Categorie
news news ed eventi

Antonio Rallo confermato presidente Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia

Antonio Rallo confermato presidente Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia
FOTONOTIZIA – Confermate le indiscrezioni di winemag.it: Antonio Rallo è stato confermato presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, insieme ai vicepresidenti Giuseppe Bursi e Filippo Paladino. La notizia arriva in occasione della prima seduta del nuovo Cda, tenutasi oggi.

Categorie
news news ed eventi

Doc Sicilia, exploit dell’imbottigliato nei primi 5 mesi del 2021

Nei primi cinque mesi del 2021 è stato imbottigliato il 6% in più di vino Doc Sicilia, rispetto allo stesso periodo del 2020. Sono state 41.138.908 le bottiglie prodotte dalle aziende della Doc Sicilia. Lo scorso anno la cifra si era fermata a 38.778.711 nel periodo gennaio-maggio.

«Un risultato che conferma la validità della strategia decisa dal Cda del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia che coinvolge una filiera di circa 8.000 aziende», commenta il presidente Antonio Rallo.

I COMMENTI

«Le iniziative messe in campo dal Consorzio – aggiunge Giuseppe Bursi, vicepresidente del Consorzio – puntano a valorizzare le produzioni siciliane, attraverso messaggi che sottolineano sempre di più la capacità della Sicilia di produrre in maniera sostenibile, tema di grande attualità.

In questa direzione vanno in particolare le iniziative sui canali digital che coinvolgeranno sempre più i giovani al consumo dei vini siciliani».

«Le azioni decise dal Cda sono in linea con il raggiungimento degli obiettivi di promozione che ci siamo prefissati – precisa Filippo Paladino, altro vicepresidente del Consorzio Vini Doc Sicilia. Sperando che si torni presto ad una normalità di vita quotidiana, stiamo lavorando anche attraverso i canali digital, per supportare il brand Sicilia e le nostre aziende per creare nuove opportunità di sviluppo».

Categorie
Approfondimenti

Consorzio Tutela Vini Doc Sicilia: -5% di bottiglie prodotte nel 2020

Il Consorzio di tutela vini Doc Sicilia di chiudere il 2020 con 90.594.310 bottiglie prodotte contro le 95.640.634 dell’anno precedente. Un risultato soddisfacente trainato soprattutto dalla buona performance del Nero d’Avola e del Grillo. Il recupero della quantità di imbottigliato dell’ultimo semestre ha consentito ai vini della Doc Sicilia di subire un calo limitato al 5% della produzione rispetto a quella del 2019, in un panorama mondiale di difficoltà.

«Le iniziative prese dal Consorzio per contrastare la crisi economica provocata dalla pandemia – dice il presidente Antonio Rallo – sono state efficaci. Anche se resta la sofferenza per le drammatiche conseguenze che l’intera umanità sta patendo a causa del Covid-19, il bilancio di quest’anno che si è appena concluso non può che spingere la Doc Sicilia a continuare lungo il percorso intrapreso finora».

«Le scelte strategiche che ci hanno permesso di arrivare agli straordinari risultati confermano che il cda è riuscito a tutelare gli interessi della filiera della denominazione. La Doc Sicilia – prosegue Rallo – ha potenziato le proprie attività di promozione privilegiando in primo luogo quei Paesi dove i consumi sono rimasti stabili come gli Usa, il Canada, la Germania, e dove sono previsti margini di crescita. Poi ha puntato ad altri mercati, come quello della Cina, dove i segnali sono incoraggianti».

In collaborazione con Ice Pechino, nel 2020 si sono tenute sei masterclass di approfondimento dei vini Doc Sicilia nelle città di Shenyang, Chongqing e Pechino: professionisti cinesi hanno coinvolto più di 300 operatori del settore tra media, import, sommelier e ristoratori. È in calendario una quarta tappa con altre due masterclass che si svolgeranno a Tianjin entro il mese di marzo.

Con Ice Pechino sono state anche sviluppate la strategia e le attività di comunicazione digital, con la creazione di un profilo istituzionale sul canale social più importante in Cina, WeChat, volta a far conoscere i vini di qualità Doc Sicilia interagendo con la nuova generazione dei consumatori cinesi.

«A fronte delle chiusure in momenti differenziati di tanti mercati internazionali, che hanno provocato un crollo notevole dell’export di diverse realtà produttive – commenta Filippo Paladino, vicepresidente del Consorzio – i vini della Doc Sicilia sono andati quasi in controtendenza aumentando in alcuni casi le quantità di prodotto esportato».

«Questi dati – conclude Paladino – evidenziano la solidità del settore vinicolo siciliano, una filiera chiave per l’economia dell’isola. A seguito di un’azione di monitoraggio e di ascolto dei canali digitali nel mondo, abbiamo avuto la conferma che il vino siciliano desta molta attenzione all’estero».

«I dati produttivi dei vini Doc Sicilia, in un contesto di crisi determinato dalla pandemia, confermano il trend positivo della denominazione – aggiunge Giuseppe Bursi, vicepresidente del Consorzio – È il segno tangibile del grande impegno e del lavoro portato avanti dalla Doc Sicilia in termini di comunicazione e promozione, che ci fanno ben sperare per il futuro».

«Il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di aziende nel progetto – termina il vicepresidente – costituirà lo step successivo per veicolare maggiormente nel mondo il brand Sicilia e per garantire un ritorno economico tangibile a tutti i viticoltori siciliani».

Categorie
news news ed eventi

Antonio Rallo confermato presidente del Consorzio Vini Doc Sicilia

Antonio Rallo è stato confermato presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia. Lo ha deciso il Consiglio di amministrazione consortile, a sua volta rinnovato in occasione della riunione di Sambuca di Sicilia, lo scorso 28 febbraio. Eletti anche i due vicepresidenti: accanto al riconfermato Filippo Paladino, ecco Giuseppe Bursi.

Tra le prime “patate bollenti” in mano a Rallo, la gestione della querelle con i produttori isolani che rivendicano il diritto all’utilizzo dell’Igt sui vini prodotti con i vitigni autoctoni Grillo e Nero d’Avola. Una vicenda sulla quale si è espresso, nei giorni scorsi, il Consiglio di Stato, ribaltando la sentenza del Tar.

L’elezione delle massime cariche del Consorzio che tutela i vini siciliani è avvenuta oggi a Mazara del Vallo, durante la prima seduta del nuovo Cda. Il nuovo vertice della Doc Sicilia vini resterà in carica nel triennio 2020-2022.

“Ringrazio il Cda per la fiducia che mi ha rinnovato – è il primo commento di Antonio Rallo – che, di fatto, testimonia il valore del lavoro corale svolto da tutti i componenti del Consiglio di amministrazione uscente. Continueremo a lavorare, con il supporto dei nuovi consiglieri, per lo sviluppo della Denominazione Sicilia con la massima determinazione possibile”.

Il nuovo cda è composto da Vincenzo Ampola, Gaspare Baiata, Giuseppe Bursi, Salvatore Chiantia, Bernard Laurent De la Gatinais, Paolo Di Maria, Filippo Paladino, Alessio Planeta, Antonio Rallo, Letizia Russo, Alberto Tasca, Nicolò Vinci. A loro il compito di rappresentare 453 imbottigliatori e oltre 7.800 viticoltori. Nel 2019 sono state prodotte 95 milioni di bottiglie a Denominazione.

Categorie
news ed eventi

Vini Doc Sicilia: 95 milioni di bottiglie nel 2019

Cresce a 95 milioni il numero di bottiglie prodotte dalla Doc Sicilia nel 2019. Il nuovo aumento di quantità di imbottigliato fa salire del 19% – rispetto agli 80 milioni del 2018 – la produzione vinicola della Doc, un risultato ottenuto grazie alle performance delle diverse tipologie di vini del “vigneto Sicilia“.

Crescono i vitigni autoctoni siciliani, malgrado la scarsa vendemmia del 2018, e si confermano campioni il Grillo Doc Sicilia e il Nero d’Avola Doc Sicilia.

Il risultato dell’imbottigliato raggiunto nel 2019 (le bottiglie certificate dall’Irvos sono 95.637.969) è legato al sempre maggiore successo in Italia e all’estero dei vini della denominazione. Le indagini di mercato in Italia, USA e Germania hanno evidenziato un notevole aumento dei consumatori dei vini dell’isola.

La crescita del 19% di bottiglie prodotte lo scorso anno è in linea con il piano strategico e le previsioni del cda della Doc Sicilia.

“La spinta al rialzo del confezionato è frutto di diversi fattori – commenta Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela – In primo luogo, il costante miglioramento della qualità dei vini che coinvolge la filiera della viticoltura dell’isola. Poi le campagne di promozione, in Italia e all’estero, che hanno portato all’attenzione di buyers, esperti, wine lovers, consumatori, i nostri vini ed i nostri territori unici per clima, suolo e storia”.

“Per affrontare le sfide del mercato globale del vino, che vede la Sicilia in competizione con tante altre regioni viticole del mondo capaci di fare sistema da molti più anni, è stato necessario informare i consumatori e gli esperti del settore sulle origini, le caratteristiche e le peculiarità dei vini Doc Sicilia – aggiunge Filippo Paladino, vicepresidente del Consorzio di tutela – Un grande punto di forza dei produttori siciliani e di quelle aziende di rilievo nazionale che hanno creduto e investito sui vini della nostra isola è il nome Sicilia, che tutti nel mondo conoscono”.

Le attività di vigilanza del Consorzio Doc Sicilia, inoltre, permettono alla produzione (452 imbottigliatori e oltre 7.500 viticoltori) ed ai consumatori, di beneficiare dei controlli di qualità previsti dal piano redatto dal Consorzio con la supervisione dell’Icqrf, organismo del Ministero per le Politiche alimentari e forestali.

Nel 2019 gli agenti vigilatori del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, grazie anche agli accordi con altri Consorzi, hanno effettuato 228 verifiche (a fronte delle 138 del 2018 e delle 112 del 2017) in enoteche, ristoranti, wine bar, siti di e-commerce, piccola e grande distribuzione.

LA PROMOZIONE SUI MERCATI ESTERI
Grazie alle attività di promozione, possibili solo attraverso una grande aggregazione come il Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, è stato possibile investire in questi anni nei mercati esteri strategici e più rilevanti per quantità e qualità di consumi di vini.

Azioni di promozione sono state realizzate negli Stati Uniti, il paese dove c’è il più grande numero al mondo di consumatori di vino, e dove la Sicilia negli anni scorsi non era molto conosciuta come regione viticola. La Doc Sicilia ha puntato anche a potenziare la presenza nei mercati in cui si registrano incoraggianti segnali di crescita.

Un’attenzione particolare nel 2019 è stata dedicata alla Cina: un mercato giovane che continua a mostrare un grande interesse per i vini Doc Sicilia, come dimostrano i Tasting Lab e le masterclass organizzati con Ice Pechino e Vinitaly International Academy (VIA) anche ad Hong Kong e Shanghai.

Altre azioni di promozione sono destinate alla Germania e all’Austria, dove nel giugno 2020 la Doc Sicilia sarà presente per la prima volta al VieVinum, la fiera biennale di Vienna. Nel 2020 inizierà inoltre una campagna di investimenti in Canada.

LO SPOT SU NERO D’AVOLA DOC SICILIA E GRILLO DOC SICILIA
Per supportare la crescita dei vini Grillo Doc Sicilia e Nero d’Avola Doc Sicilia, il Consorzio ha avviato una campagna pubblicitaria video su reti tv e siti internet. Nel dicembre 2019 è andato in onda lo spot sul Nero d’Avola Doc Sicilia che ha seguito quello realizzato a luglio sul Grillo Doc Sicilia.

Il Nero d’Avola della Doc Sicilia è un vino che ti sorprende ogni volta” è stato il claim dello spot girato tra il centro storico di Palermo e i grattacieli di Milano, e andato in onda sulle principali reti tv e sui più seguiti siti internet di informazione, food & wine, lifestyle.

L’obiettivo della campagna sul Grillo Doc Sicilia e sul Nero d’Avola Doc Sicilia è stata quella di mettere in risalto le caratteristiche di questi due vitigni autoctoni.

Categorie
Approfondimenti

Vendemmia in Sicilia: calo del 30% medio e ottima qualità

Il primo mese di vendemmia per la Doc Sicilia conferma le previsioni iniziali: c’è un calo medio di circa il 30% di quantità di uva raccolta e una qualità che i coltivatori del “vigneto Sicilia” definiscono ottima. I primi vitigni a bacca bianca vendemmiati, dal Pinot Grigio allo Chardonnay, dal Grillo al Lucido, presentano tutti la stessa caratteristica: alla diminuzione del quantitativo corrispondono uve mature e profumate, con un corredo aromatico di prim’ordine.

Le stime lasciano prevedere, per la vendemmia 2019, una produzione totale in Sicilia di meno di 4 milioni di ettolitri di vino. Anche i vitigni a bacca nera continuano la loro maturazione grazie alle favorevoli condizioni climatiche. Il punto sulla vendemmia offre un resoconto omogeneo dalle province dell’isola dove in molti casi le attività di raccolta sono iniziate ad agosto con una decina di giorni di ritardo rispetto al 2018.

Filippo Paladino, vicepresidente della Doc Sicilia, fa il primo bilancio della campagna di raccolta nel Trapanese e nell’Agrigentino: “la vendemmia iniziata con la raccolta del Pinot Grigio registrava una tendenza del 40% di quantità in meno rispetto al 2018. Gli altri vitigni vendemmiati, il Viognier, il Merlot, hanno visto una riduzione del 30-35% come media.”

“Un dato è certo – prosegue Palasdino – poiché la vendemmia dura fino ad ottobre, per poter tracciare un bilancio è comunque necessario aspettare che la vendemmia sia terminata. Possiamo dire fin d’ora che il ritardo di dieci giorni con cui è iniziata la vendemmia per certi aspetti è stato positivo, le piante hanno potuto accumulare sostanze aromatiche e prevediamo vini molto profumati. Tutto lascia prevedere che il bilancio finale sarà in linea con quanto stiamo registrando finora”.

Giuseppe Monteleone, presidente della Cantina Birgi di Marsala: “la qualità delle uve fin qui raccolte è buona, e facciamo riferimento principalmente al Grillo, uno dei vitigni che insieme al Catarratto e all’Inzolia rappresentano il 70 per cento della nostra produzione. Il calo del raccolto sarà complessivamente del 30 per cento, ma le vigne sono in ottime condizioni dato che il clima freddo tra aprile e maggio ha consentito di evitare il rischio che le vigne fossero colpite da malattie. Le nostre vigne si estendono dalla zona costiera tra la Riserva dello Stagnone di Marsala a Marausa, fino al comprensorio interno della diga Rubino, e ovunque le condizioni sono nella norma. Dalle prime verifiche anche le uve di Nero d’Avola stanno maturando molto bene”.

Filippo Buttafuoco, agronomo di Cantine Settesoli: “abbiamo una qualità eccellente delle uve, e un calo quantitativo che ancora non possiamo concretizzare ma che potrebbe variare dal 10 al 25 per cento. I nostri vigneti sono nella zona di Menfi e hanno caratteristiche molto differenti: ci sono vigne coltivate in riva al mare e su colline a 400 metri di altezza, 32 cultivar diverse, cinque tipi di suoli differenti con modalità di irrigazione che variano.”

“Ecco perché potremo – continua Buttafuoco – tirare un bilancio sulla resa quantitativa solo a fine vendemmia. Il clima è stato favorevole e ciò non favorisce lo sviluppo di eventuali malattie. In più sappiamo che i nostri viticoltori coltivano le vigne con grande attenzione per conferire solo uva sana e non correre il rischio di vedersi declassato il prodotto con una conseguente remunerazione inferiore”.

Giovanni Greco, presidente di CVA, Viticultori Associati Canicattì: “anche nell’agrigentino e nel nisseno la vendemmia è stata avviata con il ritardo di una decina di giorni registrato in altre parti dell’isola. In vigna c’è meno uva – il calo prevedibile è del 15-20% per i 350 soci con vigneti principalmente ad Agrigento, Campobello di Licata, Naro, Castrofilippo- ma la qualità è davvero eccelsa. Ho visto tante vendemmie, ma questa del 2019 si presenta con tutti i crismi e le giuste premesse. Le uve hanno una buona acidità e il grado zuccherino è quello necessario per ottimi bianchi. Anche le uve rosse, se le temperature si manterranno in buone condizioni, daranno ottimi risultati”.

Gian Marco Iannello dell’azienda Occhipinti di Vittoria: “l’annata si preannuncia con una qualità in linea rispetto alle precedenti e uve in ottima salute. Qui nel Ragusano i tempi di maturazione delle piante sono regolari: intorno al 10 settembre è previsto come ogni anno l’inizio della raccolta delle uve bianche di Moscato e Albanello, mentre per le uve rosse di Frappato e Nero d’Avola, che compongono il restante 80 per cento dei nostri vigneti, l’inizio della raccolta è prevista intorno al 20 settembre.”

Vito Rappa, agronomo azienda LiberaTerra: “abbiamo terreni in diverse zone della Sicilia occidentale e molti sono concentrati nell’alto Belice, tra Corleone, San Giuseppe Jato, Monreale, e fino al Trapanese. Nei diversi vigneti c’è una grande difformità nella maturazione delle uve, con una qualità migliore rispetto allo scorso anno. Le uve sono sane e la maturazione ha un po’ risentito del passaggio repentino dalle temperature fredde e dal clima piovoso di primavera al caldo degli ultimi due mesi. Le piogge di questi ultimi giorni non hanno provocato scompensi. Le rese del Grillo, il vitigno che abbiamo già vendemmiato, parlano di un calo del 20 per cento rispetto allo scorso anno”.

Ruggero Vasari azienda della provincia di Messina: “quest’estate calda e asciutta ci consegna uve sanissime. Siamo un’azienda biologica di Santa Lucia del Mela, nel Messinese, sono stati necessari pochi interventi per prevenire eventuali malattie come la peronospera: dal punto di vista sanitario, quindi, le uve sono ottime. La resa quantitativa è buona, anche in relazione ai vigneti più vecchi che sono in produzione da decenni. Insomma, il bilancio è positivo”.

Categorie
news news ed eventi

Al via la vendemmia a Menfi e in Sicilia

È iniziata lunedì 5 Agosto la vendemmia in Sicilia. In particolare è a Menfi, in provincia di Agrigento, che si raccolgono tra i primi grappoli in assoluto in Italia. Qualche giorno di ritardo rispetto agli anni precedenti per l’annata fresca che ha portato le uve ad una maturazione graduale.

Si apprestano alla vendemmia la cantina di Marilena Barbera che nel primo giorno di pre-raccolta ha già preparato i suoi lieviti e Planeta che dovrà attendere ancora qualche giorno a causa di un ritardo nelle fasi fenologiche.

I 2 mila soci della Cantina Settesoli invece hanno già cominciato a raccogliere il Pinot Grigio.

I primi grappoli, uve bianche per la produzione di vini aromatici e spumanti sono perà stati già tagliati in Calabria, lo scorso 25 Luglio. Anticipo in deroga che si è reso necessario per la maturazione precoce di alcuni vitigni. Ma uve sane dappertutto e in buona quantità, nonostante il leggero calo rispetto lo scorso anno come comunicato da Coldiretti Calabria.

Qualità eccellente anche in Sicilia secondo Francesco Ferreri, Presidente Regionale di Coldiretti, malgrado la riduzione della produzione di circa il 10% come stimato durante l’inizio della vendemmia, a Salemi, nell’azienda di Massimo Cassarà.

IL PUNTO DEL CONSORZIO DI TUTELA VINI DOC SICILIA
“Una vendemmia che inizia con un ritardo medio di 8-10 giorni rispetto allo scorso anno, con condizioni che variano poco da provincia a provincia e che lasciano prevedere un raccolto inferiore in termini quantitativi ma di ottima qualità. Il nostro principio è che è preferibile fare un buon vino che produrre troppo a scapito della qualità”.

Cosi Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, fa il punto sull’avvio della campagna di raccolta delle uve nell’isola. “Una primavera fredda e piovosa su tutta la Sicilia ha fatto slittare il momento in cui i 7.500 viticoltori della denominazione Doc Sicilia – con oltre 20 mila ettari di vigneti rivendicati – hanno iniziato la raccolta delle uve. Da Trapani a Caltanissetta, da Palermo alle zone di Agrigento e Ragusa fino al Messinese, la vendemmia ha avuto inizio lunedì 5”.

“Nel 2018 la Sicilia ha prodotto 4,4 milioni di ettolitri di vino e la stima del 2019 si colloca nella forbice tra 4,3 e 4,6 milioni di ettolitri” ha spiegato il presidente Rallo. “Siamo sotto i 5 milioni di ettolitri di media degli ultimi anni.”

Previsioni positive anche per Filippo Paladino, Vice Presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia.

“La qualità delle uve è ottima, e le previsioni meteo attuali ci consentono di essere ottimisti. Presumiamo di chiudere la vendemmia, che nei nostri vigneti in provincia di Trapani, Palermo, Agrigento e Caltanissetta dura fino ad ottobre, con un leggero calo medio della produzione rispetto ad una annata normale. Ciò a causa delle condizioni climatiche registrate nel periodo della fioritura della vigna. Qualitativamente quindi sarà una buona annata: il primo test sulle uve Pinot grigio ci dice che le uve hanno tutte le caratteristiche per ottenere buoni vini”.

“Prevediamo un raccolto di ottima qualità nei vigneti in provincia di Trapani, con un calo della quantità a causa dei forti venti e delle piogge cadute durante la fioritura delle piante che hanno colpito le infiorescenze diminuendo il numero degli acini. Le nostre cantine puntano sulla produzione di vini di qualità, quindi non riteniamo una cosa negativa un diradamento naturale della produzione. Le uve di Grillo sono abbondanti e di buona qualità, il Nero d’Avola è su standard soddisfacenti”, ha aggiunto Gaspare Baiata, del Cda della Doc Sicilia.

“I nostri vigneti sono in massima parte in provincia di Trapani, abbiamo soci che coltivano anche nell’Agrigentino e nel Palermitano. Anche noi abbiamo iniziato la vendemmia del Pinot Grigio con uno slittamento di una settimana rispetto allo scorso anno. Il monitoraggio delle uve ci offre un panorama di buona qualità con un calo di circa il 20 per cento di quantità. Stime che per noi sono positive”, ha affermato Damiano Fici, del Cda.

“Qui nel Nisseno abbiamo avuto condizioni climatiche buone e l’uva ha avuto uno sviluppo perfetto. Non ci sono preoccupazioni particolari e prevediamo un raccolto in linea con la precedente vendemmia che è stata ottima, specie per le uve rosse”, ha spiegato invece Salvatore  Vitale, anch’egli membro del Cda.

PAROLA AI PRODUTTORI
“Quest’anno abbiamo notato un’annata particolare con un inizio di autunno piovoso, un inverno con piogge normali ma con un abbassamento della temperatura al di sotto della media delle annate precedenti, inferiore almeno fino a metà giugno, caratteristiche che hanno provocato un rallentamento delle fasi fenologiche della pianta”, ha dichiarato Filippo Buttafuoco, responsabile delle Cantine Settesoli confermando però che la previsione ad oggi è quella di un’annata eccellente che non ha sofferto di malattie.

Grazie alle particolari condizioni metereologiche, atmosferiche ed un vento progressivo che non ha portato l’afa dello scirocco e abbandonato l’umidità, nella cantina di Marilena Babera non si è reso necessario l’utilizzo di zolfo per i trattamenti.  Le vigne sono state “coccolate”solo con alghe marine.

Francesco Cucurullo, titolare di un’azienda in provincia di Caltanissetta:

“Prevediamo una buona vendemmia. I sopralluoghi nelle nostre vigne del Nisseno ci consentono di dire che c’è un ritardo di dieci giorni per l’inizio della raccolta e che dal punto di vista fitosanitario le piante sono in perfetta salute. Alcune uve bianche hanno avuto una maturazione precoce. Per i rossi, in particolar modo il Nero d’Avola, è tutto nella norma. Il caldo di questi ultimi giorni non ha portato particolari conseguenze alle vigne, anche perché, nelle colline del Nisseno, l’escursione termica è forte e ciò aiuta le piante a crescere rigogliose e in salute. Prevediamo una buona qualità delle uve e un decremento di quantità tra il 10 e il 20 per cento delle uve rosse rispetto alla media. Il bilancio, ovviamente, dipenderà dalle condizioni climatiche delle prossime tre settimane. Ma le previsioni sono incoraggianti”.

Nino Di Marco, titolare di azienda nel Siracusano:

“Nel Siracusano registriamo una settimana di ritardo sulla maturazione delle uve rosse: è una tempistica che si accompagna ad una qualità eccellente dei grappoli. Prevediamo un lieve aumento della produzione, e questo credo varrà anche per la vendemmia delle uve bianche che inizierà la prossima settimana”.

La vendemmia in Sicilia proseguirà per un centinaio di giorni, fino ad arrivare all’Etna. Intanto sono arrivate anche le stime ufficiali, su scala nazionale di Coldiretti. Come si stanno preparando alla vendemmia le altre regioni? Ve ne parliamo qui, con il nostro viaggio virtuale da Nord a Sud.

[URIS id=36954]

Categorie
news news ed eventi

Doc Sicilia: ridotte le rese per ettaro del Grillo

MENFI – Il Consorzio di Tutela vini Doc Sicilia ha deciso di abbassare a 110 quintali per ettaro la resa delle uve della varietà di Grillo che saranno vendemmiate quest’anno.

La scelta, deliberata dall’assemblea dei soci riunitisi il 24 luglio, è motivata dalle previsioni di una vendemmia che darà buoni risultati in linea con l’obiettivo che la Doc persegue fin dalla sua nascita: puntare sulla qualità delle uve.

Una linea che viene premiata da un crescente apprezzamento da parte dei consumatori di Grillo Doc, un vino che continua ad aumentare i volumi delle vendite anche grazie alla campagna pubblicitaria in tv e sul web lanciata ad inizio di luglio.

“Il grande riconoscimento che sta ottenendo il Grillo da parte dei consumatori – dice il Presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, Antonio Rallo “ci ha spinti a realizzare una promozionale estiva in tv e sul web con uno spot che mette in risalto la grande versatilità di un vino capace di racchiudere in sé un mosaico di sapori e colori che sa esprimere il meglio della viticoltura siciliana”.

“Nei primi 6 mesi di quest’anno il trend dell’imbottigliato del Grillo ha già raggiunto il +26% rispetto allo stesso periodo del 2018, anno in cui sono state prodotte 15 milioni di bottiglie” ha detto Filippo Paladino, Vicepresidente del Consorzio di Tutela vini Doc Sicilia.

LO SPOT DEL GRILLO
Girato tra i faraglioni di Scopello e i grattacieli di Milano, lo spot “Il Grillo della Doc Sicilia è un vino che ti sorprende ogni volta” è in onda sulle reti tv Rai, Mediaset e Sky, ed è visibile anche sui principali siti internet di informazione, food & wine, lifestyle.

Lo spot sul Grillo è una delle azioni di promozione che il Consorzio di Tutela vini Doc Sicilia ha organizzato in Italia e che si aggiunge alle attività di marketing ed informazione in Usa, Cina e Germania dedicate ai principali stakeholder e alla promozione B2C mirata ai consumatori.

La Doc Sicilia nel 2018 ha prodotto 80 milioni di bottiglie.

Categorie
news

Doc Sicilia: dal 2021 arriva la fascetta di Stato

 PALERMO – dal 1 gennaio 2021, i vini della Doc Sicilia saranno garantiti dal contrassegno di Stato, la fascetta numerica che consentirà di tracciare tutte le fasi della vita di una bottiglia.

La decisione è stata presa dal C.d.A del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, che ha così accolto  le diverse richieste dei produttori.

Delibera che, nonostante la consapevolezza dei costi correlati, privilegia i benefici che si avranno, anche sulla base delle esperienze già avviate da tante altre Doc italiane.  

La programmazione dell’adozione della fascetta con largo anticipo consentirà alle aziende di dotarsi dei macchinari necessari.

LA SCELTA DELLA FASCETTA
Il contrassegno di Stato, obbligatorio solo per le Docg, è ormai patrimonio delle più importanti Doc italiane e consentirà di concludere il percorso dei controlli anti contraffazione, offrendo una maggiore tutela sia alle aziende che ai consumatori.

La continua crescita della produzione di bottiglie Doc Sicilia, vendute in Europa e nel resto del mondo premia il valore e la quantità generata dalle aziende, ma espone anche al rischio di contraffazioni con possibili danni economici e di immagine ai produttori. 

Ad avvalorare la scelta anche l’esperienza di altri comparti del Made in Italy, come quello agroalimentare, che spesso hanno dovuto fare i conti con episodi di contraffazione che hanno causato ingenti danni economici. Il successo del Made in Italy, ha implicato la necessità, per i consumatori, di esssere garantiti su qualità e provenienza dei prodotti.  

 “Per le aziende l’applicazione delle fascette significa poter avere un controllo su tutto il percorso di lavorazione dell’uva, dal vigneto alla bottiglia. Ciò consente anche di valutare l’andamento dell’offerta del prodotto per mantenere ad un giusto livello la retribuzione delle uve che gli agricoltori conferiscono alle cantine. L’introduzione delle fascette può sembrare un ostacolo per le piccole aziende che devono obbligatoriamente attrezzare le loro linee di imbottigliamento con le macchine fascettatrici. Ecco perché credo che vada offerta alle aziende, attraverso i bandi Ocm investimento, una corsia preferenziale per l’acquisto dei macchinari“ ha dichiarato Filippo Paladino, vice presidente del Consorzio Doc Sicilia e vice presidente della Cantina Colomba Bianca.

UNA TUTELA PER LE AZIENDE
Sulla scelta del contrassegno si è pronunciata anche Lilli Ferro, di Fazio Wines: “La fascetta è un ulteriore passaggio, secondo me obbligato, per tutelare i vitigni siciliani: abbiamo spesso riscontrato un uso improprio del nome dei nostri vini nei mercati esteri, come ad esempio nel caso del Nero d’Avola. E‘ chiaro che per ogni azienda sarà un impegno doversi dotare dei macchinari per la fascettatura delle bottiglie: con i tempi necessari, e l’assistenza delle strutture del Consorzio, sono certa che l’obiettivo sarà raggiunto. Io lo considero un salto di qualità per la valorizzazione e la tutela dei nostri vini. Poter intensificare i controlli di qualità dei nostri prodotti è importante. So che nei mercati esteri come la Cina, che conosco bene, verificare che tutto sia in regola non è semplice. Ma la fascetta sulla bottiglie è uno strumento in più per far capire al consumatore che si trova tra le mani un prodotto di qualità. Il consumatore cinese, che rappresenta un target medio alto ed è già molto attento al packging delle bottiglie, percepirà come un valore aggiunto la presenza del codice numerico. Parlo, non a caso, di un mercato dove il cliente sa che la fascetta non è un elemento decorativo ma di tutela.

Un valore aggiunto secondo Flora Mondello di Gaglio Vignaioli, membro anche dell’associazione Doc Mamertino: “La fascetta viene percepita dal consumatore come testimonianza di un prodotto migliore, pregiato e controllato. L’introduzione del codice numerico è anche un ottimo modo per tutelare le nostre produzioni da chi falsifica i vini, specialmente sui mercati esteri che sono un approdo importante ma dove i prodotti sono esposti al rischio di contraffazione. Le piccole aziende, inoltre, non possono sostenere da sole i costi per le iniziative legate ai controlli di qualità: aderire quindi al sistema delle fascette della Doc Sicilia sarà un’opportunità per beneficiare di un servizio così importante“

E’ d’accordo anche Nino di Marco della Cantina Terre di Noto, Doc Eloro: “Anche se la mia non è una grande azienda, sono d’accordo sul principio di tutelare in maniera globale il prodotto Doc Sicilia utilizzando le fascette. So, dall’esperienza della Docg Cerasuolo di Vittoria – un territorio che confina con quello dove c’è la mia cantina –, che grazie a questo sistema si sono avuti effetti positivi sia dal punto di vista del potenziamento dei controlli sia del miglior posizionamento sul mercato dei loro vini. L’unico aspetto che provoca un certo impatto per le aziende è il fatto che devono dotarsi di un macchinario che ha un costo non previsto: questa criticità può essere superata con azioni concrete di aiuto alle cantine. Si può coinvolgere la politica prevedendo bandi o finanziamenti agevolati, o promuovendo azioni presso il mondo delle banche in modo da poter ottenere finanziamenti a tassi. Di certo, per tornare all’esperienza della Docg Cerasuolo di Vittoria, c‘è che i produttori di quella zona guardavano con diffidenza all’introduzione delle fascette: i risultati positivi che hanno ottenuto li hanno indotti a cambiare idea. Sono quindi certo che anche le aziende di piccole dimensioni possono avere benefici dall’introduzione della fascetta per le bottiglie Doc Sicilia“.

Exit mobile version