A fare notizia, quasi più del decanter stesso che non è il solo strumento disponibile per ovviare il problema, è stato il fatto che per avviarne la produzione sia stata lanciata una campagna di crowfunding da 55.000 sterline e che in meno di 32 ore, oltre 1600 investitori abbiano accordato una somma tre volte superiore pari a ben 175.000 sterline.
La validità di Eto è stata certificata da un gruppo di esperti che, alla cieca, non è stato in grado di individuare vini aperti da una settimana prima di essere sottoposti alla degustazione. Vini dichiarati assolutamente freschi ed integri, come appena stappati, o meglio come appena stappati e già ossigenati.
L’idea, nata nel 2012 si è sviluppata grazie ad una sovvenzione governativa e tramite la realizzazione di oltre 60 prototipi prima del brevetto e della versione definitiva: una bottiglia in vetro con la parte superiore allargata per agevolare il travaso del vino e dotata di una valvola da spingere verso il basso fino alla completa sigillatura del liquido rimasto.
La campagna di sottoscrizione per Eto terminerà il 6 luglio.Tutti i sostenitori riceveranno i primi decanter ad un prezzo scontato. Solo a seguito dei feedback sul primo lotto si passerà alla produzione definitiva e alla commercializzazione prevista a 79 sterline (pari a 89 euro) per la versione in acciaio inossidabile e 89 sterline (100 euro) per la versione in rame. Una cifra tutto sommato più abbordabile di altre soluzioni sul mercato.
Il video promozionale creato per il crowfunding e sapiente opera di marketing fa leva sul fatto che ogni anno, in Inghilterra, oltre 50 milioni di litri di vino avanzato e mal conservato vengono sversati nel lavandino per un valore di 270.000 sterline così, giù per il tubo. In Italia invece non si butta via niente: secondo recenti ricerche un italiano su due consuma abitualmente cibi scaduti. E il vino che avanza (se avanza) si può sempre usare per cucinare.
https://www.youtube.com/watch?v=KWbf3T6icoY
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