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Food Lifestyle & Travel

Ha riaperto Locanda Margon: in cucina il nuovo chef, Edoardo Fumagalli


Tre percorsi che raccontano la cucina di Edoardo Fumagalli. Ha riaperto così, oggi, Locanda Margon. Il ristorante della famiglia Lunelli, da cui si gode di un’ottima vista della piana di Trento, torna ad accogliere i gourmand nel segno del numero che rappresenta la perfezione.

Il primo menu, cromatico e gustativo, si fonde armonicamente con i Trentodoc di Ferrari. Il secondo narra le esperienze del giovane chef (classe 1989) a New York ed Edimburgo, passando da Parigi e Milano, fino alle montagne che si affacciano sulle rive del lago di Como.

Il terzo menu esalta alcune eccellenze del Trentino, interpretate in una chiave fresca e moderna. “La fantasia è come la marmellata – ricorda Edoardo Fumagalli, citando Italo Calvino – bisogna che sia spalmata su una solida fetta di pane”. Cosa aspettarsi dai piatti, dunque? Concretezza e visione.

Una cucina leggera, equilibrata, dai sapori netti, che si fonda su tre pilastri: ingredienti, tecnica e libertà di esecuzione. Riapre una Locanda Margon dalla cucina “pulita” e dalla “semplice complessità”.

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Ferrari punta sul Pinot nero Trento Doc: Giulio Ferrari Rosé Riserva del Fondatore 2006

TRENTO – Cantine Ferrari punta sul Pinot Nero e annuncia la novità dell’anno per i Trento Doc: il Giulio Ferrari Rosé Riserva del Fondatore 2006.

Una tappa importante nella storia ultrasecolare della cantina, in un 2018 già ricco di novità, come l’acquisizione del marchio dell’amaro Re Laurino e i nuovi vini di Podernovo, la tenuta toscana della famiglia Lunelli.

“Una testimonia dell’ossessione per l’eccellenza e l’indissolubile legame con il territorio”, commentano dalla casa trentina.

Tiratura limitata per la novità di casa Ferrari: solo 5 mila bottiglie. E obiettivo chiaro: “Diventare l’icona delle bollicine italiane rosé”. Il prezzo? Circa 160 euro

LA NOVITA’
Il Giulio Ferrari Rosé è un Trento Doc dalla vibrante intensità, sintesi perfetta del carattere del Pinot Nero e dell’eleganza dello Chardonnay, frutto di un’attenta selezione nei vigneti di famiglia in alta quota alle pendici dei monti del Trentino.

Nasce solo negli anni degni di una grande Riserva. La prima annata è frutto della vendemmia 2006 ed è quindi rimasta per undici anni in affinamento sui lieviti, nel buio e nel silenzio della cantina, confermando la capacità dei vigneti di montagna di esprimere vini in grado di vincere la sfida del tempo.

LA STORIA
Ognuna delle 5 mila bottiglie sarà custodita in un raffinato cofanetto, destinato alla vendita nell’alta ristorazione e alle enoteche più esclusive in Italia e nel mondo. Era il 1902 quando Giulio Ferrari decise di dare forma al suo sogno: creare nel suo Trentino bollicine capaci di suscitare emozioni uniche.

Nel 1980 la famiglia Lunelli ha dedicato a lui e al suo sogno l’etichetta più prestigiosa della casa, il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore. Visione, coraggio e passione rivivono ora nella versione rosé di quella che si è nel frattempo affermata come la bollicina più premiata d’Italia.

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Approfondimenti

Cavalieri del Lavoro del vino a raccolta da Ferrari: brindisi con Riserva del Fondatore 1992

TRENTO – Ogni anno, da ormai sette anni, un appuntamento speciale e molto atteso riunisce i Cavalieri del Lavoro produttori di vino in una cantina diversa. L’edizione 2018 si è tenuto il 22 e 23 giugno a Trento, alle Cantine Ferrari.

A fare gli onori di casa il Cavalier Gino e tutta la famiglia Lunelli, che ha ha ospitato i Cavalieri per un fine settimana molto particolare.

Un’occasione unica non solo per degustare le etichette di alcune delle migliori cantine d’Italia, ma anche per confrontarsi su cosa accade nel mondo del vino a livello nazionale e internazionale.

Momento clou della due giorni trentina è stata la degustazione, presso le Cantine Ferrari, dei vini di ciascun Cavaliere, guidata dal giornalista Luciano Ferraro e dal sommelier Mariano Francesconi.

Un viaggio in Italia attraverso i suoi grandi vini, dal Piemonte alla Sicilia, presentati dai produttori stessi con passione e ricchezza di aneddoti. Unico vino estero in programma, il sudafricano Riserva Morgenster, che avrebbe dovuto essere presentato dal Cav. Giulio Bertrand, mancato però un mese fa e ricordato in occasione dell’assaggio del suo vino.

La degustazione della splendida sequenza è terminata con fuoriprogramma, ossia un magnum di Giulio Ferrari Riserva del Fondatore dell’annata 1992 proposto da Gino Lunelli per un brindisi conclusivo.

La giornata è poi continuata poco lontano, a Villa Margon, la cinquecentesca sede di rappresentanza del Gruppo Lunelli nel cuore dei vigneti Ferrari, che nei suoi affreschi racconta le gesta dell’Imperatore Carlo V ma anche la lunga tradizione vitivinicola della zona.

Qui si è conclusa con una cena di gala, a cura dello chef stellato di casa Ferrari Alfio Ghezzi, la settima edizione dell’incontro, che ha permesso di mettere a confronto le storie di grandi famiglie del vino e di territori straordinari, esattamente ciò che ha permesso, negli anni, di rendere il vino italiano unico e amato in tutto il mondo (foto Antonio Benanti, ospite della cerimonia)

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news ed eventi

Cantine Ferrari punta sul biologico: certificazione per tutti i vigneti Trentodoc

Tutti i vigneti trentini di proprietà del Gruppo Lunelli destinati alla creazione di Ferrari Trentodoc hanno ottenuto la certificazione biologica. “Una notizia attesa – commenta in una nota la casa di Trento – che a pochi giorni dal Vinitaly 2017 e corona l’impegno della famiglia Lunelli nel riportare al centro dell’attività agricola il concetto stesso di fertilità naturale del terreno, il rispetto dell’ambiente e di chi vi lavora”.

“La certificazione biologica di tutti i vigneti trentini della nostra famiglia – commenta Marcello Lunelli, vice presidente delle Cantine Ferrari – rappresenta un grande traguardo che ha ricadute positive su tutto il processo produttivo, e rafforza ulteriormente il nostro impegno in termini di responsabilità sociale verso i territori in cui operiamo”.

Il punto di arrivo di un percorso lungo e impegnativo, iniziato oltre vent’anni fa. Numerosi studi e sperimentazioni in campagna condotti con il supporto della Fondazione Mach di San Michele all’Adige (TN), hanno portato alla convinzione che, una volta ottenuto un adeguato equilibrio del vigneto, sia possibile fare viticoltura biologica anche in territori di montagna.

Negli anni è stato introdotto il divieto totale di utilizzo di diserbanti e concimi chimici, a favore di pratiche tradizionali come il sovescio, di fertilizzanti naturali come il letame e dell’uso esclusivo di fitofarmaci ad alto grado di sicurezza, che prediligono l’impiego di prodotti naturali quali il rame e lo zolfo.

In questo contesto, nel 2014 è iniziato il processo di conversione al biologico di tutti i vigneti di proprietà delle Cantine Ferrari, che è terminato con successo qualche giorno fa.

“Questa cultura della sostenibilità e del rispetto per il territorio – sottolinea Cantine Ferrari – negli anni è stata condivisa anche con le oltre 500 famiglie che ci conferiscono le proprie uve, attraverso un lungo processo di formazione e di educazione da parte del team di agronomi di Casa Ferrari”.

A tutti i conferenti è stato chiesto di seguire un vero e proprio protocollo di viticoltura di montagna salubre e sostenibile denominato “Il Vigneto Ferrari”, elaborato sempre col sostegno scientifico della Fondazione Edmund Mach e certificato da CSQA.

IL TRENTODOC “SOSTENIBILE”
A garantire una migliore qualità della pianta e dell’uva prodotta, queste iniziative hanno avuto importanti ricadute su tutto il territorio circostante, che oggi beneficia di una più ricca biodiversità, confermata anche dalla certificazione “Biodiversity Friend” da parte della Worldwide Biodiversity Association.

Un territorio, quello delle montagne del Trentino, che nei secoli il lavoro dell’uomo ha trasformato, rendendo più dolci i pendii con filari di viti coltivati e mantenuti come giardini.

Oggi questi vigneti di montagna, gli unici ad assicurare l’eccellenza della base spumante Trentodoc, sono ancora più in sintonia con la natura, grazie all’importante traguardo raggiunto dalle Cantine Ferrari, che dimostrano di conservare lo spirito pioneristico del loro fondatore. Fu proprio Giulio Ferrari, infatti, oltre un secolo fa, a individuare le montagne trentine come terreno ideale per la produzione del migliore Chardonnay destinato alla produzione di Metodo Classico.

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Approfondimenti

60° Trattato di Roma: brindisi Ferrari Riserva Lunelli Trentodoc

È un brindisi Ferrari a suggellare le celebrazioni dedicate al sessantesimo anniversario del Trattato di Roma, che segnò il primo passo verso l’Unione Europea e firmato nella capitale italiana nel 1957.

Il pranzo offerto sabato 25 marzo dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai rappresentanti dei 27 Stati membri dell’Unione Europea, ha infatti visto il Ferrari Riserva Lunelli Trentodoc protagonista del brindisi ufficiale e abbinato anche al primo piatto del menù.

“Ferrari – commenta la nota casa spumantistica trentina – ha l’onore di essere scelto come brindisi ufficiale di tutti i maggiori  appuntamenti istituzionali del nostro paese, tra i quali vogliamo ricordare proprio il cinquantenario del Trattato di Roma nel 2007 e ancor prima, nel 2004, la firma della nuova Costituzione Europea, nonché, più recentemente, le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia e l’insediamento del Presidente Mattarella”.

Le bollicine Ferrari Trentodoc “si confermano, quindi, il brindisi italiano per eccellenza, che da oltre un secolo celebra i momenti più significativi della vita istituzionale, culturale e sportiva del nostro paese”.

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