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Fivi e Vignaioli indipendenti europei contrari all’estirpo di vigneti nella Pac

Fivi e Vignaioli indipendenti europei contrari all'estirpo di vigneti nella Pac
Fivi
– parte integrante della Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti (CEVI) – si dice «contraria alla possibilità di inserire l’estirpo di vigneti tra le misure della prossima programmazione Pac». Una posizione tutt’altro che nuova quella espressa lunedì 16 dicembre, durante l’ultimo incontro del Gruppo di alto livello vitivinicolo dell’Ue. La Federazione italiana vignaioli indipendenti, insieme alla Confederazione europea, ritiene invece «strategico per il settore destinare i fondi a misure positive, che sostengano la redditività e la competitività delle imprese, non la loro dismissione».

FIVI CRITICA IN EUROPA SU ESTIRPO VIGNETI ED ENOTURISMO

Un altro «aspetto critico» sono le misure a favore dell’enoturismo. Fivi chiede a gran voce che «anche le aziende dei vignaioli possano accedere alla misura, perché sono proprio le aziende verticali quelle che garantiscono al consumatore un’esperienza completa, mostrando tutte le fasi del ciclo di produzione, dalla vigna alla bottiglia, e che possono educare a un consumo consapevole». La Federazione italiana vignaioli indipendenti ritiene, in definitiva, che «ci sia ancora molto lavoro da fare, ma la strada del confronto e del coinvolgimento della filiera è sicuramente quella giusta».

«Avevamo attese molto alte – sottolinea in una nota – e per il momento possiamo esprimere soddisfazione per i contenuti del documento condiviso dalla Commissione europea. In particolare apprezziamo che la Commissione intenda lavorare a un regime specifico di promozione per i piccoli produttori, su cui stiamo già elaborando una proposta concreta. Gli aspetti ancora da limare sono legati appunto all’estirpo dei vigneti nella Pac e alle misure in favore dell’enoturismo».

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Crisi vino, Frescobaldi: «Estirpi vigneti? Rischio sociale, non soluzione»


«Gli estirpi di vigneti, di cui si parla in Europa, non risolvono la situazione italiana». Così il presidente di Unione italiana vini (Uiv)Lamberto Frescobaldi, in occasione della presentazione delle stime della vendemmia 2024 in Italia, con Assoenologi e Ismea. «Abbiamo bisogno di un vigneto Italia “a fisarmonica”, reso più gestibile e flessibile da strumenti di intervento in grado di tamponare il tema delle eccedenze. E, per quanto possibile, di rendere meno traumatiche le annate scarse. Per comprendere gli effetti degli estirpi di vigneti – ha precisa Frescobaldi – basta ricordare quanto accaduto 13 anni fa, quando, a fronte di una spesa pubblica di circa 300 milioni di euro e 30 mila ettari espiantati soprattutto in collina e in aree Doc, ci siamo ritrovati due anni dopo con una vendemmia record da 53 milioni di ettolitri».

ESPIANTO DI VIGNETI, RISCHIO SOCIALE PER LE ECONOMIE DELLE ZONE VOCATE

«Gli espianti, per Unione italiana vini – ha aggiunto il presidente – rappresentano di per sé un rischio sociale, perché impattano su intere economie in aree collinari vocate. E sappiamo che il vigneto in collina significa anche gestione del territorio, prevenzione da frane e incendi. Ma i tagli finanziati di vigneto che tolgono risorse alla crescita sono peggio della grandine sotto vendemmia. Il settore vive una stagione complicata – inutile girarci attorno, anche se l’Italia sta facendo meglio dei competitor -, ma non per questo si deve pensare di distrarre i fondi strategici per incentivare gli estirpi. La stragrande maggioranza delle nostre aziende – ha concluso Lamberto Frescobaldi – è sana e ha bisogno di innovarsi, promuoversi, sintonizzarsi con un mercato in forte cambiamento. Per questo il tavolo Ue del Gruppo di alto livello deve concentrarsi più a sostenere chi vuole restare nel business che a incentivare chi vuole abbandonare».

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