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Nasce Fondazione Vino Patrimonio Comune: soci Federvini e Alleanza Cooperative italiane

Nasce Fondazione Vino Patrimonio Comune soci Federvini e Alleanza Cooperative italiane marcello lunelli primo presidente
Fondazione Vino Patrimonio Comune
è realtà. Soci fondatori Federvini e Alleanza delle Cooperative Italiane -Agroalimentare, che si pongono così l’obiettivo di «consolidare il valore del vino italiano e a contribuire alla difesa e al sostegno del patrimonio delle imprese vitivinicole del Paese», sotto la guida del primo presidente, Marcello Lunelli (Cantine Ferrari Trento).
In particolare, la Fondazione opererà per «studiare i profili di autenticità e sostenibilità di prodotti, imprese e territori, qualità alla base dell’apprezzamento del Made in Italy nel mondo».

«Quello della Fondazione Vino Patrimonio Comune – spiegano i promotori – è un percorso avviato nel 2020, con uno studio preliminare sulla variabilità dei rapporti degli isotopi stabili dell’ossigeno e dell’idrogeno dell’acqua del mosto/vino, in relazione alle principali variabili naturali e di processo agronomico ed enologico. Dal progetto pilota è derivata la definizione del profilo isotopico dell’acqua dei mosti e dei vini, grazie al quale iniziò a prendere forma la prima Banca Dati Sperimentale Vino Patrimonio Comune 2020-2023».

Uno studio che, a partire dalla vendemmia del prossimo anno, si amplierà ancora coinvolgendo un maggior numero di attori delle istituzioni, della ricerca, delle imprese, degli enti di certificazione e degli stakeholder commerciali del mondo del vino. Come spiegano i promotori di Fondazione Vino Patrimonio Comune, accanto al primo presidente Marcello Lunelli ci sono il vicepresidente Luca Rigotti (Gruppo Mezzacorona e Coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza delle Cooperative) e un Consiglio di Amministrazione paritetico in rappresentanza delle due associazioni fondatrici, di un Comitato Esecutivo e di un Comitato Scientifico composto da «autorevoli esponenti del mondo della ricerca con una comprovata esperienza nel settore agroalimentare e in quello vitivinicolo».

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Ferrari Trento, 120 anni di storia in un francobollo celebrativo

FOTONOTIZIA – Ferrari Trento ha festeggiato il suo 120° anniversario a Villa Margon, sede di rappresentanza che è stata oggetto di un’attenta opera di valorizzazione e restauro e che torna aperta al pubblico.

All’anniversario di Ferrari Trento è stato dedicato da Mise e Poste Italiane un francobollo celebrativo della serie “Le eccellenze del sistema produttivo ed economico” italiano.

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Food Lifestyle & Travel

Gruppo Lunelli acquisisce Cedral Tassoni

Il Gruppo Lunelli acquisisce Cedral Tassoni S.p.A., leader in Italia nella produzione di bibite analcoliche a base di agrumi e conosciuta nel mondo per l’iconica cedrata Tassoni.

Nata da una spezieria che fu riconosciuta farmacia nel 1793, la Tassoni ha mantenuto per oltre due secoli la sede a Salò, sul Lago di Garda. La famosa cedrata, con la sua distintiva bottiglia “a buccia di agrume”, è stata lanciata nel 1956 ed è entrata a far parte dell’immaginario collettivo anche grazie all’indimenticabile collaborazione con Mina.

Dalla ricetta tuttora segreta che la rende unica, la cedrata Tassoni è prodotta totalmente all’interno dell’azienda con materie prime di qualità superiore, utilizzando i cedri “Diamante” provenienti dalla Calabria e mantiene una indiscussa leadership nel mercato italiano.

Il Gruppo Lunelli, che fa capo alla omonima famiglia e opera nel settore del beverage di alta gamma con i marchi Ferrari Trento, Bisol1542, Surgiva, Segnana e Tenute Lunelli, è stato selezionato al termine di un processo competitivo, anche in considerazione dei suoi valori di rispetto della tradizione, ricerca della qualità e cura del territorio.

Tassoni sarà inserita nel Gruppo come una realtà produttiva autonoma, preservandone la tradizione e il forte radicamento sul territorio ma con grandi ambizioni di crescita, grazie alle sinergie che si verranno a creare.

«Siamo orgogliosi che Tassoni entri nel Gruppo Lunelli perché è un marchio iconico, un simbolo della migliore tradizione italiana che rimane in questo modo patrimonio del nostro Paese – afferma Matteo Lunelli, Ceo del gruppo di famiglia – Abbiamo in programma di aumentare la presenza sui mercati internazionali e di sviluppare la gamma che già affianca alla cedrata bibite create con materie prime sostenibili e di altissima qualità».

L’operazione è stata gestita, per la parte acquirente, dal team di Lunelli Holding, coordinato da Matteo Lunelli e dal Direttore Finanziario Claudio Dimarco, con la consulenza legale di Alberto Calvi di Coenzo dello Studio Avvocatidiimpresa e con il supporto alla negoziazione di Cassiopea Partners.

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Food Lifestyle & Travel news

Inaugurato N10 experience Milano, il ristorante di Alex Del Piero


MILANO –
Non ha scelto Torino, dove di certo ha lasciato il cuore. Alessandro “Alex” Del Piero, con un gruppo di soci, ha inaugurato oggi N10 experience Milano. Più che un ristorante o un locale, un vero e proprio viaggio nella qualità e nell’eccellenza. L’indirizzo? Via Monte Grappa, in prossimità di via Melchiorre Gioia e della stazione ferroviaria Milano-Monza.

Il progetto nasce da un gruppo di amici e imprenditori, uniti dalla voglia di creare qualcosa di nuovo e funzionale che possa fare la differenza. N10 richiama prima di tutto l’eccellenza, che prende vita a partire dai piatti dello Chef Corrado Michelazzo, prosegue con le pizze del Maestro pizzaiolo Marcello Costanzo, passa per gli originali cocktail dei bartender e si chiude nella sala privée al piano superiore, firmata dalla casa spumantistica trentina Ferrari Trento, partner del progetto.

La location è del tutto unica: dal design contemporaneo, accogliente, conviviale, in cui ci si può fermare un attimo, assaggiare uno dei “bocconi”, o farsi travolgere per un’intera serata, dalla N10 experience Milano.

Proprio sul concetto di “boccone” si sviluppa l’intero format gastronomico di N10, partendo dall’offerta di cucina che è agile, raffinata e studiata per dare l’opportunità di degustare più piatti dello Chef, nonché più tipologie di pizza. In una parola: condivisione.

È possibile vivere l’esperienza dello show cooking: lo Chef Corrado Michelazzo propone dei “bocconi” in stile italiano con qualche tocco asiatico, bagaglio dei suoi anni in Asia.

Il viaggio continua con l’esperienza della pizza preparata con farine superiori ad alta digeribilità e con materie prime ricercate dal Maestro pizzaiolo Marcello Costanzo. Lo Chef Michelazzo, crea, attorno alla realizzazione dei “bocconi”, un percorso interattivo, dove gli ospiti, seduti attorno al bancone, possono vivere a pieno le sue creazioni.

N10 offre inoltre una sala per eventi, meeting aziendali, lanci di nuovi prodotti e mostre, caratterizzata dai sistemi ottici Coelux che portano la luce naturale anche in un piano interrato, oltre a un format che prevede live show e un calendario di appuntamenti ad hoc per ogni 10 del mese.

A guidare la struttura è Francesco Tafuro, già titolare della Fabbrica di Via Pasubio, nata nel 1996. Tafuro è stato uno dei primi ristoratori in Italia a scommettere sulla qualità delle materie prime, a sperimentare farine ad alta digeribilità e a coinvolgere fornitori di eccellenza del Made in Italy.

N10 Milano, di cui è co-fondatore, è l’evoluzione di tutti questi elementi, che si vanno a intrecciare perfettamente con quello che oggi rappresenta Milano: patria dell’innovazione nel settore food e punto d’incontro e di scambio mondiale.

LO CHEF

La cucina di N10 è firmata dall’executive Chef Corrado Michelazzo, che inizia a farsi “un nome” negli anni Novanta nel suo ristorante, e in seguito con alcuni stage in Francia, con grandi Chef come George Blanc, Mark Veyrat e Trois Gros.

Consolida la sua esperienza in Italia, al Bellevue di Cogne dove ottiene una stella Michelin e con il proprio ristorante La Meridiana a Saint Pierre dove entra in diverse guide.

Da quel 2008 la decisione di puntare la bussola sulla Cina, a Shanghai, dove resta per 12 anni. La cucina di Michelazzo colpisce perché è molto creativa, ma con pochi e semplici ingredienti.

Da N10, Michelazzo arriva con la sua grande esperienza e il suo amore per la cucina: Un format “bite all day”, dal pranzo alla cena, con la possibilità di vivere l’esperienza dell’aperitivo, dalle 15 alle 19, gustando i “bite”, i “morsi” o “bocconi”.

In cucina, a supporto dello chef, oltre al sous chef Giorgio Bresciani, otto elementi di brigata, tutti giovanissimi, ragazzi che N10 ha intenzione di formare, stimolare e far crescere al suo interno.

È previsto, inoltre, un menù degustazione per la sala privée da 10 posti, che verrà studiato e creato su misura per il cliente. Al N10 l’ospite sarà coccolato e accompagnato in questo viaggio culinario ricco di sapori stimolanti.

I PIATTI

Il menu di N10 è un viaggio nell’esperienza e nella cucina di Corrado Michelazzo, che ha saputo evolvere ricette classiche e adattarle a una cucina attuale, non priva di influenze asiatiche.

Come il piccione marinato con spezie orientali con una base di sbrisolona al parmigiano e nocciole, che richiama l’origine piemontese di Michelazzo. Mentre le lumache cotte in umido vanno in seguito in tempura con una spuma di aglio dolce accompagnato da una salsa al prezzemolo.

Ma non c’è solo Oriente e Occidente nei piatti di Corrado Michelazzo, perché è la personalità dello chef che regala un tocco in più alle sue creazioni, come nel caso del raviolo ripieno di salsa alla carbonara, con una crema di broccoli e colatura di alici accompagnato da del guanciale croccante e polvere di broccoli disidratati.

Gli spaghetti con i pomodori Flagella, di Castel di Sangro, richiamano l’antica ricetta napoletana della pasta “allo scarpariello”, qui lo chef aggiunge un po’ di nduja e spolvera di ricotta secca.

Il risotto alla parmigiana di melanzane accompagnato da una mousse di melanzana affumicata al Josper, mozzarella, olio al basilico e polvere di pomodoro. Tra le spezie e le erbe predilette dallo chef, quelle classiche mediterranee, come timo e rosmarino, ma anche shiso, sakura e qualche pepe orientale, come quello di Sichuan, o il tè affumicato.

Si torna in Piemonte, ma si guarda alla Sicilia, invece, con il tonno rosso, impanato alle nocciole, per un viaggio da nord a sud. La proposta vegetariana offre almeno tre scelte, tra cui l’Insalata russa calda, con gli stessi sapori di quella classica ma con un tocco di leggerezza in più.

La selezione continua con una panna cotta ai funghi porcini con barbabietole, un tiramisù leggerissimo, con gli stessi ingredienti del classico, ma rivisti: una crema leggera, un crumble di cioccolato e un gelato al caffè.

LA PIZZA

La pizza di N10 Milano è firmata dal Maestro pizzaiolo Marcello Costanzo che porta con sé un’esperienza trentennale nel settore pizza. Sin da subito la passione è sfociata nella consapevolezza di voler migliorare tutti gli elementi compositivi con studi dettagliati.

Ha collaborato con le pizzerie più rinomate e ha conseguito l’abilitazione a “Istruttore Pizzaiolo” da parte dell’Accademia Pizzaioli Italiani. Dal 2010 è docente pizzaioli presso istituto Afol Metropolitana.

Anche per la pizza vale il concetto di stagionalità degli ingredienti, a cui si accosta la scelta del pomodoro Flagella, nelle versioni passata, filetto, pelato, datterino giallo e rosso.

Flagella è un piccolo e bravissimo produttore abruzzese di Castel di Sangro, così come del resto sono piccole le aziende scelte per le materie prime, puntando così su produttori artigianali.

IL LOCALE

Il viaggio all’interno di N10 experience è interamente illuminato da luci iGuzzini. La vera protagonista è la cucina a vista targata Moltenì, prodotta a Lione totalmente a mano, dall’iconico colore rosso corsa.

Il Bar è caratterizzato da una parete dorata a inserti, che ospita una decina di posti. Tra la cucina e il bar, in uno spazio luminosissimo, dove i raggi del sole penetrano dalle ampie vetrate, possiamo ammirare le pareti di ceppo lombardo Marazzi, come tutti i rivestimenti del locale.

Al piano terra si possono vivere due esperienze: quella del bar, aperto dalle 12 all’1 di notte dove i nostri bartender esprimono le loro esperienze nella mixology con la possibilità di poter gustare un aperitivo attraverso l’esperienza dei “bite ” e quella dello show cooking aperta dalle 12 alle 3 di notte e dalle 19 alle 23, dove lo chef Corrado Michelazzo propone dei “bocconi” in stile italiano con qualche tocco asiatico.

Entrambe le esperienze possono essere vissute nel dehor con uno stile lounge con tavoli, divanetti e zone verdi. Continuando il viaggio, al piano superiore, aperto dalle 12 alle 3 e dalle 7 a mezzanotte, si può gustare la pizza preparata con farine superiori ad alta digeribilità e con materie prime ricercate dal Maestro pizzaiolo Marcello Costanzo. In coda al vagone c’è il “N10 priveé” firmato Cantine Ferrari.

Il piano interrato è caratterizzato da una sala multifunzionale che sarà utilizzata per eventi aziendali, musicali, lanci di nuovi prodotti, mostre e spettacoli in genere. Ogni 10 del mese si potrà vivere un’esperienza con serate a tema.

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Food Lifestyle & Travel

A Bottura The World’s 50 Best Restaurants: brindisi Ferrari Trento

Un brindisi tutto italiano per il ritorno in Italia dello scettro del miglior ristorante al mondo, secondo The World’s 50 Best Restaurants. Il premio, di fatto, ripassa nelle mani dell’Osteria Francescana di Massimo Bottura.

Come già a New York nel 2016, lo chef emiliano ha festeggiato con Ferrari alla cerimonia di premiazione il 19 giugno, insieme ai tanti amici chef e all’entusiasta delegazione del nostro paese giunta a Bilbao per l’evento.

Un grande orgoglio italiano che conferma lo stretto rapporto che lega Ferrari alla grande ristorazione internazionale. Nelle bollicine Trento Doc viene letto il perfetto accompagnamento per creazioni culinarie di altissimo livello.

Nel corso della cerimonia, a cui hanno partecipato mille fra le più influenti personalità dell’enogastronomia e vista in diretta streaming in tutto il mondo, è stato consegnato anche il Ferrari Trento Art of Hospitality Award, dedicato al ristorante che sa rendere l’esperienza memorabile per i propri ospiti grazie alla perfetta combinazione tra cibo eccellente, servizio, ambiente e accoglienza.

IL PREMIO FERRARI
A trionfare il Geranium di Copenhagen, diciannovesimo nella classifica generale, che unisce alla cucina creativa di Rasmus Kofoed, l’innovativo approccio in sala di Søren Ledet, direttore e comproprietario. Proprio Søren Ledet era stato tra i relatori dell’appuntamento dedicato all’Arte dell’Ospitalità che le Cantine Ferrari avevano organizzato all’interno di Identità Golose nel 2017.

La grande cucina aperta di Geranium è il palcoscenico che rende indimenticabile l’esperienza e abbatte il confine fra sala e cucina, rendendo l’ospite partecipe della creazione del piatto, spesso completato e proposto dai cuochi direttamente al tavolo.

Il personale di sala è scelto fra varie nazionalità ed è quindi in grado di parlare molte lingue, al fine di mettere a proprio agio il cliente. Grande attenzione è inoltre dedicata al servizio del vino, come evidente dall’incredibile cantina che si attraversa all’entrata del ristorante.

Ma in questo tempio della cucina nordica riuscire ad offrire un servizio all’altezza delle Tre Stelle Michelin, mantenendo un ambiente rilassato, è forse il più importante aspetto che ha permesso a Geranium di vincere la terza edizione del Ferrari Trento Art of Hospitality Award.

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a tutto volume news

Lunelli scatenati in Trentino: vino, grappa, acqua. Ora l’Amaro Re Laurino

TRENTO – Non si arresta la crescita del gruppo Lunelli in Italia, forte anche di tanti successi a livello internazionale. Dopo la grappa Segnana e l’acqua Surgiva, la famiglia proprietaria di Ferrari Trento segna un altro colpo in città: l’acquisizione del marchio dell’amaro Re Laurino.

“Dell’Elmo Saracini, famoso per la sua grappa e per il suo amaro Re Laurino, ci ha espresso la volontà di vendere. Gli amari hanno ricominciato ad essere apprezzati ultimamente. E così abbiamo accettato la proposta, acquistando l’azienda”.

Parole di Franco Lunelli in esclusiva a vinialsuper, durante il nostro tour delle Tenute di proprietà della famiglia trentina che ha dato il via al sogno di produrre “uno spumante capace di competere con lo Champagne, in Italia”.

Dalle finestre della sede di Ferrari Trento si scorge, in lontananza, la distilleria Tschurtschenthaler dell’Elmo Saracini, ormai di proprietà della terza generazione Lunelli. Situata a soli 7,3 chilometri da via del Ponte: 10 minuti di strada, in auto.

I Lunelli inizieranno a produrre l’amaro dal prossimo anno, dopo aver rilevato il marchio Re Laurino – legato tra l’altro a una delle più note leggende del Trentino, tramandata soprattutto in Val di Fassa – “senza modificare la ricetta originale”.

Il liquore “Re Laurino”, “digestivo e aperitivo”, è il simbolo della storica casa di Povo di Trento: “Un Elisir creato da Mario Tschurtschenthaler dell’Elmo. Il primo commercializzato dalla famiglia”. Presentato tuttora con l’etichetta originale degli anni Cinquanta. E’ la “Riserva dell’Elmo Saracini”, il prodotto di punta.

“So che i ragazzi hanno in mente qualcos’altro – chiosa Franco Lunelli – ma questo ve lo racconteremo la prossima volta!”. In realtà, le novità annunciate a vinialsuper non finiscono qui.

IN ARRIVO ANCHE NUOVI VINI ROSSI
La crescita del brand Lunelli si concentrerà anche sul core business: il settore wine. Tenuta Podernovo, in Toscana, si prepara di fatto alla presentazione di due nuove etichette di vino rosso fermo.

Il tutto avverrà tra la fine di settembre 2018 e i primi mesi del 2019, per un totale di 7-8 mila bottiglie complessive. Si tratterà di un Cabernet Franc (vinificato in barrique nuove) e di un Sangiovese (tonneaux, barrique, botte grande), vinificati in purezza.

“La Denominazione sarà ‘Igt Costa Toscana’, che affiancherà l’Igt Toscana e comprende i territori di Massa, Lucca, Livorno, una parte della provincia di Pisa e Grosseto”, anticipa l’enologo trentino Corrado Dalpiaz, emissario dei Lunelli nel pisano dal 2001 e colonna portante dell’enologia italiana.

Le due etichette saranno delle vere e proprie “chicche” destinate all’Horeca, che affiancheranno gli ormai collaudati “Aliotto” e “Teuto”, presenti anche in Gdo (Esselunga e Il Gigante). “Due vini ottenuti da selezioni delle migliori uve dei nostri vigneti di 15 anni, in occasione della vendemmia 2015 a Tenuta Podernovo”.

IL GRUPPO
Ferrari Trento, azienda che da sola rappresenta la fetta più importante del Gruppo Lunelli, è ormai simbolo del Made in Italy e dello stile di vivere italiano nel mondo. Conta oggi 5,4 milioni di bottiglie prodotte, con l’export al 15%.

Ferrari fu pagata 30 milioni di lire al momento del suo acquisto. Oggi il fatturato si assesta su 71 milioni di euro (+12% rispetto al 2016). Sale a 100 milioni il fatturato complessivo del Gruppo Lunelli, che cresce del 7% rispetto al 2016 e commercializza, in totale, 11 milioni di bottiglie.

Un impero che comprende anche la casa prosecchista Bisol di Valdobbiadene, la storica distilleria trentina Segnana e Surgiva, brand di acqua che sgorga nel Parco Naturale Adamello Brenta, scelta dall’Associazione Italiana Sommelier (Ais) e destinata alla migliore ristorazione.

Tra i recenti successi riconducibili alla famiglia Lunelli, anche la freschissima elezione di Mirko Scarabello (prima responsabile di produzione e poi direttore tecnico e mastro distillatore di Segnana) a presidente dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino.

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Food Lifestyle & Travel

Locanda Margon si rinnova: Ferrari Trento punta sulla ristorazione

TRENTO – Una dimora di campagna contemporanea, in grado di accogliere chi desidera provare un’esperienza enogastronomica di altissimo livello, tra i vigneti di Trento. Questo il concetto alla base del restyling di Locanda Margon, il ristorante due stelle Michelin del Gruppo Lunelli (Ferrari Trento). Un paradiso per gli amanti della cucina gourmet.

Il progetto è stato seguito dall’architetto Diletta Stazzi, nel segno di un interior design capace di accompagnare il percorso di crescita della cucina guidata dallo chef Alfio Ghezzi. Ulteriore piacevolezza agli ambienti, dunque. E un’esperienza di ospitalità sempre più completa.

“Come in una casa – spiega il Gruppo Lunelli – gli ospiti sono accolti nel ‘Salotto Gourmet’, dove carte da parati e arredi vintage sono sapientemente abbinati a elementi del miglior design italiano, come le sedute B&B e le stoffe Dedar e Rubelli”.

L’attenzione all’italianità e alla raffinatezza dei nuovi ambienti si riflette – ovviamente – anche nella proposta gastronomica. Qui la “pulizia del gusto è l’elemento centrale, esaltato da una scelta di materie prime di altissima qualità, spesso legate al territorio trentino”.

Sono proprio prodotti provenienti da piccole realtà locali – se possibile con uno sguardo al sociale – ad arricchire la il menu di Locanda Margon con sapori autentici, stimolando sempre nuovi abbinamenti con le bollicine Trentodoc.

La “Veranda”, immersa nel verde dei vigneti, ricorda i classici giardini d’inverno, con uno stile essenziale che sposa l’offerta gastronomica di questo spazio della Locanda, “dedicato a chi non vuole rinunciare alla qualità anche in una cucina più semplice e veloce”. Il risultato è un’ambiente armonico, dove gli spazi dialogano tra loro e con la cucina. E si trasformano a seconda dei momenti in cui sono vissuti.

IL BELLO E IL BUONO DI FERRARI
Locanda Margon si conferma così una tappa fondamentale del percorso del “Bello e del Buono” di Casa Ferrari. Un itinerario che inizia con la visita in cantina, prosegue nella vicina Villa Margon, splendido complesso cinquecentesco, sede di rappresentanza del Gruppo Lunelli, e si conclude proprio alla Locanda, con un viaggio enogastronomico legato agli spumanti Metodo Classico Trentodoc.

Un viaggio che amplierà i propri orizzonti nei prossimi mesi proponendo il ciclo di cene “Quattro mani e mille bolle”, in collaborazione con altri grandi rappresentanti della cucina italiana.

Primo appuntamento il 14 marzo con Nino di Costanzo, chef del Danì Maison di Ischia e maestro della cucina di pesce, per un’esperienza gastronomica in cui i sapori di montagna si alterneranno a quelli mediterranei, con un risultato che si preannuncia sorprendente.

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vini#1

Trento Doc Brut Nature Cuvée Perlé Zero 10, Ferrari

Perlé Zero è l’ultimo spumante Metodo Classico partorito da Ferrari Trento. Una Cuvée di tre vendemmie di solo Chardonnay, messa in bottiglia nel 2010.

Un mosaico costruito con grande gusto ed eleganza dalla casa spumantistica trentina, che arricchisce il proprio curriculum dell’ennesimo capolavoro.

LA DEGUSTAZIONE
Il calice del Ferrari Perlé Zero Cuvée Zero (sboccatura 2017) si colora di un giallo dorato luminosissimo, spezzato da un perlage finissimo e di rara persistenza. Un vulcano in eruzione nel vetro.

Ma siamo in montagna. E il naso del Perlé Zero stabilisce coordinate geografiche (e ampelografiche) indiscutibilmente riconoscibili. Nette. Quelle del grande Chardonnay del Trentino.

A flebili richiami di crosta di pane e lieviti, tipici del Metodo Classico, rispondono con fierezza sentori morbidi di pasticceria. Un prato su cui spuntano fiori di camomilla, arnica, verbena, radice di liquirizia. Erba appena sfalciata. Quando la temperatura si alza un poco nel calice, ecco i caldi risvolti meno attesi: le zaffate del cumino e dello zenzero.

In bocca, il Trento Doc Ferrari Perlé Zero entra dritto, sul filo di un rasoio. Poi si allarga. Il filo conduttore resta comunque la sapidità, unita a un’acidità invidiabile. Tutt’attorno rimbalzano sentori fruttati esotici (ananas maturo) che giocano a smussare durezze e dosaggio (zero, appunto), assieme alla tipica avvolgenza ammandorlata dello Chardonnay. Sembra il lavoro del mare, attorno agli scogli.

Rendono ancora più complesso il quadro gustativo i richiami balsamici di mentuccia e macchia mediterranea. Il tutto prima di una chiusura lunga e persistente, connotata da una vena amara di pompelmo, capace di stuzzicare il sorso successivo.

Un grande spumante, complesso ed elegante, questo Perlé Zero di Ferrari. Perfetto in abbinamento a portate di pesce e crostacei, anche se – per struttura – non disdegna affatto le carni bianche. Da provare con un piatto esotico come l’anatra alla pechinese, tutt’altro che scontato.

LA VINIFICAZIONE
Tre vendemmie, messe in bottiglia nel 2010, compongono la Cuvée Zero 10 di Ferrari. In particolare, si tratta dell’assemblaggio del miglior Chardonnay 2006, 2008 e 2009. Uve provenienti dai vigneti di montagna di proprietà della famiglia Lunelli, alle pendici dei monti, in Trentino.

Come spiega la stessa Ferrari, la Cuvée di Perlé Zero prende il nome dall’anno della messa in bottiglia, in questo caso 10 (2010). Il mosaico di millesimi viene precedentemente affinato in acciaio e in legno, poi in vetro. Una volta imbottigliata, la cuvée matura per un minimo 6 anni su lieviti selezionati in proprie colture.

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