Monteccapone e Mirizzi, ovvero Verdicchio dei Castelli di Jesi. Gianluca ‘ Utopia ‘ Mirizzi ha lavorato tanto negli anni per trasformare i due brand di famiglia in sinonimi del vino simbolo delle Marche.
Montecappone è un’azienda esistente a Jesi dagli anni Sessanta, rilevata nel 1997 dalla famiglia Bomprezzi-Mirizzi, già proprietaria dell’omonima Enoteca di via Tuscolana, a Roma. Oggi sono 40 gli ettari di vigneti e oliveti a disposizione sulle colline di Jesi e dei suoi Castelli.
I vini simbolo i Montecappone prendono il nome di “Utopia“, a sua volta soprannome del titolare. Alla guida enologica della cantina c’è Lorenzo Landi, chiamato a valorizzare non solo il Verdicchio ma anche Montepulciano e Sangiovese, vitigni tradizionali dell’area che danno vita al Rosso Piceno.
Mirizzi prende invece vita nel 2015 dall’intuito di Gianluca Mirizzi, che sceglie lo stemma araldico di famiglia per abbinare tradizione e modernità del nuovo stile. Nascono così, tra le altre etichette, uno spumante Metodo classico (il “Millesimè“, base Verdicchio) e una linea di vini dai nomi curiosi: “Cogito A.“, “Ergo” ed “Ergo Sum“. L’azienda dispone di 6 ettari di vigneti e 3 di oliveti, in conversione biologica.
LA DEGUSTAZIONE
- Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Vsq Metodo classico Extra Brut 2017 “Millesimè”, Mirizzi (13%): 92/100
La sboccatura 2020 è indicata in etichetta. Alla vista giallo paglierino, riflessi dorati. Perlage molto fine, buona la persistenza. Naso minerale, con erbe fresche e mentuccia in prima fila. Poi frutto esotico, buccia di limone. Al sorso una gran pienezza: perlage cremoso che lavora su una beva intrigante, giustamente larga sul frutto, rinvigorita da ritorni di mentuccia e da una freschezza riequilibrante.Buona la persistenza, con ritorni agrumati e un accenno salino, sapido. Uno spumante gustoso, da apprezzare tanto a tutto pasto quanto su piatti di pesce e carne bianca. Il plus: riesce ad abbinare fantasticamente la fase larga e quella stretta, aspetto che esalta tanto il vitigno quanto la scelta, non scontata, del Metodo classico.
- Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore 2018 “A.D. 1194 Federico II”, Montecappone (14%): 89/100
Dieci mesi sur lie. Giallo carico, dorato, luminoso. Naso super iodico e floreale, su note nette di ginestra al primo naso, anice e mentuccia al secondo, assieme a un tocco di pepe bianco. Per la parte fruttata, agrumi ed esotico, pesca, albicocca appena matura, mango.Ingresso e chiusura sul sale e, in centro bocca, un frutto pienamente maturo. In generale, una beva che coniuga ancora una volta la fase verticale a quella orizzontale. Bell’allungo sul sale e sulla mandorla, giustamente amara.
- Verdicchio dei Castelli di Jesi Docg Classico Riserva 2016 “Utopia”, Montecappone (14,5%): 92/100
Giallo paglierino. Naso molto intenso, su un bouquet di fiori secchi ed erbe pregevolissimo. La parte salina sfiora la salamoia d’oliva. Frutto ben pieno, ma dosatissimo: agrume, su tutto. Ancora un tocco di pepe bianco. Si apre piano, concedendosi al naso un po’ alla volta.Sorso suadente, specie in ingresso, largo, con la freschezza che accompagna dal centro bocca sino alla lunghissima chiusura, con il consueto tocco di mandorla amara. Vino che rivela una struttura più marcata rispetto ai precedenti, come si deve a una Riserva.
- Verdicchio dei Castelli di Jesi Docg Classico Riserva 2013 “Utopia”, Montecappone (14%): 89/100
Giallo paglierino, gran luminosità, bella densità. Naso profondo, che oltre all’erbaceo (mentuccia, anice, sbuffo di pepe bianco) va su una parte terrosa, di fungo, foglia di pomodoro che, unite, generano percezioni di umami nette, favorite dall’ossigenazione. C’è anche un ricordo iniziale di idrocarburo.E ancora tiglio, una parte mielata, foglia di the. Note iodiche senza fine. Un naso splendido, su cui tuttavia scivola il palato, al momento un po’ troppo condizionato dall’alcol. La sfera glicerica è troppo tonda e mette un po’ a sedere la freschezza. I ritorni erbacei in chiusura rimarcano le fattezze di un vino sull’altalena, in cui a rimetterci – al momento – è l’agilità di beva. Ma la stoffa c’è tutta.
- Verdicchio dei Castelli di Jesi Docg Classico Riserva 2010 “Utopia”, Montecappone (13%): 88/100
Colore giallo dorato intenso, riflessi ramati. Al naso note di frutta secca (arachidi), frutta disidrata (albicocca), un tocco mielato prezioso, fico secco, anice e mentuccia per la parte verde, con il consueto tocco di spezia (pepe bianco). In bocca, salinità e frutta secca dominano il sorso, con i ricordi di frutta disidratata già avvertita al naso.
- Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore 2018 “Cogito A.”, Mirizzi (14%): 91/100
Giallo paglierino, luminoso. Naso che, oltre allo iodio, rivela una componente verde preponderante: buccia d’agrume, lime, mentuccia, pepe. Ricordi di crema pasticcera. Il frutto è ben presente: pesca matura, ananas. Bocca che abbina un ingresso largo, sul frutto, alla freschezza, grazie a ritorni di menta.La componente “aromatica” al palato è ampia, quanto il frutto maturo (melone e pesca bianca). Chiude lungo, largo e stretto, in un gioco prezioso tra rotondità e durezze. Vino decisamente giovane. Certamente un Verdicchio sui generis, da provare.
- Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore 2018 “Ergo”, Mirizzi (14%): 92/100
Giallo dorato. Naso su anice, mentuccia, tocco di pepe, fiori di campo, iodio, che ha qualche tratto in comune con l’Utopia 2016 targato Montecappone. Uno sbuffo di liquirizia fa capolino con l’ossigenazione. Al palato la frutta matura e la freschezza. Gran concentrazione al sorso, in tutte le componenti. Chiusura lunga, sale e frutto preciso. Vino di grande eleganza.
- Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore 2016 “Ergo Sum”, Mirizzi (15%): 93/100
Giallo paglierino intenso, luminiso, riflessi dorati. Ancora un naso su note di anice, mentuccia, fiori di campo e iodio, così come il palato risulta su una bella pienezza di frutto ed equilibrio conferito dalla freschezza. Il Rispetto ad “Ergo”, un vino ancora più intenso ed esplosivo, nell’espressività di tutte le sue componenti. Un Verdicchio giovanissimo e di gran prospettiva.
- Rosso Piceno Doc “Utopia”, Montecappone: 90/100
Frutto, struttura, terziari integrati. Un Rosso Piceno che ha tutto, compresa una gran bevibilità e persistenza.