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Cantine e Ospitalità degustati da noi news news ed eventi vini#02

Tenuta di Fessina: giro dell’Etna in quattro assaggi

Giro dell'Etna in quattro assaggi

Nord, Sud-Ovest, Est. No, non è il titolo di uno dei più grandi successi degli 883 ma le tre aree etnee dove Tenuta di Fessina produce i suoi vini. Tre zone e quattro terroir diversi che permettono di raccontare, almeno in parte, le sfumature enologiche del vulcano attivo più alto d’Europa. Tenuta di Fessina nasce nel 2007 dall’amore dell’enologa e produttrice Silvia Maestrelli, e del marito e socio Roberto Silva, per la “Muntagna”. Per quelle altitudini ed esposizioni così diverse tra loro e per quei suoli creati e condizionati dalle varie sciare. Jacopo Maniaci, amministratore di Tenuta di Fessina, ha presentato quattro vini della tenuta figli di tre sottozone diverse, all’enoteca Il Cavallante di Milano. Un tour dell’Etna in quattro assaggi, per scoprirne i colori e le caratteristiche.

ETNA BIANCO SUPERIORE DOC “IL MUSMECI”, 2022

Nasce in Contrada Caselle, a Milo sul versante est del vulcano. Versante sferzato dalle precipitazioni, le più altre dell’intera isola. Il terreno è composto da più colate laviche scolari e da elementi più recenti come pomice, lapilli e ceneri fini e drenanti. Il Musmeci Bianco, 100% Carricante, affina per circa 12 mesi in botti di rovere da 5 hl e poi ulteriori 6 mesi in botti da 35 ettolitri. Di colore paglierino scarico accoglie il naso con note di vaniglia e burro, piacevoli ma che tendono a nascondere il restante quadro olfattivo. Lasciato nel calice tende ad aprirsi ed a rivelare sentori di frutta fresca, agrumi ed una piacevole nota verde accompagnata da un lieve sentore di pepe. A dispetto della “grassezza” avvertita al naso in bocca è agile e molto fresco.

ETNA BIANCO DOC “A’PUDDARA RISERVA SPECIALE SM – VIGNE ALTE”, 2021

Siamo a Sud-Ovest, in Contrada Manzudda comune di Biancavilla. Zona caratterizzata da piccoli crateri estinti e terreni composti prevalentemente da argille, resti di lapilli, sabbie e ceneri vulcaniche. A’Puddara è un’edizione limitata 100% Carricante di circa 600 bottiglie ottenute da un singolo tonneaux di rovere francese di Borgogna. Di colore paglierino carico al naso apre immediatamente su sentori minerali. Pietra focaia, porfido, idrocarburo per poi regalare note di frutta tropicale e di erbe aromatiche. Salvia e rosmarino che si mescolano a note di papaia e pesca. In bocca è verticale, freschissimo, minerale, vibrante.

ETNA ROSSO “ERSE ROSSO CONTRADA MOSCAMENTO 1911”, 2020

Nasce a Rovittello, in Contrada Moscamento, sul versante Nord dell’Etna. La vigna si trova su di una colata lavica semicircolare del 1911 soprannominata “la Bottoniera”. Sabbie nere vulcaniche per questo vino, da sole uve Nerello Mascalese, che viene affinato 24 mesi in botti da 35 hl di rovere francese. Rosso rubino ed un naso schietto ed immediato. Frutti rossi freschi, violetta, leggera spezia ed una vena ematica. Freschissimo in bocca ma al contempo avvolgente, con tannini setosi che accompagnano piacevolmente in sorso. Finale elegante.

ETNA ROSSO DOC RISERVA “IL MUSMECI PREFILLOSSERA”, 2022

Nasce sempre sul versante Nord, da una vigna praticamente dirimpettaia a quella di “Erse Rosso”. Qui i terreni sono però radicalmente diversi ed connotati da una forte presenza rocciosa. Nerello Mascalese che affina 12 mesi in tonneaux di rovere francese da 5 ettolitri e successivi 8 mesi in botte da 35 ettolitri. Rosso rubino è nettamente più pieno del precedente, tanto al naso quanto al sorso. Meno elegante ma altrettanto piacevole coinvolge con le sue note di frutta rossa matura, una fresca vena mentolata ed un ricco portafoglio di spezie scure. Tannino vivo ma ben addomesticato con una freschezza che invoglia al sorso.

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Vini Etna Doc: imbottigliato primo semestre 2022 cresce del 30%

Grazie alle ottime performance dell’Etna Bianco Doc e dell’Etna Rosato Doc, accanto alla conferma dell’Etna Rosso Doc, l’imbottigliato dei vini Etna Doc cresce del 30% nel primo semestre 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021. Sono state 3.293.388 le bottiglie prodotte a marchio Etna Doc nei primi 6 mesi dell’anno, pari a 24.700 ettolitri. Nel primo semestre 2021 era stata certificata una produzione di 2.516.704 di bottiglie, equivalente a 18.875 ettolitri.

Sono questi i numeri che emergono dall’analisi del Consorzio Tutela Vini Etna Doc, nel suo ormai consueto punto della situazione di metà anno. «I dati – commenta Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna Doc – attestano l’ottimo stato di salute della denominazione e superano quanto di buono avevamo già fatto l’anno scorso, quando avevamo raggiunte le stesse performance del 2019, lasciandoci definitivamente alle spalle le difficoltà del periodo più duro della pandemia».

In particolare, spicca il balzo dell’Etna Bianco Doc (+37%) a conferma del grande favore guadagnato dall’autoctono Carricante. Bene anche l’Etna Rosato Doc (+50,3%), interpretato dal Nerello Mascalese con grande personalità. L’Etna Rosso Doc si conferma la tipologia più imbottigliata.

ETNA DOC: BUONE PREMESSE PER LA VENDEMMIA 2022

Nei primi sei mesi del 2022, il vino simbolo della “Montagna” siciliana ha raggiunto quasi 1,5 milioni, di bottiglie facendo segnare una crescita del 27% rispetto al 2021. «Da non sottovalutare la tipologia Spumante – continua Francesco Cambria – che ora prevede la presenza del Nerello Mascalese almeno per l’80%. Ancora una nicchia, ma con margini di crescita davvero interessanti, che ci aspettiamo di riscontrare nella seconda metà dell’anno».

Il tutto mentre la vendemmia 2022 inizia a promettere un’annata di Etna Doc di ottima qualità. «L’inverno, sostanzialmente mite – spiega il direttore del Consorzio, Maurizio Lunetta – ha lasciato spazio a una primavera priva di gelate tardive, come invece si verificò nel 2021. A maggio e giugno le piogge hanno consentito di mitigare gli effetti della siccità. Per ora le temperature estive, sebbene con ondate di calore sempre più frequenti, hanno valori che non hanno danneggiato lo sviluppo vegetativo della vite. Naturalmente saranno poi i mesi di settembre e ottobre a fare la differenza.

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Baglio di Pianetto, prossima Fermata Etna

Dopo Monreale (Tenuta Pianetto) e la Val di Noto (Tenuta Baroni), Baglio di Pianetto sbarca sull’Etna con due nuovi vini. Un bianco e un rosso dal nome inequivocabile: Fermata 125. Prende così avvio un altro sfidante progetto per l’azienda della famiglia Marzotto. La nuova linea è un omaggio alla storica ferrovia Circumetnea.

Entrata in funzione a fine Ottocento, la linea collega con il suo tracciato Catania e Riposto, compiendo il periplo del vulcano. La fermata 125 di Passopisciaro, di fronte alla quale sorge la cantina con la quale Baglio di Pianetto ha avviato questo progetto, ha dato il nome all’Etna Bianco Doc e all’Etna Rosso Doc firmati Baglio di Pianetto.

BAGLIO DI PIANETTO, OMAGGIO ALLA FERROVIA CIRCUMETNEA

«L’Etna – spiega Francesco Tiralongo, amministratore delegato dell’azienda. rappresenta uno dei più affascinanti e unici terroir del vino, rappresentativo non solo per la Sicilia, ma sempre più conosciuto per l’Italia nel mondo. Ampliare il nostro assortimento con due nuovi vini in purezza che interpretassero secondo il nostro stile il Carricante e il Nerello Mascalese, le due principali uve autoctone allevate sul vulcano, era un desiderio che avevamo da tempo e che ora siamo riusciti a realizzare».

Il comune di Castiglione di Sicilia e in particolare la frazione di Passopisciaro, rappresentano uno dei più storici territori etnei, particolarmente vocati alla viticoltura – continua Francesco Tiralongo –. Qui abbiamo trovato il partner che cercavamo, con il quale condividiamo in primis l’approccio sostenibile in campagna. Ci siamo da subito trovati in grande sintonia: i vigneti e la cantina saranno condotti in stretta collaborazione con il nostro team aziendale, che sarà presente e supervisionerà tutte le fasi produttive».

ETNA BIANCO E ROSSO FERMATA 125

L’Etna Bianco Doc “Fermata 125” 2020 proviene da uve certificate biologiche di Carricante in purezza, allevate a cordone speronato e guyot, raccolte manualmente alla fine di ottobre. Dopo una macerazione a freddo sulle bucce per favorire l’estrazione aromatica e la fermentazione in vasche d’acciaio, il vino riposa sui suoi lieviti per circa 4 mesi. Segue un affinamento in bottiglia di altri 4 mesi prima di essere commercializzato.

L’Etna Rosso Doc Fermata 125 2019 si ottiene da uve di Nerello Mascalese in purezza, allevate con il tradizionale sistema dell’alberello e raccolte manualmente alla fine di ottobre. Dopo una macerazione di circa 10 giorni in vasche d’acciaio a contatto dei propri lieviti indigeni, il vino svolge la fermentazione malolattica in barrique, dove poi prosegue la sosta e maturazione per circa 8-9 mesi. Dopo l’imbottigliamento, si affina ancora per un anno prima della commercializzazione.

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degustati da noi news news ed eventi vini#02 visite in cantina

Nicosia punta sull’Etna Doc con nuove etichette di Contrada

Dalla fine dell’Ottocento (1898) e da cinque generazioni, la famiglia Nicosia si dedica alla viticoltura. Alle pendici dell’Etna, la cantina oggi guidata da Carmelo Nicosia e dai figli Francesco e Graziano, sembra aver trovato il suo habitat naturale. Un progetto enologico in crescita.

Nel futuro di Nicosia c’è infatti l’avvio della produzione di altri “vini di Contrada“, ottenuti da vigne storiche di proprietà e di recente acquisizione, nei Comuni di Zafferana Etnea, Santa Venerina e Linguaglossa. Etichette che andranno a consolidare una produzione già ricca di sfaccettature e sfumature.

Siamo nel territorio di Trecastagni, nella zona Sud-Est del vulcano, a circa 600 metri sul livello del mare. Le vigne si estendono per 10 ettari ai piedi di uno dei tanti crateri etnei inattivi, Monte Gorna e sul Monte San Nicolò (8 ettari), situato a un chilometro di distanza. Completano il parco vigneti alcune piccole proprietà nei dintorni.

In queste zone, che ricadono nei territori della Doc Etna, Nicosia alleva Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio per i rossi; Carricante, Catarratto e Minnella per i bianchi. Piccole parcelle costituiscono i Cru, destinate al Bianco Riserva e al Rosso Riserva che i portano i nomi della zona.

La cantina di 6 mila metri quadrati coperti – 33 mila totali – gioca sul binomio tra modernità e tradizione. All’interno si trovano un negozio e l’accogliente Osteria, che offre ristoro agli amanti dei piatti della Regione e non solo. Il sommelier Santi Natola accompagna  alla scoperta del territorio.

Il tutto attraverso piatti e vini che lo raccontano, secondo i principi e i valori della famiglia Nicosia. Di particolare interesse è l’uso delle botti (di primo e, soprattutto, secondo e terzo passaggio) ricavate sia da rovere francese che americano e acacia, in grado di cedere ai vini sensazioni speziate e mielate di grande piacevolezza.

Tutti gli imbottigliamenti godono di certificazione biologica, alcuni dei quali attestati bio-vegan. La gestione delle vigne è affidata all’agronomo Alessandro Logenco, che opera in sinergia con l’enologa, nonché compagna di vita, Maria Carella.

LA DEGUSTAZIONE

Etna Doc Bianco 2019 Monte San Nicolò (13%)
L’uvaggio che lo compone è Carricante per il 95% e Minnella per il restante 5%. Affinato in vasche d’acciao per 7/8 mesi e, successivamente, in bottiglia per 3/4 mesi.

Alla vista si presenta di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, cristallino. Al naso sono percepibili profumi floreali e fruttati, di pera e mela, agrumi. Vino giovane, al palato spicca una comprensibile e notevole acidità, sapido, dalla velata mineralità. Un vino non ancora in commercio.

Etna Doc Bianco 2018 Monte Gorna 2018 (13%)
Costituito da un blend di Carricante per l’80% e Catarratto  per il 20%. Affinamento in vasche d’acciaio, breve passaggio, pari a 3/4 mesi, in tonneaux d’acacia, stesso periodo ma in bottiglia, per finire.

Alla vista giallo paglierino, riflessi verdolini, brillante. Al naso fine, più floreale che fruttato, delicato miele, agrumi e, col tempo, in successione, note di frutta secca e balsamiche di alloro. Al palato, assai gradevole l’evidente nota minerale, ottima acidità, accompagnata da ben presente sapidità. Un vino ben Fatto.

Etna Doc Bianco Riserva 2016 Monte Gorna 2016 (13%)
Prevalente presenza di Carricante, il 90%, in blend con una minore quantità di Catarratto per il 10%. Affinamento: metà produzione sosterà sei mesi in barrique di secondo passaggio, mentre, l’altra metà farà sei mesi in barrique di terzo passaggio. Seguirà ulteriore elevazione, per circa un anno, in bottiglia.

Colore giallo dorato. Il naso è complesso, fruttato, ricorda la mela cotogna, delicatamente mielato. Al palato regna una notevole acidità, nonostante l’annata non recentissima, è sapido, con una gentile nota minerale. Di ottima struttura, grande equilibrio. Imperdibile.

Spumante Doc Sicilia Brut Carricante 2017 (sbocc. 2019 – 12%)
Concepito con solo Carricante, farà affinamento esclusivamente in acciaio e, almeno, 18 mesi in bottiglia sui lieviti. Perlage fine, di buona persistenza. Colore giallo paglierino, riflessi verdolini, cristallino.

Al naso ricorda molto, soprattutto nel tempo, la matrice comune ai bianchi fermi: profumi  floreali e miele che, insieme a  sentori di lievito, trovano conferma al palato. Ricchissima acidità, per caratteristica dell’uva d’origine, il Carricante si rivela vitigno ostico per la spumantizzazione.

Merita indubbiamente l’assaggio, per carpirne le peculiarità. Nei prossimi anni si punta alla realizzazione di espressioni più mature, che raggiungeranno i 36 e i 60 mesi sui lieviti.

Spumante Doc Etna Brut 2016 (sbocc. 2019 – 11.5%)
Nessun blend per questo spumante, previsto l’utilizzo di solo Nerello Mascalese. Un Blanc de Noir affinato non meno di 24 mesi sui lieviti, dal perlage fine e persistente.

Colore giallo paglierino. Al naso complesso ed elegante, si alternano sentori floreali e fruttati, immancabili lievito e crosta di pane. Acidità persistente, sostenuta da una, molto presente, mineralità. Equilibrato.

Etna Doc Rosso 2017 Monte Gorna (13%)
Le uve utilizzate, per questo vino convincente, sono Nerello Mascalese 80% e Nerello cappuccio 20%, per il più classico dei blend della Doc Etna Rosso. Circa la metà della produzione, dal 40 al 50%, sarà destinata alla botte grande (3-4 mesi), per poi sostare ulteriormente in barrique di 2° e 3° passaggio (5/6 mesi). La restante parte affinerà in acciaio. Seguiranno sei mesi da trascorrere in bottiglia.

Dal colore rosso rubino, con gli anni tenderà a degradare verso toni granati, in linea con le caratteristiche dei vini da Nerello Mascalese. Al palato si distingue subito per le note di frutta rossa, spezie, capperi, liquirizia nel finale. Piacevole beva, per via della buona freschezza, si sente il legno ma senza eccessi. Buona struttura generale.

Etna Doc Rosso Riserva 2013 Monte Gorna (13.5%)
Realizzato con Nerello Mascalese per il 90% e Nerello Cappuccio per il 10% , la Riserva gode di un periodo di quiescenza in cantina di quattro anni (almeno) dalla vendemmia e, secondo disciplinare di produzione, dodici mesi di botte. Per il proprio vino, Nicosia ha previsto due anni di barrique di rovere francese di 2° e 3° passaggio.

Colore rosso rubino, tendente al granato. Al naso sono piacevoli le sensazioni olfattive di erbe aromatiche e spezie, di cannella, macchia mediterranea, rosmarino. Complesso. In bocca domina il tannino che pervade il palato. Molto evidente l’uso della botte. E’ buona la freschezza, persistenza notevole. Strutturato.

Igt Sicilia Nerello Mascalese 2014 “Sosta Tre Santi” (13.5%)
Nato per celebrare il legame della cittadina etnea ai Tre Santi protettori (Alfio, Filadelfo, Cirino), che qui fecero il loro passaggio e ai quali viene riconosciuta devozione, il vino è ottenuto da uve Nerello Mascalese provenienti da diverse vigne della proprietà.

Molto caratterizzato dalle botti di provenienza, determinato dalla permanenza di dodici mesi in barrique di rovere francese, seguiranno dodici mesi in bottiglia. Forte personalità, in bocca svela una inclinazione verso profumi fruttati e speziati legati al territorio. Strutturata la trama tannica, di buona freschezza e persistenza.

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Borgogno e Tornatore sull’Etna con Carranco: più bottiglie e una nuova cantina

CASTIGLIONE DI SICILIA – Carranco, l’azienda nata nel 2018 dall’incontro sull’Etna tra Borgogno (Andrea Farinetti) e Francesco Tornatore, progetta in grande il proprio 2020. Tra gli obiettivi, la produzione di 80 mila bottiglie tra Etna Bianco ed Etna Rosso. E la realizzazione di una nuova cantina nel Palmento settecentesco della Villa dei Baroni, nella tenuta Carranco.

Il 2019 si è chiuso con un fatturato di 120 mila euro con la sola produzione di Etna Rosso Villa dei Baroni e Etna Bianco Villa dei Baroni. Un primo anno di attività che individua in Svezia, Giappone, Canada e Italia i principali mercati in espansione con la prospettiva per il 2020 di puntare su Stati Uniti, Olanda e Belgio e di raggiungere i 210 mila euro di fatturato.

Tra gli obbiettivi principali anche la realizzazione della nuova cantina nella zona sottostante a Villa dei Baroni. “Il nostro desiderio – spiega Andrea Farinetti – è costruire, nel giro di due anni, una vera cantina che rinasca nel palmento settecentesco presente nella villa di Carranco”.

“Inizialmente – annuncia il numero uno di Borgogno – ci appoggeremo per la vinificazione alla cantina del Cavalier Tornatore, nostro socio e amico. L’obiettivo sarà quello di produrre dalle 60 mila alle 80 mila bottiglie di altissima qualità tra Etna Bianco e due o tre varianti di Etna Rosso”.

“La qualità è già altissima e crescente, grazie ai tanti produttori storici etnei. Noi proveremo a dare il nostro contributo da forestieri, ma con la spinta e le capacità che ci può dare un grande produttore come Tornatore”.

“Siamo certi – aggiunge Farinetti – che queste terre nei prossimi 5 anni cresceranno di valore, così come i loro vini, arrivando a toccare livelli che ad oggi non possiamo immaginare”.

La tenuta Carranco, all’interno della frazione di Verzella di Castiglione di Sicilia, si estende per 8 ettari vitati e coltivati con i vitigni autoctoni dell’Etna, Nerello Mascalese per l’Etna Rosso e Carricante per l’Etna Bianco con vigne vecchie di 50-60 anni.

Le vigne sono situate a 500 metri di altitudine, sul versante nord dell’Etna, considerato il più vocato alla viticoltura grazie al suolo fertile, ricco di minerali e materiali eruttivi, e alle escursioni termiche tra il giorno e la notte molto importanti per la vite.

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Etna Bianco Doc 2015, Planeta

Degustiamo oggi l’Etna Bianco D.O.C., annata 2015. Nasce come detto da suolo vulcanico all’interno della DOC Etna da sole uve Carricante parzialmente vinificate in legno. Il Carricante è un antico vitigno autoctono siciliano a bacca bianca così chiamato per la sua abbondante produttività che ha trovato nell’ambiente montano dell’Etna il suo ambiente ideale. Il vino si presenta giallo paglierino chiaro con riflessi verdi appena accennati.

Al naso emergono da subito note di frutta a bacca bianca, susina e pesca bianca, ed una leggera nota erbacea aromatica cui fanno seguito le evidenti note minerali. In bocca risulta pieno, di corpo, l’acidità è ben bilanciata dalla morbidezza probabilmente dovuta al parziale utilizzo di legno ma è la grande sapidità che sorprende e che invoglia la beva. In bocca ritroviamo tutte le note fruttate sentite al naso ma è la mineralità che diventa più evidente. Buona la persistenza.

Un vino bianco che coniuga in un sol bicchiere la tradizione del territorio con la modernità di un vino agile, il carattere vivido delle pendici vulcaniche con l’anima mediterranea di un bianco non banale. Senza dubbio ottimo abbinato a preparazioni di pesce… ma ci piace pensarlo anche con dei formaggi freschi o, visto che le giornate si allungano e si avvicina la bella stagione, anche servito come aperitivo accompagnato solo da qualche semplice stuzzichino.

LA VINIFICAZIONE
Le uve 100% Carricante, raccolte in cassa, vengono subito refrigerate ad 8 gradi, selezionate a mano e inviate ad una leggera pigiadiraspatura e a pressatura soffice. Il mosto decantato viene travasato e fermenta a 15 gradi, in acciaio inox e 15% del mosto in tonneaux. Il vino così ottenuto rimane sino a febbraio sulle fecce fini con continui rimescolamenti.

Planeta è oggi un punto di riferimento dell’enologia siciliana, in quanto capace di raccontare le varie sfumature enoiche che l’isola sa offrire. Lo fa forte di sei differenti cantine poste in sei zone (Sambuca di Sicilia, Menfi, Vittoria, Noto, Etna, Capo Milazzo), in sei differenti terroir, così da poter raccogliere e trasmettere le peculiarità dei vari vini e vitigni. “Nei posti belli si fa il vino buono”, disse Francesca Planeta in un’intervista alcuni anni fa. E così, quasi inseguendo il Genius Loci dei Latini, oggi i Planeta ci portano sul versante nord dell’Etna nella cantina di Feudo di Mezzo. La cantina nasce nel mezzo di una vecchia colata lavica del ‘500 e seguendo la filosofia dell’azienda è costruita in modo da integrarsi perfettamente nel territorio.

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