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Quatar Pass per Timurass: i migliori vini degustati tra i Colli Tortonesi

Slow Food Piemonte e Valle D’Aosta fa centro, un’altra volta. Si è conclusa con un successo la grande domenica tra le cantine della Doc Colli Tortonesi, lo scorso 19 giugno. Quatar Pass per Timurass, quarto appuntamento del ricco programma di Cantine a Nord Ovest, ha visto la partecipazione di 210 persone. E mentre la macchina organizzativa di Slow Food è già all’opera per il prossimo appuntamento (il 23 luglio per “Scopri il Canelli”, incentrato sull’Oro Giallo, il Moscato d’Asti) Leo Rieser, responsabile eventi della banda piemontese della chiocciola, gongola per il risultato raggiunto. “E’ stata l’edizione di Quatar Pass per Timurass di maggiore successo – evidenzia – pur essendo questo appuntamento uno dei meno storici dell’intero candelario. Abbiamo incontrato persone che erano già state qui nelle edizioni precedenti, a dimostrazione della grande attrattività di questo territorio, che oltre al Timorasso offre grandi vini rossi e specialità gastronomiche eccezionali, come il formaggio Montebore e il salame Nobile del Giarolo”. Un ‘microclima’ particolare, dunque, anche per i rapporti tra viticoltori. “La peculiarità dei Colli Tortonesi – sottolinea Rieser – è che l’esponente d’eccellenza Walter Massa ha saputo recuperare un vitigno autoctono come il Timorasso e creare, assieme ad altri grandi pionieri della zona, un sistema di sincera collaborazione tra viticoltori. Una collaborazione fattiva, tutt’altro che di facciata. Non so quanto sia sincera o puramente provocatoria la dichiarazione che nel 2018 smetterà di fare vino, a voi rilasciata. Quello che mi sento di dire – conclude l’esponente Slow Food – è che qualsiasi cosa farà, la saprà fare benissimo. Walter Massa è un grande, non hai mai sbagliato un colpo. Ma è anche l’uomo dei grandi annunci, dunque staremo a vedere”.

CLAUDIO MARIOTTO

Non è iniziato da Walter Massa il tour di vinialsupermercato.it tra le cantine dei Colli Tortonesi. Bensì da un altro grande riferimento della zona: Claudio Mariotto. Lo abbiamo raggiunto nella cantina di strada per Sarezzano 29, proprio a Tortona, dopo aver ritirato il nostro calice al banchetto Slow Food allestito presso “Il Dì Cafè” di corso Leoniero, angolo piazza Duomo. Grande ressa già alle 11 alla cantina di Mariotto. “Il Timorasso – dichiara il viticoltore – ha fatto sì che un territorio pressoché sconosciuto avesse visibilità. Oggi il Timorasso è a New York, Tokyo, Londra e in tutto il mondo. in vigna l’attività viene portata avanti nel rispetto dell’ambiente, senza entrare però nella partitocrazia del mondo del vino di oggi: mi riferisco alle bandierine del ‘biologico’ o del ‘vino etico’. Facendo vino buono, senza avere soldi per fare pubblicità, si diventa dei riferimenti: il marketing nel vino si fa con le bottiglie buone, bicchiere dopo bicchiere. In una parola, il mio vino è vero”. Oltre a uno splendido Derthona 2010, vino delizioso che promette ancora parecchi anni di evoluzione in bottiglia, degustiamo Pitasso 2004: ottenuto dalla vigna storica di Timorasso, esposta a sud est sul territorio di Vho, colpisce per la potenza espressa dalla struttura, ma anche per le note fruttate che esaltano una beva lenta e voluttuosa, in un sorso che pare di glicerina pura. Le radici profonde della vecchia vecchia pescano gli elementi nutritivi da un suolo che regala un’espressione fantastica di Timorasso, da provare. Ottimi anche i rossi di Mariotto. La Freisa 2014 Braghé è un esempio di quanto questo antico vitigno autoctono piemontese possa essere (anzi debba essere) ulteriormente valorizzato in Italia e nel mondo. Un naso elegante e fine di rosa e piccole bacche rosse, precede un palato in cui le note fruttate di marasca e lampone – chiare, distinte, pulite – chiudono un sorso di grande corpo e sapidità. Chiudono il cerchio i vini Barbera di Mariotto, vero trait d’union di un terroir capace di regalare grandi bianchi, ma anche eccellenti rossi. Non a caso Poggio del Rosso è il vino preferito del viticoltore tortonese, quello che considera la migliore espressione della sua intera produzione. E non solo per una questione di cuore, dal momento che “Il Rosso” è il soprannome col quale veniva chiamato il padre Oreste. Il Poggio del Rosso affina 3 anni in cantina, per la maggior parte in rovere. Risulta così un vino dal tannino morbido ma vivace, impreziosito da note di ciliegia e cioccolato. Sentori terziari di grande pregevolezza già percepibili al naso: dalla cannella al tabacco dolce, dal caffè alla liquirizia.

LA COLOMBERA

Non è dello stesso impatto “emotivo” la visita all’azienda Agricola Semino Piercarlo “La Colombera” di strada comunale per Vho, 7, a Vho per l’appunto. Degustiamo Derthona e Il Montino, entrambi ottenuti da uve Timorasso. Viene proposta una mini verticale che mette in luce le grandi capacità di invecchiamento del vitigno, anche se i prodotti de La Colombera paiono meno ‘pronti’ in gioventù rispetto ad altri degustati domenica 19 in zona Tortona. Le annate 2014 e 2013 suggeriscono di bere Cortese piuttosto che Timorasso, per trovare soddisfazioni immediate sia al naso sia al palato. Merita invece una menzione il Derthona 2009: caldo, complesso, finalmente corposo e strutturato. Capace di regalare i tipici idrocarburi e sentori minerali del vitigno. Lascia perplesso il prezzo di vendita della vendemmia 2009 Derthona: soli 9 euro, a dispetto degli 8 euro delle vendemmie ‘giovani’. In una zona vinicola capace di fare squadra come in poche altre in Italia, una tale disparità di prezzi tra le stesse annate di diversi produttori rischia di sconcertare il consumatore. E deviarlo verso la ricerca del prezzo, più che della qualità. Un punto, questo, su cui devono lavorare in concerto i produttori di Timorasso, pur nell’autonomia delle singole aziende vitivinicole. Alla Colombera apprezziamo anche il naso di Suciaja, rosso ottenuto da uve Nibiò, vitigno autoctono dei colli tortonesi, ‘parente’ del Dolcetto. Ottimo invece nel complesso Arché 2011, altro vino rosso de La Colombera, ottenuto questa volta da uve Croatina. Dopo un breve appassimento sulla pianta, i grappoli vengono raccolti e vinificati. Il vino matura 14 mesi in tonneaux, regalando un naso speziato (pepe) e di piccoli frutti a bacca rossa. Al palato buona la struttura e il corpo: tannino piuttosto elegante e alcolicità sostenuta (14,5%) ma tutt’altro che fastidiosa, impreziosita da una sapidità non banale.

WALTER MASSA
Il filosofo del vino, il pioniere e marinaio che ha condotto Tortona a Hong Kong, passando per Londra, New York e Tokyo. Dire Timorasso senza citare Walter Massa è come parlare di calcio senza aver mai toccato un pallone. Lo raggiungiamo all’ora di pranzo nel suo quartier generale di piazza Capsoni 10, a Monleale. Quando arriviamo, Massa sta dicendo messa. E’ al centro di una lunga tavolata, affollata di ospiti che lo ascoltano come se stesse parlando il Messia. Perché Walter Massa è il verbo del Timorasso e il Timorasso è il verbo di Walter Massa. Per questo, chi non c’era, provi a portarsi a casa un Costa del Vento (dalla vendemmia 2014 in giù, finché il portafogli lo consente); o uno Sterpi 2013, un Timorasso che pare per certi versi Vermentino di Gallura. “Io prendo quello che la natura mi dà e cerco di portarlo in bottiglia”, dice Walter Massa mentre invita Pigi, la sua graziosa “badante”, a smettere di riempire i piatti di cassoeula e brodo con i ceci: “Sono qui per il vino, mica per mangiare!”. “Qui abbiamo l’acqua ligure, il vento piacentino, ma ci troviamo in Piemonte: siamo bastardi pieni”, scherza (ma non troppo) Massa, sollevando l’ilarità generale. E tra un sorriso e l’altro spuntano i vini rossi. E che rossi. Pertichetta 2010, 14,5%, ottenuto da uve Croatina, e soprattutto Bigolla 2001, 14,5% di Barbera granata, da definire con una sola parola: eccezionale.

OLTRETORRENTE
Dal mito alla new entry. Il passo è breve tra i Colli Tortonesi. Approdiamo così in via Cinque Martiri, a Paderna, dove Chiara Penati e Michele Conoscente, marito e moglie di 35 e 38 anni, sono espatriati da Milano per inseguire il loro sogno, dopo la laurea in Agronomia e diverse esperienze in aziende del settore. Tutto inizia nel 2010, con l’acquisto dell’attuale cantina su tre piani, un edificio storico nel centro del paese, parzialmente ristrutturato. Vengono condotte qui nei primi anni, per la vinificazione, le uve provenienti dal primo ettaro e mezzo di Oltretorrente, che prende il nome “da un romantico episodio di resistenza nell’omonimo quartiere di Parma – spiega Chiara – durante il ventennio fascista: alcuni abitanti, grazie a fantasiosi espedienti, fecero credere di essere armati fino ai denti, barricandosi in un palazzo e scacciando così le milizie. Un episodio che dimostra come, a volte, basta poco per fare le cose in grande e raggiungere grandi obiettivi”. In effetti la produzione di Oltretorrente è degna di nota. Oggi l’azienda può contare su un’altra struttura, sempre a Paderna, in grado di sostenere la lavorazione dei 3,5 ettari complessivi sin ora acquistati. “Si tratta di vigne vecchie – spiega Chiara – dai 20 anni ai 100 anni, con una media di 60”. Un aspetto fondamentale per comprendere la maturità di questa piccola ,e interessantissima realtà. In degustazione non troviamo (purtroppo) una grande varietà di prodotti. L’antipasto è il Cortese 2015, ottenuto dalla pressatura soffice delle uve intere, seguita da un affinamento di 8 mesi in acciaio sui propri lieviti, senza malolattica. Un’attenzione che offre un ottimo naso, fragrante, floreale e fruttato. Al palato vince invece lo spunto minerale, apprezzabilissimo. Sorprendente il Timorasso 2014, che regala note eleganti di fiori bianchi (camomilla). Al palato grande acidità e bel corpo, sorretto anche da una sapidità e da una mineralità che fanno presagire le grandi potenzialità del prodotto. Sulla via di una buona evoluzione anche il Timorasso 2013, l’unico in occasione di Quatar Pass a mostrare venature di uva passa e frutta candita. Buoni prodotti anche i due Barbera dei Colli Tortonesi, con quella Superiore (vendemmia 2012) che si eleva nettamente sulla prima per la grande pulizia delle note fruttate, sia al naso sia in bocca, impreziosite dalle spezie (liquirizia) e da un tannino levigato. “Accorpando vigne di anno in anno – annuncia Chiara – non siamo ancora riusciti a certificarci come produttori biologici, ma questo è il progetto per il futuro”.

POGGIO AZIENDA VINICOLA
Un capitolo a parte merita l’azienda vincola Poggio di Vignole Borbera, sempre in provincia di Alessandria ma all’estremo confine con la Liguria: per intenderci, siamo a pochi chilometri dall’outlet dell’abbigliamento di Serravalle Scrivia (buon motivo per combinare le due visite). Ci troviamo nella preziosa sottozona delle “Terre di Libarna”. Ezio e Mary Poggio, fratello e sorella, lui enologo, lei farmacista, rappresentano la terza generazione di una famiglia che vive nel mondo del vino da 50 anni, che da circa 15 anni ha iniziato a produrre in proprio, appoggiandosi anche su una filiera di piccole aziende agricole limitrofe, alcune delle quali condotte da giovani viticoltori. “Il Timorasso nasce qui come vitigno, in Val Borbera – sottolinea Mary – poi è stato portato nel Tortonese. A un certo punto scomparve per via delle malattie della vite e dello spopolamento delle valli, con gli abitanti della zona attirati dalle industrie, nelle grandi città come Genova, nel dopoguerra. Negli anni 90 Walter Massa ha avuto il merito di cominciare la riscoperta di questo autoctono. Noi siamo arrivati un po’ più tardi, nel 2002, avviando la produzione”. Nella Valle Borbera e nella limitrofa Valle Spinti, negli anni 40, c’erano 275 ettari di vigneto, tutti persi. Oggi in produzione ce ne sono una decina, tutti inseriti nella sottozona Terre di Libarna della Doc Colli Tortonesi. Quella della famiglia Poggio è stata una scommessa: “Abbiamo iniziato a impiantare Timorasso nella speranza che di lì a pochi anni fosse riconosciuta la Doc, altrimenti avremmo dovuto estirpare – sottolinea Mary -. Fortunatamente l’abbiamo ottenuta e abbiamo deciso di chiamare questa sottozona ‘Terre di Libarna’ in onore del sito archeologico di Libarna, che si trova a 4 Km da noi: un’antica cittadella romana, del II secolo avanti Cristo, che godeva di una fiorente viticoltura in Val Borbera e Spinti”.

I vigneti del Poggio si trovano tutti a un’altezza compresa tra i 450 ai 550 metri sul livello del mare. Le viti, come nel Tortonese, affondano le radici in un terreno argilloso e calcareo. Ma le grandi escursioni termiche permettono di produrre un Timorasso da degustare a tutti i costi. Diverso da quello di Tortona e Vho: un Timorasso dall’acidità ancora più spiccata. Con una gradazione alcolica inferiore anche di due gradi rispetto alla media tortonese, che si aggira sui 14 – 14,5%, compensata però da una balsamicità magicamente avvolgente. I risultati ottenuti dal Poggio dalla prima vendemmia del 2008, fa pensare ai coraggiosi Ezio e Mary che avrebbero potuto produrre con successo anche una versione spumantizzata. Ed è così che nel 2010 nasce Lusarein, ottenuto in purezza da uve Timorasso, raccolte precocemente, ottenendo una “base” da 11,5 gradi. Uno charmat d’autoclave lunga (6 mesi), imbottigliato a 12,5 gradi. Di colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, Lusarein sfodera una spuma leggera con perlage fine e persistente. Al naso note minerali e agrumate. In bocca una sapidità piuttosto spiccata, cui fa eco un’acidità notevole: caratteristiche che invitano al sorso successivo, che si chiude con un retrogusto amarognolo. Ottimo come aperitivo, può essere abbinato a primi e secondi di pesce, ma anche alle carni bianche. Di Lusarein 2014 sono state prodotte 4 mila bottiglie. Ottimi, del Poggio, anche L’Archetipo e il Caespes, ottenuti sempre da uve Timorasso 100%. Caespes è il base, di cui degustiamo l’annata 2014, già pronta a sorprendere per la grande acidità che regala una beva facile, ma tutt’altro che banale. Si sale ulteriormente di livello con L’Archetipo 2013, dalla notevole vena balsamica, che diventa ancora più profonda e fresca nella vendemmia 2011, davvero degna di nota. Tutti vini ottenuti da rese per ettaro basse, sotto i 50 quintali. Un numero che, per la vendemmia 2015, è sceso addirittura a 35 quintali. Diciottomila le bottiglie prodotte complessivamente dal Poggio, tutte all’insegna di una grande qualità.

AZIENDA AGRICOLA RICCI
Di grande pregio anche la produzione dell’azienda Azienda Agricola Ricci, situata in via Montale Celli 9, Costa Vescovato. Una realtà alla quale ci siamo avvicinati in occasione del Vinitaly 2015. Carlo Daniele Ricci, il titolare, si è ormai specializzato nella produzione di un Timorasso senza pari. Il viaggio tra i sapori (e i colori) di questo uvaggio inizia con Terre del Timorasso 2013, vinificato in acciaio. Vino di un giallo dorato, sfodera un naso non particolarmente intenso, preludio tuttavia di un palato caldo e persistente. Si passa dunque a San Leto 2009, ottenuto mediante fermentazione e affinamento in acacio. San Leto 2006 stupisce per l’intensità olfattiva, che sfiora le tinte balsamiche. Giallo di Costa 2011 scorre nel calice tingendolo di un ambra allettante, che in bocca diventa piacere puro, tanto risulta morbido e rotondo il nettare, nonostante il calore dei suoi 14 gradi di alcol in volume. Giallo di Costa 2007, è l’eleganza fatta vino. E San Leto 2004 la ciliegina su una torta di una produzione di altissimo livello. “Lavorare bene in vigna – commenta il produttore Carlo Daniele Ricci – è il primo passo per ottenere vini di grande equilibrio. Conosco ogni singolo componente dei terreni che coltivo, avendo effettuato per anni delle ricerche accuratissime che mi permettono di capire come sarà il vino ancor prima di produrlo. Nell’area di produzione del Timorasso c’è grande rispetto per l’ambiente e unità tra produttori. Siamo partiti come carbonari, contro tutti i commercianti di vino e le cantine sociali. Dopo 20 anni di fatiche e battaglie, possiamo finalmente affermare che il territorio ce l’abbiamo in mano noi, produttori attenti alla terra e all’ambiente”. Quale immagine migliore per la Doc Colli Tortonesi?

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Calici di Stelle ad agosto: in piazza la costellazione del vino toscano

E’ una vera e propria costellazione quella che le decine di aziende vitivinicole toscane hanno disegnato nella mappa della Toscana. E’ così che il Movimento Turismo del Vino Toscana si prepara per la settimana che dal 6 al 14 agosto vedrà i festeggiamenti di Calici di Stellec in tutti i territori del vino toscano. Una intera settimana durante la quale le aziende aderenti al Mtv Toscana promuoveranno iniziative dal tramonto in poi per avvicinare, far conoscere e far divertire le migliaia di visitatori che in quei giorni approfitteranno dell’ormai tradizionale evento promosso in collaborazione con l’associazione Città del Vino. “Un grande appuntamento che ogni anno vede le nostre aziende protagoniste – spiega il presidente del Movimento Turismo del Vino Toscana, Violante Gardini – e per quest’anno abbiamo deciso di presentarci come una costellazione, perché così pensiamo come Movimento le nostre aziende, una rete in grado di promuovere il sistema vino di questa regione che in quei giorni raggiungerà il picco di visitatori da tutto il mondo”. Cibo di strada con Calici di Stelle. E’ il tema pensato dal Movimento Turismo del Vino Toscana per questa edizione. Nella solo giornata del 10 agosto infatti, le tante aziende aderenti ospiteranno un produttore di cibo di strada in rappresentanza di un prodotto e una regione. Un abbinamento insolito che nasce dalla collaborazione per questa edizione del Mtv Toscana con l’associazione nazionale Streetfood che da anni ha rivalutato il cibo di strada certificandone la tradizione, l’origine e la storia. Ogni azienda ospiterà un produttore abbinando un vino. Dal classico panino con il lampredotto o con la porchetta, agli arancini e alle panelle siciliane, passando per i fritti marchigiani o le bombette di Alberobello.

IL PROGRAMMA
Dalle terre del Brunello a quelle del Nobile, passando per Chianti, Val d’Orcia e arrivando fino alla Maremma e alle coste nord della Toscana. Le tante aziende che prenderanno parte all’iniziativa (su www.mtvtoscana.com il programma dettagliato territorio per territorio) organizzeranno inoltre, nel periodo dal 6 al 14 agosto, numerose iniziative, dalla musica all’arte, passando per lo spettacolo, con degustazioni particolari che avranno come filo conduttore il cielo stellato della Toscana. Calici di Stelle è l’evento nato oltre dieci anni fa per promuovere il vino italiano durante il periodo estivo. Il 10 agosto di ogni anno, la notte di San Lorenzo, nelle piazze e nelle cantine italiane gli enoappassionati sono protagonisti del brindisi più atteso dell’estate. Movimento Turismo del Vino e Città del Vino, l’associazione dei comuni vitivinicoli d’Italia, si uniscono per dare vita ad un evento che si sviluppa con una miriade di appuntamenti, dalla Val d’Aosta alla Sicilia. Vino e offerta culturale, insieme alla magia dei territori sotto le stelle, sono l’abbinamento vincente della manifestazione, in una formula che unisce la filosofia del buon bere a eventi, spettacoli, design e arte.

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Pavia Wine, un sabato di vino per l’Oltrepo Pavese

Pavia Wine, l’evento organizzato da Comune di Pavia, Provincia di Pavia, Distretto Urbano del Commercio del Comune di Pavia, Consorzio Tutela Vini Oltrepo Pavese, Distretto del Vino di Qualità e il Paniere Pavese per promuovere le tipicità enogastronomiche del territorio della provincia di Pavia. Una giornata di degustazioni ed eventi sabato 18 giugno, a partire dalle 16.30, tra Corso Garibaldi e Ponte Coperto.

PONTE COPERTO
Degustazioni non stop dei vini dell’Oltrepo pavese durante tutta la manifestazione.
16.30 Apertura ufficiale della manifestazione, con accompagnamento di un quartetto di sassofonisti dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Franco Vittadini”
18.00 Il Pinot Nero e le sue sfumature: degustazione guidata a cura di Roberto Pace, delegato FISAR
19.00 Il vino incontra la buona cucina: Elisabetta Balduzzi e Guido Conti presentano il “Ricettario tradizionale della Lomellina e del Pavese”
20.00 Il Pinot Nero e le sue sfumature: degustazione guidata a cura di Roberto Pace, delegato FISAR
20.30 Degustazione risotto con pasta di Salame di Varzi e Bonarda e prodotti tipici del Paniere Pavese
21.30 Degustazione risotto con pasta di Salame d’Oca di Mortara e Zucca Bertagnina di Dorno e prodotti tipici del Paniere Pavese
22.30 Degustazione risotto con Cipolle Rosse di Breme e Metodo classico e prodotti tipici del Paniere Pavese

CORSO GARIBALDI
Apertura serale dei negozi in Corso Garibaldi
17.30 Attività di live painting a tema, in Piazzetta Azzani, nell’ambito della manifestazione “Pavia Street Art”
19.30 Musica Live al Bliss Pavia
19.30 Musica Live al Bar Italia

E questo non potrebbe che essere l’antipasto. Giovedì 23 giugno, infatti, l’Enoteca Regionale della Lombardia  di Cassino Po celebra il Metodo Classico dell’Oltrepò Pavese, “magia del Pinot nero”, in abbinamento a caviale e storione prodotto dall’azienda agricola Pisani Dossi di Cisliano (MI).

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Vino argentino protagonista al Milano Latin Festival

Trenta etichette di vino argentino, più due di vino cileno. Giusto per non farsi mancare niente, tra un boccone e l’altro di empanadas. Non solo danze al Milano Latin Festival 2016. Il vino sudamericano sarà infatti grande protagonista dell’evento che ogni anno attira migliaia di appassionati di musica e balli latino americani. L’appuntamento per tutti i winelovers è all’enoteca dell’importatore Federico Guillermo Bruera, allestita proprio all’interno degli spazi del Milano Latin Festival, in viale Milanofiori ad Assago, alle porte di Milano. Un appuntamento che ha preso il via lunedì 6 giugno e animerà la movida milanese fino al 16 agosto. “Abbiamo deciso di approfittare di questa bella opportunità offerta dal Milano Latin Festival – spiega Bruera, che a Genova gestisce l’impresa di import Via dell’Abbondanza – per far conoscere a più persone possibili il vino argentino e, in generale, quello sudamericano. Uno spazio enoteca che si affiancherà alla consueta rummeria, divenuta ormai una tradizione”. Federico Guillermo Bruera, del resto, importa da 11 anni vini argentini e sudamericani in Italia. Conosce il mercato. E sa dove puntare il mirino, per fare centro. “Al Milano Latin Festival – spiega – propongo una selezione di etichette prevalentemente provenienti dall’Argentina, scelte tra le 120 a nostra disposizione”. Venti le cantine argentine interessate. Una sola quella cilena. Qualche consiglio? Cascherete sempre in piedi, scegliendo un vino ‘a caso’ della Bodega del Fin del Mundo di San Patricio del Chañar, uno di Bodega La Rural Rutini Wines o di Bodega Santa Julia di Mendoza. Per chi vuole provare qualcosa di davvero alternativo c’è il liquore di Yerba Mate, un’erba dalle miracolose proprietà benefiche per l’organismo. “Pur essendo l’Italia uno dei maggiori Paesi produttori di vino – evidenzia l’importatore Bruera – il consumatore italiano è particolarmente curioso e sperimenta volentieri. Il mercato dei vini argentini e sudamericani, in Italia, è in crescita non solo nella ristorazione, ma anche nelle enoteche. Ed è sempre più facile trovare vini del Sud America anche in ristoranti che non propongono esclusivamente cucina latina”. Il giro d’affari, per Bruera, si assesta sulle 100 mila bottiglie l’anno. Numeri che fanno di Via dell’Abbondanza un vero e proprio riferimento, nel Belpaese. “Non a caso – commenta Bruera – siamo stati fornitori esclusivi per il ristorante argentino del Padiglione Argentina, a Expo Milano 2015. E siamo organizzatori e creatori del Malbec World Day Milano, dove si degustano ogni anno più di 60 Malbec, nel mese di aprile”. Insomma: il via alle danze è stato dato lunedì. Adesso, in alto i calici.

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Giugno, it’s Franciacorta time: The Floating Piers prima del Festival d’Estate

È sempre più vicino il 18 giugno, giorno dell’inaugurazione di The Floating Piers, ultima e attesissima opera di Christo, nome col quale è noto il progetto artistico dei coniugi Christo Vladimirov Yavachev. Tutta la Franciacorta è in fermento per il grande evento, soprattutto ora che il bel tempo permette di ammirare l’installazione che prende forma, espandendosi un pezzo alla volta, nelle acque del lago d’Iseo. I comuni lacustri – non senza qualche polemica dei residenti – sono già da tempo preparati ad accogliere curiosi e turisti, attirati dalla spettacolare passerella lunga 3 km per una superficie di circa 70 mila metri quadrati. Grazie alla stretta collaborazione con il Comune di Sulzano, il Consorzio per la Tutela Franciacorta sarà protagonista per tutta la durata dell’evento con l’esclusivo Wine Bar, ospitato sul lungo lago di Sulzano (Lido di Sulzano) in una struttura autoportante di 55 mq coperti, creata nel 2015 per l’evento di Expo Milano. Il grande pubblico potrà trovare qui e nell’ampio patio frontale il luogo perfetto per degustare varie tipologie di Franciacorta, in abbinamento a raffinati piatti del territorio a cura della Lanzani Bottega & Bistrot. Per meglio comprendere l’opera evento di Christo risulta imperdibile la visita al Museo Santa Giulia, dove è stata inaugurata il 7 aprile la mostra Water Project, realizzata da Germano Celant. Fino al 18 settembre saranno presentati i progetti realizzati dall’artista ungherese e dalla moglie Jeanne-Claude, legati all’elemento dell’acqua. In perfetta sintonia con l’atmosfera di festa, anche gli appuntamenti con i concerti di Note di Franciacorta, dove la magia della musica e la poesia del vino si incontreranno nel cuore delle più suggestive cantine di Franciacorta. Ma le proposte non finiscono qui: spettacoli, happening, mostre e degustazioni avranno il loro clou nel weekend del 25-26 giugno con il Festival Franciacorta d’Estate, che coinvolgerà  cantine, ristoranti, chef e musicisti per la realizzazione di eventi a tema dedicati alla scoperta del territorio, dei suoi vini, cibi e prodotti. I prati della nobile dimora di Palazzo Monti della Corte faranno da cornice alla grande festa conclusiva del Festival, dove domenica 26 giugno, gli ospiti potranno stendersi per un raffinato pic nic e provare le tante prelibatezze proposte nelle aree dedicate allo street food realizzato da rinomati chef, al barbecue e, ovviamente, al banco d’assaggio per la degustazione dei Franciacorta di oltre 60 cantine.

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Cortona Doc: alla scoperta del territorio con “Visita le Cantine”

Porte aperte in cantina a Cortona, il 29 maggio, quando nove aziende vitivinicole del territorio apriranno le proprie aziende al pubblico degli enoturisti. “Visita le cantine”, questo il titolo dell’iniziativa ormai consolidata negli anni promossa dal Consorzio Vini Cortona per avvicinare il pubblico alla vita delle aziende vitivinicole del territorio. “Continuiamo ogni anno con questa iniziativa voluta dal Consorzio e tanto gradita ai nostri associati – spiega il presidente del Consorzio Vini Cortona, Marco Giannoni – che ogni anno porta a Cortona migliaia di turisti che con la scusa di degustare i nostri vini, hanno l’opportunità di scoprire paesaggio, arte, storia e cultura, tutti elementi che noi vogliamo legare al messaggio contenuto in ogni bottiglia della nostra Doc”. Ricco il programma della giornata promosso dalle singole cantine. Dalle 10 alle 19 di domenica 29 maggio gli enoturisti potranno godere non solo delle degustazioni dei vini in abbinamento a prodotti tipici locali, ma anche a tante iniziative collaterali che ogni singola azienda ha in programma. Si va dalla degustazione emozionale in vigneto, allo spettacolo teatrale a tema vino, al trekking tra le viti sorseggiando vino, fino a vere e proprie feste all’interno delle cantine che hanno dato la loro disponibilità a partecipare all’evento.

Tra i protagonisti di questa giornata non ci saranno solo i vini e le cantine, ma anche tutto il territorio di Cortona, dagli etruschi all’architettura del borgo, che saranno presi d’assalto da un pubblico molto preparato che cerca nuove emozioni e che negli ultimi anni è cresciuto in maniera esponenziale. «E’ uno degli impegni che ci siamo presi nel nuovo mandato appena cominciato quello di rafforzare il rapporto tra amministrazione e consorzio per promuovere il territorio – continua il presidente Giannoni – è per questo che stiamo cercando di portare nel mondo, con le nostre iniziative, un messaggio che comprende tutto il sistema turistico locale perché ‘Cortona Doc’ porta dentro il  nome di questa città non a caso”.

Le cantine partecipanti sono le seguenti: Baldetti Alfonso, Cantine Faralli, I Vicini, La Braccesca, Leuta, Palazzo Vecchio, Pasini Roberta, Stefania Mezzetti, Vecchia Cantina. Sul sito del Consorzio Vini Cortona (www.cortonavini.it) è possibile trovare tutte le informazioni e i programmi delle singole aziende. Il vino a Cortona rappresenta sempre di più un importante indotto economico. Dalla creazione della Doc Cortona le aziende si sono moltiplicate di anno in anno e il settore ha richiamato numerosi investimenti. Attualmente vengono prodotte in media oltre un milione di bottiglie all’anno, mentre il valore economico, con un fatturato medio che supera i 3 milioni di euro. Oltre 500 sono gli addetti ai lavori coinvolti, senza contare l’indotto (tra turismo e aziende artigiane) che rappresenta per questo borgo toscano. A livello di mercati nel 2014 la bilancia è protesa verso l’estero per il 60% circa. Usa, Nord Europa sono i principali mercati, ma sono in crescita il Canada, Brasile, Cina e Giappone. La restante fetta percentuale va in Italia, Toscana, Lombardia e Lazio in particolare.

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Radici del Sud 2016: a Bari trionfa il vino meridionale

Sono 183 le aziende produttrici di Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia che parteciperanno con oltre 420 diverse etichette a Radici del Sud 2016 in scena a Bari, dal 7 al 13 giugno. Il gran numero di adesioni conferma, secondo gli organizzatori, “la piena fiducia da parte delle cantine all’evento di marketing e promozione che negli ultimi 10 anni ha dato un prezioso  contributo al comparto dei vini da vitigno autoctono di Puglia e del meridione”. Novità sarà l’assetto della giuria. Quest’anno, infatti, varia in modo sostanziale rispetto al passato. Invece di essere divisi in gruppi diversi, quello estero e quello nazionale, tutti i giornalisti degusteranno insieme i vini in concorso nella stessa giuria. L’altra sarà invece composta dalla compagine dei compratori e degli importatori, anche in questo caso sia italiani che stranieri provenienti da 13 paesi esteri (Svezia, Finlandia, Norvegia, Danimarca, Gran Bretagna, Olanda, USA, Canada, Giappone, Lituania, India, Polonia e Brasile). Per arricchire la già ampia selezione dei vini, per la prima volta Radici del Sud accoglierà in concorso, anche gli spumanti ottenuti da uve autoctone, con metodo charmat o classico, suddivisi in bianchi, rosé e rossi.

Radici Del Sud 2016 contempla una serie di attività che si svilupperanno nell’arco di più giornate, alcune dedicate agli incontri BtoB (8-10 giugno) fra i buyer e gli esperti esteri con i produttori di vino, altre dedicate alla conoscenza delle realtà produttive del meridione attraverso la visita diretta delle cantine da parte della stampa estera. Il 13 giugno sarà la giornata dedicata al pubblico enoappassionato.  Dalle 10 fino alle 20, presso l’Una Hotel Regina di Bari, circa 150 aziende di vino accoglieranno il pubblico di settore italiano e straniero. I visitatori potranno così, presso i banchi d’assaggio, conoscere le diverse produzioni delle cantine e dialogare direttamente con il produttore informandosi sulle peculiarità delle etichette. Inoltre, ci saranno anche gli stand di piccoli produttori locali di salumi e formaggi e i giovani chef dell’Istituto Eccelsa che durante la prima parte del Salone proporranno piatti a i visitatori.

Alle 19.30 andrà in scena la conferenza conclusiva “Alle origini della sostenibilità” e per l’occasione interverranno numerosi ospiti stranieri e italiani tra cui i rappresentanti delle associazioni pugliesi di settore come Assoenologi, Le Donne del Vino, Vinarius, Slow-wine e DeGusto Salento. “Ci sarà l’occasione di trovare punti di convergenza riguardo alla sostenibilità – spiega  Nicola Campanile, patron di Radici del Sud – confrontandoci tra i vari attori del settore vino e dell’agroalimentare. Preservare il bene della terra significa garantirgli lunga vita, migliorare la qualità e il valore identitario della vite e del suo habitat per salvaguardare l’unicità della nostra agricoltura come valore culturale tra i più apprezzati al mondo; è in questo ambito che si consuma la sfida dei prossimi anni”. A fine conferenza saranno resi noti e premiati i vini vincitori dell’XI edizione di Radici del Sud e poi, a partire dalle 20,30, inizierà la grande festa dedicata ai 420 vini in libera degustazione insieme alla cucina di osti e chef tra i migliori del sud Italia.

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Wine Discovery Milano: dal 2017 un “Vinitaly Verona Bis” in Lombardia

Un “patto di non concorrenza”, che prevede la realizzazione di un evento denominato “Wine Discovery”, gestito da Veronafiere. A Milano. Fiera Milano e l’ente autonomo veronese provano così a rispondere “all’esigenza di creare sinergie di filiera nell’interesse degli operatori del settore agroalimentare”. “Wine Discovery” Milano 2017 sarà dunque curata dalla Vinitaly International Academy. Ma in trasferta nel capoluogo lombardo. Coinvolgerà la produzione italiana e internazionale, esperti del mondo vitivinicolo e sommelier “in eventi di promozione e formazione professionale rivolti agli operatori”. “Grazie a questo accordo – spiega Corrado Peraboni, amministratore delegato di Fiera Milano – le due società fieristiche mettono a fattore comune la propria esperienza superando logiche di parte per creare un’offerta in linea con le attese di un mercato maturo e sempre più orientato all’internazionalizzazione”. Per Peraboni “è il riconoscimento che Milano fa del ruolo di Verona nel settore del vino: Vinitaly è una eccellenza del made in Italy, che è compito di tutti tutelare”. Sant’Ambrogio benedice San Zeno, insomma. E il matrimonio fa contenti un po’ tutti, in un periodo in cui tante aziende del settore cominciano a guardare con sempre maggiore interesse gli eventi fieristici esteri (vedi Prowein), snobbando Vinitaly.

“Questa nuova partnership strategica tra Verona e Milano – commenta Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – rappresenta un esempio per l’intero sistema nazionale delle fiere. Come auspicato dal settore agroalimentare si mettono da parte i localismi, con l’obiettivo di unire le forze e sostenere insieme un comparto che, nel 2015, ha raggiunto un export di 36,8 miliardi di euro, in crescita del 7,4% sull’anno precedente”. In un mercato fieristico sempre più competitivo e internazionale, Veronafiere e Fiera Milano scelgono “di ottimizzare le risorse, creando sinergie di filiera tra le manifestazioni per lo sviluppo del business di espositori e operatori”. “L’accordo – continua Mantovani – finalmente attua in concreto quel percorso di razionalizzazione voluto dall’ex viceministro del Mise Carlo Calenda e portato avanti dal suo successore, Ivan Scalfarotto e dal Ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina. La collaborazione con Fiera Milano ci permette di capitalizzare ulteriormente il know how vitivinicolo, forte del successo della 50ª edizione di Vinitaly e del padiglione Vino – A Taste of Italy a Expo 2015″. Veronafiere e Fiera Milano hanno anche stabilito di valutare, entro un mese dalla edizione congiunta 2017 di SaMoTer e Transpotec Logitec (Verona, 22-25 febbraio), la realizzabilità di un piano industriale per lo svolgimento in contemporaneità delle due rassegne anche nelle edizioni successive.

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ViniVeri 2016: tutto pronto per la 13ma edizione a Cerea

Dall’8 al 10 Aprile a Cerea, nei pressi di Verona, si svolgerà la tredicesima edizione della manifestazione ”ViniVeri 2016”. Quest’anno l’evento partirà anticipatamente rispetto al solito calendario per non sovrapporsi ad altre manifestazioni vinicole organizzate in zona nelle stesse giornate come il Vinitaly. Tutte le aziende che prenderanno parte a ViniVeri 2016 seguono la ”regola” del Consorzio ViniVeri, che non prevede metodi ”bio” o ”non bio”, ma che indica semplicemente le azioni che permettono a una produzione di esprimersi pienamente e raggiungere l’obiettivo di ottenere un vino in assenza di accelerazioni e stabilizzazioni, recuperando il miglior equilibrio tra l’azione dell’uomo ed i cicli della natura. Fanno parte del Consorzio ViniVeri quindi, coltivatori che applicano una filosofia produttiva rispettosa dell’ambiente e delle biodiversità, agricoltura sostenibile che va oltre la certificazione europea. Un modello che non vuole imporsi a nessuno, ma che chiede libertà di esistere svincolato dai numerosi cavilli burocratici previsti dalla legge. I vignaioli ”veri” portano anche avanti da anni la battaglia dell’etichetta trasparente, carta d’identità del prodotto che dovrebbe indicare tutti gli ingredienti contenuti, al pari di un qualsiasi prodotto alimentare. Oltre ai soci del consorzio Cappellano, Giuseppe Rinaldi, Ezio Cerruti, Ezio Giacomo Trinchero, Serafino Rivella, Eugenio Rosi, Casa Coste Piane, Castello di Lispida, La Castellada, Dario Princic, Zidarich, Vodopivec, Ronco Severo, Mlečnik, Slavček, Massa Vecchia, Podere Luisa, Carla Simonetti, Walter Mattoni, Oasi degli Angeli, Paolo Bea, Praesidium, PaneVino, Salvatore Ferrandes, Cantina Ninnì saranno presenti anche un centinaio di ”artigiani del vino” indipendenti tra cui alcuni internazionali che presenteranno le ultime produzioni imbottigliate, anteprime e vecchie annate.
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A Courmayeur il 26 marzo e il 25 aprile i vini valdostani fanno il bis

Lunedì 25 aprile Courmayeur ospiterà la prima edizione del ”Courmayeur Wine Fest”, evento organizzato da A.B.I. Professional Valle d’Aosta (Associazione Barmen Italiani) e da A.I.S. Valle d’Aosta (Associazione Italiana Sommelier). Dalle ore 11 alle ore 19 sarà possibile degustare ed acquistare le migliori etichette valdostane lungo la centrale via Roma, al Museo Trasfrontaliero e al Jardin de l’Ange. Non solo
vino, ma anche prodotti gastronomici, musica, animazioni, passeggiate in carrozza con un occhio di riguardo anche per i più piccoli. ”La Valle d’Aosta ha una forte tradizione vinicola, un patrimonio di esperienze e tradizioni che in questi ultimi anni è stato valorizzato da investimenti e studi mirati, e da un’accresciuta professionalità di tutti i produttori” ha raccontato a Vini e Sapori Bernardo Ferro, coordinatore regionale ABI Professional e Capo Barman del Grand Hotel Royal e Golf di Courmayeur, ideatore della manifestazione insieme al sommelier Francesco Stella, dell’AIS Valle d’Aosta. I vini valdostani sono migliorati qualitativamente, ottenendo anche importanti riconoscimenti, e una vetrina come quella del Courmayeur Wine Fest permette di presentarli al grande pubblico in una cornice prestigiosa”. Nel 2012 Courmayeur aveva lanciato una manifestazione simile la ”Royal Wine Festival Courmayeur”, che purtroppo non aveva avuto riscontro di pubblico, finita nell’oblio e con la gioia dei pochi fortunati visitatori che avevano potuto godersi vini e produttori in tranquillità. La ”Courmayeur Wine Fest” sembra avere un approccio completamente diverso che parte dalla strada, più in linea con le tendenze di altre manifestazioni che altrove  raccolgono sempre molto successo di pubblico. Oltre all’evento di strada, in serata, presso il prestigioso Grand Hotel Royal e Golf, è stato organizzato un aperitivo dove sarà possibile degustare il Wine Cocktail, creazione dedicata all’evento e a seguire una cena con gli Chef de Montagne stellati che per l’occasione hanno realizzato piatti diversi a base di prodotti locali che verranno proposti in abbinamento da A.I.S. Valle d’Aosta ai più premiati vini valdostani.  Sabato 26 Marzo, sempre Courmayeur, ospiterà la seconda edizione di ”Vignerons@Courmayeur” evento in parte benefico, dato che il ricavato della vendita dei calici andrà ad una associazione sportiva, l’Associazione Sport Per Tutti ”ASPERT” che opera in Valle d’Aosta. Un vero e proprio tour enologico organizzato con navette che si sposteranno, alla scoperta dei vini valdostani, tra gli hotel aderenti dove sarà possibile degustare vini e prodotti tipici. Tra le cantine partecipanti segnaliamo Cave des Onze Communes, della quale abbiamo già recensito il Valle d’Aosta Doc Torrette, Cave Mont Blanc recentemente indicata da Ian D’Agata in Inghilterra come eccellenza delle realtà cooperative italiane per il suo Blanc de Morgex de La Salle in arrivo a breve sulla nostra pagina, ma anche l’ imperdibile azienda Ermes Pavese.

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Torna Fiera Birra Artigianale Forlì: corsi di degustazione e homebrewing il piatto forte

Venerdì 1, sabato 2 e domenica 3 aprile torna Fiera Birra Artigianale Forlì. L’evento, organizzato da Estrela Fiere, giunge quest’anno alla Terza Edizione e si terrà all’interno dei locali della Fiera di Forlì, in Via Punta di Ferro, 2.

Alla manifestazione saranno presenti più di 20 birrifici, per un totale di oltre cento birre artigianali, oltre a operatori di street food che per l’occasione proporranno al pubblico prodotti gastronomici d’eccellenza per accompagnare le bevute.

Durante i tre giorni della Fiera non mancheranno musica e aree adibite all’intrattenimento e al divertimento ma anche momenti di approfondimento che coinvolgeranno tutti gli appassionati. Come il “Corso di Degustazione Birra” di Unionbirrai Beer Tasters e il laboratorio “L’arte dell’homebrewing: produrre la birra in casa”, tenuto dall’Associazione UNper100.

GLI  APPUNTAMENTI
Per tutti coloro che volessero approfondire la propria conoscenza sulla birra artigianale, appuntamento immancabile è il corso breve di avvicinamento alle birre tenuto da Unionbirrai Beer Tasters.

Il Corso di Degustazione si terrà sabato 2 aprile durante la Fiera, tratterà svariati argomenti e seguirà i seguenti orari: dalle 12:00 alle 13:30 – Storia e degustazione; dalle 14:30 alle 16:00 – Ingredienti e produzione; dalle 16:30 alle 18:00 – Geografia della birra; dalle 18:30 alle 20:00 – Servizio e abbinamento. Durante ogni lezione è prevista la degustazione di tre birre. Per info e iscrizioni: corsidegustazione@unionbirrai.com.

Per tutti gli amanti dell’artigianale ecco il corso “L’arte dell’homebrewing: produrre la birra in casa”, un momento di approfondimento curato da UNper100. Il corso si terrà domenica 3 aprile alle ore 18. Per l’occasione, l’associazione illustrerà a tutti i presenti i metodi di produzione, gli ingredienti e le attrezzature necessarie per diventare un perfetto homebrewer. Non mancherà una dimostrazione pratica che coinvolgerà i presenti.

Oltre alla birra artigianale e all’ottimo street food a Fiera Birra Artigianale Forlì non mancheranno momenti musicali. Mirco Cattani & Dj Funkys animeranno il dj set, con i seguenti orari: venerdì 1 aprile dalle 19:30 alle 2; sabato 2 aprile dalle 18:30 alle 2; domenica 3 aprile dalle 18:30 alle 23.

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Slow Food e Ais Veneto insieme per Asolo Wine Tasting

Una giornata per scoprire i segreti che rendono unici i vini dell’Asolo Montello: dalla tutela della biodiversità al recupero di varietà e tradizioni antiche. Domenica 8 maggio torna Asolo Wine Tasting, la quinta edizione dell’evento organizzato dal Consorzio Vini Asolo Montello dedicata alla valorizzazione dei vini del territorio. L’appuntamento è nel borgo medievale di Asolo (Treviso), all’interno della Sala Comunale di Palazzo Beltramini, dalle 10.30 alle 20:00 con la collaborazione di Slow Food e di Ais Veneto. Nella giornata di domenica 8 maggio, tra i banchi di assaggio dei produttori partecipanti, i visitatori potranno scoprire attraverso i vini, tutti i segreti di questa zona vitivinicola. In particolare si potrà scoprire l’attenzione nella tutela della biodiversità: i Colli di Asolo e del Montello sono luoghi integri, dove convivono boschi e fonti d’acqua, dove oltre alla coltura e la cultura della vite ci sono altri prodotti agricoli come patate, mele, ciliegie, piselli, fagioli e altri presidi di eccellenze gastronomiche. Si potrà conoscere inoltre l’Asolo Prosecco Superiore Docg nelle sue diverse versioni, in particolare l’Extra Brut – Asolo è l’unica denominazione nel panorama del Prosecco che può definire la tipologia Extra Brut nelle bottiglie prodotte con la Docg – ed il ColFondo – il Prosecco rifermentato in bottiglia e senza sboccatura, come da tradizione di queste zone. Non solo, tra gli stand anche i vini prodotti in seguito alla ricerca sui lieviti autoctoni del territorio. L’evento è aperto al pubblico. Il costo della degustazione dei vini sarà di 10 euro, comprensivo di tasca e bicchiere souvenir.
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A Roma torna Enotica: vino ed Eros dal 18 al 20 marzo

Tutto pronto a Roma per la VI edizione del Festival del Vino e della Sensualità, ”Enotica”, evento dedicato al connubio immortale tra Vino ed Eros. Un percorso sensoriale alla scoperta del piacere della condivisione di un bicchiere di vino che si articolerà tra le Centocelle del Forte Prenestino, centro sociale occupato ed autogestito dal 1986. La manifestazione, organizzata
dall’enoteca del centro sociale nata nel 2008, prosegue il percorso avviato nel 2004 con l’organizzazione della prima edizione di Terra e Libertà Critical Wine, figlia dell’incontro tra Luigi Veronelli enologo anarchico e i movimenti da sempre sensibili ai problemi della terra, dell’agricoltura e dell’ambiente. L’appuntamento è dal 18 al 20 marzo. Non un vino qualunque e commerciale, ma il vino critico degli artigiani del vino. Produttori di vino naturale, biologico o biodinamico, non filtrato, frutto di colture virtuose. Realtà agricole che hanno scelto di operare con logiche distanti da quelle delle produzioni agricole di massa. Un’occasione, quella di Enotica, non solo per i consumatori più avvezzi o gli habitué, ma anche per i più scettici per avvicinarsi a questa tipologia di vino che va spiegato per essere compreso ed eventualmente apprezzato.  Non aspettatevi sommelier in livrea con taste de vin, ma solo contadini genuini portavoce di questo ”sovversivo” nettare. Oltre al vino, cibi biologici e biodinamici prodotti della stessa filosofia e tanto divertimento con proiezioni cinematografiche, concerti, dj set, spettacoli di cabaret e mostre, solo per chi è disposto a lasciarsi andare.
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L’eroico rosso replica a settembre: in scena lo Sforzato

Pare prematuro, ma in Valtellina, a Tirano, hanno già bloccato l’agenda per il weekend del 17-18 Settembre 2016. Protagonista di quel fine settimana sarà il vino più celebre della Valtellina, lo Sfursat. Primo rosso passito secco che si è fregiato della Docg nel 2003, lo Sforzato è frutto di un’attenta selezione di uve nebbiolo appassite sui graticci e di un lungo affinamento in legno e in bottiglia. “Eroico rosso Sforzato wine festival” il nome della manifestazione dedicata al prodotto più rappresentativo del territorio. L’evento sarà promosso già al Vinitaly 2016. Il consorzio turistico ha infatti preparato un pieghevole da distribuire a Verona durante quella che è l’ideale vetrina mondiale per fare promozione. “Per non arrivare ad organizzare all’ultimo momento, questo rappresenta un piccolo primo passo per dire che già ci siamo” ha dichiarato Nino Negri, presidente del consorzio turistico.
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birra

Boom della birra artigianale. E il Mastro Birraio fa tendenza

Giovane, proveniente da altri settori professionali. E soprattutto consumatore. E’ il profilo del “Mastro Birraio” di oggi, professione negli ultimi anni tornata alla ribalta grazie a un boom di consumo di birra e birra artigianale (e naturale) in particolare. A Tirreno C.T., la fiera dedicata al mondo dell’ospitalità e della ristorazione a CarraraFiere fino al 2 marzo prossimo, la presenza di micro birrifici è in forte aumento. Dato questo che va ad aggiungersi anche alla crescita in fiera di fornitori per questo comparto, con la tecnologia che cresce.

Dal punto di vista produttivo, ma anche e soprattutto della tecnologia legata a questa produzione. “Impressionante come quest’anno si sia andati incontro a una tendenza di crescita del genere – spiega Paolo Caldana, organizzatore di Tirreno C.T. – e uno dei motivi è che questa fiera rappresenta l’incontro tra operatori, in questo caso abbiamo puntato molto sia sull’aspetto fornitori che produttori”.

Il settore della birra artigianale è in forte crescita tanto che Coldiretti parla addirittura di 1.900% di micro birrifici negli ultimi dieci anni. Secondo i dati di Assobirra tra il 2010 e il 2014 il dato è quasi raddoppiato, sono passati da da 186 a 443 e oggi sono oltre 600 i piccoli stabilimenti artigianali che hanno sede in Italia e rappresentano quasi il 3% della produzione nazionale.

Sono quindi una realtà importante che è stata in grado di garantire oltre mille e cinquecento nuovi posti di lavoro, soprattutto giovanile. In termini di fatturato, sottolinea Unionbirrai, oltre il 60% dei birrifici guadagna tra i 100mila e gli 800mila euro, e oltre il 51% si avvale di personale a tempo indeterminato. E a crescere sono anche i volumi prodotti, 445 mila ettolitri in media in un anno, +2,2% rispetto al 2011 e pari al 3,3% degli ettolitri totali di birra prodotti in Italia.

QUANTA BIRRA SI BEVE
Sempre secondo Assobirra, la birra si beve tutto l’anno e addirittura sono stati 2,4 milioni di ettolitri quelli bevuto durante le feste natalizie. I consumi sono pressoché raddoppiati da 16,7 a 29 litri procapite in pochi anni.

E la “bevanda rinfrescante” di allora è al centro della curiosità del pubblico femminile, dato che l’Italia è il Paese con il più alto numero di consumatrici di birra in Europa (6 su 10), pur mantenendo il minor consumo procapite e un approccio a questa bevanda nel segno della moderazione e del consumo a pasto.

La birra è la bevanda alcolica preferita dagli under 54 (secondo uno studio Ipsos-AssoBirra) e nell’80% dei casi viene bevuta “a pasto”, quindi in modo responsabile e secondo uno stile di consumo definito “Mediterraneo”, ossia senza eccessi e in maniera consapevole.

Sempre secondo Coldiretti sono oltre 30 milioni gli appassionati consumatori di birra per un consumo procapite annuo di 29 litri, molto poco rispetto a Paesi come la Repubblica Ceca con 144 litri pro capite, l’Austria 107,8, la Germania 105, l’Irlanda 85,6, il Lussemburgo 85 o la Spagna 82. La birra italiana vola però all’estero con le esportazioni praticamente triplicate negli ultimi dieci anni con un aumento record del 28% nel 2015.

Il nostro Paese resta il mercato con i maggiori volumi di import di birra (pari a 6 milioni e 175mila ettolitri nel 2013), complice anche una competizione fiscale sleale da parte di vari paesi europei, fondata su norme nazionali poco rigorose sulla denominazione del prodotto (gradi plato) che permettono di commercializzare a prezzi molto competitivi (e con una tassazione più bassa) birre di minor qualità, che rischiano di mettere fuori mercato gli operatori italiani.

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Live Wine 2016, il vino artigianale al Palazzo del Ghiaccio di Milano

Si preannuncia spumeggiante la prossima edizione di Live Wine, al Palazzo del Ghiaccio di via Piranesi 14, a Milano. L’appuntamento è un must per gli amanti del buon vino: in degustazione i prodotti di 140 cantine italiane e internazionali, attentamente selezionate da Ais Lombardia e da “Vini di Vignaioli” Fornovo, realtà che ha come scopo “la tutela dei vini sani, che esprimono il loro territorio e la loro annata”. Vini “vivi e digeribili”, dunque, la cui produzione “non è soggetta alla moda del momento ma solo alla natura”. Si aprono le danze sabato 5 marzo, dalle 14 fino alle 20. Domenica 6 marzo l’appuntamento è dalle 12 alle 20, con area dedicata appositamente ai bambini. Lunedì 7 marzo, invece, porte aperte dalle 10 alle 17. Sono molte le attività collaterali che caratterizzeranno l’edizione 2016 di Live Wine. Quattro degustazioni uniche saranno condotte da Samuel Cogliati (iscrizioni al sito: http://www.livewine.it/it/incontri-e-degustazioni-guidate-2016/): “Loira: il territorio, i vignaioli, i vini” e “Jura: il territorio, i vignaioli, i vini”, con intervista e degustazione assieme a François Morel; “Laguna nel bicchiere”, alla scoperta dei rarissimi vini di Venezia; e infine “Champagne: Blanc de…quoi?”, un percorso alla cieca nel cuore della Francia.

Inoltre l’imperdibile occasione di conoscere le leggendarie birre Lambic del birrificio belga Cantillon, in un percorso curato dall’esperto Patrick Böttcher. Tra gli eventi del ‘fuori salone’ Live Wine Night segnaliamo il party dedicato al “buon bere” e alla musica dal vivo, organizzato con la collaborazione del ristorante Un Posto a Milano a Cascina Cuccagna, sabato 5 marzo, dalle 20.30 in via Cuccagna 2. Durante il salone sarà possibile acquistare i vini direttamente dagli espositori e degustare anche cibo artigianale di qualità. L’ingresso al pubblico costa 16 euro, che diventano 13 per i soci Ais. Per gli operatori Horeca 10 euro, previa iscrizione al link: http://www.livewine.it/it/operatori/.

LA DEGUSTAZIONE
I vini in degustazione avranno caratteristiche ben precise, legate alle tecniche di produzione dei vignaioli che aderiscono all’evento. Invalicabile, per esempio, il limite di 50 mg/l di solforosa totale per i vini rossi (la legge ne permette fino a 150 mg/l). Limite di 70 mg/l di solforosa totale per i vini bianchi e rosati (la legge ne permette fino a 200 mg/l). Limite di 100 mg/l di solforosa totale per i vini dolci (i limiti di legge vanno dai 200 ai 300 mg/l a seconda delle tipologie). Vini, inoltre, che presenteranno una varietà di colori differente da quelle canoniche, capaci di discostarsi dal classico “giallo paglierino” o dal “rosso granato”, ottenuti dalla vinificazione di vitigni autoctoni.

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”In vino veritas” debutta a Torino, weekend all’insegna del vino

Al via da stasera 19 Febbraio fino alla mezzanotte di Domenica 21, presso l’area MRF Mirafiori di Corso Settembrini a Torino la manifestazione ”In Vino Veritas”.
Tre giorni all’insegna di vino, cibo e spettacolo faranno rivivere una delle area post industriali più grandi della città. Circa 40 aziende vinicole italiane per un totale di 120 etichette e 30 truck food per soddisfare qualsiasi voglia di dolce o salato: goloserie da nord a sud, dall’arancino al bretzel.
L’ingresso è gratuito, le degustazioni a pagamento con l’acquisto dei ticket. Squadre di sommelier guideranno gli eno appassionati tra vini di eccellenza italiana. Tra gli altri sarà possibile gustare i pregiati rossi piemontesi di Ca’ del Baio, Ceretto, Gianni Doglia, Pira Luigi e Rivetto, i rosè del Trentino di Kossler e Merotto, le bollicine lombarde di Betella e Monsupello e i bianchi del Veneto rappresentati da Ca’ Rugate. Inoltre sarà  possibile partecipare a corsi di degustazioni guidati dal sommelier Renato Stella. (Foto La Stampa)

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Barolo e Barbaresco conquistano Milano. A Claudio Sadler e Vittoria Della Cia i premi Go Wine

Evento record a Milano per l’associazione piemontese Go Wine. Ben 580 persone hanno partecipato ieri pomeriggio all’evento dedicato al Barolo e al Barbaresco, diventato ormai un punto di riferimento fisso a febbraio per il pubblico milanese. Una straordinaria attenzione del popolo meneghino nei confronti dei grandi Nebbioli di Langa, ma anche del Roero. Nel corso dell’evento, Go Wine ha assegnato uno speciale riconoscimento agli Amici dei Grandi Rossi di Langa e Roero. Nella quarta edizione del premio la scelta è stata riservata alla grande ristorazione e alla comunicazione. Il premio alla ristorazione è stato assegnato a Claudio Sadler, figura di assoluto riferimento della ristorazione di Milano (è anche il presidente dell’Associazione Le Soste dal 2012).

Il premio alla comunicazione è strato assegnato alla Rivista La Cucina Italiana, con in sala la direttrice Vittoria Dalla Cia, che ha portato con sé una copia anastatica del primo numero della Rivista uscito il 15 dicembre 1929. Se la direttrice Dalla Cia ha evidenziato “l’attenzione della sua rivista a comunicare con sempre più attenzione il vino e guardare ai tanti curiosi che a questo mondo si affacciano fra gusti e abbinamenti con i piatti”.

Sadler, sullo slancio degli ultimi mesi di Expo ha auspicato “un anno di successi per i grandi Rossi di Langa e Roero, vini che non tradiscono mai il consumatore che hanno nella ricerca costante della qualità uno dei segreti del loro piacere della loro affidabilità”.

Grande soddisfazione per l’associazione Go Wine con un ringraziamento ai molti produttori “per aver condiviso lo spirito della serata e al grande pubblico di Milano che rappresenta uno dei punti di forza dello sviluppo dell’associazione in Italia”.

IL BANCO D’ASSAGGIO

Un evento, quello che interessa i grandi vini Barolo e Barbaresco, che Go Wine propone da oltre 10 anni nel capoluogo lombardo. Milano da sempre è una piazza di riferimento per i grandi rossi di Langa e rappresenta uno delle aree su cui testare il mercato italiano all’inizio del nuovo anno.

Oltre 40 aziende presenti, a rispecchiare il mix che caratterizza l’enologia di Langa e Roero: aziende storiche, vigneron pluripremiati, realtà che si stanno gradualmente consolidando.

E’ stata l’occasione per la prima uscita ufficiale della nuova annata del Barolo 2012, con molte etichette presentate. Stili e interpretazioni si sono confrontate in sala e la degustazione comparata ha nuovamente esaltato una percezione di gioco di squadra in cui alla base vi è la valorizzazione del nebbiolo, con i suoi profumi, la finezza, ma anche forza e struttura.

Molte aziende hanno presentato riserve o annate anteriori. In qualche desk si è potuta addirittura confrontare una mini verticale su un singolo cru. Insomma, una degustazione di grande qualità che ha pienamente confermato le attese.

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L’Amarone della Valpolicella sbarca a Bologna

A pochi giorni dalla presentazione dell’Amarone 2012 un nuovo appuntamento per conoscere e apprezzare questo grande vino della Valpolicella. La manifestazione, curata dal Consorzio di Tutela dei Vini di Valpolicella, Ais Emilia Romagna, Associazione Arte e Vino e You Wine ha lo scopo di far scoprire e approfondire le grandi emozioni che può regalare il “Re della Valpolicella” che a seconda della vinificazione, del terroir e dello stile delle diverse aziende colpisce tutti per la sua qualità unica. Unica data quella del 6 marzo, aperta sia agli operatori del settore che agli appassionati. Dalle 10.30 alle 19 al Palazzo Albergati di Zola Predosa, Bologna, saranno presenti cantine con banchi di assaggio di vino e prodotti tipici. In programmazione, previa prenotazione, anche due interessanti laboratori con degustazione. Alle 15 sarà la presidentessa dell’Ais Annalisa Barison a proporre una degustazione a tema “le declinazioni dell’Amarone”, mentre alle 17,30 sarà il maestro sommelier Roberto Gardini a guidare gli appassionati tra “Esuberanza, sensualità, personalità dell’Amarone”.

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Il vino è “femmina”. Ecco la Festa delle Donne del Vino

Sabato 5 marzo, in oltre venti cantine e luoghi del vino di tutta la Toscana, si celebra per la prima volta in Italia la Festa delle Donne del Vino. Un appuntamento unico nel suo genere, nato da un’idea di Donatella Cinelli Colombini, neo presidente nazionale dell’Associazione Donne del Vino, la realtà che raggruppa produttrici, enologhe, enotecarie, giornaliste, esperte e sommelier, legate al mondo del vino al femminile, e promosso dalla delegazione toscana. “Un appuntamento che mancava e che abbiamo deciso di far nascere proprio in Toscana, patria del vino al femminile – spiega la delegata toscana delle Donne del Vino, Antonella D’Isanto – con l’obiettivo di inaugurare un percorso che renda la donna sempre più protagonista anche nella scelta e nell’abbinamento di questo prodotto, fino a oggi ancora troppo declinato al maschile”.

“IL VINO IN TAVOLA”
Le aziende aderenti promuoveranno nell’arco della giornata eventi di diversa natura. Si va dal corso di bon ton a tavola, all’abbinamento vino e cibo (rigorosamente fatto tra chef, produttrice e sommelier donna), passando per veri e propri corsi su come si comunica il vino alle donne e tanto altro ancora. Oltre venti cantine condotte da donne daranno vita a un evento primo in Italia che insieme vuol celebrare l’importanza della donna nella società, ma ancor più in un settore, quello del vino, che ancora oggi è visto dal punto di vista dell’uomo. “Un’iniziativa che vale anche una scommessa – dice la Presidente delle Donne del Vino, Donatella Cinelli Colombini – ma che potrà essere un punto di riferimento nel tempo per sviluppare un cambiamento di approccio delle consumatrici di vino che oggi sono sempre in numero maggiore e sempre più esigenti”.  L’elenco delle cantine partecipanti e i relativi programmi sarà disponibile su www.festadonnedelvino.it 

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Ostuni e Milano, gemellaggio a “colpi” di vino pugliese per Carnevale

Imperdibile e soprattutto gratuito l’evento in programma per il 12 e il 13 febbraio al Siam di via Santa Marta 18, a Milano. Sarà sufficiente versare la cauzione per bicchiere e borsina per poter degustare vini rossi e rosati direttamente dalla Puglia, portati in degustazione dalla città bianca di Ostuni. Un’ottima opportunità per conoscere e apprezzare una realtà storicamente votata al vino da tavola, che negli ultimi anni ha saputo tuttavia
produrre “nettari” unici, per corpo e qualità: Castel del Monte e Primitivo per citarne solo alcuni. Una regione, la Puglia, attenta a cogliere le proprie potenzialità in ambito vinicolo e anche turistico: l’evento infatti è concepito come una sorta di fuori salone della Bit. Per chi non ha più l’età per festeggiare il carnevale ambrosiano, per chi vuole dare un contenuto diverso al consueto “giro in centro” e respirare un po’ di “mediterraneo2 a Milano, Wine at 5Vie sembra una buona occasione. Durante la manifestazione sarà possibile degustare, oltre a un’attenta selezione di prodotti pugliesi, anche vini di produttori provenienti da tutta Italia tra cui Bussi Piero, Tenuta Mazzolino, il Gruppo Vignaioli La Castellana (Tenuta Salvaterra e Villa Giona), Marchese Luca Spinola, Corte Fusia, Tenute Pacelli, Tenuta San Giaime, Torre degli Alberi, Tenuta Castello di Grumello, Marcato Vini. In programma, inoltre, showcooking di piatti tipici della cucina pugliese, musica e pizzica di artisti locali, oltre all’immancabile mozzarella che sarà preparata “live”.

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Febbraio, dal Brunello al Sagrantino di Montefalco: un mese di eventi di vino. Winelovers avvertiti

Febbraio non è solo il mese di Carnevale e San Valentino, è un mese di-vino. È davvero imbarazzante la scelta di appuntamenti per gli appassionati di vini, noi di vinialsupermercato.it ve ne segnaliamo solo alcuni. Se siete a Roma il primo weekend di febbraio non potete mancare l’ottava edizione dei “Vignaioli naturali a Roma”. Il 6 e il 7 febbraio presso l’hotel Excelsior di via Vittorio Veneto oltre 100 produttori italiani e non e pure qualche birra artigianale sapranno stupirvi e accompagnarvi con passione alla ricerca di profumi, sentori, equilibri e sfumature eccellenti dei loro sogni racchiusi in bottiglia”, parola dell’organizzatrice Tiziana Gallo. Se invece preferite gustare vino fronte mare, 70 vignaioli naturali vi aspettano al palazzo della borsa valori di Genova per “Vinnatur Genova 2016” con produttori italiani, francesi, portoghesi e sloveni. La settimana successiva ci si può spostare in Toscana dove le ore della giornata dovrebbero essere il doppio considerati tutti gli eventi in programma. Il 12 e il 13 febbraio alla Fortezza da Basso di Firenze workshop con oltre 250 importatori internazionali che incontreranno oltre 200 aziende toscane per il consueto “Buy Wine” evento peraltro collegato alle numerose anteprime toscane che vi riassumiamo brevemente, si fa per dire. Il 13 febbraio presso l’hotel Star Michelangelo anteprime di toscana dei seguenti consorzi: Consorzio Morellino di Scansano, Consorzio Montecucco, Consorzio Vini Cortona, Consorzio Vini di Carmignano, Consorzio Valdarno di Sopra Doc, Consorzio Bianco di Pitigliano e Sovana, Consorzio Vino Colline Lucchesi, Consorzio Maremma Doc. Il 14 febbraio si degusta il Chianti Docg 2015 e la riserva 2013, il 15 e il 16 alla Leopolda è la volta del gallo nero, Chianti Classico.

LE ANTEPRIME
Il 17 febbraio in trasferta a San Gimignano, città delle torri per la sua Vernaccia e in serata si parte per Montepulciano per le anteprime Nobile di Montepulciano nella Fortezza di Montepulciano. A concludere la tuscany Wine week, al chiostro del Museo di Montalcino “Benvenuto Brunello”. Tra il 19 e il 22 febbraio i produttori presenteranno il Brunello 2011, la riserva 2010, il Rosso di Montalcino 2010, il Moscadello di Montalcino e il Sant’Antimo. Se la Toscana vi ha stancato, potete optare per l’Umbria che, a Perugia, con la seconda edizione Anteprima Sagrantino prova a valorizzare i suoi prodotti: il 22 e il 23 febbraio il consorzio Montefalco presenterà il Sagrantino di Montefalco 2011 secco e passito, ma anche il Montefalco Rosso Doc 2014, Riserva 2013 e la versione Montefalco Bianco. Luca Maroni è il vostro idolo? Allora non potete mancare alla presentazione del suo nuovo libro. A Roma dall’ 11 al 14 febbraio imperdibile presentazione della guida “I migliori vini” con premiazioni, degustazioni e tanto altro. Gli eventi di vini naturali si “sprecano” a febbraio. Perché non visitare a Piacenza, dal 20 al 22 febbraio, l’ottava edizione di “Sorgentedelvinolive2016”: tre giorni dedicati al vino, ma anche ad altri prodotti coltivati nel rispetto della natura e delle persone. Il Piemonte e i suoi vini a febbraio sono in trasferta negli States con Slow Wine e addirittura sui fiordi norvegesi per degustazioni dei loro prodotti con operatori locali. Se non vi potete permettere di seguire i vini all’estero, vi consigliamo un evento più economico firmato Gowine. Il 18 febbraio, a Milano potrete degustare Barolo, Barbaresco e Roero.

ANCHE ALL’UNIVERSITA’
Se siete studenti universitari, ma si accettano pure fuori corso appassionati di vino, allo Iulm a Milano, il 27 febbraio l’università ospiterà i “Tre Bicchieri Gambero Rosso”. L’anno è bisesto e allora quale miglior modo per passare il 29 febbraio e annaffiare nel vino le superstizioni. Tutti a Bologna per “Bologna Super Wines”, banco d’assaggio per intenditori ed enoappassionati sempre a cura dell’associazione Go Wine. E della birra, importante realtà con i suoi 800 micro birrifici non vogliamo parlare? Rimini Fiera dal 20 al 23 Febbraio vi aspetta con Beer Attraction,, l’International craft breweries show propone degustazioni, corsi, laboratori e la premiazione del birraio dell’anno. Davvero tante proposte insomma. Tra una fiera, una presentazione di un libro ed un corso per la birra, non dimenticatevi di continuare a seguirci: ci trovate su Facebook, su Twitter, ma soprattutto nelle corsie del supermercato. In cerca di vini buoni. O “cattivi” da sconsigliarvi.

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