Si terrà a Roma, lunedì 23 e martedì 24 settembre 2019, presso il Palazzo dei Congressi dell’EUR (Piazza John Kennedy, 1) dalle ore 10:00 alle ore 21:00, la prima edizione di Roma Bar Show, evento internazionale dedicato interamente al mondo del beverage.
Masterclass, talk e conferenze, eventi collaterali, un fuori salone dedicati al trade e al pubblico, stand delle principali aziende e del settore, il food pairing e lo street food, il caffè, ma soprattutto liquori, vini, spiriti, birra, distillati, i migliori bartender e i loro cocktail, per un evento che coinvolgerà l’intera città di Roma.
Professionisti del settore e ospiti internazionali interverranno per condividere le proprie esperienze e conoscenze su trend e novità del settore. Nella sua prima edizione Roma Bar Show celebrerà il Centenario del Negroni, declinato nelle interpretazioni di rappresentativi bartender italiani.
Tra le aree tematiche il Mexico Village, che racconterà con l’agave, il tequila e il sotol, le tradizioni legate a questa terra, grazie a un cocktail bar in stile messicano con guest bartender di diverse realtà del panorama internazionale; la Gin Area grazie alla collaborazione con IlGin.it che convoglierà le aziende del settore gin italiane e straniere; la suggestiva Terrazza del Palazzo dei Congressi con il suo splendido belvedere che abbraccia l’intera città di Roma che celebrerà l’aperitivo italiano con una serie di eventi.
Tra le iniziative in programma, la finale italiana di “The Vero Bartender”, cocktail competition targata Montenegro che si svolgerà martedì 24 settembre, ma anche l’arrivo di “La Classica 2019” evento ciclistico promosso da Martini Racing, che quest’anno vedrà la sua conclusione a Roma Bar Show coinvolgendo ciclisti bartender provenienti da tutto il mondo.
“Il progetto Roma Bar Show – spiegano gli organizzatori – nasce dall’esigenza del trade, delle aziende e degli addetti ai lavori, di ritrovarsi e confrontarsi in un evento italiano di profilo internazionale con lo scopo di elevare le attività della spirit industry e della mixology in Italia. Fin da questa prima edizione, la manifestazione ha l’obiettivo di divenire la fiera leader in Italia dedicata al mondo del bar, del beverage e dell’accoglienza”.
La due giorni è promossa e organizzata da RIBS SRL di Andrea Fofi, Fabio Bacchi, Leonardo Leuci e The Jerry Thomas Project e Giuseppe Gallo. La partnership di Acqua San Pellegrino garantirà ai visitatori acqua per tutta la manifestazione, Ghiaccio Facile fornirà gli spazi espositivi e i bar all’interno del Roma Bar Show ghiaccio di alta qualità. L’APP “Tu Drink”, integrata per la manifestazione consentirà ai visitatori di orientarsi tra spazi espositivi, eventi e attività fuori salone.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Si tiene a Roma, sabato 2 e domenica 3 marzo 2019, presso il Salone delle Fontane all’Eur (via Ciro il Grande, 10) l’ottava edizione di Roma Whisky Festival. Imperdibile appuntamento per tutti coloro che vivono il mondo del whisky, Roma Whisky Festival si conferma un evento ricco di degustazioni, masterclass, seminari sulla mixology, incontri e, per il secondo anno consecutivo, stand dei migliori cognac e armagnac, affidati a esperti del settore con l’obiettivo di creare appuntamenti ad alto contenuto di “spirito”.
Ma anche, per la prima volta, una mostra dedicata al design e all’architettura di una distilleria in costruzione in Scozia. Il tutto con la direzione artistica di Andrea Fofi, affiancato dai whisky consultant, Pino Perrone, Andrea Franco e la scozzese Rachel Rennie.
La passata edizione ha registrato un incremento di pubblico del 15% rispetto al 2017, con circa 4500 visitatori in due giorni, a fronte di 60 aziende di whisky e 10 di cognac e armagnac presenti, oltre alle 10 aziende extra-whisky (food, sodati, bar tools) e i 6 cocktail bar presenti. Oltre 70 i giornalisti accreditati e oltre 2000 le etichette rappresentate con whisky provenienti da: Scozia, Irlanda, Galles, Stati Uniti, Canada, Giappone, India, Francia, Italia, Islanda, Taiwan e Australia.
L’ottava edizione presenterà masterclass di noti brand e ospiti internazionali del mondo della miscelazione, che terranno seminari e talk. Noti già alcuni speaker per i seminari mixology, figure di spicco del bartending internazionale, tra cui Leonardo Leuci del Jerry Thomas Speakeasy, Gabriele Manfredi ex Oriole Bar di Londra e Filippo Sisti della rivelazione milanese Talea. Inoltre, i mini-corsi da 25 minuti sull’ABC del whisky per i neofiti curata dalla Whisky Academy del festival nella figura della Brand Ambassador Chiara Marinelli.
Confermata l’area Cognac e Armagnac, l’area Cocktail Bar rappresentata da 4 note realtà romane (Jerry Thomas Speakeasy, Drink Kong, Argot e Freni e Frizioni) e quella food.
All’interno del salone, come di consueto, ampio spazio dedicato alle bottiglie vintage e rare, presenti quest’anno grazie alla nota casa d’aste online Katawiki. In occasione del Festival sarà anche presentato come ogni anno il nuovo imbottigliamento ufficiale in serie limitata di Roma Whisky Festival, che quest’anno vedrà il whisky scozzese Caol Ila protagonista.
La manifestazione nasce nel 2012 grazie alla passione per gli eventi di uno dei due fondatori, Andrea Fofi e per quella del whisky da parte di Rachel Rennie, ma soprattutto per la mancanza a Roma di un evento sul mondo del distillato.
La compagine si è allargata con l’arrivo di Pino Perrone, Emiliano Capobianco e Andrea Franco e la manifestazione è cresciuta in modo esponenziale, al punto tale da poter essere annoverata tra i Festival internazionali di maggior rilievo.
“L’ottava edizione – sottolinea Andrea Fofi – vuole essere l’edizione delle conferme nonché del preludio a futuri cambiamenti che apporteremo negli anni a venire per rafforzare il Brand RWF sul mercato. La crescita della manifestazione, considerata ormai tra le più importanti a livello internazionale, è evidente e ne siamo fieri e felicissimi. Non possiamo non riconoscere lo sforzo e la fiducia riconosciutaci dalle aziende partecipanti e dal pubblico numerassimo che ci segue durante tutto il corso dell’anno nei nostri eventi e attività di formazione”.
“Fiducia – continua Andrea Fofi – che di anno in anno tentiamo di ripagare attraverso la proposizione di nuovi contenuti: quest’anno ad esempio vi sarà, la Bowmore Room Experience, una mostra dedicata all’architettura e al design nel mondo del whisky presentata dallo studio di architettura Threesixty Architecture di Glasgow, impegnato nella progettazione di una nuova distilleria a Edimburgo. Ma anche la presenza di nuovi ospiti internazionali, momenti di intrattenimento e attività promozionali e di comunicazione sempre più importanti”.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
La birra artigianale di qualità avrà anche quest’anno un’importante vetrina su Roma. Si terrà nei gironi 6, 7 ed 8 ottobre la quinta edizione di “EurHop! Roma Beer Festival”, il salone della birra artigianale divenuto ormai un importante riferimento internazionale.
Oltre 50 birrifici artigianali italiani ed internazionali, due banchi di 45 metri con più di 300 spine (virtualmente il pub più lungo d’Europa), più di 350 birre in degustazione. Questi i numeri dell’evento allestito nei 2000 metri quadrati del Salone delle Fontane dell’Eur, il noto quartiere a sud della capitale.
EurHop! Roma Beer Festival è un evento a invito. La selezione dei birrifici partecipanti è stata effettuata da “Ma Che Siete Venuti a Fà”, storico pub attivo dal 2001, e “Publigiovane”, editrice della rivista di settore “Fermento Birra Magazine”. Spazio sia alle eccellenze ed ai birrifici storici d’Italia e del mondo (Birrificio Italiano, Baladin, Cantillon, Bruxton, solo per citarne alcuni) che alle novità ed alle piacevoli riconferme.
Momenti di incontro, didattica, cibo, musica e degustazioni guidate “live” (sarà presente anche Lorenzo Dabove, detto “Kuaska”, famoso beer taster internazionale), nonché mappa dell’evento e descrizione di tutte le birre presenti completano il quadro di un evento in cui addetti ai lavori, appassionati e semplici curiosi possono affrontare un viaggio consapevole nel mondo brassicolo.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Lo avevamo anticipato già il 28 novembre scorso, in occasione dell’appuntamento annuale di Piacenza 2016. Sabato 13 e domenica 14 maggio 2017, al Salone delle Fontane all’Eur, oltre 200 vignaioli aderenti alla Fivi, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti saranno i protagonisti del Mercato dei Vini di Roma. La prima assoluta per la combattiva federazione capitanata da Matilde Poggi.
Non un semplice banco d’assaggio (qui i vini da non perdere), ma un vero e proprio mercato in pieno “stile Fivi”, dove fondamentale è l’incontro e la condivisione. Due giorni dove il pubblico potrà incontrare vignaioli provenienti da tutta Italia, dialogare con loro, assaggiare i loro vini e acquistarli. A questo scopo saranno a disposizione cestini e carrelli.
“La scelta di fare un secondo Mercato a Roma – dice Matilde Poggi, presidente Fivi – nasce dalla volontà della Federazione di coinvolgere sempre più i produttori del sud d’Italia e dalla volontà di creare un’occasione di incontro tra i vignaioli stessi e gli appassionati del Mezzogiorno che magari non sono riusciti a partecipare a quello di Piacenza. Ci auguriamo che lo stesso spirito di festa e condivisione che si è respirato lì a novembre invada anche il Salone delle Fontane”.
L’immagine della locandina di questa prima edizione del Mercato di Roma è stata realizzata dall’illustratore torinese Marco Cazzato, già autore per FIVI di quella dell’edizione 2014 del Mercato di Piacenza. Gli orari di apertura del Mercato dei vini sono dalle 11.00 alle 19.00. Ingresso € 15.00 giornaliero (ridotto per soci AIS – FIS – FISAR – ONAV – AIES e SLOW FOOD).
IL MERCATO DEI VINI DI ROMA IN BREVE
Dove: Salone delle Fontane, via Ciro il Grande, 10-12, 00144 Roma
Quando: sabato 13 e domenica 14 maggio 2017
Orario di apertura al pubblico: dalle 11.00 alle 19.00
Ingresso: 15 euro, comprensivo di bicchiere per degustazioni (ingresso giornaliero)
I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Dwight Stanford, un lavoro ce l’aveva. In America. Chirurgo generale. Apriva e ricuciva pazienti, nella sua clinica di Kansas City, Missouri. Poi, la svolta. Anche Antonella Lonardo, un lavoro l’avrebbe avuto. Una cattedra all’Università di Napoli. Docente ordinaria, dopo la laurea in Archeologia. Ebbene. Ci ha rinunciato. Ancor prima di cominciare. Il richiamo della terra è una questione di vita o di morte per i vignaioli Fivi. L’americano che molla tutto e si trasferisce a Offida, nella sperduta provincia di Ascoli. E l’avellinese che dopo tanti sacrifici sui libri capisce cosa vuole davvero: proseguire il cammino segnato dai genitori, titolari di un’azienda agricola ben avviata, a Taurasi. Storie di vino. Storie di vignaioli che, nel weekend scorso, si sono resi protagonisti del Mercato dei Vini della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi), nei padiglioni di Piacenza Expo, pronto ora allo storico sbarco nella capitale, Roma, il 13 e 14 maggio 2017 all’Eur.
“Sopra la stessa zolla. Sotto la stessa goccia. Nello stesso letame”: questo il messaggio lanciato dai viticoltori nel corso della sesta edizione della manifestazione, che ha chiuso con più di 9 mila ingressi la due giorni nel capoluogo emiliano (+50% rispetto all’edizione 2015). Citazione della retroetichetta delle bottiglie di Prosecco di Luigi Gregoletto, vignaiolo Fivi dell’anno. Un segnale forte, in un periodo in cui il vino e i vignaioli sono sotto accusa, in particolare nella zona di Conegliano-Valdobbiadene. In un’arena piena di colleghi il vignaiolo di Miane, premiato come Vignaiolo dell’anno, ha commosso i presenti con il suo discorso. Un inno alla terra e al suo rispetto.
“Dalla mia vita e dalle mie esperienze – ha raccontato Gregoletto – posso dire che la terra va rispettata, va amata, perché la terra è madre e sa ricompensare. Anche oggi che produrre molto è facile e produrre poco è altrettanto facile. Produrre equilibrato nel rispetto della terra, della sua conservazione e della qualità del prodotto, è molto più difficile. Ma sono convinto che questa sia la via da affrontare e sono altrettanto convinto che la terra non delude. La terra ti può fare meno ricco, ma sicuramente più signore”.
I MIGLIORI VINI DEGUSTATI Signori vini, quelli in degustazione al “Mercato” di Piacenza. I bianchi di Ermes Pavese, vignaiolo valdostano di Morgex, mostrano tutte le potenzialità del vitigno autoctono Prié Blanc. Il metodo classico Pas Dosé, 24 mesi sui lieviti si rivela complesso, sapido, minerale, di persistenza balsamica. Più pronto del Pas Dosé 18 mesi, ancora giovane, come evidenzia un’acidità spiccata e di prospettiva. Anche Nathan, il barricato di casa Pavese, è un buon compagno da dimenticare in cantina e riscoprire tra qualche anno.
Dalla Valle D’Aosta ci spostiamo in Friuli Venezia Giulia, dai Vignai Da Duline. La cantina di Villanova (Udine), visitata nelle scorse settimane da Angelo Gaja e dal suo staff, porta sugli scudi Malvasia Istriana e, soprattutto, Friulano Giallo: antico biotipo di Tocai, risulta meno produttivo ma più resistente alle malattie. Duecento ceppi in totale, che nelle annate migliori i coniugi Lorenzo Mocchiutti e Federica Magrini tramutano in magnum d’occasione. Memorabile la vendemmia 2015 di Giallo di Tocai, in degustazione: note speziate di zenzero e curcuma si legano a doppio filo ai terziari conferiti dal legno. Naso rigoglioso, cui fa eco un palato morbido, ricco, carico di vitalità. Da provare anche Morus Alba, unione tra i cru di Malvasia Istriana e Sauvignon che esprime l’idea di territorialità dei Vignai Da Duline.
Un passo più in là ecco Weingut Abraham. A presentarla Martin Abraham. Personaggio schivo, presenta in degustazione una batteria interessantissima. Tra i Pinot Bianco svetta la vendemmia 2013. Lungo periodo sulle fecce e due anni in botte seguono una raccolta dei migliori grappoli, da viti del 1955. L’acidità spiccata gioca con note esotiche che, tanto al naso quanto in bocca, spaziano dal mango alla banana. Un Pinot Bianco salino, che darà il meglio di sé nei prossimi due, tre anni. Solo 600 le bottiglie prodotte. Una vera perla.
Straordinario anche il Traminer 2014 di Martin Abraham. Meno aromatico di quanto ci si possa aspettare, spariglia le carte con un olfatto tipico e un palato che, al contrario, spinge maggiormente sulla mineralità. La vendemmia 2013 di Traminer è ancora più concentrata, ma conserva i medesimi tratti. Ottimi anche i rossi del vignaiolo altoatesino di Appiano (Bolzano). Upupa Rot 2013 è il blend tra Schiava (95%) e Pinot Nero (5%), vino “dritto” sulle acidità più che sulle note fruttate tipiche dei due vitigni. Sublime il tannino espresso, così come elegante risulta quello del 100% Pinot Nero 2013, timido in ingresso, pronto poi ad aprirsi sul classico bouquet di sottobosco.
Ecco dunque Edi Keber, friulano di Cormons, Gorizia. Il suo Collio 2015 è fresco e fruttato. In degustazione anche una più evoluta vendemmia 2012, che mostra tutta la potenzialità d’invecchiamento dell’uvaggio storico Tocai, Malvasia Istriana e Ribolla. Giallo dorato, naso minerale che richiama il terroir, frutta meno stucchevole e meglio bilanciata da un’acidità viva. “Un vino da aspettare”, come conferma al banco il giovane vignaiolo Kristian Keber.
Non poteva mancare la Lombardia, con una vera e propria “chicca”. E’ Bastian Contrario, 100% Trebbiano dell’azienda Lazzari di Capriano del Colle, provincia di Brescia. Novecentotrenta bottiglie, numerate. La vendemmia in degustazione è la 2014. Giallo dorato, naso di miele millefiori e tipica nota botritica. Al palato pieno, sapido ed elegante. Morbido, nonostante l’acidità spiccata. Fondamentali i diradamenti dei tralci di Trebbiano, in vigne di età superiore ai 20 anni. “L’obiettivo – spiega Davide Lazzari – è quello di ridurre il carico produttivo fino a non più di 60 quintali di uva per ettaro: si spinge così sulla surmaturazione con vendemmia tardiva a fine ottobre. Attendiamo dunque l’attacco botritico, che contribuisce a un’ulteriore concentrazione delle rese. Il 50% del mosto fermenta direttamente nella barrique in cui resterà in affinamento per 12 mesi”. L’abbinamento perfetto? Quello con i formaggi grassi delle valle Orobiche.
Ecco dunque l’incontro che non t’aspetti. Quello con Ps Winery di Offida, Ascoli Piceno. Una cantina a metà tra le Marche e gli Stati Uniti d’America. Chiedere per credere ai due soci fondatori, Raffaele Paolini e Dwight Stanford. Galeotto fu il master di Scienze Gastronomiche organizzato da Slow Food del 2006, presso la Reggia di Colorno. I due si conoscono lì e la passione per il vino fa il resto.
“Dopo 25 anni di lavoro in clinica ero un po’ stanco – spiega Dwight (nella foto con la moglie, conosciuta al Bravio delle Botti di Montepulciano) – volevo un anno sabbatico. Ho deciso così di aderire al master di Slow Food. Mi avevano assicurato che tutte le slide sarebbero state in inglese. Ma quando sono arrivato, mi sono reso conto che non era così! Passavo i pomeriggi a tradurre i pochi appunti, studiando su Internet cosa fosse esattamente, per esempio, il Parmigiano Reggiano. Proprio in quei giorni mia madre è venuta a mancare e ho deciso di reinvestire l’eredità, assieme ai soldi che avevo messo da parte in tanti anni di lavoro, nell’acquisto di alcuni terreni, assieme al mio compagno di corso Raffaele”. I due scelgono i cloni, le varietà. E trasformano interi campi coltivati a erbe mediche in vigna. “Il primo anno è stato fantastico – ammette Dwight – anche se abbiamo dovuto mandare via l’enologo. A quello poi ho ovviato io, laureandomi in enologia”.
Da provare l’Incrocio Bruni 54 di Ps Winery, dal prezzo strabiliante di 10 euro (in cantina). Si tratta del risultato dell’incrocio, per impollinazione, di Verdicchio di Jesi e Sauvignon Blanc. “Una pianta legnosissima – spiega Raffaele Paolini – tutt’altro che elastica, già a maggio. Delicatissima nel periodo della fioritura, ha un grappolo spargolo”. Solo 14, in tutta la regione, le cantine che lo allevano. Ps Winery ne ha 1.500 ceppi, distribuiti su un quarto di ettaro. Di colore giallo paglierino con riflessi dorati, il Marche incrocio Bruni 54 Igt di Ps Winery richiama il Verdicchio e la sua carica minerale, al naso. Al palato è un concentrato di struttura e di calore, ben espresso dagli oltre 15 gradi di percentuale d’alcol in volume. La sapidità è il secondo tratto distintivo del magnifico terroir Marche, espresso anche in questo Incrocio.
Di Ps Winery splendido anche il Syrah 2013 (24 mesi tra barrique e tonneau). Ai frutti rossi maturi rispondono a livello olfattivo percezioni floreali di viola, che poi lasciano spazio a complessi terziari di vaniglia, tabacco, liquirizia. Non manca uno spunto vegetale, che richiama la macchia mediterranea (alloro, rosmarino). Di grande freschezza in ingresso, rivela al palato la potenza (elegante) di un tannino ben bilanciato che nobilita la beva e chiama il sorso successivo. Ancora verde il tannino del Montepulciano 2011 Igt di Ps Winery: altro prodotto di assoluto valore, ma da attendere.
Rimaniamo nelle Marche per scoprire un altro vignaiolo che ha fatto della sperimentazione il proprio credo. E’ Giuseppe Infriccioli dell’Azienda agricola biologica Pantaleone, che lascia a bocca aperta con il suo Bordò. Si tratta di un biotipo storico appartenente alla famiglia dei Grenache. Utilizzato in purezza (100%), dà vita all’Igt Marche Rosso La Ribalta, di cui apprezziamo in particolare le vendemmie 2012 e 2010.
Di colore rosso rosso granato intenso, impenetrabile, si rivela speziato al naso: alle note fruttate rosse fanno da preponderante contorno liquirizia, chiodi di garofano, ginger e una spruzzata di pepe nero. Il tannino è presente, ma non disturba la beva in una vendemmia 2012 che, a conti fatti, risulta di grande eleganza e avvolgenza, anche nel finale tendente nuovamente al fruttato. Più complessa, come da aspettative, l’evoluzione della vendemmia 2010. Naso e bocca tendono al peperone verde e al cetriolo sotto aceto. Tutt’altro che un difetto, anzi: vino da provare, almeno una volta nella vita, per accompagnare grigliate, stufati, arrosti, brasati, cacciagione e selvaggina, nonché formaggi stagionati.
E’ di Contrade di Taurasi – Cantine Lonardo, provincia di Avellino, l’ultimo vino che segnaliamo tra i migliori assaggi al Mercato dei Vini Fivi 2016. Ventimila bottiglie la produzione totale della cantina oggi condotta in regime biologico dall’ex archeologa Antonella Lonardo, avviata dal padre Alessandro Lonardo e dalla madre Rosanna Cori: lui professore di Lettere in pensione e sommelier, lei insegnante di educazione Tecnica a Napoli. Cinque ettari, coltivati prettamente ad Aglianico. Ed è proprio un Taurasi Docg a centrare nel segno. Si tratta del cru Coste, vendemmia 2011.
Vino elegante, maestoso, che esprime tutta la magnificenza del grande vitigno avellinese. Difficile non pensare a una ricca tavola imbandita, sorseggiandolo a Piacenza: perfetto l’abbinamento con piatti elaborati a base di carne (dal brasato alla selvaggina) o accostato a formaggi stagionati. “L’annata 2016 è stata dura – commenta Rosanna Cori – le piogge ci hanno fatto temere addirittura per l’intero raccolto. Abbiamo vendemmiato quasi grappolo per grappolo, non appena compariva un po’ di sole. Il nostro enologo si è meravigliato quando ha visto le condizioni perfette delle uve condotte in cantina”.
Contrade di Taurasi produce vino ma svolge anche un ruolo sociale ed educativo nell’avellinese, nell’indole dei suoi fondatori. “Ogni anno ospitiamo un tirocinante dell’Università di Palermo – evidenzia ancora Rosanna Cori – che può formarsi al fianco del nostro piccolo staff scientifico, di cui fanno pare il professor Giancarlo Moschetti e il professor Nicola Francesca, microbiologi dell’Università di Palermo”. Loro il merito di aver estratto i lieviti indigeni che rendono così unici i vini di Cantine Lonardo, capace – se non bastasse – di recuperare anche un vitigno abbandonato come il Grecomusc, unico bianco di questa validissima realtà avellinese.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
We use cookies on our website to give you the most relevant experience by remembering your preferences and repeat visits. By clicking “Accept”, you consent to the use of ALL the cookies.
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACQUISTA LA GUIDA e/o SOSTIENI il nostro progetto editoriale
La redazione provvederà a inviarti il Pdf all’indirizzo email indicato entro 48 ore dalla ricezione del pagamento