La famiglia Veronesi (già Signorvino) ha acquisito ufficialmente Villa Bucci, una delle realtà più illustri e storiche nel mondo del vino in Italia e all’estero, attraverso Oniverse. «Per noi – commenta Federico Veronesi, ad di Villa Bucci – sarà un onore e un grande impegno portare avanti quanto Ampelio Bucci è riuscito a costruire fino a oggi. Seppur “nativi” da un settore diverso, abbiamo sposato la volontà di promuovere e investire in maniera seria e importante nel mondo vitivinicolo italiano che ha sicuramente bisogno di novità e tanta energia. In questo progetto di ampio respiro, che include una serie di altre aziende viticole in un contesto di eccellenza, Villa Bucci rappresenta un gioiello che avremo premura di far splendere, sempre più».
Da sempre appassionata di vino, la famiglia Veronesi (a capo del Gruppo Oniverse – ex Calzedonia) ha all’attivo numerosi progetti nel mondo vitivinicolo. Oggi, alla guida delle cantine in qualità di amministratore delegato c’è Federico Veronesi, figlio del fondatore Sandro Veronesi. La loro dedizione ha portato il gruppo a investire continuamente nel territorio e nel mondo del vino, acquisendo cantine come La Giuva in Valpolicella, Podere Guardia Grande in Sardegna, Tenimenti Leone nel Lazio e un futuro nuovo progetto di Trentodoc, in alta quota.
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È in Sardegna l’ultimo investimento del patron di Signorvino, Federico Veronesi, che da qualche giorno ha assunto il ruolo di amministratore delegato di Podere Guardia Grande, tramite la società Oniverse-Calzedonia (che controlla Signorvino). Una cantina interrata visitabile dal pubblico, con wine shop e vigneto a Guardia Grande, borgata del Comune di Alghero incastonata tra la baia di Porto Conte e Capo Caccia. Tre le etichette – Saldenya, Nascimento e L’Alghè, base Vermentino, Cannonau e Cagnulari -prodotte in una zona rimasta incontaminata e selvaggia, colorata da una terra argillosa di colore rosso mattone.
«Lavoreremo i nostri vigneti rispettando questo territorio generoso e unico – commenta l’ad della cantina Guardia Grande, Federico Veronesi – senza l’utilizzo di diserbanti chimici, come conseguenza di quello che dovrebbe essere ormai un “normale” approccio all’agricoltura. La priorità è farlo secondo i principi di sostenibilità, rispetto per il territorio, dedizione alla vigna: vorremmo offrire la possibilità di scoprire la bellezza e l’unicità della Sardegna, della splendida vista su Capo Caccia».
LA CANTINA GUARDIA GRANDE
Come spiega in una nota il gruppo Signorvino, il progetto della struttura Podere Guardia Grande, firmato dallo studio sardo Casciu – Rango architetti, contempla la fusione tra scenografici aspetti naturalistici e di produzione: il podere, infatti, si trova su uno dei rari promontori da cui è possibile godere della vista di Capo Caccia, di Porto Conte e della costa ad ovest. In questo territorio, cantina, vigneti e casa agricola godono di una componente scenografica unica: 25 ettari esposti alla luce e alla brezza di maestrale e salsedine su tutti i lati.
La struttura della cantina è articolata su tre piani collegati da una scala circolare e non sviluppati in altezza, ad eleggere il suolo come custode affidabile delle attività produttive. Una scelta che rinnova la promessa di rispetto per il territorio, che definisce una presenza che sa essere discreta, nascosta: un percorso in cantina che diventa così un viaggio al centro di Guardia Grande, nel suo stesso sottosuolo.
I SUOLI CHE CIRCONDANO GUARDIA GRANDE AD ALGHERO
Molto caratteristico è il colore rosso rubino presente nel calcestruzzo e negli intonaci materici. Una continuità col terreno circostante ma anche un richiamo al vino stesso. La volontà è stata quella di utilizzare materiali non lineari, a tratti quasi imperfetti, per dare un senso di movimento e vita che muta, matura col passare del tempo. «L’edificio – spiega Mario Casciu di Casciu-Rango architetti – si rifà alle forme razionali tipiche di questi luoghi, inserendosi nel paesaggio garantendo una continuità tra suolo e superfici verticali costruita nel rispetto delle cromie della terra: il persistente colore rosso violaceo delle argille siltose rimanda alla tradizione architettonica della bonifica e ai poderi e le case coloniche della vicina Fertilia».
L’unico piano fuori terra è la grande sala di accoglienza: una stanza vetrata circondata da un ampio portico affacciato sulla baia di Porto Conte, Capo Caccia, Porticciolo e il monte Doglia. Da questo spazio si accede al piano ammezzato, dal quale è possibile vedere i locali di lavorazione del piano sottostante. Al piano -2 c’è la macchina produttiva della cantina, con i locali di fermentazione e di affinamento delle uve, e le salette per degustazioni private a ridosso della barricaia. All’interno della cantina, al piano -1, c’è anche una sala multimediale completamente immersiva dove verranno trasmessi video e testimonianze sul territorio di Alghero.
Gli arredi interni portano la firma e il colore dello stilista e designer algherese Antonio Marras, con il quale si è scelto di collaborare al fine di creare una ancora più stretta sinergia col territorio. «Tutto intorno – evidenzia il gruppo Signorvino – è vegetazione in dialogo costante col mare, ripopolata laddove ve ne era mancanza come promessa ad un terreno che ha tanto da offrire e a cui si deve molto: vigne, piante aromatiche autoctone, vento e nuraghi sardi di calcare, pietra arenaria, trachite».
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