche un po’ impacciato e mi presentavo come addetto alle vendite per la cantina, facevo vedere i vini che avevamo e con una promozione allettante e con fare simpatico da giovanotto attiravo l’attenzione di molti. Quanti ‘no’ ho ricevuto e quanti ne riceverò… Ma spesso proprio con un ‘no’ che nasce un bel rapporto lavorativo”.

“Raccontata così potrebbe sembrare una passeggiata – continua Francesco – ma la fatica era notevole! Nel giro di mesi e mesi ormai mi stavo facendo conoscere e i risultati erano in continua crescita. Passione, continuità e assistenza al cliente mi portano ad avere un bel portafoglio clienti che ad oggi risulta soddisfacente e constante”.Francesco ha 24 anni, per la precisione.

“Ho collaboratori con cui ho un ottimo rapporto di stima e fiducia reciproca – dichiara ancora – e tutto ciò ogni giorno mi dà soddisfazioni uniche. Mi rapporto con direttori di alberghi, titolari di ristoranti, bar e locali serali. Persone con cui la differenza d’età è notevole ma nonostante tutto siamo sempre in sintonia”.

“Riesco spesso ad entrare nella mente del cliente e percepire quello che lui vorrebbe da me, si crea questa empatia iniziale che mi permette nel corso del tempo di collaborare con risultati soddisfacenti. Determinazione e precisione – conclude il giovane manager – sono due fattori che con il tempo ci premiano, ed io vado avanti con questa filosofia nel lavoro, ma anche di vita”.

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