BREGANZE – Undici campioni di Torcolato in degustazione all'(Ante) Prima di sabato 19 gennaio, a Breganze (VI). A ospitare l’evento è stata Cantina Maculan, vera e propria azienda-bandiera mondiale della Denominazione vicentina, grazie al lungimirante lavoro avviato negli anni Settanta dal patron Fausto.
Numeri da “chicca” oggi per il Torcolato, ottenuto dall’appassimento e successiva spremitura dei grappoli di uva Vespaiola. Nella pedemontana vicentina, su un totale di 600 ettari vitati, sono circa 65 quelli destinati a questa varietà. Nel 2017 sono state prodotte circa 380 mila bottiglie, di cui 50 mila di Torcolato.
Un nettare che si abbina alla perfezione alla pasticceria secca e da forno, ma anche a preparazioni al cucchiaio. Da provare l’accostamento a formaggi erborinati come il Gorgonzola, Roquefort e Bleu, oppure al foie gras.
Di seguito le valutazioni delle etichette in degustazione nel programma della Prima del Torcolato 2019. Seguiranno, sempre su WineMag, quelle alle vecchie annate di Torcolato (1972-2007) e agli spumanti e vini fermi ottenuti dal vitigno Vespaiola.
TORCOLATO 2011-2015: LE VALUTAZIONI
Torcolato 2015, Cantina Col Dovigo: 82/100
Giallo dorato, naso preciso, leggera riduzione. Buon rapporto frutto-dolcezza-acidità. Un Torcolato equilibrato, giocato sulla facilità e prontezza della beva. Torco-flash: corto.
Torcolato 2015, Azienda agricola Vitacchio Emilio: 80/100
Colore tendente all’ambrato. Al naso note di nocciola tostata che evidenziano una fase ossidativa precoce. Acescenza rimarcata da una volatile che, nel complesso, non compromette definitivamente l’olfatto. Eppure, sotto questa coltre, c’è la stoffa di un buon Torcolato. Intenso l’ingresso al palato, dove è ancora più marcata la nota acetica. Ne risente la struttura del nettare. Peccato. Ottanta punti di incoraggiamento a un controllo delle ossidazioni in cantina.
Torcolato 2015, Azienda Agricola Ca’ Biasi: 92/100
Giallo dorato. Impronta vulcanica netta al naso, che prende le forme della pietra focaia. Un Torcolato “fresco” già al naso: talcato, mentolato, leggermente speziato. Ingresso di bocca largo, su colate laviche di miele. In centro bocca, al momento giusto, s’irrigidisce sull’attesa freschezza, in perfetto equilibrio con le note dolci. Preziosa chiusura di liquirizia, lunghissima, con un tocco di zafferano. Un Torcolato di personalità, vero, sincero come il sorriso e gli occhi di chi lo produce: Innocente Dalla Valle. Contadino vero.
Torcolato Riserva 2015 “San Biagio”, Villa Angarano: 88/100
Giallo dorato. Naso tra i più eleganti ed essenziali della batteria, giocate su agrumi (buccia di pompelmo) e note di vaniglia. Evidente vena balsamica di menta e liquirizia dolce, garbatissima, che col trascorrere dei minuti si arricchisce di ricordi d’idrocarburo. Il sorso è pieno, eppure manca qualcosa: forse un po’ di struttura. Ma è la cifra da pagare, a volte, quando si nasce vino e si vuole girare per forza in cravatta. Gastro-Torcolato.
Torcolato 2014, Io Mazzucato: 86/100
Giallo dorato, riflessi ambra. Naso con impronta dolce netta, di miele, ma anche di agrumi. Una punta di idrocarburo. In bocca l’acidità spinge, mettendo in luce uno spirito impetuoso. In centro bocca una nota fumè intrigante, che accompagna verso un retro olfattivo nuovamente dominato da un’eccessiva freschezza. Vago ricordo di tannino in chiusura di sipario. Torco-ribelle.
Torcolato 2014, Cantina Beato Bartolomeo da Breganze: 80/100
Naso semplice, mieloso. Legno evidente, poi confermato da un palato corrispondente. Freschezza che tenta di prendere al lazzo lo zucchero, finendo per vincere solo per la mancanza di concentrazione di aromi del nettare. Torcolato ineccepibile a livello di pricing (il più conveniente della Denominazione). Tor-convenience.
Torcolato 2014, Firmino Miotti: 84/100
Giallo dorato e naso piuttosto complesso, con note di datteri e uva passa in grande evidenza, oltre all’albicocca sciroppata e a una leggera nota d’idrocarburo. Tuttavia eccessiva percezione alcolica. Ingresso di bocca un po’ troppo zuccherino, non supportato dalla necessaria freschezza. Non un campione in lunghezza.
Torcolato 2015, Maculan: 89/100
Tra i “nasi” più complessi ed equilibrati della batteria per quello che si definirebbe un Torcolato da “istruzioni per l’uso”. In bocca pieno, ma dal ventaglio meno espressivo del naso. Un nettare fine, equilibrato e gastronomico, che sfodera un bell’idrocarburo nel retro olfattivo.
Torcolato 2015, Transit Farm: 78/100
Giallo dorato tendente all’ambra. Naso dominato dalla frutta secca, con l’affinamento in legno che fa capolino sotto forma di una nota tostata. In bocca corto, poco complesso, quasi scheletrico per i ricordi minerali: unico squillo, ma in solitario. Rapporto qualità prezzo sbilanciato.
Torcolato 2012, Le Vigne di Roberto – Terre di Confine: 84/100
Oro con riflessi ambra. Naso di frutta secca, con ricordi di arachidi e nocciola. Leggera nota ossidativa, piacevole, che si unisce a quella mielosa. Non particolarmente complesso al palato e apparentemente all’apice della curva evolutiva.
Torcolato Riserva 2011 “Sarson”, Vignaioli Contrà Soarda: 90/100
Giallo ambrato, destinato a rimanere tale ancora a lungo. La percezione è quella di trovarsi di fronte a un Torcolato dalla lunga vita, nonostante si tratti del più “anziano” in degustazione. Il piatto forte è il perfetto equilibrio tra freschezza, dolcezza e mineralità vulcanica, pronta a divenire sempre più evidente. Torcolato di prospettiva, che benedice il bel lavoro di Mirco Gottardi nella zona Est della Denominazione.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.