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La Terra Trema 2023 e quella critica al «tutto naturale della Milano lontana dalla vigna»


Andrà in scena venerdì 24, sabato 25 e domenica 26 novembre La Terra Trema 2023, XV edizione della “Fiera Feroce di vini, cibi, relazioni” al Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito di Milano. Lo farà col solito carico di premesse e promesse retoriche, accompagnate dai soliti nuvoloni neri sulla Milano che non piace, che sta stretta e opprime. «La Milano lontana dalla vigna» che, di anno in anno, offre però opportunità, palcoscenico, teatro e parola a tutti. Riportiamo integralmente, qui sotto, le parole scelte dagli organizzatori per annunciare l’edizione 2023 della “Fiera Feroce”, lasciando così ad ognuno la piena libertà d’interpretazione («ingresso alla manifestazione con sottoscrizione al progetto di 10 euro, valido per un giorno»).

«Torna la Fiera Feroce consapevole che tra le più grosse retoriche propinate dalla metropoli contemporanea v’è quella del “naturale”. Vino, agricoltura, artisti, vignaioli, architetti, eventi, progetti: ogni cosa è naturale, sostenibile, ecologica nella metropoli, compresa la violenza e l’ingiustizia che produce.

Dietro narrazioni solo ben disegnate insiste un modello trito e ritrito che alimenta un consumismo barbaro, ottuso, capitalista. Non saranno mai salvifiche queste città antropofaghe, le economie cannibali che generano, non saranno mai salvifiche le speculazioni compiute in nome della rigenerazione, della riqualificazione, dell’ordine gourmettizzato.

La Terra Trema | Fiera Feroce ritorna, per ribadire la sua sostanza proteiforme, innaturale, la sua materia fecciosa, racaille, per celebrare l’incontro dei molteplici volti e delle numerose voci della produzione agricola e vinicola di questa nazione e non solo. Per rivedersi, per ritrovarsi e ragionare collettivamente, fuori dalla propria bolla, dai propri ambiti protetti, per dare luogo a un confronto orizzontale che comprenda tutte e tutti, agricoltori/trici, vignaioli/e, cittadini/e.

Nel corso di questi anni, di queste quindici edizioni, La Terra Trema | Fiera Feroce ha voluto che si sviscerassero, davvero politicamente, le evoluzioni economiche, sociali, urbanistiche, ambientali, qualitative che il micro/macro mondo dei vini contemporanei ha e sta attraversando/determinando/subendo. Mai ha smesso di chiedersi e di discutere di qualità, prezzo, distribuzione, rapporti di produzione.

Si inneschino dunque rapporti realmente diretti, si generino economie orizzontali, franche, a portata di mano, si generino progetti collettivi combattivi, riottosi, indipendenti. Si tuteli con la lotta tutto questo, non lo si svenda all’illusione di una città che annienta. È il caso che si cominci a chiedersi dove sta la proclamata biodiversità nelle città, dove sono le differenze, dove vive la vita, al di là delle sdraio colorate, dei bei tavolini guarniti, lontanissimi dalle vigne.

Ribadiamo. Il cosiddetto mondo dei vini e dei cibi ben fatti (naturali e non) rischia di ritrovarsi a dissertare solo della sua stessa piacevolezza, della sua ragion d’essere, delle molteplici e inaspettate possibilità di un calice, in cattedrali glabre come giardini inglesi, terse, monoclonali. Città di niente. Necessario è costruire momenti di confronto a partire da qui. Ci auguriamo accada, ancora, a La Terra Trema 2023».


 

LA TERRA TREMA 2023 – XV EDIZIONE

Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito – via Watteau 7, Milano

Venerdì 24 novembre 2023
15:00 – 22:00    
22:00 – 02:00    Festa musicale

Sabato 25 novembre 2023
15:00 – 22:00    
22:00 – 02:00    Festa musicale

Domenica 26 novembre 2023
13:00 – 20:00    
20:00 – 22:00    Premiazioni e cena conclusiva

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La Terra Trema 2019: al Leoncavallo 100 vignaioli, dal 29 novembre al 1 dicembre

MILANO – È tra gli eventi annuali più attesi dagli amanti dei “vini naturali”. La Terra Trema 2019 si terrà a Milano, dal dal 29 novembre al 1 dicembre 2019, nella sede ormai storica del Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito di via Watteau, 7. Si tratta della XIII edizione della cosiddetta “Fiera Feroce” milanese.

L’ingresso, come di consueto, prevede la “sottoscrizione al progetto”, al costo di 10 euro al giorno. Vino, birra, sidro, cucina a filiera diretta, ma anche musica, nel weekend: venerdì e sabato sera, dopo le ore 22, l’ingresso per i concerti è di 5 euro. Ingresso gratuito domenica sera, dopo le ore 20.

“La sottoscrizione – spiega l’associazione giovanile Il Folletto 25603 di Abbiategrasso (MI), che organizza l’evento  – comprende le degustazioni libere dei vini e dei prodotti dei vignaioli, dei birrifici, degli agricoltori e degli artigiani presenti; la partecipazione libera agli incontri, alle degustazioni guidate, ai laboratori, ai concerti”.

All’entrata, ogni visitatore sarà munito di un calice da degustazione; un catalogo illustrante le aziende e i vini e prodotti presenti, gli eventi in programma, i menù delle cene a filiera diretta; la scheda per votare l’aspirante vincitore del premio della Roncola d’Oro sarà invece disponibile allo stand de La Terra Trema.

Ogni produttore nel proprio stand metterà in evidenza l’autocertificazione e il prezzo sorgente “per permettere la massima rintracciabilità e trasparenza dei propri prodotti in degustazione e in vendita”, assicurano i promotori dell’evento.

“Non abbiamo mai dato questa manifestazione per scontata – commenta Il Folletto 25603 – non lo facciamo adesso che l’ordito tessuto intorno a vino e cibo si è fatto ancor più intricato e controverso. La Terra Trema avviene per dare supporto, spazio e visibilità ai mille volti dell’agricoltura di resistenza presenti in Italia e non solo, alle narrazioni sul vino e al cibo altrimenti inascoltabili”.

“La Terra Trema – continuano gli organizzatori della Fiera Feroce – avviene per smontare le intermediazioni nella relazione tra chi produce e chi consuma, per ritrovare il senso delle cose parlando anche di mercato. Lo fa in autogestione, nell’autofinanziamento”.

Le esperienze radicali del presente che continuiamo a supportare sono quelle di piccoli agricoltori e contadini resistenti che portano avanti il loro lavoro in modo indipendente, in territori peculiari, trasformando i rapporti e i modi di produzione, le relazioni culturali e sociali ai margini, più o meno lontani, delle metropoli bestia e con incursioni continue in queste stesse”.

“Le esperienze radicali del presente che continuiamo a supportare sono quelle che animano luoghi anche molto diversi tra loro, che combattono la desertificazione delle esperienze, vivificano ciò che abitano, costruiscono un rapporto organico tra uomo e natura”, continua Il Folletto 25603.

“Viviamo un presente ampiamente devastato e avanti agli occhi si aprono scenari ancor più apocalittici. Occorre rimanere vivaci, volenterosi di conflitto, pronti a organizzarsi nella catastrofe. Pronti al peggio, si diceva una volta. Sempre pronti al peggio”.

Poi l’annuncio: “Sarà una Fiera Feroce di esperienze di reti e di relazioni, di riflessioni collettive fortissime. Sarà una festa nonostante tutto. Nel nostro dirci ancora materia fecciosa e insolvibile, racaille, di questo sistema lasciamo queste riflessioni per una nuova occasione di confronto nell’imminente edizione de La Terra Trema”.

VIGNAIOLI, BIRRIFICI E SIDRERIE – LA TERRA TREMA 2019

ABRUZZO
Colle San Massimo – Giulianova (TE)
Fiore – Podere San Biagio – Controguerra (TE)
Ludovico – Vittorito (AQ)
Rasicci Emanuele – Controguerra (TE)

ALTO ADIGE
Brunnenhof – Egna (BZ)

BASILICATA
Podere Lucano – Ripacandida (PZ)

CALABRIA
Lucà Santino – Bianco (RC)

CAMPANIA
Podere Veneri Vecchio – Castelvenere (BN)
Salvatore Magnoni – Rutino (SA)

EMILIA ROMAGNA
Gualdora – Ziano Piacentino (PC)
Podere Cipolla – Denny Bini – Coviolo (RE)
Tre Rii – Corniglio (PR)

FRIULI VENEZIA GIULIA
Marco Pinat – Povoletto (UD)
Nicolini Giorgio – Muggia (TS)
Zahar – San Dorligo della Valle (TS)

LAZIO
Le Orme – Monticelli di Esperia (FR)

LIGURIA
Rosmarinus – Perinaldo (IM)
Taverna del Vara – Torza (SP)

LOMBARDIA
Alziati Annibale – Rovescala (PV)
Beltrama Stefano – Albosaggia (SO)
Birrificio Ma’aM – Abbiategrasso (MI)
Il Gabbiano – Sondrio (SO)
La Basia – Puegnago del Garda (BS)
La Spontanea – Villa di Salò (BS)
Orto Tellinum – San Giacomo di Teglio (SO)
Piccolo Bacco dei Quaroni – Montù Beccaria (PV)
Selva Pietro – Castione Andevenno (SO)
Torre degli Alberi – Ruino (PV)

MARCHE
Ca’liptra – Cupramontana (AN)
Fiorano – Cossignano (AP)
La Marca di San Michele – Cupramontana (AN)
Tomassetti – Senigallia (AN)
Vigneti Vallorani – Colli del Tronto (AP)

PIEMONTE
Birrificio a Bassa Velocità – Cels – Exilles (TO)
Buganza Renato – Piobesi D’Alba (CN)
Cantine del Castello Conti – Maggiora (NO)
Cascina ‘Tavijn – Scurzolengo (AT)
Cascina Boccia – Tagliolo Monferrato (AL)
Cascina Carrà – Monforte d’Alba (CN)
Cascina del Monastero – La Morra (CN)
Cascina Gasparda – Olivola (AL)
Cascina Gentile – Capriata d’Orba (AL)
Cascina Zerbetta – Quargnento (AL)
Curto Marco – La Morra (CN)
Eraldo Revelli – Farigliano (CN)
Garage dell’Uva – Settimo Rottaro (TO)
Garella – Masserano (BI)
Giachino Claudio – Montelupo Albese (CN)
Granja Farm – Chiomonte (TO)
Il Mongetto – Vignale Monferrato (AL)
Il Vino e le Rose – Momperone (AL)
La Tommasina – Frassinello Monferrato (AL)
La Viranda – San Marzano Oliveto (AT)
LeViti – Dogliani (CN)
Manera – Alba (CN)
Monfrà – Vignale Monferrato (AL)
Piatti Antonella – Mazzè (TO)
Rocco di Carpeneto – Carpeneto (AL)
Tenuta Grillo – Gamalero (AL)
Terre di Maté – Pasturana (AL)

PUGLIA
Dei Agre – Felline (LE)
Pantun – Mottola (TA)
Tenuta Patruno Perniola – Gioia del Colle (BA)

SARDEGNA
Cantina Carta – Magomadas (OR)
Orgosa – Orgosolo (NU)
Sa Defenza – Donori (CA)

SICILIA
Bosco Falconeria – Partinico (PA)
Cantina Malopasso – Zafferana Etnea (CT)
Cantine Barbera – Menfi (AG)
Mulsum – Volzone – Trecastagni (CT)
Valcerasa – Alice Bonaccorsi – Randazzo (CT)

TOSCANA
Barile Fratelli – Capalbio (GR)
Fattoria Majnoni Guicciardini – Barberino Val d’Elsa (FI)
I Botri di Ghiaccioforte – Scansano (GR)
Il Cerchio – Capalbio (GR)
La Pievuccia – Castiglion Fiorentino (AR)
Monastero dei Frati Bianchi – Fivizzano (MS)
Parmoleto – Castel del Piano (GR)
Paterna – Terranuova Bracciolini (AR)
Podere Ranieri – Massa Marrittima (GR)
Prato al Pozzo – Cinigiano (GR)
Sàgona – Loro Ciuffenna (AR)
Sant’Agnese – Piombino (LI)
Terra d’Arcoiris – Chianciano Terme (SI)
Terre Apuane – Marina di Carrara (MS)

TRENTINO
Maso Bergamini – Cognola (TN)

UMBRIA
La Casa dei Cini – Pietrafitta (PG)
Preggio – Umbertide (PG)

VENETO
Aldrighetti Lorenzo e Cristoforo – Marano di Valpolicella (VR)
Le Bignele – Marano di Valpolicella (VR)
Monteforche – Vò (PD)
Rarefratte – Breganze (VI)


FRANCIA
Chateau Pascaud Villefranche – Barsac (Drôme)

SPAGNA
La Gutina – Sant Climent Sescebes – Girona

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La Terra Trema, i calici no: i migliori vini degustati al Leoncavallo

Trovarsi alla Terra Trema ogni anno è come passare una serata con gli amici lontani, con cui ti ritrovi raramente. Legno. Luci soffuse. Musica in sottofondo. Un buon bicchiere di vino. E chiacchiere. Tante chiacchiere. In particolar modo se, per te, è il sesto anno consecutivo. Ma siamo alla 12° edizione. La numero 10 al Leoncavallo di Milano. E si vede. Finalmente il bicchiere non è quello classico, da degustazione della festa del paese. E’ un calice!

Gli amici sono quelli di sempre, ma ogni anno conosci qualcuno di nuovo. Perché la manifestazione conta ben 90 produttori, in media, all’anno. Tutti Vignaioli, contadini, amanti della terra. Del suo profumo e del suo calore. Lo trasmettono. Anche solo da come ti parlano. Tutto attorno, un ambiente che li mette a loro agio. Come in campagna. Nulla di sfarzoso.

Niente distoglie il visitatore da quei faretti. Puntati solo su di loro. I protagonisti. Al fianco dei loro vini. Bisogna solo avvicinarsi e parlare. Non aspettano altro che raccontarti la loro passione. La loro fatica.

LA DEGUSTAZIONE
L’inizio è quello di sempre, con i vignaioli che poi si incontrano anche in cantina, durante l’anno. Si parte col Pecorino dell’Azienda Agricola Fiorano di Cossignano (AP), il Donna Orgilla 2015. Giallo paglierino con riflessi verdognoli, naso floreale ed erbaceo, caldo figlio di un’annata tosta. In bocca sapido e molto minerale. E’ capitato negli anni di degustare magnum con qualche anno sulle spalle. E questa vigna riesce col tempo a sfoderare evoluzioni Riesliniane.

Da lasciare a bocca aperta. Peccato che Paolo, co-titolare dell’azienda, non ne abbia portate in degustazione. Altro Pecorino di casa è il Giulia Ermina, con fermentazione in tonneaux francese e maturazione “sur lies” per 12 mesi, più 8 di affinamento in bottiglia. Una piccola chicca, per chi ama il sentore terziario appena percettibile del legno, sempre ben bilanciato da una buona acidità. Vero e proprio contraltare della freschezza di Donna Orgilla.

Nuova tappa ma ancora Pecorino. Stavolta Il Fiobbo di Vini Aurora ad Offida (AP). Questo è un gioiellino e basta. Perfetto, intrigante, complesso nei sentori gusto-olfattivi ma allo stesso tempo beverino. Anche qui riflessi verdognoli tipici del vitigno. Naso di mela verde, agrumi, fieno ed erbe aromatiche. Finale rinfrescante.

Facciamo un passo più a nord, sempre Marche. Stavolta quella del Verdicchio. Corrado Dottori di Cupramontana (AN). Azienda La Distesa, è in ritardo. Il banchetto è ancora vuoto. E allora ne approfittiamo per assaggiare i Verdicchio di La Marca di San Michele, che porta il Capovolto 2015 e il PassoLento 2014, in magnum. Capovolto 2015 è quello che non ti aspetti. Annata calda, siccitosa. Ma la vendemmia è stata anticipata di più di un mese, con inizio a fine agosto. E qui si trova la chiave di tutto. Qui non c’è macerazione e non c’è passaggio in legno.

Solo acciaio. E 8 mesi sulle fecce nobili. E’ un vino che esprime il varietale del Verdicchio. Da bere a secchi in estate. PassoLento 2014 è invece il fratello maggiore… inizia la fermentazione in acciaio poi passa  in botti di rovere da 10 hl dove finisce la fermentazione e matura per 9 mesi sulle fecce fini. Poi attende altri 9 mesi in bottiglia. E’ molto più complesso e strutturato con un corpo caldo nonostante l’annata fresca, di 13% vol. Un vino che ancora deve evolvere.

Lasciamo le Marche e andiamo in Sicilia, regione rappresentata a La Terra Trema da ben 15 produttori. Nino Barraco e Marilena Barbera fanno da capofila. Barraco schiera una batteria di 10 e forse più vini in degustazione. Uno più buono dell’altro. Merita una nota particolare il rosso Milocca 2006 da vendemmia tardiva di Nero D’Avola. Una perla. Affinato in castagno da 205 litri per 24 mesi. C’e tutto: pepe, cacao, ciliegie, anice stellato. In bocca dolce e sapido, suadente. Tra i bianchi, non si può scegliere. Ognuno ha le proprie peculiarità. Il Catarratto, lo Zibibbo in secco, il Grillo. Sono tutti deliziosi. Acidità e sapidità la fanno da padrona, ma non coprono mai i varietali. Qui Nino Barraco ha trovato la giusta alchimia.

Da Marilena Barbera è facile perdere la testa. Per lei, per il suo amore per il proprio lavoro, per la sua terra. E per i suoi vini. Inzolia 2015 è quasi salmastro. E per Marilena questa è la chiave. Ammette infatti che il sale stimola le papille gustative e le rende più recettive ai sentori. Rendendo la beva molto più interessante e appagante. Ma da Marilena Barbera, quest’anno, c’è una sorpresa: l’Arèmi, blend con una piccola percentuale di Zibibbo. Vino imbottigliato quella stessa mattina, come racconta entusiasta la vignaiola, proprio per portarne un campione alla fiera. Niente vendita. Ma è facile immaginare che chiunque l’abbia assaggiato si sia appuntato il numero della cantina. Per ordinarne un bancale. Un vino che non puoi non amare: fresco, sapido, con quella nota aromatica dello Zibibbo di Menfi, nel sud più profondo.

Lasciamo Marilena Barbera ma rimaniamo in Sicilia. Per una scoperta. 2012 Etna Rosso – Eno-trio, Nerello Mascalese in purezza da vigne a piede franco in contrada Calderara. Versante nord-ovest dell’Etna. E’ amore a prima olfazione.

Età media delle piante: 80-90 anni. Rese da 600g/1kg per pianta. Siamo al top. Affinamento in tonneaux e barrique di secondo, terzo passaggio per 12-18 mesi, più altri 6 in bottiglia. Boom. Naso commovente, con frutto dolcissimo e speziato, ciliegia, china, noce moscata, carbone, fumo e questa dolcezza intossicante che fa pensare alle pesche mature.

Notevole, veramente notevole. Bocca (per fortuna) idem: il tannino morbido accarezza il palato, poi è dolce, setoso e lungo. Poi un Traminer Aromatico, da vigne a 1000m d’altezza sull’Etna. Anche qui siamo su rese bassissime, ma con densità di impianto leggermente superiore al Nerello. Vino elegante, aromatico, delicato. Con note floreali, fruttate e con sentori di spezie. Altra bel prodotto.

Risalendo lo stivale cadiamo nella tentazione di qualche bella bollicina. Di Lambrusco, però. Il vino giusto, per spezzare e preparare il palato ai rossi corposi. Denny Bini è un personaggio da amare. Un Emiliano Doc, di Reggio. La Rosa dei Venti lo puoi bere anche a colazione. Lambrusco varietà Grasparossa, rosato rifermentato in bottiglia. Macerazione di 2 ore senza controllo. Secco, leggermente amaro, con un accenno di tannino. Bellissimo. Ponente 270 Lambrusco dell’Emilia, “come lo si fa a Reggio”, ci racconta. Cinque giorni di macerazione, mischiando tutte le varietà di Lambrusco: Lambrusco Grasparossa, Malbo Gentile, Lambrusco Salamino, Lambrusco di Sorbara. Pieno, ma morbido. Libeccio 225, il suo Lambrusco, il Grasparossa. Qui siamo a 10 giorni di macerazione , il colore lo rivela. Rifermentato in bottiglia. Bel corpo e una bevibilità che non ti stanca mai. Un po’ come La Terra Trema. Imperdibile, l’anno prima. Come l’anno dopo.

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